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Breve compendio sulla canonicità dell’omosessualità odierna

Sul piano individuale concordo pienamente nella completa latitanza del buon gusto che negli ultimi anni ha trasformato la nostra società in quello che potrei definire blasfemia culturale epocale, che poi vediamo sfociare anche nella sacralità. Le immagini pittoresche della mostra di Elisabeth Ohlson Wallin a Bruxelles ne rappresentano un risultato evidente. Molto clamore virale per poche immagini al di fuori del consueto ampiamente riconosciuto.
Non posso asserire che rasentino il buon gusto o che abbiano una diafanìa spirituale che rispetti ciò che oggi molti ancora considerano come cristianità. Ma probabilmente l’impatto emotivo é un cliché dirompente desiderato dalla fotografa per sensibilizzare l’argomentazione attraverso una chiave di lettura visiva di facile riconoscibilità emotiva.
Negli ultimi secoli siamo stati abituati a vedere, quindi a recepire, una sacralità legata al divino, dedita ad un conformismo religioso piuttosto austero e subissato da una devozione assoluta, poi divenuta prostrazione negli anni più turbinosi della cristianità. Pur tuttavia questa prostrazione eccessiva era sbagliata sul piano umano, anche se all’epoca le popolazioni ignoranti ne erano sopraffatte!
Non bisogna assolutamente dimenticare che il sacrilego, per come noi oggi possiamo definire alcune di queste scene fotografiche, abbia trascinato la chiesa del passato e quindi tutta la cristianità in continui déjà-vu storici laddove più volte la rappresentazione artistica suscitasse, spesso e malvolentieri, la riluttanza di coloro che si sentivano conformi alla conservazione dell’austerità. Ciò non toglie che sotto l’egida dell’intransigenza sacrale della fede, molti alti prelati sfogavano ira e sadismo sessuale oltre misura a discapito di fedeli inermi ed impauriti dalla solennità.
Ma diciamo che per quanto riguarda il cattivo gusto estetico, nonché una mancanza apparente di rispetto verso coloro che pensano che il sacro debba essere assimilato in un certo modo piuttosto che in un altro, posso comprendere le recriminazioni subissate del momento… in un certo senso sono d’accordo!
Ma per ben inteso, sono un uomo che va oltre l’apparenza della realtà. Quindi sotto questo profilo non sono perfettamente d’accordo, poiché tutto ciò che noi vediamo – mi riferisco alla decadenza socioculturale odierna che ad esempio si discosta completamente dal decadentismo post accademico vissuto alla fine dell’ottocento – rappresenta un profilo scomodo di ciò che sia stato creato nel mondo che ci circonda.
Tutto quello che osserviamo, tutto quello che assimiliamo in maniera distorta, tutto ciò che recepiamo come fastidio culturale o sacrale, non è altro che induzione involontaria!
Mi spiego meglio… l’iconografia blasfema della sacralità non è altro che il risultato di ciò che sia stato creato nel corso del tempo dalle istituzioni plasmate dalle classi di potere e perseguite senza indugio dalle masse.
È l’uomo che con la sua riluttanza indotta ha creato l’ideologia omosessuale come la vediamo oggi, l’ha plasmata nel corso degli anni, l’ha resa debole, usurpabile, sacrificabile e ancor peggio prostitutiva! Ragion per cui l’iconoclastia omosessuale per come la si vede nel presente è un fallimento della società. Le classi elitarie avrebbero dovuto renderla conforme, piuttosto che spingerla nella diversità durante il corso dei secoli, mentre invece l’hanno resa sempre più povera di contenuti, alquanto ghettizzata, nonostante che gran parte del genio umano sia riconducibile ad una diversa sfera sessuale dell’uomo.
Le classi omosessuali oggi si vedono così perché siamo stati noi – la comunità cosmopolita, la società odierna, il genere umano – a dipingerle diverse, a renderle tali! E non possiamo colpevolizzarne lo status quo presente senza assumersi la responsabilità di ciò che sia stato creato involontariamente, ma volontariamente da chi ne ha strumentalizzato la fattispecie dal remoto passato fino ad oggi.
La cosiddetta decadenza morale dell’omosessualità è un prodotto ideologico studiato a tavolino, come nel tempo è stata studiata la decadenza morale dell’omofobia non meno importante della decadenza morale del femminicidio!
Mi fermo qui perché altrimenti dovrei inoltrare temi ancora più profondi.
Purtroppo questa trasformazione radicale e negativa della società andrà avanti! Andrà peggio fino a quando le masse non si renderanno conto che l’assoluto controllo delle cose porterà alla dissoluzione, quindi alla dissociazione e quindi al caos strutturale. Quando ci si renderà conto che la diversità, anche sessuale, non è altro che una parte dell’insieme, quindi dell’unicità del tutto, allora il caos culturale epocale svanirà nel nulla. Ma quando le masse riusciranno a comprendere che il potere della compensazione è nelle mani dell’armonizzazione… Probabilmente mai!
Marius Creati
foto di Elisabeth Ohlson Wallin (mostra di Bruxelles)

Ettore Gotti Tedeschi, breve dissertazione tra genesi e gnosi! Breve monologo scritto di Marius Creati
Ettore Gotti Tedeschi ha definito in poche semplici parole il profondo concetto pandemico della neo-humanity, che non ha nulla a che dire con la pandemia di nostra amara conoscenza, ma che della pandemia stessa ne ha fatto strumento di propaganda, non che di morte… la morte fisica dell’essere umano, la morte spirituale dell’animo umano, la morte emblematica dell’estetica umana. La gnosi, di cui si avvale il pensiero pseudo scientifico positivista, nel corso di due millenni ha ribaltato completamente la scena proverbiale della genesi e dal concetto interlocutore del pensiero gnostico ha soverchiato completamente la sua natura interlocutrice per divenire parte egemone rivelatrice di una verità plasmata secondo l’ottica del pensiero anti umanista, che dell’umanesimo eviscera completamente la sua caratteristica umana. La filosofia gnostica ha ucciso l’animo umano nella sua dogmatica ricerca della verità e ora nella sua immediatezza scientifica si è arrogata il diritto di volersi anteporre al creatore per elevarsi alla sua posizione panteista e decidere di vita e di morte su tutto il creato. La filosofia gnostica nella sua assurda ieratica ricerca della demagogia empirea ha disperso l’umanicità dell’uomo per riconfigurarla, secondo il suo credo enfatico, attraverso una nuova ideologia genetista intrisa nella nano tecnologica genetica. La gnosi, nella sua grande accezioni di verità e di rivisitazione della cultura emblematica dell’uomo, ha progettato la sua fine… e i profeti contemporanei di cui vocifera sono individui che, empi della loro vitalità, scevri dall’essere sensibili ed eviscerati dal carattere divino dell’esistenza, si nascondono dietro grandi organizzazioni mondiali, di cui possiedono la peculiarità finanziaria, imponendo le basi di un nuovo diktat planetario, che sotto sotto è alcova di effimera avidità, fugace salace malsana ambizione totalitarista. Nella vorace ricerca di voler reinterpretare la genetica dell’uomo, quindi nella postulazione della sua genesi, si scontra in maniera audace con l’essenza divina, ponendosi dinnanzi al suo cospetto come pari interlocutrice della creazione dell’uomo e del creato senza porsi, nel dubbio, l’ufficiale risconto del divino, il cui responso non tarderà a sopraggiungere dal luoghi remoti della conoscenza. Il responso del divino sull’uomo, quando l’uomo arrogò con il suo sguardo la presunzione di porsi alla pari sul mondo, provocò la distruzione di Babele e la conseguente confusione delle lingue terrene! Perché nel profondo di ciascun essere umano esiste la risposta della conoscenza dell’ultraterreno, poiché il dio ampiamente menzionato non è quel dio che vorremmo che fosse, ma qualcosa di diverso che si allontana dal concetto spirituale di creazione, ma che diviene creatore per aver dato origine alla creazione terrena dell’uomo, non che di tutte le sue cose. Quindi in definitiva la gnosi si scontra con due concetti fondamentali di presenza ultraterrena… L’uomo è solo contro un sistema che desidera abbatterlo per riconfigurare la sua unicità multi-centenaria in un nuovo concetto di umanità che sfugge a sé stessa e che in verità vorrebbe realizzare de profundis a titolo di emblematica consapevolezza di uguaglianza a Dio… E tu piccolo uomo, cosa intendi fare per rimanere ancora in vita?
Marius Creati

NASA, fenomeni uap in collaborazione con Ucraina

Non so quanti di voi possano esserne realmente a conoscenza, quando si parla di oggetti non identificati le emittenti televisive sembrano chiudersi nel silenzio più cupo, specialmente quando la Nasa inizia ricerche particolari dietro l’attenzione degli Stati Uniti d’America.
Recentemente la NASA sta effettuando studi particolari in Ucraina, più precisamente iniziati verso la seconda metà della scorsa estate, a fine agosto, commissionando ad un team di ricerca l’osservazione di strani avvistamenti UAP (Unidentified Aerial Phenomenon), avvistati sui cieli ucraini, in collaborazione con l’Osservatorio Astronomico di NAS, il quale stava già effettuando studi indipendenti, mediante l’ausilio di due stazioni per il monitoraggio dello spazio intorno alla Terra.
Nello specifico si tratta di una serie di strani avvistamenti che si manifestano singolarmente oppure a gruppi o squadroni, muovendosi ad una velocità dai 3 ai 15 gradi al secondo.
Gli UAP sono di due tipologie: Cosmic, oggetti sferici più luminosi dello sfondo del cielo, mostrano una variabilità di luminosità regolare nell’intervallo di 10 – 20 Hz; Phantoms, oggetti scuri di forma indefinita, i quali non emettono ma assorbono radiazioni, avvistati nella troposfera ad una distanza di 10-12 km. La peculiarità sembra sia dovuta alle dimensioni, da 3 ai 12 metri, e all’alta velocità di 15 chilometri al secondo, diciamo per intenderci 54.000 km/h.
Questi fenomeni sono monitorati costantemente da due stazioni per il monitoraggio dei meteoriti, considerando l’altissima velocità, e sono gli unici che riescono a monitorarne gli spostamenti, impercettibili ad occhio nudo.
Marius Creati

Italia… non tutto il mal vien per nuocere

Presto Italia ti renderai conto che il successo di un partito diverrà l’insuccesso di una nazione! Un popolo contaminato dalla paura e dal servilismo precario, quello del voto “dato di fatto”, che ha preferito rivolgere la testa a ovest con un’inclinazione di 90 gradi dallo Zenit, probabilmente fiero di accendere la fiammella del gas, magari soffregando le piastrine dei fondi bassi, financo in perlustrazione tra cespugli ed anfratti, mentre la corporazione delle spine e delle ortiche accentuerà la metastasi delle piaghe sull’epidermide di un corpo, l’Italia che soffre indistintamente, devastato dalla compattezza dei rovi.
L’Italia del decubito ha detto “si” senza battere cenno di dissenso mentre a breve si renderà conto, anche e soprattutto a sue spese, che le lacerazioni provocate dal suo capezzale diverranno lesioni accentuate dal dolore dell’annuire con riserbo fino a rasentare, suo malgrado, il tormento del flagello delle sue ossa.
Saranno mesi difficoltosi per tutti, anche per gli scaltri illuminati del voto solidale, soprattutto per gli emeriti astenuti seguaci del qualunquismo indefettibile, il male estremo, e per coloro che dal dissenso comune hanno realizzato una barriera ingente che richiama al cielo, fortificazione ragguardevole di mani barricate, voci e parole, urla e pianti che da oltre due anni richiama all’ordine delle cose. Saranno mesi difficili, insormontabili, nefasti! Ma non tutto il mal vien per nuocere… e dalla sventura si ergerà nuovamente un sibilo edificante gli estremi di una nuova parodia, al di fuori delle costrizioni … dicasi ugola d’oro, sinonimo di piena libertà!
Marius Creati

Aleksandr Dugin… in questo frangente fa caldo nel mondo

Siamo entrati nel terzo periodo della storia moderna della Russia: una guerra con l’Occidente, che è riuscita a imporci.
Questo periodo è il più difficile e decisivo, ma non potevamo impedirlo o evitarlo.
Il prezzo era la resa.
La guerra geopolitica dell’Occidente contro la Russia è in corso, cambiano solo gli stadi: freddo o caldo. In questo momento fa caldo, non c’è posto più caldo.
L’Occidente non ammette la possibilità stessa dell’esistenza di una Russia sovrana, indipendente e autonoma.
Lo stesso vale per la Cina e per altri Paesi che prendono sul serio la propria sovranità.
Dal punto di vista dei globalisti, hanno diritto di esistere solo quegli Stati che sono d’accordo con l’ideologia del liberalismo, con la linea generale degli Stati Uniti e della NATO, con il movimento verso il governo mondiale. Tutti coloro che si oppongono devono essere sconfitti.
Si tratta di un approccio puramente razzista.
Chiunque la pensi diversamente da noi dovrebbe essere cancellato dalla faccia della terra. Non è una novità per l’Occidente.
La novità è la sua fusione con il liberalismo, con l’agenda LGBT, con il desiderio radicale dell’Occidente moderno e delle sue élite di distruggere tutte le strutture della società tradizionale – la religione, lo Stato, la famiglia, l’etica, l’uomo stesso – fondendolo con una macchina e mettendolo sotto totale sorveglianza, sotto totale controllo.
Benvenuti in Matrix, nel “nuovo mondo coraggioso”.
La Russia – e soprattutto la Russia sovrana – non rientra affatto in questo contesto.
Ecco perché l’Occidente sostiene apertamente tutte le organizzazioni terroristiche ed estremiste e gli atti terroristici diretti se sono diretti contro la Russia, contro i russi, contro la stessa civiltà russa e i suoi portatori.
È già impossibile evitarlo e fin dall’inizio non è mai stato evitabile, perché questa è la logica di fondo della storia delle cose: mentre alcune potenze vogliono mantenere il mondo unipolare e la loro egemonia planetaria ad ogni costo, altre si ribellano ad esso e proclamano apertamente un ordine mondiale multipolare.
Chi vincerà questa guerra determinerà il futuro, se esiste un futuro.
La Russia è già entrata in guerra.
La Cina, altro potente polo sovrano, sta per entrare.
Non deve quindi sorprendere che la Russia si trovi in un cerchio di fuoco. L’escalation delle ostilità tra gli alleati russi Azerbaigian e Armenia, il conflitto tra altri alleati, Tagikistan e Kirghizistan, la promessa di alcune forze politiche in Georgia di aprire un secondo fronte contro la Russia, l’artificioso riaccendersi del conflitto transnistriano in Moldavia, le crescenti minacce alla Bielorussia e alla politica del suo leader sovrano Alexander Lukashenko e, infine, i tentativi di isolare la regione di Kaliningrad e gli attacchi diretti alle regioni russe – Crimea, oblast’ di Belgorod, Voronezh, Kursk, oblast’ di Rostov, Krasnodar Krai – sono tutti elementi della strategia dell’Anaconda occidentale, consueta per gli Stati Uniti, per strangolare la Russia.
Legittimamente, stiamo cercando una risposta e questo spiega il vero significato dell’ultimo vertice SCO. Abbiamo bisogno di alleati in un mondo multipolare.
E abbiamo la possibilità di trovarli, ma questa volta fuori dall’Occidente.
In sostanza, siamo nella terza guerra mondiale.
Il dado è tratto e non si può tornare indietro. Chi sta dalla nostra parte viene condannato da quella parte.
Chi cerca di passare dalla parte di un nemico intenzionato a distruggerci, firma la propria condanna.
Sì, non siamo su un piano di parità. L’Occidente collettivo lotta per la sua supremazia planetaria, mentre noi lottiamo solo per essere, solo per la vita, solo per il diritto di essere ciò che siamo. Possono ritirarsi, purché abbiano un posto dove andare. Non possiamo. Siamo con le spalle al muro.
L’Occidente ci sta attaccando sul nostro stesso suolo russo. E nessuno può contare sul perdono del nemico.
A tutti verrà ricordato tutto.
Non resta che la vittoria.
Nel nome dei caduti.
Nel nome dei vivi.
In nome di coloro che devono ancora vivere e che potrebbero non avere la possibilità di nascere.
Tutto dipende da noi.
di Aleksandr Dugin
Aleksandr Dugin, commemorazione per la morte della figlia Darya Dugina

«Come tutti sapete, a seguito dell’attacco terroristico compiuto dal regime nazista ucraino, il 20 agosto, al ritorno dal festival Tradizione vicino a Mosca, mia figlia Daria Dugina è stata brutalmente uccisa davanti ai miei occhi da un’esplosione. Era una bella ragazza ortodossa, patriota, inviata di guerra, filosofa. I suoi discorsi e reportage sono sempre stati profondi, fondati e misurati. Non ha mai invocato la violenza e la guerra.
Era una stella nascente all’inizio del suo percorso. I nemici della Russia l’hanno uccisa vilmente, di nascosto…
Ma la nostra gente non può essere spezzata nemmeno con colpi così insopportabili. Volevano reprimere la nostra volontà con un terrore sanguinoso contro i migliori e i più vulnerabili di noi. Ma non raggiungeranno il loro obiettivo.
I nostri cuori non bramano solo la vendetta o il castigo, è troppo meschino, non da russi. Abbiamo solo bisogno della nostra Vittoria. Mia figlia ha messo la sua vita da giovane ragazza sul suo altare. Quindi vincete, per favore!
Volevamo crescerla intelligente ed eroina.
Che possa anche ora ispirare i figli della nostra patria a compiere gesta eroiche”
RUSSIA: ITALIANI AMICI DELLA RUSSIA, ‘SOLIDARIETÀ A DUGIN, DA OCCIDENTE SILENZIO

RUSSIA: ITALIANI AMICI DELLA RUSSIA, ‘SOLIDARIETÀ A DUGIN, DA OCCIDENTE SILENZIO
ASSORDANTÈ = Pescara, 22 ago. (Adnkronos) – L’Associazione degli Italiani amici della Russia esprime «tutta la propria solidarietà al filosofo Alexandr Dugin per il vile attentato subito che gli ha sottratto, per sempre, l’amata figlia Darya». «Tale atto terroristico – dice il presidente dell’associazione, Lorenzo Valloreja, di Pescara – è ancor più grave di quel che sembra perché mirava all’eliminazione fisica dello stesso professore russo ritenuto uno degli ispiratori del putinismo. In altri termini, in certi ambienti, si è iniziato a pianificare non solo l’emarginazione della cultura russa ma anche l’uccisione di coloro i quali hanno idee difformi rispetto al pensiero unico globalista». «Tutto ciò – viene aggiunto – è deprecabile perché siamo nel pieno di una guerra e la comunità internazionale di tutto ha bisogno tranne che di atti terroristici che alimentino lo scontro. E altresì deplorevole il silenzio assordante da parte di tutte le Cancellerie occidentali che in altre occasioni e verso soggetti di diverso orientamento politico avrebbero certamente sollevato polveroni mediatici di dimensioni galattiche, mentre, in questo caso, sembra che le vite umane non abbiano lo stesso valore». (Ser/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 22-AGO-22 19:49
Verso Sud, nessun sostegno effettivo dal Libro Bianco di Mara Carfagna

Gentile Mara Carfagna, ho avuto modo di leggere causalmente la sua prefazione “Libro Bianco Verso Sud” ma nell’insieme di argomenti riscontrati al suo interno non ho trovato nulla di pertinente con la vera problematica del Sud, ossia l’aumento sistematico della disoccupazione dei territori del meridione. Sinceramente se il PNRR debba essere rivolto al Sud con le sue prerogative, posso tranquillamente asserire che quei finanziamenti non risolveranno le reali problematiche del meridione, ma alimenteranno soltanto un canale di assorbimento di quel denaro, che andrà ovunque, quindi nelle mani di non so chi, ma sicuramente non aumenterà il tenore di vita sociale, culturale, geopolitico del Sud Italia, il quale rimarrà nello stesso livello in cui si trova al momento, se non peggio! Quando edifichiamo impalcature di sostegno per il paese, cerchiamo di vedere chiaro, specialmente di focalizzare le vere problematiche del paese e non cercare di sviluppare teorie ambientaliste e digitalizzazioni stratosferiche lasciando la gente letteralmente alla fame. Cordialmente!
Marius Creati
L’arte abuso della politica mentre la Russia recede dall’EXPO-2030

L’operazione militare in Ucraina avanza oltre misura e non sembra voler trovare un riscontro immediato che ne decreti la conclusione, gettata a capofitto in una continua escalation di morte a discapito delle migliaia di persone coinvolte, tra militari delle fazioni avverse che combattono in procinto di una guerra inarrendevole e civili inermi che soccombono di conseguenza sotto i continui scontri.
Tra i costanti colpi di scena e le pesanti sanzioni economiche, che perlopiù colpiscono i paesi europei sempre più sfiancati dal carovita incalzante nonostante le misure eccezionali che il parlamento europeo sembra voler edificare continuamente a nostro vantaggio o meno, dipende dal punto di vista, traspare una linea sottile di demarcazione chiamata “cultura” che fa del conflitto una propaganda mediatica e nella propaganda sociale trova una riscontro belligerante, ma tra i continui riverberi dei media contro i filo-russi e le accuse incessanti di categoria, tra giornalisti inarrestabili, opinionisti apolidi, blogger imperterriti, virostar e politici polifunzionali che si avvicendano senza sosta nelle assordanti trasmissioni televisive, si innalza l’eco del ritornello virale che echeggia alle “armi all’Ucraina”, divenuto fastidievole leitmotiv indiscusso che barcamena nella melodia del nucleare mentre nella contropartita dura e irreversibile dei dissidenti partigiani della pace, maldestramente dichiarati pro putiniani, al di là della presunta malaccortezza, ne difendono la quiete.
L’arte diventa abuso della politica, coalizzata nel suo insieme, e nella cultura trova una nuova arma propagandistica strumentalizzata contro l’immagine russa a difesa di una continuità delle azioni ostili nelle frontiera ucraina. La Russia bandita dalle manifestazioni artistiche occidentali, l’EBU-UER ne ha decretato la sospensione rappresentativa, ovviamente si prende in considerazione soltanto l’assolutismo del superfluo, l’arte sovietica diventa improvvisamente pericolosa, per alcuni esponenti politici addirittura deleteria mentre per altri un’arma a doppio taglio da usare contro la stessa civiltà russa ignara di subire il boicottaggio esistenziale della propria libertà d’espressione.
Recentemente una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa ha reso noto che Mosca ha deciso di ritirare volontariamente la propria candidatura per il diritto di ospitare l’EXPO-2030. La rispettiva notifica è stata presentata all’Ufficio Internazionale delle Esposizioni. “Siamo costretti a constatare che il movimento fieristico internazionale si è rivelato un’altra vittima della grande campagna anti-russa lanciata dall’Occidente collettivo per estromettere il nostro Paese da tutte le aree di cooperazione. In tali condizioni, purtroppo, non è possibile parlare di concorrenza leale per il diritto di ospitare esposizioni universali mondiali. È ovvio che la candidatura di Mosca per ospitare l’EXPO-2030 in competizione con gli altri quattro candidati non può contare su una valutazione equa e imparziale, per quanto possa avere innegabili vantaggi. Non c’è dubbio che la pressione sulla Russia e sui nostri partner sia un altro tentativo senza scrupoli da parte di diversi Paesi di denigrare il nostro Paese. Il mondo intero ha visto il padiglione russo all’EXPO 2020 di Dubai, unico nel suo genere, che includeva una presentazione high-tech di Mosca come città candidata per l’EXPO 2030. A qualcuno è sembrato che, invece di competere ad armi pari, fosse meglio agire spudoratamente, ricorrendo a metodi senza scrupoli.”
La cultura non dovrebbe manifestare un abuso di stato. L’idea che la Russia possa essere stata esclusa dai contesti social e culturali dell’Occidente soltanto perché poco affine al pensiero politico atlantista, per così dire, se non addirittura perché incline al conflitto contro l’Ucraina è un’azione ignobile che collide l’ideologia della civiltà, quale simbolo di pace e condivisione tra i popoli, anche e soprattutto per quelli in contrasto tra di loro. I dissidi di gabinetto tra gli Stati non hanno nulla da condividere con le emozioni dell’animo, ragion per cui penalizzare l’arte e il patrimonio dottrinale che racchiude in se, solo per un’affinità nazionale è un grave insulto alle leggi dell’uomo, nella consapevolezza che un tale misfatto venga amministrato come atto persecutorio, contro un paese che motiva argomentazioni sensate per muoversi contro un pari avversario, che con l’arte, in sé per sé, non ha nulla da spartire!
Il compromesso della partecipazione affettiva degli artisti russi alle rappresentazioni culturali occidentali sarebbe sentito come un primo passo europeo verso una strategia di pace, cui vocifera continuamente il presidente Mario Draghi dal ritorno dal suo viaggio in America, non che spunto di riflessione che spinga verso quei termini di resa dalle armi che, malgrado tutto, continuano ad uccidere uomini donne e bambini senza compromessi di razza, odore e colore di popolo. L’arte e la cultura rappresentano simboli inviolabili della nostra coesione con il mondo.
In sintesi l’Italia, o meglio la politica italiana al potere, dovrebbe arguire la differenza!
di Marius Creati
Vaiolo delle Scimmie, la nuova profezia pandemica

Quanto abbiamo vissuto negli ultimi due anni dovrebbe spingerci a non sottovalutare le “simulazioni” di eventi catastrofici, soprattutto se gli attori sono sempre gli stessi.
L’era delle pandemie?
Event 201, per esempio, è stata quasi profetica; parliamo della simulazione tenutasi a ottobre 2019 a New York City, tra i cui partner spiccavano gli onnipresenti World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates Foundation. Oggetto della simulazione una pandemia virale con “nuovo coronavirus”. Nel giro di pochi mesi l’incubo è diventato realtà, con una tempistica così perfettache gli organizzatori si sono affrettati a sostenere in una nota che “gli input usati nella simulazione non sono simili a nCoV-2019”.
Il futuro pieno di possibili pandemie, è una realtà che ci prospettano a fasi alterne capi di stato e sedicenti filantropi, i quali spingono per trovare nuovi fondi per sviluppare vaccini con cui imbottire la popolazione, mentre la sanità pubblica soffre di carenze sempre più gravi. Mentre facciamo i conti con il fantasma della quarta dose di vaccino anti covid e con la preoccupazione per i casi di epatite nei bambini, arriva un’altra possibile candidata a novella pandemia: il vaiolo delle scimmie.
Il vaiolo delle scimmie
Innanzitutto, cos’è: si tratta di un rara malattia virale che si trova per lo più nei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Negli USA il virus era apparso per la prima volta nel 2003, identificato in persone residenti negli Stati Uniti che si erano ammalate dopo essere state a contatto con cani delle praterie malati.
I sintomi sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale, e spossatezza, e nel giro di alcuni giorni dall’insorgenza della febbre, il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolosa sul viso o su altre parti del corpo. Come riporta l’ISS, In Africa il vaiolo delle scimmie è fatale in circa il 10% delle persone che contraggono la malattia, mentre la mortalità per il vaiolo umano era di circa il 30% dei casi.
Casi in crescita
In Europa il numero dei nuovi casi è in aumento costante: ne sono stati segnalati 7 in UK, di cui 3 di ritorno da un viaggio in Africa e 4 apparentemente contagiati a Londra senza collegamenti con Paesi dove il virus è endemico. Il Portogallo conferma 5 casi, di cui 20 sospetti, tutti nella regione di Lisbona e della Valle del Tago. In Spagna sono stati rilevati 8 casi sospetti. Anche in Italia sarebbe stato identificato il primo caso, in un uomo tornato dalle Canarie. Secondo quanto si apprende tutti i contagiati finora sono di sesso maschile. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha chiesto agli uomini gay e bisessuali di segnalare possibili sintomi, perché i quattro casi più recenti sono stati identificati all’interno di quei gruppi. Il virus, stando a quanto affermato dagli studiosi, potrebbe trasmettersi per via orale durante il contatto diretto o tramite contatto con i liquidi organici di una persona infetta.
E veniamo di nuovo a Bill Gates. A novembre 2021 Gates era tornato sull’argomento “pandemie” durante un importante meeting di Policy Exchange, che è il principale think tank del Regno Unito. In quell’occasione il Presidente della Bill & Melinda Gates Foundation aveva invitato i Governi del mondo a investire su ricerca e sviluppo per prepararsi a eventuali nuove pandemie e a “attacchi” compiuti proprio tramite vaiolo.
Infine, un vaccino contro il vaiolo delle scimmie esiste già, l’FDA lo ha approvato nel 2019. Come si legge sul sito dell’agenzia statunitense, il vaccino contiene una forma modificata del virus Vaccinia chiamato “Modified Vaccinia Ankara” che, si legge sul sito, “non causa malattie negli esseri umani e non è replicante, il che significa che non può riprodursi nelle cellule umane”.
Fonte: ByoBlu