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Breve compendio sulla canonicità dell’omosessualità odierna

Sul piano individuale concordo pienamente nella completa latitanza del buon gusto che negli ultimi anni ha trasformato la nostra società in quello che potrei definire blasfemia culturale epocale, che poi vediamo sfociare anche nella sacralità. Le immagini pittoresche della mostra di Elisabeth Ohlson Wallin a Bruxelles ne rappresentano un risultato evidente. Molto clamore virale per poche immagini al di fuori del consueto ampiamente riconosciuto.
Non posso asserire che rasentino il buon gusto o che abbiano una diafanìa spirituale che rispetti ciò che oggi molti ancora considerano come cristianità. Ma probabilmente l’impatto emotivo é un cliché dirompente desiderato dalla fotografa per sensibilizzare l’argomentazione attraverso una chiave di lettura visiva di facile riconoscibilità emotiva.
Negli ultimi secoli siamo stati abituati a vedere, quindi a recepire, una sacralità legata al divino, dedita ad un conformismo religioso piuttosto austero e subissato da una devozione assoluta, poi divenuta prostrazione negli anni più turbinosi della cristianità. Pur tuttavia questa prostrazione eccessiva era sbagliata sul piano umano, anche se all’epoca le popolazioni ignoranti ne erano sopraffatte!
Non bisogna assolutamente dimenticare che il sacrilego, per come noi oggi possiamo definire alcune di queste scene fotografiche, abbia trascinato la chiesa del passato e quindi tutta la cristianità in continui déjà-vu storici laddove più volte la rappresentazione artistica suscitasse, spesso e malvolentieri, la riluttanza di coloro che si sentivano conformi alla conservazione dell’austerità. Ciò non toglie che sotto l’egida dell’intransigenza sacrale della fede, molti alti prelati sfogavano ira e sadismo sessuale oltre misura a discapito di fedeli inermi ed impauriti dalla solennità.
Ma diciamo che per quanto riguarda il cattivo gusto estetico, nonché una mancanza apparente di rispetto verso coloro che pensano che il sacro debba essere assimilato in un certo modo piuttosto che in un altro, posso comprendere le recriminazioni subissate del momento… in un certo senso sono d’accordo!
Ma per ben inteso, sono un uomo che va oltre l’apparenza della realtà. Quindi sotto questo profilo non sono perfettamente d’accordo, poiché tutto ciò che noi vediamo – mi riferisco alla decadenza socioculturale odierna che ad esempio si discosta completamente dal decadentismo post accademico vissuto alla fine dell’ottocento – rappresenta un profilo scomodo di ciò che sia stato creato nel mondo che ci circonda.
Tutto quello che osserviamo, tutto quello che assimiliamo in maniera distorta, tutto ciò che recepiamo come fastidio culturale o sacrale, non è altro che induzione involontaria!
Mi spiego meglio… l’iconografia blasfema della sacralità non è altro che il risultato di ciò che sia stato creato nel corso del tempo dalle istituzioni plasmate dalle classi di potere e perseguite senza indugio dalle masse.
È l’uomo che con la sua riluttanza indotta ha creato l’ideologia omosessuale come la vediamo oggi, l’ha plasmata nel corso degli anni, l’ha resa debole, usurpabile, sacrificabile e ancor peggio prostitutiva! Ragion per cui l’iconoclastia omosessuale per come la si vede nel presente è un fallimento della società. Le classi elitarie avrebbero dovuto renderla conforme, piuttosto che spingerla nella diversità durante il corso dei secoli, mentre invece l’hanno resa sempre più povera di contenuti, alquanto ghettizzata, nonostante che gran parte del genio umano sia riconducibile ad una diversa sfera sessuale dell’uomo.
Le classi omosessuali oggi si vedono così perché siamo stati noi – la comunità cosmopolita, la società odierna, il genere umano – a dipingerle diverse, a renderle tali! E non possiamo colpevolizzarne lo status quo presente senza assumersi la responsabilità di ciò che sia stato creato involontariamente, ma volontariamente da chi ne ha strumentalizzato la fattispecie dal remoto passato fino ad oggi.
La cosiddetta decadenza morale dell’omosessualità è un prodotto ideologico studiato a tavolino, come nel tempo è stata studiata la decadenza morale dell’omofobia non meno importante della decadenza morale del femminicidio!
Mi fermo qui perché altrimenti dovrei inoltrare temi ancora più profondi.
Purtroppo questa trasformazione radicale e negativa della società andrà avanti! Andrà peggio fino a quando le masse non si renderanno conto che l’assoluto controllo delle cose porterà alla dissoluzione, quindi alla dissociazione e quindi al caos strutturale. Quando ci si renderà conto che la diversità, anche sessuale, non è altro che una parte dell’insieme, quindi dell’unicità del tutto, allora il caos culturale epocale svanirà nel nulla. Ma quando le masse riusciranno a comprendere che il potere della compensazione è nelle mani dell’armonizzazione… Probabilmente mai!
Marius Creati
foto di Elisabeth Ohlson Wallin (mostra di Bruxelles)

“Radical Voice. Woman, Life, Freedom”, exhibition of Fashion Revolution Iran at Fondazione Sozzani in Milan

JAN JIAN AZADI – ‘FREEDOM OF WOMEN’S LIFE’ IT IS THE SYMBOL OF COURAGE. IT IS BREAKING THE SILENCE OF IRANIAN WOMEN. THE PRINCIPLES OF THE PROTESTS IN DEFENSE OF WOMEN’S RIGHTS ARE ENCLOSED IN THREE WORDS, WHICH HAVE THEIR ROOTS IN HISTORY. THANKS TO THIS SLOGAN THE PROTEST HAS GROWN FROM IRAN TO THE WHOLE WORLD.
EXHIBITION OPENING
THURSDAY MAY 11, 2023 AT 5.30PM
FONDAZIONE SOZZANI, VIA ENRICO TAZZOLI 3, MILANO
WITH
LEILA & SARA SHIRVANI, VIOLONCELLIST AND PIANIST
MARTINA CASTIGLIANI, AUTHOR AND JOURNALIST OF IL FATTO QUOTIDIANO
NAZANIN KARIM KHANI, FASHION REVOLUTION IRAN COORDINATOR
SARA SOZZANI MAINO, FONDAZIONE SOZZANI CREATIVE DIRECTOR
SOMAYEH HAGHNEGAHDAR, IRANIAN DOCUMENTARY FILM DIRECTOR
TALK
SATURDAY 13 MAY 2023 AT 6.00PM
WITH
MARCO CARRARA, TELEVISION JOURNALIST AND UNICEF NEXTGEN AMBASSADOR
PEGAH MOSHIR POUR, HUMAN AND DIGITAL RIGHTS ACTIVIST
SENNAIT GHEBREAB, AUTHOR, ACADEMIC AND WINNER OF THE TALENTED YOUNG ITALIANS AWARD IN THE UK
RSVPMAILING@FONDAZIONESOZZANI.ORG
ON VIEW FROM THURSDAY MAY 11 TO SUNDAY 14, 2023
THE PHOTOS MAY BE PUBLISHED ONLY FOR ARTICLES ABOUT THE EXHIBITION RADICAL VOICE. DONNA, VITÀ, LIBERTÀ. ALL OTHER USES OF THESE IMAGES IS PROHIBITED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO ANY EDITING OR PARTIAL REPRODUCTION OF THE IMAGES FOR ANY PURPOSE WHATSOEVER, OR USED IN ANY RETAIL ITEM WITHOUT PRIOR WRITTEN APPROVAL. NO USE ON A PUBLICATION COVER WITHOUT A SEPARATE PERMISSION.
LIST OF CREDITS OF THE IMAGES ATTACHED. FOR ANY FURTHER REQUESTS REGARDING THE USES OF THIS OR ANY PUBLICATION PLEASE WRITE TO: RADICALVOICE.IRAN@GMAIL.COM
“Il mio nome è Gordon Pym” di Roberto Melchiorre, Edoardo Oliva a Pescara

Non sono pochi i grandi scrittori che tra Otto e Novecento hanno cercato di indagare il fondo dell’animo umano, soprattutto là dove risiede la sua parte più oscura, crudele, dannata. Basti pensare a Dostoevskij, Stevenson, Conrad…Tuttavia, l’autore che sì è spinto con maggiore accanimento alla ricerca di questa regione remota, ma sempre capace di partorire all’improvviso l’orrore, è l’Edgar Allan Poe di Gordon Pym. E in tempi come quelli che stiamo vivendo, con l’uomo che mostra di essere ancora quello della pietra e della fionda, per citare Quasimodo, la ricerca di Poe – scrittore a cui si deve l’invenzione del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e del giallo psicologico – appare non solo di straordinaria attualità, ma addirittura necessaria. Per questo, volendo intraprendere un cammino verso dove ha inizio la notte dell’umano, ho scelto di ispirarmi proprio a Gordon Pym; raccogliendo però, dal racconto, più che i fatti le suggestioni, le atmosfere, le voci, grazie anche a un testo che abbandona la prosa per seguire le forme, il ritmo e la musicalità della
poesia.
L’orrore ha il movimento del mare: implacabile, calmo, maestoso, tumultuoso, glaciale. Il suo flusso è inarrestabile e ciclico : onde, maree, correnti nel loro inesorabile andare e venire. Un viaggio all’inferno di andata e ritorno. Gordon Pym oscilla e bascula nella sua doppia anima, cullato e scosso al contempo, si muove sinuoso tra le spire marine, tra gli opposti, tra l’andare e il venire. La costruzione dello spettacolo, che utilizza diversi linguaggi espressivi, cerca di restituire l’ipnosi di quel terribile movimento immobile che il testo di Melchiorre, nella sua riduzione e composizione lirica, contiene. La sintesi tra le diverse grammatiche come strumento per la moltiplicazione di un frammento del dna del delirante romanzo di Poe. Gordon Pym, come nel quadro di Magritte “ La riproduzione vietata” ( una copia sgualcita del romanzo appare nel quadro stesso) , dove un uomo allo specchio fissa il se stesso di spalle che fissa il vuoto, è l’abisso che fissa il cielo che fissa l’abisso. Un viaggio tra gli opposti infiniti. L’approdo è l’inferno o la salvezza?
Roberto Melchiorre
Edoardo Oliva
Evento di Edoardo Oliva
Via Pietro Nenni, 5, 65129 Pescara PE, Italia – Istituto Ugo Foscolo
Durata: 1 h 30 min
BIGLIETTO UNICO € 10
CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE al 3515466681 dalle 16 alle 20.30
Elisabeth Ohlson Wallin, recensione alla personale di Marius Creati

Da un punto di vista puramente culturale, quindi in tal senso figurativo, posso dire che la fotografa Elisabeth Ohlson Wallin gode di un grandissimo talento fotografico riconosciuto… Diciamo che potrebbe essere paragonata al classicismo realistico di Bruce Weber, come d’altronde non citare il grandissimo fotografo di moda Steven Meisel con le sue iconografie sessuali storiche nel mondo della fotografia, colui che ha dato vita all’immagine iconografica erotomane di Madonna… possiedo un suo libro fotografico in edizione limitata di SEX acquistato negli anni 90… L’arte fotografica d’altronde rispecchia in chiave moderna quella figurativa dei secoli scorsi – ma anche di alcuni artisti attuali pedissequi del nudo sessuale contemporaneo – in cui il concetto di sessualità era applicato da molti artisti dell’antichità, oggi non fortemente conosciuti ma non bisogna dimenticare che il sesso, anche quello omosessuale, è sempre stato presente nella sfera della cultura umana.
Diciamo che la politica strumentalizza l’arte e ne fa un uso diverso da ciò che sembra. Quindi non mi sento compartecipe nel criticare la figurazione di una fotografa di grande impatto, che nel suo lavoro ha cercato di esprimere un concetto che va oltre la politica, e va oltre la bellezza intrinseca dell’immagine, ma tutt’altro scorgo dell’ideologia di rivalsa… certo l’artista per emergere cavalca l’onda, e l’onda viene trasportata dalla ventata politicante che ne strumentalizza l’operato. Laddove qualcuno veda la scabrosità di certe immagini, alcune delle quali possono essere in qualche modo riconducibili a vessazioni culturali o semplicemente blasfemie di natura religiosa, ribadisco la concettualità di ciò che si voglia esprimere in qualunque tipo di esperienza artistica, in tal caso fotografica.
Osservando le foto della mostra credo che il concetto di base che Elisabeth Ohlson Wallin desidera esprimere rientra nella sfera spirituale del mondo omosessuale, o in maniera più completa, LGBTQ+, termine oggi di gran moda in ambiente culturale e politico. Aldilà delle immagini grottesche, sessual pittoresche, magari iconograficamente sacrileghe sotto certi punti di vista, ciò che l’arte fotografica esprime rientra nella piena canonicità religiosa di cui gli stessi omosessuali si sentono compartecipi, poiché appartenenti allo stesso tessuto sociale contemporaneo di coloro che invece si sentono ancora avversi alla loro presenza nel mondo. Piuttosto scorgo un grido di rivalsa di natura religiosa, d’altronde da anni le classi omosessuali rivendicano il proprio diritto alla parità rispetto alle ingiustizie evase nel tempo.
Credo che il messaggio che vorrebbe infondere l’artista sia proprio connaturato all’ideologia di potersi identificare sul piano religioso, come sul piano umano, con le stesse rivendicazioni ideologiche e quindi teosofiche dell’uomo hÉteros. In sintesi le classi omosessuali non sono diverse dalle altre. Negli ultimi cinquant’anni sono stati costretti ad usare il linguaggio del corpo per emergere dall’emarginazione sociale, i gay Pride sono un classico esempio di come abbiano strumentalizzato l’esasperazione della carne attraverso l’immagine corporale per definire e quindi rivendicare la propria identità, allorquando la società moderna li aveva emarginati a classe inferiore.
Quindi aldilà del fronte politico che vede nella rivendicazione ideologica omosessuale un modo per sconvolgere l’opinione pubblica e quindi trarne vantaggio, ciò che evince dalle immagini della mostra personale di Elisabeth Ohlson Wallin è un grido di riconoscimento religioso: “l’omosessualità non ha una natura umana diversa, per cui l’omosessuale può amare Dio come tutti gli altri, esserne compartecipe nel credo e nella spiritualità della fede”, che fino ad oggi è stata spesso negata per incompatibilità ecumenica, e lo espone attraverso l’elemento ideologico che lo ha contraddistinto nel spazio del tempo, ossia il linguaggio del sessualità.
Marius Creati
DOCudì2023, concorso di Cinema Documentario promosso dall’associazione ACMA

DOCudi Cᴏɴᴄᴏʀsᴏ – Cɪɴᴇᴍᴀ – Dᴏᴄᴜᴍᴇɴᴛᴀʀɪᴏ
decima edizione: dal 30 marzo al 18 maggio 2023 presso l’Auditorium Cerulli in via Francesco Verrotti n° 42 a Pescara
Pescara #DOCudì2023 proiezione del film A NOI RIMANE IL MONDO di Armin Ferrari che sarà presente in sala
Giovedì 6 aprile 2023 secondo film in concorso a DOCudi2023, Concorso di Cinema Documentario promosso dall’associazione ACMA, giunto quest’anno alla decima edizione.
A NOI RIMANE IL MONDO di Armin Ferrari racconta le ramificazioni del lavoro creativo di Wu Ming, il collettivo italiano di narratori militanti e d’avanguardia, e le esperienze emerse dal loro impegno attivo nel plasmare una diversa narrazione degli ultimi vent’anni di contro cultura e lotta politica in Italia.
La storia di Wu Ming inizia negli anni ’90, quando, sotto lo pseudonimo di Luther Blissett, pubblicarono Q, un romanzo storico che divenne un best seller in Italia.
Un documentario sullo strano caso di collettivi e comunità di narratori, sorte a partire dalle discussioni su un blog di romanzieri, per poi occuparsi di sentieri e paesaggio, di guerriglia odonomastica, di J.R.R. Tolkien e fantastico, di bufale storiografiche, di cambiamenti climatici, di scrittura collettiva, di colonialismo, mettendo al centro della narrazione la pratica collettiva del camminare.
evento su Facebook https://fb.me/e/TIfuJkzv
Armin Ferrari: da sempre appassionato d’arte in tutte le sue forme, dopo aver studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Verona ed aver successivamente frequentato un corso di multimedialità teatrale, Armin sceglie di affidare al mondo dell’immagine in movimento la sua espressività.
Sebbene la passione per il cinema sia centrale nella sua formazione, la maggior parte dei progetti nei quali è coinvolto professionalmente sono un’ibridazione tra il mondo del teatro e quello del video. In questo ambito contribuisce a svariati allestimenti operistici e musicali con l’apporto di proiezioni video, esplorando di volta in volta diversi linguaggi visivi a seconda del soggetto rappresentato. Inoltre, realizza nel corso degli anni numerosi documentari brevi di carattere sia divulgativo che artistico legati ancora una volta al mondo del teatro, della pittura, della fotografia e della cultura in generale.
Tutte le informazioni sono alla pagina https://www.webacma.it/docudi2023-proiezione-a-noi-rimane-il-mondo/
Proiezioni presso l’Auditorium Cerulli in via Francesco Verrotti n° 42 a Pescara con ingresso gratuito.
Gradita la prenotazione utilizzando il modulo tinyurl.com/DOCudi2023-Prenoto
Il Concorso DOCudì prosegue con appuntamenti tutti i giovedì sino al 18 maggio 2023 e il calendario delle proiezioni è al link https://tinyurl.com/DOCudi2023-Calendario
Il prossimo appuntamento è per giovedì 13 aprile 2023 con, fuori concorso, “Cinema e letteratura”:
presentazione del libro: LO SCHERMO OSCURO. CINEMA NOIR E DINTORNI di Silvio Raffo. Interviene l’autore. A seguire proiezione del film noir anni ‘40: VERTIGINE di Otto Preminger
INFO sito web www.webacma.it/docudi-2023 / ACMA chi siamo: https://www.webacma.it/chi-siamo/
#Docudi2023 #DocudiConcorsoCinemaDocumentario #AssociazioneACMA
CALENDARIO DOCudì 2023
MARZO giovedì 30 in Concorso
SPARTIVENTO di Marco Piccaredda
interviene il regista
APRILE giovedì 6 in Concorso
A NOI RIMANE IL MONDO di Armin Ferrari
interviene il regista
APRILE giovedì 13 fuori concorso dal Libro al Film
presentazione del libro: LO SCHERMO OSCURO. CINEMA NOIR E DINTORNI
di Silvio Raffo Bietti editore, 2014
interviene l’autore
a seguire proiezione del film noir anni ‘40: VERTIGO di Otto Preminger
APRILE giovedì 20 in Concorso
PESO MORTO di Francesco Del Grosso
interviene il regista insieme al protagonista Angelo Massaro
e al montatore Giulio Tiberti
APRILE giovedì 27 aprile 2023 in Concorso
UN NEMICO INVISIBILE di Riccardo Campagna, Federico Savonitto
intervengono i registi
MAGGIO giovedì 4 in Concorso
ENRICO CATTANEO / RUMORE BIANCO di Francesco Clerici, Ruggero Gabbai
intervengono i registi
MAGGIO giovedì 11 in Concorso
NOI SIAMO ALITALIA di Filippo Soldi
interviene il regista
MAGGIO giovedì 18 (fuori concorso) EVENTO SPECIALE
RUE GARIBALDI di Federico Francioni
interviene il regista
a seguire PREMIAZIONI
Tutti i Comunicati Stampa sono consultabili alla pagina https://www.webacma.it/comunicati-stampa/#Docudi2023 #DocudiConcorsoCinemaDocumentario #AssociazioneACMA
Verna Oro presenta David Ferrante, 25 marzo a Pescara

“Racconti di streghe, fantasmi e di me”, libro di David Ferrante
Superficialmente sono 5 storie che parlano di…
Scurnacchiera
Lupo mannaro
Il fantasma di Salle
Il fantasma di Popoli
La pantafica e una strega
Sono storie gotiche metafore dell’amore e della vita
Parlo di me anche se non facilmente comprensibile
Tutto il libro è un’analisi personale e anche una metafora della vita e dell’amore….
Quarta di copertina
Il passato ha ombre lunghe e radici profonde che possono abbracciarci o, al contrario, avvolgerci così strettamente da ucciderci. La ricerca della luce si fa esigenza vitale, ma è accompagnata dalla sofferenza – la stessa del neonato che spinge per uscire dal grembo materno, e del morente proteso verso la luce che è liberazione da ogni suo male. In quella terra di mezzo tra la vita e la non-vita, anche le visioni assumono una corporeità a volte consolatoria, a volte angosciante. È lo spaesamento dell’uomo solo davanti all’inconoscibile: inerme, confuso, inadeguato, per quanto si sforzi di lottare, non ha modo di opporsi alla ferocia di un destino ineluttabile. In questi cinque racconti David Ferrante fa rivivere la memoria dell’antica sapienza abruzzese intrisa di rituali, superstizioni, rimedi magici e credenze sopravvissute alla polvere del tempo. Animano le sue pagine leggendarie figure mostruose, personaggi ambigui, maestri d’inganni e donne affascinati nella loro inafferrabile unicità. È un viaggio tra passato e presente, tra fantasia e verità, che si traduce in un sofferto, emozionante amalgama di crudeltà e amore.
VERNA ORO, nell’occasione presenterà “Dalle spezie alla moneta”, un incontro culturale a cura dei maestri orafi Giampiero verna e Fabio Verna per dissertare sulla diffusione dei metalli e delle spezie nel nostro passato.

“Invisibili”, film documentario di Paolo Cassina a Chieti

GIOVEDÌ 16 MARZO 2023, ORE 17:00
proiezione del film documentario INVISIBILI
presso SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA di CHIETI
Corso Marrucino 97, 3° piano
Iniziativa culturale promossa da ITALEXIT – ABRUZZO
È IMPORTANTE DIFFONDERE IL PENSIERO COMUNE A DIFESA DEI CITTADINI COINVOLTI
Genere: documentario
Anno di produzione: 2022
Paese di origine: Italia
Durata: 91’46”
Regia: Paolo Cassina
Collaborazione alla regia: Alessandro Amori
Collaborazione alle musiche: Nicola Bottos
Produzione: Playmastermovie
Le testimonianze delle persone che hanno subito gli effetti avversi del vaccino covid19 e dei medici e professionisti che alla vigilia di una possibile introduzione di una “quarta dose” obbligatoria per tutti lanciano un messaggio chiaro: non si può forzare in nessun modo l’essere umano all’inoculazione o all’assunzione di sostanze potenzialmente dannose e talvolta letali.
Da mesi tutti gli italiani sono sottoposti a continue vessazioni da parte del governo in ambito lavorativo e sociale. La vita, come la intendevamo prima della pandemia, è stata resa impossibile attraverso le continue limitazioni e lo sdoganamento del cosiddetto “green pass”.
Il fine è quello dell’adesione di massa ad una campagna vaccinale anticovid che lascia però molti dubbi, sia per il reale funzionamento dei sieri, sia per le innumerevoli reazioni avverse agli stessi.
Si parla, solo per l’Europa, di milioni di reazioni avverse, anche gravi e di migliaia di decessi tutti documentati, di cui i media mainstream non parlano o parlano in minima parte, minimizzando la portata reale del fenomeno.
La sensazione è che le istituzioni vogliano quasi far sparire queste persone rendendole invisibili.
Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un documentario che vuole portare l’attenzione sulla reale gravità di questi casi attraverso le voci dei danneggiati ma anche dei professionisti del mondo della sanità e della magistratura.
Riteniamo Invisibili un bene della collettività, le cui informazioni devono raggiungere più persone possibile e per questo motivo abbiamo deciso di pubblicarlo gratuitamente.
Per questo motivo ti chiediamo di attivare subito una donazione in modo che il valore di Invisibili – così come di tutti i nostri impegni e progetti futuri – possa essere apprezzato da tutti.
“Invisibili”, film documentario di Paolo Cassina a Chieti

VENERDÌ 3 MARZO 2023, ORE 17:00
proiezione del film documentario INVISIBILI
presso SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA di CHIETI
Corso Marrucino 97, 3° piano
Iniziativa culturale promossa da ITALEXIT – ABRUZZO
È IMPORTANTE DIFFONDERE IL PENSIERO COMUNE A DIFESA DEI CITTADINI COINVOLTI
#italexitperlitalia #ITALEXIT #perlitaliachenonmollamai #italexitabruzzo #mariuscreati #invisibili
Genere: documentario
Anno di produzione: 2022
Paese di origine: Italia
Durata: 91’46”
Regia: Paolo Cassina
Collaborazione alla regia: Alessandro Amori
Collaborazione alle musiche: Nicola Bottos
Produzione: Playmastermovie
Le testimonianze delle persone che hanno subito gli effetti avversi del vaccino covid19 e dei medici e professionisti che alla vigilia di una possibile introduzione di una “quarta dose” obbligatoria per tutti lanciano un messaggio chiaro: non si può forzare in nessun modo l’essere umano all’inoculazione o all’assunzione di sostanze potenzialmente dannose e talvolta letali.
Da mesi tutti gli italiani sono sottoposti a continue vessazioni da parte del governo in ambito lavorativo e sociale. La vita, come la intendevamo prima della pandemia, è stata resa impossibile attraverso le continue limitazioni e lo sdoganamento del cosiddetto “green pass”.
Il fine è quello dell’adesione di massa ad una campagna vaccinale anticovid che lascia però molti dubbi, sia per il reale funzionamento dei sieri, sia per le innumerevoli reazioni avverse agli stessi.
Si parla, solo per l’Europa, di milioni di reazioni avverse, anche gravi e di migliaia di decessi tutti documentati, di cui i media mainstream non parlano o parlano in minima parte, minimizzando la portata reale del fenomeno.
La sensazione è che le istituzioni vogliano quasi far sparire queste persone rendendole invisibili.
Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un documentario che vuole portare l’attenzione sulla reale gravità di questi casi attraverso le voci dei danneggiati ma anche dei professionisti del mondo della sanità e della magistratura.
Riteniamo Invisibili un bene della collettività, le cui informazioni devono raggiungere più persone possibile e per questo motivo abbiamo deciso di pubblicarlo gratuitamente.
Per questo motivo ti chiediamo di attivare subito una donazione in modo che il valore di Invisibili – così come di tutti i nostri impegni e progetti futuri – possa essere apprezzato da tutti.
“Amabili Resti” di Peter Jackson [2009]
Passabili gesti
Tratto dall’omonimo romanzo di Alice Sebold, Amabili Resti costituisce un caso particolare nella filmografia contemporanea.
Non è un unicum assoluto, ma rappresenta un modo sufficientemente singolare per la rappresentazione di una storia che, altrove, si sarebbe potuta inscenare in maniera decisamente più lineare.
La storia è quella di una ragazzina quattordicenne che viene sequestrata e uccisa da un pazzo psicopatico. Tutta la storia è raccontata dalla stessa adolescente, in prima persona, essendo la sua anima in una sorta di purgatorio pre-paradisiaco a causa dei suoi ancora troppo forti legami terreni.
Ciò che affossa tremendamente questo film è la banalità data dalla stereotipizzazione dei personaggi e dalle azioni vaghe e fuori fuoco che compiono.
Manca qualsivoglia carattere dei personaggi e l’attenzione psicologico-emotiva è sbandierata ma mai rappresentata.
Ciò che, per contro, salva questo film, è il carattere dichiaratamente fiabesco dell’intera opera. L’onirismo è efficacemente rappresentato tramite l’ausilio di notevoli effetti speciali che trovano nella loro infantilità il motivo di esistere.
In costante bilico fra autentica sincerità e ruffiana banalità, Amabili Resti è in grado di suscitare qualche altra osservazione.
Sin dalle prime battute infatti ci troviamo di fronte ad analogie con altri film anch’essi particolari, realizzati negli ultimi vent’anni.
Un paragone possibile è quello con il successivo The Tree Of Life di Terrence Malick. L’ambientazione simile, una narrazione sincopata in perpetuo rimbalzo tra due tempi e due spazi differenti, e una rappresentazione del “regno dei morti” con più di un punto in comune permettono l’accostamento tra le due opere. Esiste la possibilità che Malik sia rimasto così folgorato da Amabili Resti, tanto da ricalcarne parte dello stile? Effettivamente può essere che qualche influenza possa sussistere. Sicuramente Malick si è lasciato maggiormente influenzare dalla parte di banalità del film. Quella di una ricerca dell’altrove tramite la messinscena di comunissimi stereotipi che possono entusiasmare soltanto un’adolescente. E’ comunque da notare che Amabili Resti offre una narrazione ben più solida e si guarda bene dal cercare di fornire allo spettatore delle emozioni viscerali tramite normalissime immagini della natura.
Un altro film per molti aspetti associabile a quello di Peter Jackson è Al Di Là Dei Sogni di Vincent Ward del ’98, dove un affascinato Robin Williams viaggia alla scoperta dei segreti della vita e dell’oltre-vita. Principalmente è la visionarietà data dagli effetti speciali a ricordarci le somiglianze fra le due opere, e malgrado quelli di Peter Jackson siano tecnicamente più validi, il film di Ward sa offrirci più spunti di riflessione, già solo per le molte citazioni dalla letteratura e dalla pittura.
Infine c’è Creature Dal Cielo, film del ’94 basato su un’agghiacciante storia vera e diretto dallo stesso Peter Jackson, prima che s’immischiasse nell’infinite vicende tolkeniane. Anche qui è la parte onirico-fiabesca a costituire l’elemento di contatto fra i due film che, altrimenti, registicamente lasciano alquanto a desiderare.
In Amabili Resti latita comunque quell’attenzione sulla percezione distorta della realtà da parte di alcuni personaggi, come invece è possibile osservare in Creature Dal Cielo. L’unico personaggio interessante dell’ultima fatica del regista neozelandese è il maniaco psicopatico interpretato da Stanley Tucci, finalmente distante anni luce dai tempi del rivoltante Il Diavolo Veste Prada, parossismo perbenista di un buonismo assolutamente ingiustificato e, anzi, dannoso e deprecabile. Tucci sa come rivelare la sua parte insana dietro alla patina di normalità sorretta quotidianamente dall’abitudinaria monotonìa dell’azione. Ciò che passa inosservato non per questo è meno pericoloso. Ciò di cui ci fidiamo non per questo è meno infido.
Amabili Resti è dunque un film sul lutto e sulla sua elaborazione, ma è troppo inconsistente per avvicinarsi anche solo lontanamente a come sapevano trattare l’argomento un Bergman piuttosto che un più recente Ozon. Amen, il film di Jackson si fa comunque seguire per il thriller e perché una messinscena a tratti molto particolare stimola la nostra curiosità.
Danilo Cardone
Fonte: Cinefobie
“BOOM! La moda italiana”, mostra artigianato moda e made in Italy a Lucca

Moda, artigianato e Made in Italy: “BOOM! La moda italiana” è la mostra organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca su proposta e ideazione di Sabrina Mattei, a 70 anni dalla prima sfilata nella “Sala Bianca” di Palazzo Pitti a Firenze, e ha inizio sabato 6 agosto 2022 a Villa Bertelli a Forte dei Marmi (LU).
Il progetto è partito nel 2021 con il convegno “BOOM! La moda italiana – Economia e rinascita” tenutosi nel settembre 2021 a Villa Bertelli (Forte dei Marmi) per celebrare due ricorrenze: il settantesimo anniversario della prima sfilata di moda che Giovan Battista Giorgini realizzò, il 12 febbraio 1951 a Villa Torrigiani a Firenze, dando di fatto il via al primato della moda italiana sul panorama internazionale, e il cinquantesimo anniversario dalla sua scomparsa.
La mostra “BOOM! La moda italiana”, parte dello stesso progetto, volutamente si svolge quest’anno, sempre in omaggio all’imprenditore fiorentino che nel 1952, 70 anni fa, organizzò l’evento con i buyer internazionali nella famosissima “Sala Bianca” di Palazzo Pitti. Giorgini è infatti senza dubbio colui che ha acceso i riflettori internazionali sulla unicità della moda italiana e, in tema di anniversari, Lucca non potevano non celebrarlo, dal momento che le sue origini sono lucchesi e i suoi natali a Forte dei Marmi (LU).
“La mostra ‘BOOM! La moda italiana’ si basa su alcuni masterpiece di quegli anni – spiega Sabrina Mattei, ideatrice e curatrice del progetto e della mostra per la Fondazione Banca del Monte di Lucca – realizzati da Schubert, Gucci e la scarpa Kimo in gentile prestito dalla Fondazione Ferragamo tra gli altri, e sulla restituzione che l’alta moda nascente ebbe sulla provincia italiana. Un punto di vista originale che ha aperto collezioni pubbliche e private non solo toscane e fiorentine, ma anche provenienti dal nord e sud Italia. È il frutto di una rete di collaborazioni, in primis quella con il comitato scientifico, che con grande generosità ha supportato il progetto, certificando la scientificità delle scelte e suggerendo importanti chiavi di lettura. Un tema sugli altri è stato quello di aprile gli archivi delle famiglie della provincia italiana, molto caro alla professoressa Beatrice Romiti dell’Università La Sapienza di Roma, che purtroppo ci ha lasciati prematuramente e a cui sarà dedicata la mostra e il catalogo”.
In mostra saranno esposti anche gli scatti dell’archivio Locchi (il più grande archivio fotografico sulla storia di Firenze e della Toscana) e del grande fotografo di moda: Mario Semprini, la cui figlia Marina ha aperto in esclusiva l’archivio di famiglia. E di Mario Semprini è la foto della modella con un abito di Schuberth simbolo della mostra.
Tra le altre curiosità esposte c’è la Barbie originale del 1959 (collezione Paglino/Grossi), in omaggio alle donne americane che tanto apprezzarono il nostro Made in Italy. Una sala, con arredi vintage (collezione Torcigliani), sarà dedicata alla proiezione di alcuni filmati d’epoca provenienti dall’Istituto Luce e da Rai Teche.
La mostra vede il prezioso contributo delle seguenti aziende storiche fiorentine, che hanno fatto la storia della moda a livello mondiale e hanno aperto i propri archivi storici per la mostra: Atelier Giuliacarla Cecchi (sartoria di Alta Moda italiana), Mazzanti Piume (piume), Flora Lastraioli Studio & Atelier (lingerie), Mode Liana (Cappelli e accessori di modisteria), Verniani (Pelletteria di Lusso), del Museo Daphné della Moda e del Profumo di San Remo.
“BOOM! La moda italiana”
Villa Bertelli, Via Giuseppe Mazzini, 200, 55042 Forte dei Marmi LUApertura sabato 6 agosto ore 11, chiusura domenica 28 agosto.
Palazzo delle Esposizioni di Lucca, piazza San Martino, 7, 55100 Lucca
Apertura venerdì 10 settembre ore 18, chiusura domenica 16 ottobre.