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Archive for the ‘Nuntĭum’ Category

Breve compendio sulla canonicità dell’omosessualità odierna

Sul piano individuale concordo pienamente nella completa latitanza del buon gusto che negli ultimi anni ha trasformato la nostra società in quello che potrei definire blasfemia culturale epocale, che poi vediamo sfociare anche nella sacralità. Le immagini pittoresche della mostra di Elisabeth Ohlson Wallin a Bruxelles ne rappresentano un risultato evidente. Molto clamore virale per poche immagini al di fuori del consueto ampiamente riconosciuto.

Non posso asserire che rasentino il buon gusto o che abbiano una diafanìa spirituale che rispetti ciò che oggi molti ancora considerano come cristianità. Ma probabilmente l’impatto emotivo é un cliché dirompente desiderato dalla fotografa per sensibilizzare l’argomentazione attraverso una chiave di lettura visiva di facile riconoscibilità emotiva.

Negli ultimi secoli siamo stati abituati a vedere, quindi a recepire, una sacralità legata al divino, dedita ad un conformismo religioso piuttosto austero e subissato da una devozione assoluta, poi divenuta prostrazione negli anni più turbinosi della cristianità. Pur tuttavia questa prostrazione eccessiva era sbagliata sul piano umano, anche se all’epoca le popolazioni ignoranti ne erano sopraffatte!

Non bisogna assolutamente dimenticare che il sacrilego, per come noi oggi possiamo definire alcune di queste scene fotografiche, abbia trascinato la chiesa del passato e quindi tutta la cristianità in continui déjà-vu storici laddove più volte la rappresentazione artistica suscitasse, spesso e malvolentieri, la riluttanza di coloro che si sentivano conformi alla conservazione dell’austerità. Ciò non toglie che sotto l’egida dell’intransigenza sacrale della fede, molti alti prelati sfogavano ira e sadismo sessuale oltre misura a discapito di fedeli inermi ed impauriti dalla solennità.

Ma diciamo che per quanto riguarda il cattivo gusto estetico, nonché una mancanza apparente di rispetto verso coloro che pensano che il sacro debba essere assimilato in un certo modo piuttosto che in un altro, posso comprendere le recriminazioni subissate del momento… in un certo senso sono d’accordo!

Ma per ben inteso, sono un uomo che va oltre l’apparenza della realtà. Quindi sotto questo profilo non sono perfettamente d’accordo, poiché tutto ciò che noi vediamo – mi riferisco alla decadenza socioculturale odierna che ad esempio si discosta completamente dal decadentismo post accademico vissuto alla fine dell’ottocento – rappresenta un profilo scomodo di ciò che sia stato creato nel mondo che ci circonda. 

Tutto quello che osserviamo, tutto quello che assimiliamo in maniera distorta, tutto ciò che recepiamo come fastidio culturale o sacrale, non è altro che induzione involontaria!

Mi spiego meglio… l’iconografia blasfema della sacralità non è altro che il risultato di ciò che sia stato creato nel corso del tempo dalle istituzioni plasmate dalle classi di potere e perseguite senza indugio dalle masse. 

È l’uomo che con la sua riluttanza indotta ha creato l’ideologia omosessuale come la vediamo oggi, l’ha plasmata nel corso degli anni, l’ha resa debole, usurpabile, sacrificabile e ancor peggio prostitutiva! Ragion per cui l’iconoclastia omosessuale per come la si vede nel presente è un fallimento della società. Le classi elitarie avrebbero dovuto renderla conforme, piuttosto che spingerla nella diversità durante il corso dei secoli, mentre invece l’hanno resa sempre più povera di contenuti, alquanto ghettizzata, nonostante che gran parte del genio umano sia riconducibile ad una diversa sfera sessuale dell’uomo. 

Le classi omosessuali oggi si vedono così perché siamo stati noi – la comunità cosmopolita, la società odierna, il genere umano – a dipingerle diverse, a renderle tali! E non possiamo colpevolizzarne lo status quo presente senza assumersi la responsabilità di ciò che sia stato creato involontariamente, ma volontariamente da chi ne ha strumentalizzato la fattispecie dal remoto passato fino ad oggi. 

La cosiddetta decadenza morale dell’omosessualità è un prodotto ideologico studiato a tavolino, come nel tempo è stata studiata la decadenza morale dell’omofobia non meno importante della decadenza morale del femminicidio! 

Mi fermo qui perché altrimenti dovrei inoltrare temi ancora più profondi.

Purtroppo questa trasformazione radicale e negativa della società andrà avanti! Andrà peggio fino a quando le masse non si renderanno conto che l’assoluto controllo delle cose porterà alla dissoluzione, quindi alla dissociazione e quindi al caos strutturale. Quando ci si renderà conto che la diversità, anche sessuale, non è altro che una parte dell’insieme, quindi dell’unicità del tutto, allora il caos culturale epocale svanirà nel nulla. Ma quando le masse riusciranno a comprendere che il potere della compensazione è nelle mani dell’armonizzazione… Probabilmente mai!

Marius Creati

foto di Elisabeth Ohlson Wallin (mostra di Bruxelles)

CLAP Museum presenta Storie Zitte di Simone Angelini a Pescara

March 30, 2023 Leave a comment

Il CLAP Museum presenta Storie Zitte, l’ultimo libro a fumetti di Simone Angelini, sabato 1° aprile, ore 17:30.

Storie zitte è una raccolta di storie brevi mute, caratterizzata dal tipico stile essenziale e caustico dell’autore, fumettista e illustratore abruzzese.

Dopo i saluti del Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, l’autore e l’editore IFIX, Maurizio Ceccato, dialogano con Carlotta Vacchelli, critica d’arte e ricercatrice CIME (Center for Italian Modern Art) di New York.

Ingresso libero alla presentazione fino a esaurimento posti.

Categories: Cultura News

Verna Oro presenta David Ferrante, 25 marzo a Pescara

March 17, 2023 Leave a comment

“Racconti di streghe, fantasmi e di me”, libro di David Ferrante

Superficialmente sono 5 storie che parlano di…
Scurnacchiera
Lupo mannaro
Il fantasma di Salle
Il fantasma di Popoli
La pantafica e una strega

Sono storie gotiche metafore dell’amore e della vita
Parlo di me anche se non facilmente comprensibile
Tutto il libro è un’analisi personale e anche una metafora della vita e dell’amore….

Quarta di copertina

Il passato ha ombre lunghe e radici profonde che possono abbracciarci o, al contrario, avvolgerci così strettamente da ucciderci. La ricerca della luce si fa esigenza vitale, ma è accompagnata dalla sofferenza – la stessa del neonato che spinge per uscire dal grembo materno, e del morente proteso verso la luce che è liberazione da ogni suo male. In quella terra di mezzo tra la vita e la non-vita, anche le visioni assumono una corporeità a volte consolatoria, a volte angosciante. È lo spaesamento dell’uomo solo davanti all’inconoscibile: inerme, confuso, inadeguato, per quanto si sforzi di lottare, non ha modo di opporsi alla ferocia di un destino ineluttabile. In questi cinque racconti David Ferrante fa rivivere la memoria dell’antica sapienza abruzzese intrisa di rituali, superstizioni, rimedi magici e credenze sopravvissute alla polvere del tempo. Animano le sue pagine leggendarie figure mostruose, personaggi ambigui, maestri d’inganni e donne affascinati nella loro inafferrabile unicità. È un viaggio tra passato e presente, tra fantasia e verità, che si traduce in un sofferto, emozionante amalgama di crudeltà e amore.

VERNA ORO, nell’occasione presenterà “Dalle spezie alla moneta”, un incontro culturale a cura dei maestri orafi Giampiero verna e Fabio Verna per dissertare sulla diffusione dei metalli e delle spezie nel nostro passato.

“Invisibili”, film documentario di Paolo Cassina a Chieti

February 23, 2023 Leave a comment

VENERDÌ 3 MARZO 2023, ORE 17:00

proiezione del film documentario INVISIBILI

presso SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA di CHIETI

Corso Marrucino 97, 3° piano

Iniziativa culturale promossa da ITALEXIT – ABRUZZO

È IMPORTANTE DIFFONDERE IL PENSIERO COMUNE A DIFESA DEI CITTADINI COINVOLTI

#italexitperlitalia #ITALEXIT #perlitaliachenonmollamai #italexitabruzzo #mariuscreati #invisibili

Genere: documentario
Anno di produzione: 2022
Paese di origine: Italia
Durata: 91’46”
Regia: Paolo Cassina
Collaborazione alla regia: Alessandro Amori
Collaborazione alle musiche: Nicola Bottos
Produzione: Playmastermovie

Le testimonianze delle persone che hanno subito gli effetti avversi del vaccino covid19 e dei medici e professionisti che alla vigilia di una possibile introduzione di una “quarta dose” obbligatoria per tutti lanciano un messaggio chiaro: non si può forzare in nessun modo l’essere umano all’inoculazione o all’assunzione di sostanze potenzialmente dannose e talvolta letali.

Da mesi tutti gli italiani sono sottoposti a continue vessazioni da parte del governo in ambito lavorativo e sociale. La vita, come la intendevamo prima della pandemia, è stata resa impossibile attraverso le continue limitazioni e lo sdoganamento del cosiddetto “green pass”.

Il fine è quello dell’adesione di massa ad una campagna vaccinale anticovid che lascia però molti dubbi, sia per il reale funzionamento dei sieri, sia per le innumerevoli reazioni avverse agli stessi.

Si parla, solo per l’Europa, di milioni di reazioni avverse, anche gravi e di migliaia di decessi tutti documentati, di cui i media mainstream non parlano o parlano in minima parte, minimizzando la portata reale del fenomeno.

La sensazione è che le istituzioni vogliano quasi far sparire queste persone rendendole invisibili.

Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un documentario che vuole portare l’attenzione sulla reale gravità di questi casi attraverso le voci dei danneggiati ma anche dei professionisti del mondo della sanità e della magistratura.

Riteniamo Invisibili un bene della collettività, le cui informazioni devono raggiungere più persone possibile e per questo motivo abbiamo deciso di pubblicarlo gratuitamente.

Per questo motivo ti chiediamo di attivare subito una donazione in modo che il valore di Invisibili – così come di tutti i nostri impegni e progetti futuri – possa essere apprezzato da tutti.

MALORI IMPROVVISI chiediamo giustizia

February 23, 2023 Leave a comment
Categories: Cultura News, Warning

Franco Gatti, muore uno dei quattro componenti del gruppo musicale Ricchi e Poveri

October 20, 2022 Leave a comment

Il gruppo: “Con Franco va via un pezzo della nostra vita”. Amadeus: “Mi piace ricordarlo sul palco dell’Ariston. Rividi la gioia nei suoi occhi” 

Lutto nel mondo della musica: è morto all’ospedale San Martino di Genova Franco Gatti dei Ricchi e Poveri.

Lo hanno annunciato all’ANSA i Ricchi e Poveri insieme alla famiglia: “È andato via un pezzo della nostra vita. Ciao Franco”. Franco lascia la moglie e una figlia. I funerali si terranno giovedì alle 11.30 nella chiesa di San Siro nel quartiere Nervi di Genova.

Era uno dei quattro componenti del gruppo musicale Ricchi e poveri, nato nel 1967 e ribattezzato così da Franco Califano perchè, diceva, erano “ricchi di idee, ma poveri di soldi”. Nati come un quartetto polifonico, formato da due voci maschili, ‘il baffo’ Franco Gatti e ‘il biondo’ Angelo Sotgiu, e due voci femminili, ‘la brunetta’ Angela Brambati e ‘la bionda’ Marina Occhiena, i Ricchi e Poveri persero la stessa Occhiena, che lasciò il gruppo nel 1981, e continuarono il viaggio come trio.

Dopo una carriera costellata da grandi successi internazionali come Sarà perchè ti amo, Che sarà, Se m’innamoro, La prima cosa bella, Mamma Maria e Voulez vous danser, nel 2016 fu Franco Gatti a lasciare i Ricchi e Poveri per dedicarsi di più alla sua famiglia, dopo aver perso tragicamente il figlio. “Una semplice scelta di vita”, disse, augurando ai suoi compagni ancora tanti successi. Un anno dopo il suo abbandono, Angela e Angelo decisero di tentare l’avventura in duo. La grande reunion, sul palco di Sanremo, con il rientro trionfale di Franco e di Marina fu un colpo messo a segno dal manager Danilo Mancuso e consacrato sul palco del teatro Ariston da Amadeus, nel 2020, in occasione dei 50 anni del brano ‘La prima cosa bella’ e della prima partecipazione al Festival del 1970una carrellata di hit e una divertente gag con Fiorello, un picco di ascolti di quel primo festival di Sanremo targato Amadeus. Per Franco tornare a cantare all’Ariston fu una sorta di risarcimento artistico e morale visto che proprio a Sanremo, pochi anni prima, nel 2013, era stato raggiunto dalla tragica notizia della morte improvvisa del figlio Alessio, a soli 23 anni, trovato senza vita nella sua abitazione di Nervi, a Genova. In quella circostanza Franco era stato costretto ad abbandonare Sanremo dove avrebbe dovuto esibirsi con i Ricchi e Poveri e ritirare un premio alla carriera.

Fonte: Ansa

Angela Lansbury, muore la “signora in giallo” della TV

October 12, 2022 Leave a comment

L’attrice inglese è morta nella sua casa di Los Angeles. Aveva 96 anni. Nella sua carriera ha vinto cinque Tony Award per gli spettacoli a Broadway e ha avuto dodici nomination agli Emmy per il personaggio di Jessica Fletcher

Angela Lansbury, l’attrice inglese conosciuta per la serie tv La signora in giallo ma sulle scene di Hollywood fin dalla giovinezza, e poi star dei musical a Broadway, è morta nella sua casa di Los Angeles a 96 anni. La sua morte è stata annunciata in una dichiarazione dalla sua famiglia: “I figli di Angela Lansbury sono tristi nell’annunciare che la loro madre è morta nel sonno nella sua casa a Los Angeles, a soli cinque giorni dal suo 97esimo compleanno”, si legge in un comunicato della famiglia.

Nella sua carriera Angela Lansbury ha vinto cinque Tony Award per le performance da protagonista sui palcoscenici di New York, da Mame nel 1966 a Blithe Spirit nel 2009, interpretato quando aveva 83 anni, a testimonianza anche della sua straordinaria resistenza.

Nata a Londra il 16 ottobre del 1925, era figlia dell’attrice irlandese Moyna MacGill e di Edgar Lansbury, un commerciante di legname e politico, figlio di un leader del Partito Laburista, George Lansbury. A 14 anni, allo scoppio della guerra, Angela Lansbury lasciò l’Inghilterra per gli Stati Uniti.

Debutto a Hollywood

Aveva solo 18 anni quando, dopo aver ottenuto un diploma alla Feagin School of Dramatic Art di New York, ottenne il suo primo ruolo cinematografico, la temibile domestica che tormenta Ingrid Bergman nel thriller Angoscia diretto da George Cukor nel 1944, un debutto precoce che la portò a un contratto con la Mgm e a una nomination agli Oscar come migliore attrice non protagonista. Ricevette una seconda nomination nel 1946, per la sua performance in Il ritratto di Dorian Gray diretta da Albert Lewin. Un inizio vertiginoso ma, come dichiarò in un’intervista al New York Times nel 2009, non si sentiva “a suo agio nel salire quella scala: non ero tagliata per le tipiche foto da pin-up, insomma per quel genere di cose”. 

Negli anni la Mgm la sceglierà regolarmente per i ruoli di donna anziana o cattiva. Degli 11 film cui ha partecipato dopo Dorian Gray, forse il suo ruolo più notevole è stato in Lo stato dell’Unione diretto nel 1948 da Frank Capra, al fianco di Katharine Hepburn Spencer Tracy, in cui interpretava Kay Thorndyke, una cinica e spietata magnate dei giornali che cerca di far eleggere presidente il suo amante fedifrago.

Sempre ruoli da cattiva: nel 1961 sarà la madre possessiva di Elvis Presley in Blue Hawaii e l’anno successivo l’inquietante madre di Laurence Harvey in Va’ e uccidi, con la regia di John Frankenheimer, un ruolo che le valse una terza nomination agli Oscar come attrice non protagonista: aveva solo tre anni più di Harvey, ma era del tutto convincente quando pronunciava la battuta: “Devi sparare in testa alla candidata alla presidenza”. Ha quindi interpretato una donna che uccide il marito in Mi dovrai uccidere!, e una madre prepotente in Come sposare una figlia di Vincente Minnelli

A Broadway

Fece il suo debutto a Broadway nel 1957 in Hotel Paradiso che ricevette buone recensioni che la convinsero a impegnarsi di più a teatro e nel 1960 interpretò una madre single alcolizzata di un’adolescente incinta in A Taste of Honey. Nel 1964 venne scelta per interpretare un sindaco corrotto nel musical di Arthur Laurents Stephen Sondheim Anyone Can Whistle in cui, nonostante il flop di pubblico, dimostrò di poter cantare con una buona voce da soprano. Ma è con Mame, l’adattamento musicale di Jerry Herman del romanzo di Patrick Dennis Zia Mame, che la rese una vera star. Lo spettacolo aprì a New York il 24 maggio 1966 e una recensione sul Times parlò di lei, dopo anni di ruoli non centrati a Hollywood, come “un bruco felice che si trasforma in una splendida farfalla”. Fu quello il primo Tony come miglior attrice, doppiato nel 1969 per il ruolo della contessa 75enne Aurelia in Dear World, un adattamento musicale della commedia di Jean Giraudoux, La Folle de Chaillot del 1943.   

A sorpresa il successo in tv

Ma nonostante tutto il suo successo a teatro, Angela Lansbury avrebbe catturato il pubblico più numeroso della sua carriera con la tv nel 1984, quando venne scelta per il ruolo della scrittrice di gialli Jessica Fletcher nella serie Cbs Murder, She Wrote, nota in Italia con il titolo di La signora in giallo, che le è valsa 12 nomination consecutive agli Emmy ma mai una vittoria.

E sebbene non abbia mai vinto un Oscar o un Emmy, ha ricevuto un premio onorario dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences nel 2013 per aver creato “alcuni dei personaggi più memorabili del cinema” e per essere stata “una fonte di ispirazione per generazioni di attori”. Un anno dopo fu nominata dama dalla regina Elisabetta II.

Novantadue anni. Angela Lansbury, La signora in giallo, festeggia il suo compleanno senza proclami, con lo stile riservato che da sempre la contraddistingue, lontano dagli atteggiamenti da diva. Indimenticata interprete di un film per ragazzi come Pomi d’ottone e manici di scopa, premio Oscar alla carriera nel 2014, 5 Tony Award, 6 Golden Globe, Angela Lansbury è una delle attrici più amate del pianeta e un anno fa ha smentito la voce secondo la quale avrebbe partecipato alla serie Game of Thrones. “Voglio interpretare donne reali”, ha spiegato in un’intervista, “non stereotipi. Donne che sappiano ciò che dicono, siano attive e partecipino alla società in modo consapevole e al cento per cento. Intelligenti, brillanti anche se incidentalmente hanno compiuto 80 o 90 anni. Il fatto è che nessuno scrive ruoli così, c’è un pregiudizio nei confronti degli anziani che invece spesso, nei loro ambiti, sanno fare la differenza”.

Fonte: La Repubblica

Categories: Obituario Tags:

Mattia Sorbi, giornalista italiano dimenticato dagli accoliti di Stato

September 16, 2022 Leave a comment
epa10170216 A handout still image taken from video provided by the Russian Defence Ministry press-service shows Italian journalist Mattia Sorbi, who was injured in a mine explosion in the Kherson region, while covering the fighting from the side of the Armed Forces of Ukraine, pictured in hospital in Kherson, Ukraine, 08 September 2022. According to the Russian Defence Ministry information ‘People dressed as military servicemen of the Armed Forces of Ukraine promised to escort reporter Mattia Sorbi by taxi to the line of contact between Ukrainian and Russian troops. While driving along the road, the car with the journalist was blown up by a Ukrainian mine. The taxi driver died on the spot, and Mattia Sorbi was seriously injured. Seeing a civilian car blown up on a mine, Russian servicemen, despite fire from Ukrainian positions, pulled Mattia Sorbi out of the burning car. On the spot, Russian servicemen provided him with first aid, carried him to a safe place and ensured an emergency delivery of the seriously wounded journalist to a medical facility’. EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS SERVICE/HANDOUT HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

“Le fiamme della morte bruciano sulle ali della libertà mentre l’Icaro Sorbi cade sotto il fragore ardente del Sol Malato!”

Conosciamo ormai l’avventura sinistra del buon Mattia Sorbi, un fiero reporter italiano inviato speciale in Ucraina, spesso e mal volentieri relatore a favore del regime di Kiev, per raccontare spaccati di vita e di morte nella fatidica guerra del Donbass.

Si da il caso che costui, vittima ignara designata, sia rimasto intrappolato in una delle sue tante storie di vita spezzata!

Il buon Mattia, di buon mattino, si reca in territorio ostile – “gli avevan detto che fosse terra sicura” – per pianificare il suo ennesimo servizio di guerra da presentare all’Occidente! Ma nel bel mezzo del nulla, a metà del percorso stradale designato, quella che avrebbe dovuto rappresentare la scorta baliva fino a destinazione lo barcamena in periferia dicendo di proseguire in direzione del vento, verso le nubi oscure dell’incertezza, e se ne va lasciando il prode giornalista e il suo tassista sventurato in balia di una sorte avversa, in realtà già profetizzata. 

Si, perché quel sentiero dissestato era e rimane ancora un percorso minato dai soldati ucraini con svariate mine di provenienza occidentale, gli stessi che in qualche modo lo avevano condotto verso la sua dipartita.

Tutti noi conosciamo i presupposti di un tipico attentato in fervido vecchio stile Old America che evidentemente piace ancora agli occidentali … e non.

Si da proprio il caso che siano stati un manipolo di soldati russi, in realtà un distaccamento di brigata in perlustrazione, a salvar la vita al giovane militante della stampa italiana dalle fiamme ardenti del tradimento, strappando il povero Mattia, tumefatto dalle ustioni e dalle ferite della detonazione, da morte sicura. 

E si da proprio il caso che la Signora in Nero abbia scelto l’autista per fare scempio della notizia, lasciando una dose di verità scomoda in balia dell’onda mediatica, che sicuramente in questi giorni non ha fatto salti di gioia per osannare la salvezza del prode giornalista sacrificato dai poteri alti, il quale sarebbe dovuto perire in sordina per divenire egli stesso falsa notizia di propaganda negativa nei confronti dei russi. 

In barba agli stolti, la Morte ne dispensa l’atto e fa sapere al mondo che un misfatto è stato compiuto! È risaputo che la cerea Nera Mietitrice non accetti il tradimento di buon grado, specie quando la terra pullula di corpi esanimi da lei non pianificati!

Mattia Sorbi è sopravvissuto al suo attentato! I soldati russi lo hanno strappato dal flagello del fuoco che ne avrebbe insabbiato l’omicidio, ordito dallo stesso governo di Kiev e dai suoi mandatari ostili!

Ma la storia non finisce nel silenzio di un letto d’ospedale in attesa di un sentito risveglio! 

Anzi la salvezza dell’Icaro Sorbi diventa preludio dell’anti-storia, quella che nessuno ancora abbia reso nota al mondo e che mi appresto a diffondere!

Mattia Sorbi impastava cera per modellare le sue ali cerose nel sogno di concretizzare la notizia perfetta che lo avrebbe consacrato nelle alte sfere del giornalismo di guerra. Quando i fogli cerei della sua propaganda furono disciolti da una cernita blasfema, quella della sua ora decretata! 

Quel fatidico giorno del 29 agosto le sorti di Sorbi erano state già sentenziate! Lui doveva perire! E di conseguenza diventare l’ennesimo eroe di guerra sacrificato ingiustamente per dare in pasto al mondo l’ennesima notizia di scempio occidentale ed alimentare così il dissenso russo. 

In questi giorni il governo di Kiev cerca di smentire la notizia, facendo sapere che il buon prode giornalista, dissuaso dal personale militare ucraino, decise di varcare volontariamente la soglia del fato, quella linea di contatto di combattimento in luogo non specificato, senza coordinamento a discapito della sua stessa incolumità. Come sono bravi a mettere le pezze quando serve giustificare l’evidenza, senza considerare che il buon Mattia abbia asserito di persona di aver ricevuto la conferma dal famoso personale militare ucraino che il percorso era sicuro! Sta di fatto che se son pezze, sono pezze rattoppate in maniera maldestra e le suture del rattoppo sono così evidenti da evidenziare una pessima manifattura! 

Già… signori e signore avete inteso bene! Mattia Sorbi è stato mandato a morire ingiustamente, la stampa italiana non lo ha difeso e nessun personaggio politico di spicco che abbia speso due parole in sostegno della sua condizione. Dove sono le parole di conforto dei grandi leader politici che avrebbero dovuto fare monologhi in difesa del giornalista italiano attentato in Ucraina, oserei dire non dai russi. Il governo tace, la stampa tace, la politica asserisce il “tacimento”. E nel marasma del silenzio tacito, qualche ora dopo dal fragore della scomoda notizia, il buon vecchio Mario Draghi, alza la cornetta del telefono per chiamare il baldanzoso presidente americano Joe Biden per fagli sapere che in Italia va tutto bene e che il governo italiano, non possiamo parlare del popolo italiano dissente, è ancora al fianco della sua governance belligerante. Sì, perché noi italiani possiamo morire sotto un fuoco amico, per mano di un alleato, e nessuno spenderà due parole in difesa di quella morte!

E quindi vorrei perorare la causa del buon giornalista, dato che in Italia quelli che contavano qualcosa hanno scelto la finzione tacita decretandone la sorte con un indegno silenzio indiscreto. Mattia Sorbi, il giornalista reporter, attentato ingiustamente per scopi iniqui, non avrebbe dovuto subire l’onta del suo sacrificio, l’ennesima cavia italiana immolata da una governance corrotta che fa scempio del nostro nazionalismo, del nostro libero arbitrio, della nostra libertà.

Editoriale di Marius Creati

Elizabeth Alexandra Mary di Windsor, muore Sua Altezza Reale la grande Regina Elisabetta II del Regno Unito

September 14, 2022 Leave a comment

La regina Elisabetta II del Regno Unito è morta giovedì pomeriggio a 96 anni, «serenamente». Lo ha annunciato Buckingham Palace, dopo che stamattina si erano diffuse le prime notizie su un aggravamento delle sue condizioni di salute, che erano state seguite da estese apprensioni. Elisabetta II, che era regina da 70 anni, era nella sua residenza estiva del Castello di Balmoral, in Scozia, ed era stata raggiunta nelle ultime ore dalla famiglia reale. Carlo, primo nella linea di successione, è ora re e assumerà il nome di Carlo III.

I dettagli sui funerali e sull’incoronazione di Carlo non sono ancora stati diffusi, e non ci sono precedenti recenti su cui basarsi, ma il Regno Unito si preparava da tempo a questo evento, per il quale aveva predisposto un complesso e minuzioso protocollo: la cosiddetta “Operazione London Bridge”.

Carlo ha diffuso un comunicato:

«La morte della mia amata madre, sua maestà la regina, è un momento di grande tristezza per me e i membri della mia famiglia. Piangiamo profondamente la dipartita di una sovrana adorata e di una madre molto amata. So che la sua perdita sarà molto sentita nel paese, nel regno e nel Commonwealth, e da tantissime persone nel mondo. In questo periodo di lutto e di cambiamento, la mia famiglia ed io saremo rincuorati e sostenuti dalla consapevolezza del rispetto e del profondo affetto di cui godeva la regina»

La prima ministra Liz Truss ha fatto un discorso di omaggio alla regina, descrivendola come «la roccia su cui è stata costruita la Gran Bretagna moderna», la cui morte è un «enorme shock» per il Paese e il mondo.

Diventata regina nel 1952, Elisabetta II è stata la sovrana più longeva del Regno Unito: aveva fatto in tempo a vedere come primo ministro Winston Churchill, e soltanto martedì aveva incontrato Truss dopo la sua recentissima nomina. In mezzo, di primi ministri ce ne sono stati quattordici. Elisabetta II era probabilmente il capo di stato più riconoscibile al mondo, e la maggior parte delle persone che vive nel Regno Unito e nei paesi del Commonwealth non ha mai conosciuto un tempo in cui non era a capo della monarchia.

Per ore, nel pomeriggio, nel Regno Unito e all’estero si era estesa l’apprensione ed erano arrivati messaggi di vicinanza. Annunci come quello arrivato giovedì erano piuttosto rari, perché intorno alla salute della regina veniva mantenuto solitamente un gran riserbo; l’arrivo di tutti i famigliari più stretti di Elisabetta II aveva poi confermato la gravità della situazione. I conduttori della BBC, che aveva trasmesso una copertura speciale, si erano vestiti di nero, come prevede il protocollo in caso di morte della regina.

La regina era nata col nome di Elizabeth Alexandra Mary della casa reale di Windsor il 21 aprile del 1926 a Londra. Suo padre era diventato re del Regno Unito con il nome Giorgio VI dieci anni dopo: gli era succeduta alla sua morte, venendo incoronata il 6 febbraio del 1952, pochi anni dopo essersi sposata con Philip Mountbatten, poi principe Filippo, morto l’anno scorso. Carlo, il loro primogenito ed erede al trono, era nato nel 1948.

Durante il suo lungo regno ebbe a che fare con gli avvenimenti più importanti del Novecento, vide passare sedici primi ministri e nonostante diverse crisi si guadagnò una grande popolarità nel Regno Unito e all’estero, alimentata di recente dal fatto che, ultranovantenne, continuò a presenziare alle cerimonie e agli eventi più importanti, pur riducendo le apparizioni in pubblico, specialmente dopo la pandemia. Pochi mesi fa aveva festeggiato il cosiddetto Platinum Jubilee (il giubileo di platino), ovvero i 70 anni di regno.

In un messaggio di cordoglio pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri italiana, Mario Draghi ha definito Elisabetta II «protagonista assoluta della storia mondiale degli ultimi settant’anni» e una sovrana che «ha raccolto rispetto, affetto, simpatia ovunque nel mondo». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha inviato al nuovo re del Regno Unito «le più sentite condoglianze della Repubblica Italiana e mie personali» e ha detto che di Elisabetta verranno ricordate «l’autorevole saggezza e l’altissimo senso di responsabilità, espresso soprattutto nella generosità di spirito con la quale la Sovrana ha consacrato la sua lunga vita al servizio dei cittadini britannici e della più ampia famiglia del Commonwealth».

Fonte: Il Post

Darya Dugina, morte inutile di una giovane politica russa

August 22, 2022 Leave a comment

Sono profondamente rattristato per la morte violenta di questa giovane donna russa, barbaramente uccisa solo per perseguire le sue ideologie. I responsabili dell’attentato dovrebbero essere condannati secondo la pena giudiziaria più severa che vige nel paese, tenendo conto dell’aggravante della situazione conflittuale tra le due nazioni. La sua morte non ha certo aiutato i suoi mandanti ad ottenere vantaggi strategici o diplomatici. Tutt’altro è l’intento! La sua morte è solo un aspetto deteriorante di una strategia strampalata e grottesca. R.I.P. Darya Dugina!

Marius Creati