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“Occhi Senza Volto” di Georges Franju [1960]

June 11, 2011 Leave a comment

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Merci pour la bonne espérance

Considerato da molti come un caposaldo del genere horror, Occhi Senza Volto è un film che ha segnato un’epoca ma che oggi appare come troppo sorpassato.
Le ragioni risiedono tutte nel suo punto di forza: è un film che è riuscito a diventare archetipo per chi ha dovuto affrontare simili tematiche negli anni a venire.
La storia narra le vicende legate a un trapianto di volto che un avveniristico chirurgo si ostina a eseguire per salvare la figlia da un’altrimenti certa vita nella vergogna.
Ad aiutare l’insolito dottore è una tetra Alida Valli, che va così a formare un duo del male disposto a tutto pur di ottenere i risultati prefissati.
A concludere il terzetto dei protagonisti è la giovane ragazza senza volto, depressa cronica disillusa dalla vita, che nel suo etereo incedere non fa altro che rinnegare apaticamente quello che oggi qualcuno potrebbe definire un “accanimento terapeutico” nei suoi confronti.
Il trucco a lei riservato è davvero degno di nota per l’epoca nella quale è stato ideato e non è difficile riscontrare echi di quella cèrea inespressiva maschera ancora nelle produzioni horror degli ultimissimi anni.

Quel che a mio avviso penalizza l’opera guardandola oggi, è la sua prevedibilità. Ogni passaggio narrativo è ormai visto troppe volte e non riesce più a creare suspense nello spettatore.
Ciò che ancora oggi colpisce è sicuramente la scena della rimozione del viso alla povera malcapitata, ripresa come se fossimo anche noi presenti nella sala operatoria e stessimo attentamente osservando l’operare del chirurgo. La crudezza dell’immagine è fittizia ma di estremo impatto anche per noi, spettatori abituati a vedere sul grande schermo violenze ben più inenarrabili.
Aldilà di questo però il coinvolgimento non sarà assente, ma neanche estremo.
Per uno spettatore del 1960 l’ambiguità psicologica dei protagonisti sarà anche potuta sembrare spiazzante, ma per il nostro occhio smaliziato sotto questo punto di vista, saranno molti i passaggi della trama a farci sorridere per la loro ingenuità. E’ soprattutto la polizia a farne le spese, ad esempio credendo ciecamente ai colpevoli sulla parola dopo una brevissima chiacchierata oppure inviando una spia nella tana del nemico, salvo poi abbandonarla al suo incerto destino.

Occhi Senza Volto è sicuramente un film di fantascienza, nel vero senso della parola: fanta-scienza, una scienza fantastica, che non esiste ancora oggi a 51 anni di distanza, se non tramite i primissimi tentativi su casi disperati.
A bene osservare la stessa idea di basare una storia fantascientifica sul trapianto del volto è venuta [oltre a John Woo in Face/Off anni e anni dopo] a un certo Rod Serling che non è altri se non l’ideatore di tutti gli episodi delle serie classiche della straordinaria serie tv Ai Confini Della Realtà. E’ proprio del 1960 l’episodio The Eye Of The Beholder [in italiano: E’ Bello Ciò Che Piace] nel quale a una giovane fanciulla apparentemente sfigurata viene eseguito con relativo insuccesso un trapianto di volto.
Chi ha avuto per primo l’idea? Forse Franju perché si basa su una storia di un certo Jean Redon. Poco importa, sicuramente il lungometraggio del francese surclassa il mediometraggio televisivo di Serling nella forma.
Se nell’episodio de Ai Confini Della Realtà la parte registica è più funzionale alla storia che non il contrario, nel film in esame abbiamo una discreta attenzione alla definizione d’immagine di personaggi ed ambienti, anche grazie a una fotografia curata ma non esaltante come qualcuno dichiara.
Un buon bianco e nero si presta alla narrazione, ma a questa data abbiamo già visto molti esempi decisamente più convincenti da un punto di vista espressivo. Senza chiamare in causa i capolavori propri dell’espressionismo tedesco degli anni ’20, basterebbe citare il tutt’altro che disprezzabile Il Bacio Della Pantera di Jacques Tourneur distribuito nel 1942. La scena nella quale l’ansimante protagonista sul lettino dello psicologo, illuminata solamente da un cerchio di luce sul viso, pare affogare nel buio è qualcosa di davvero angosciante, così come l’inseguimento notturno fra le due donne del film rappresentato sullo schermo a suon di colpi di tacco sul marciapiede ha una componente misteriosa che malgrado sia psicologicamente meno marcata di quanto possa esserlo la rappresentazione della povera sfigurata di Occhi Senza Volto, fornisce allo spettatore una carica d’inquietudine difficile da rifiutare.
Componente psicologica che a causa della consapevolezza in partenza dello spettatore di chi siano i buoni e chi i cattivi, perde efficacia e lascia il film separato da una distanza abissale rispetto all’inarrivabile capolavoro del thriller psicologico Psycho di Hitchcock, sempre del 1960.

Occhi Senza Volto ha contribuito negli anni a formare l’immaginario collettivo con immagini difficili da dimenticare, eppure visto a distanza di anni mette in luce tutte le sue vaste lacune.

Danilo Cardone

Fonte: Cinefobie

“Il postino” di Nazim Hikmet Ran

Il postino

Notizie della patria, dell’uomo, del mondo,
notizie degli uccelli, delle bestie, degli alberi,
all’alba e a mezzanotte
ho portato agli uomini
nella borsa
del mio cuore.

Da ragazzo volevo fare il postino,
ma il postino vero, non come i poeti.
Con mozziconi di matite colorate
disegnavo ritratti di postini,
disegnavo, come i bambini sulla ghiaia,
goffo,
ma esatto,
disegnavo postini
sui libri di geografia
e sui romanzi di Jules Verne.

Ecco un uomo in passamontagna.
I cani tirano la slitta sul ghiaccio.
Sui pacchi postali
e sulle scatole di conserva
splende l’aurora boreale.
Stretta la cinghia ancora d’un buco,
io attraverso lo stretto di Behring.

Eccomi con la borsa nella steppa
sotto il peso delle nubi,
distribuisco lettere di soldati
e bevo tiepido latte.

Oppure cammino
per una via rumorosa,
e cerco un indirizzo.
Dov’è questo nome?
Nella mia borsa
porto solo buone notizie,
solo speranza.

Oppure, ecco
tempesta, neve,
tenebre alla finestra.
Una piccola ragazza è ammalata,
brucia di febbre.

Come è lunga questa notte…
Qualcuno bussa alla porta:
« Posta! ».
Gli occhi della piccola ragazza
guardano come fiordalisi dal buio.
Domattina
suo padre
uscirà di prigione…

E proprio io, postino, l’ho trovata qui,
proprio io nella neve e nel gelo
ho portato a questa ragazza
la più bella notizia del mondo.

Da ragazzo volevo fare il postino,
anche se nella mia Turchia
questo è un mestiere duro:
nelle lettere c’è dolore e tristezza,
raramente qualche buona notizia.

1954

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Santorini e il mito di Atlantide (parte II)

Un’affascinante teoria “dimostrata”, localizza Atlantide nel Mediterraneo orientale, più precisamente nell’arcipelago delle Cicladi, in un’area occupata oggi dall’isola nota come Santorini.

Che Santorini fosse tutto ciò che rimaneva di un’isola molto piu’ vasta, distrutta da una catastrofica esplosione, si sapeva da tempo: era noto che dall’antica Thera erano stati eruttati ben 18 Km cubi di magma e che la sua esplosione non lasciò che uno spezzone di roccia annerita. Solo negli anni Settanta il metodo del radiocarbonio ha permesso di datare, con un margine di errore ridotto, un trono rinvenuto sepolto nella cenere vulcanica: l’eruzione doveva essere avvenuta intorno al 1456 a.C.

Questa data collimava con un’ipotesi elaborata qualche anno prima da un geologo greco Angelo Galanopulos il quale, analizzando alcuni episodi della Bibbia (i “tre giorni di buio”, i terremoti, la divisione delle acque del Mar  Rosso), concluse che in quell’anno un’esplosione vulcanica doveva aver interessato il Mediterraneo orientale. Inoltre, leggendo le numerose trascrizioni dei testi platoniani, il geologo affermo’ che si era verificato un errore che aveva moltiplicato per dieci le cifre originariamente riportate: Atlantide finiva per identificarsi con Thera e, leggendo 900 invece di 9000 anni anche il periodo della scomparsa di Atlantide coincideva con l’eruzione che distrusse Santorini.

Dopo accurati studi, nel 1973 la geologa Dorothy Vitaliano sottolineò come la topografia di Atlantide descritta da Platone si adattasse a quella che doveva essere Thera, come rinvenibile da un affresco trovato negli scavi di Akrotiri a Santorini: l’ipotesi convincente è quella della distruzione di Thera, base navale dell’impero minoico, e di conseguenti maremoti che avrebbero fatto scomparire gradualmente quella civiltà e la sua supremazia nel Mediterraneo con la conseguente ascesa di Micene. Tale evento vulcanico avrebbe dato origine insieme al mito di Giasone e del Minotauro, alle narrazioni di Platone e a quelle della Bibbia.

Tuttavia la dinamica dell’eruzione a Thera, come documentato dagli scavi, escluderebbe la repentinità del cataclisma tramandata da Platone. Nelle case portate alla luce ad Akrotiri non vi sono resti umani, nessun gioiello, nessun oggetto prezioso, come se gli abitanti avessero avuto tutto il tempo di raccogliere i propri beni e fuggire. Utensili e scorte di viveri sono stati trovati negli scantinati delle case, forse messi lì per proteggerli dalle scosse: cosa che fa pensare ad una certa dimistichezza degli abitanti coi terremoti.

Probabilmente l’eruzione è stata progressiva e caratterizzata da numerose scosse per alcune settimane, che spinsero la popolazione ad abbandonare l’isola, in una prima fase, per poi tornarvici. Infatti gli scavi evidenziano come la popolazione avesse iniziato a riparare i danni subiti e a riprendere la vita di sempre: una via riaperta, macerie raccolte in ordinati cumuli, la cornice di una finestra ingrandita per ricavarne una porta, un focolare improvvisato in una casa, la vasca per le abluzioni trascinata sin sul tetto, forse per raccogliere l’acqua piovana … L’opera di ricostruzione dovette, però, interrompersi a seguito della ripresa dell’attività vulcanica che portò la popolazione ad abbandonare per sempre  Thera e dirigersi verso Creta. Fu a questo punto che iniziò la fase parossistica dell’eruzione con una sequenza impressionante di fenomeni che produssero, dapprima, una pioggia di pomici, poi piovvero massi più rossi ed infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l’isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 Km orari facendo udire i suoi boati dall’Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte piu’ cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni metereologiche.

La violenta esplosione di magma aveva svuotato il gigantesco bacino magmatico sottostante l’isola, provocando il crollo dell’edificio vulcanico; miliardi di metri cubi d’acqua si precipitarono nell’abisso incandescente: la repentina vaporizzazione dell’acqua deve aver scatenato una serie di esplosioni titaniche che hanno scardinato ciò che restava dell’isola, sollevando immense ondate alte fino a 60 metri che si schiantarono sulle coste di Creta e dell’Egitto. Fu questa la fine di Atlantide?

Sicuramente lo fu di Santorini e della sua civiltà. Quel che è vero, è che il mistero dell’esistenza di un’isola scomparsa affascinerà sempre l’umanità e sempre si cercherà di identificarla in qualche luogo.

Possiamo solo far nostre le parole di un celebre scrittore:

E’ bene che Atlantide resti un mistero.

E’ giusto che l’uomo, guardando l’oceano, si inquieti pensando ad un lontano e imperscrutabile regno inghiottito in un giorno e in una notte dalle acque e dal fuoco; all’orgoglioso sogno di un’eternità infranta dal risveglio della Natura.

Le civiltà nascono, crescono ed, infine, muoiono. Prepariamoci a questo.

Atlantide non  è mai esistita!

E’ in ogni luogo.

Fonte: Santorini Grecia

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“Mind your step” di Erik Johansson

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Le illusioni ottiche sono sempre state una mia grande passione, quando queste si uniscono all’architettura non possono che attirare completamente la mia attenzione.
Ecco quindi l’opera di Erik Johansson che è in questi giorno nel centro di Stoccolma; la piazza in questione (Sergels Torg) ha già una pavimentazione molto particolare che ha aiutato senz’altro il fotografo nel creare questa illusione. Il risultato è sicuramente apprezzabile.

Fonte: Linea Di Sezione

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“Il rumore del male” di Tobia Iodice e Umberto Rollino, Edizioni Cento Autori

Tobia Iodice – Umberto Rollino

Il rumore del male – Storie, capi ed affari della camorra

ISBN 978-88-95241-61-6

Collana Saggistica – Formato 14,5×21

Pagine 192 – Euro 13,00

La storia, i capi, gli affari. Questo saggio analizza il fenomeno camorristico in tutta la sua complessità, raccontandone con piglio narrativo passato, presente e futuro. La storia: capire cos’è la camorra, come è nata e cosa le ha consentito di svilupparsi fino a diventare “Sistema”. I capi: conoscere la vita dei boss più sanguinari, da Raffaele Cutolo a Carmine Alfieri, da Francesco Schiavone a Paolo Di Lauro. Gli affari: comprendere la fitta rete di connivenze e collusioni che ha permesso alla mala campana di accumulare patrimoni faraonici. Un’indagine avvincente come un romanzo e documentata come un’inchiesta giudiziaria, per scoprire le radici di un male che fa tanto, troppo rumore.

Tobia Iodice è nato a Mugnano di Napoli nel 1972. Laureato in Lettere presso l’Università Federico II di Napoli, ha collaborato a diversi quotidiani (“Il giornale di Napoli”; “Roma”) e periodici (“Paese mio”; “Il Notiziario”) realizzando numerose inchieste sui problemi della provincia napoletana.

Umberto Rollino è nato a Napoli. Laureato in filosofia, vive e lavora in provincia di Milano. Impiegato in progetti di divulgazione riguardanti il pensiero politico del Novecento, collabora con il mensile “Politica Domani”.

Fonte: Edizioni Cento Autori


“Tutti per uno” di Romain Goupil (2010)

June 11, 2011 Leave a comment

Tutti per uno è un film di Romain Goupil del 2010, con Valeria Bruni Tedeschi, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Louna Klanit, Louka Masset,Jérémie Yousaf, Dramane Sarambounou, Hippolyte Girardot, Romain Goupil,Malika Doudaeva. Prodotto in Francia. Durata: 90 minuti. Distribuito in Italia da Teodora Film a partire dal 01.06.2011.

Milana è una bambina di origine cecena che vive a Parigi, dove frequenta la scuola elementare. La sua vivace comitiva comprende ragazzi di ogni colore e provenienza, uniti da grande amicizia e complicità. Quando uno di loro, Youssef, viene rimpatriato perché i genitori non hanno il permesso di soggiorno, lo stesso destino sembra attendere anche Milana. Ma i suoi compagni decidono di mettere in atto un piano per salvarla…

Per lasciarsi incantare da una delicata parabola attuale, toccante e divertente che ha già emozionato il pubblico del Festival di Cannes, anche grazie a un cast di giovanissimi attori e all’interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi.

Fonte: Movieplayer.it

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USA, labrador in auto chiede aiuto con il clacson

Il povero animale è rimasto chiuso nella macchina della sua padrona per più di un’ora sotto il sole rovente. La donna si era recata a fare shopping e si era dimenticata del suo cane chiuso nell’automobile. L’auto nel frattempo era diventata un vero e proprio forno e Max, un Labrador nero quasi sicuramente ha capito che il caldo così rovente era un pericolo per la sua salute e con un colpo di genio canino è saltato sul sedile della guida ed ha iniziato a suonare il clacson per attirare l’attenzione. Il colpo di genio è evidentemente servito perché la sua padrona, sentendo suonare ripetutamente è accorsa verso la vettura liberando il povero animale, ha così potuto salvarlo bagnandolo con acqua e dandogli da bere immediatamente.

Carla Liberatore

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Nong Youhui, il bimbo che vede al buio

Si chiama Nong Youhui, il bimbo che vede nel buio. Il suo caso è stato studiato a lungo da medici e specialisti di mezzo mondo, e Noung, che oggi è un ragazzo adolescente, fin da bambino ha mostrato di avere una vista fuori dal normale. I genitori del ragazzini si accorsero di questa sua capacità quando il padre un giorno lo portò in ospedale perché si rese conto che il colore dei suoi occhi, un giallo molto appariscente come quello dei coccodrilli, non mutava con la crescita fino ad avere una colorazione più normale, così come le era stato detto alla nascita del figlio. Infatti il padre di Ling ha dichiarato: “Il medico mi disse che il colore degli occhi sarebbe cambiato di lì a poco con l’avanzare dell’età, per diventare come quello della maggior parte dei cinesi, castano scuro, ma questo non è mai accaduto”. Ling è stato soprannominato ‘Cat-boy’, ossia ragazzo-gatto, perché avrebbe la capacità unica di veder bene anche nel buio più pesto, esattamente come i gatti e in quella condizione sarebbe addirittura in grado di leggere un libro. L’unica spiegazione plausibile che si sono dati i ricercatori che hanno studiato il caso, è che il ragazzino cinese sia nato con una rara forma di Leucodermia, conosciuta anche come Vitiligine, la quale ha fatto in modo che i suoi occhi non si colorassero come avrebbero dovuto, rimanendo quindi più sensibili alla luce.

Carla Liberatore

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“Garfield il supergatto” di Mark A.Z. Dippé (2009)

June 11, 2011 Leave a comment

Garfield il supergatto è un film di Mark A.Z. Dippé, Lee Woon-Jae del 2009, con Gregg Berger, Cathy Cavadini, Jennifer Darling, Greg Eagles, Greg Finley, Jeff Fischer, Vanessa Marshall, David Michie, Paige Pollack, Neil Ross. Prodotto in USA, Corea del Sud. Durata: 73 minuti. Disponibile in formato 3D. Distribuito in Italia da Medusa a partire dal 01.06.2011.

Il cibo è l’unica cosa che a Garfield interessa davvero, nella vita, eppure sarà costretto a una vera e propria rivoluzione quando il suo muscoloso alter-ego, Garzoorka, approderà nel mondo dei cartoon direttamente dall’universo dei fumetti con una notizia allarmante: una super cattiva del mondo dei fumetti è determinata a conquistare l’universo. La malvagia super-eroina Vetvix, infatti, ha attaccato il pianeta Dorkon e ha rubato un’invenzione che la renderebbe capace di conquistare e sottomettere sia il mondo dei fumetti sia quello dei cartoni. Questa temibile arma è la pistola Moscram, un miscelatore a livello molecolare che, colpendo qualcosa con i suoi raggi, può mescolare insieme le molecole di due oggetti qualsiasi … o anche di due persone qualsiasi! E i malcapitati che vengono Moscram-miscelati cadono inevitabilmente sotto il controllo della sua proprietaria riducendosi a degli zombie senza alcuna volontà personale. Per caricare la pistola, però, Vetvix ha disperatamente bisogno del cristallo Klopman che Garzooka ha rubato e con il quale è fuggito nel mondo dei cartoni. Garfield quindi dovrà unire le proprie forze con il supereroe per salvare il mondo. Riuscirà il super esperto della pennichella pomeridiana a dimenticare, o anche accantonare per un breve periodo, i suoi prelibati spuntini per unirsi ad una onorata causa?

Per vedere perla prima volta il gattone tigrato più pigro dei cartoon alle prese con un’avventura impegnativa e davvero eroica: salvare l’universo! Per divertirsi con una versione tridimensionale che strizza l’occhio agli adulti e fa conoscere ai più piccoli una nuova versione dello storico personaggio creato da Jim Davis, qui anche nelle vesti di sceneggiatore.

Fonte: Movieplayer.it

Vaccino antiobesità, test su animali

Un vaccino che potrebbe diventare una definitiva soluzione all’obesità è stato presentato al Meeting Annuale della Endocrine Society a Boston e addestra l’organismo a colpire l’ormone della fame – la Grenalina – e aiuterebbe quindi a ridurre la fame ed il consumo di cibo aumentando il dispendio energetico. L’ideatrice del vaccino è la Dottoressa Mariana Monteiro dell’Università di Porto, in Portogallo. La ricercatrice ha testato il vaccino sugli animali ed ha riscosso un ottimo successo, ora si dovrà passare ai test sugli esseri umani per constatarne i riscontri e le controindicazioni.

Carla Liberatore

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