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“Songül” di Serena Pea, La Grande Illusion
Songül è il racconto ispirato alla storia vera di una maestra, qui indicata con un nome di fantasia, che nel 2014, a ventidue anni, parte per il servizio civile obbligatorio nella Turchia dell’est, al confine con la Siria. Un reportage fotografico a distanza, al chilometro zero della graphic novel, dove le parole della protagonista, estratte dalle mail che lei e Serena Pea si sono scambiate durante tre anni, assumono, in un inglese scarno e semplificato, la forma telegrafica della didascalia accompagnando una favola per immagini onirica e, per contrasto, straordinariamente realistica. Le fotografie che illustrano il racconto sono state realizzate a partire dai modellini appositamente creati dallo scenografo Alberto Nonnato e grazie a Guido Scarabottolo – che, oltre ad impaginare il volume, ne firma la presentazione – sono ora un libro, il primo per l’autrice e, a inaugurare la collana “Kismet”, il primo libro fotografico per le produzioni librarie La Grande Illusion. Il progetto Songül è stato dapprima una mostra esposta nel 2017 a Padova nella collettiva In/Out Spazi d’Arte e, successivamente, in Mirabilia, Il segno della contemporaneità nelle opere di artisti under 35.
Stampato in offset, con caratteri Arial Narrow, il 15 marzo 2018 dalla Fantigrafica di Cremona su carta Fedrigoni Tatami White 150 g in una tiratura commerciale di 800 copie, il libro è stato rilegato ad album e confezionato in brossura filo refe con copertina in cartoncino Woodstock Giallo 285 g e sovracoperta in carta Fedrigoni Bodonia Avorio 145 g dalla Legatoria Venturini di Cremona.
235 x 165 mm
Serena Pea è nata a Brescia nel 1984, vive a Padova e viaggia abitualmente per lavoro tra Venezia, Londra, Roma e Milano, mentre si nutre di fotografia e di teatro. Dal 2012 collabora, dopo essersi specializzata in fotografia di scena presso l’Accademia Teatro alla Scala, con il Teatro Stabile del Veneto e altre compagnie teatrali.
Per i tipi de La Grande Illusion ha pubblicato Songül.
80 pagine
brossura con sovracoperta
finito di stampare il 15 marzo 2018
ISBN 978-88-85549-01-2
21,00 €
“Alceste: una storia d’amore ferrarese” di Eugenio Bolognesi, Maretti Editore
Anno 2015
Collana Libri d’Autore
Lingua italiano
Pagine 224
Formato 17×24 cm
Legatura brossura
Prezzo € 18.00
ISBN 978-88-98855-21-6
Stato disponibile
“Vivere e sentire la montagna” di Lara Tocalli
– Vivere e sentire la Montagna –
Vivere e sentire la montagna tra le rive di un torrente o di un ruscello come tanti, uno di quelli che attraversi senza nemmeno farci caso per l’abitudine.
Se invece ti soffermi e ascolti, potrai sentire profumi, melodie, suonate d’acqua che non avevi mai udito prima. Ecco, è proprio il sentire del cuore che ti permette di vivere al meglio quello che ti trovi attorno: la montagna.
Distese di manti erbosi e boschi che ricoprono le nostre valli, evocano silenzi melodiosi nel suono mai uguale della natura che si rinnova, come si rinnovano le stagioni nel continuo mutare della vita.
E’ proprio il sentire e l’osservare senza parlare che ci permettono di vivere in pieno equilibrio con la natura.
Chiudere gli occhi nel silenzio, sentire il vento sul viso, sentire l’alito che proviene dal cielo invaderti il corpo, il cinguettio degli uccelli, il gorgoglio dell’acqua, tra i boschi il profumo del verde, la voce degli animali che popolano la natura semplice e selvaggia; poi riaprire gli occhi, osservare nella più completa tranquillità il sole che inonda il cielo e irradia della sua luce i germogli rendendo tutto più vivo, anche per un solo istante, ci fa sentire parte della natura che ci circonda.
Cosa può esserci di meglio che stare sdraiati sull’erba dei prati tra i fili d’erba a godere di queste sensazioni ? Nulla credo.
Stare in equilibrio con la semplicità della natura, creazione di Dio, è un modo unico per rinnovare di nuova energia la nostra anima.
Tutto questo sentire e udire è un po’ come osservare una farfalla sul dito ma non poterla toccare per paura di rovinarle le ali e così compromettere la sua libertà. Per questo bisogna rispettare la montagna, facendo attenzione alla sua fragilità, perché non conosciamo a fondo quanto essa ci doni sia spiritualmente che materialmente.
Così come il giorno, anche la notte ha il suo fascino: nel cielo le stelle, sui prati il canto dei grilli che ci danno la buonanotte.
All’alba: gocce di rugiada sui fiori e le foglie, freschi fili d’erba sotto i piedi nudi, il cielo azzurro, il canto degli uccelli, aprono a un giorno di nuova speranza.
Non dimentichiamoci di vivere con semplicità!
Lara Tocalli
“La sindrome di Balzac” di Aldo Putignano, Cento Autori
Libro: La sindrome di Balzac
Autore: Aldo Putignano
Casa editrice: Cento Autori
Pagine: 64
Prezzo: euro 6,00
ISBN 978-88-97121-10-7
Collana Leggere Veloce XL
Cinque racconti brillanti (La sindrome di Balzac, Arriba Ribas, Il cane di Pavlov, InFaust, Che sia da monito), ironici, in cui le parole sembrano godere della loro capacità di rappresentare gli aspetti più paradossali, schizofrenici, del nostro vivere quotidiano. Una riflessione ironica sulle nevrosi, i falsi miti le irragionevoli casualità che sono alla base di eventi straordinari. Dallo sguardo iracondo di un torvo Balzac fustigatore di scrittori dalla fragile cultura alla gustosa e graffiante allegoria del mondo del calcio di Arriba Ribas, passando per la salace perfidia di InFaust, Aldo Putignano, tra le più apprezzate voci della cultura napoletana, ricorre alla parola per invitarci al confronto con le idiosincrasie del moderno, individuando nell’ironia, nella leggerezza, le possibili alternative alle più disparate crisi comico-esistenziali.
Fonte: Cento Autori
“Ruggero coniglio coraggioso”di Chiara Taormina, Fiabe Edizioni R.E.I.
Libro: Ruggero coniglio coraggioso
Autore: Chiara Taormina
Editore: Casa editrice REI
Pagine: 72
Prezzo: euro 16,25
“Il mondo ha mille volti, in esso sono custoditi tanti segreti e la natura è l’artefice di veri prodigi. Quando sentirete che la luce ha abbandonato il cuore delle creature che abitano la terra, gettate cinque sassi dentro il lago ed io tornerò ad accendere un nuovo fuoco.” La ninfa Vispesia.
Chiara Taormina nasce a Palermo nel 1973. Esordisce come scrittrice nel 1997 al Concorso Nazionale di poesia “Giuseppe Villaroel”, partecipa a numerosi concorsi letterari ottenendo premi e segnalazioni, prende parte a numerose antologie di poesie ottenendo diploma e medaglia al Premio Nazionale di Poesia “G. Tomasi di Lampedusa.
Fonte: Fiabe Edizioni R.E.I.
“Amorfo” di Dieter Perdomo
– Amorfo –
Amorfo.
Había observado la estructura de la casa, una puerta de fantasía, y una ventana a la realidad. Indivisiblemente, no podía salir. ¿Acaso debía entrar? Afuera estaban las ratas destrozando el atolladero del honor. El caos alimentaba el orden lineal, decidió entrar al túnel de manera desordenada. Y allí estaba Ada, su cuñada, quería darle un beso antes del fin del mundo.
¿Un terremoto? ¿Dos maremotos? ¿O un cometa que chocaba contra la mentira? Si, atravesar el puente. Besar en el puente de atrás. Delante de el, un enjambre de ideas feas, y una abeja bonita en la colmena de un cerebro. Ebro, se ahoga en un rio de lágrimas, al verla a ella, sosteniendo una rosa, de donde saltó la mariposa a rescatarlo de morir ahogado en ilusiones.
Caen los meteoritos de verdad, y destruyen en la noche a la humanidad. Ella prueba otros besos de cerezos, e ignora los míos en el frio. Y calor hace en tu ciudad de ojos, y espejismos, ve nítidos algoritmos, bailan el y ella, entre algodones de ritmos, que lo pierden en el mistral, inseguro, entró por la puerta de realidad, y salió por la ventana de la fantasía. Si, si, arte, besar, dividido puede entrar, por delante y por detrás. Se reencuentra en el mistral, para llegar al corazón de cristal. Empañado confiado, ella corre por las venas, el antídoto para escapar, y escarpar bajando, sube la espuma, y ella se va como vino a la burbuja.
¿Si nunca hubo principio, por que alguien pensó en el final? El presente, es lo que esta al frente, un beso en la frente, luego en los labios, mariposas de cristal, se pierden con el mistral. De todos los ojos se ven cosas sucias, y de una sola mente se ven cosas limpias, sucio maniqueísmo. Sueña con ser una res valiente, y le da miedo despertar… Resucitar al borde de la muerte, inerte, paralizada se mueve, se mueve el toro furioso que lo embiste desnudo para vestir el peligro. Seguro se evapora el mar, otra mentira que si es verdad, mentira es el muro, muy duro. Suave unta el pergamino en el camino, y grita: auxilio, en el mundo de los sordos, y escribe con auxilio, las palabras: no me ayuden, en el mundo de los indiferentes. Inertes…
El orden se desnutre con el desorden circular. Sale del túnel de manera ordenada. La ira de mente atraviesa tus dientes. Con la lengua de trampolín, salta a la piscina, y emerge del rio sin fin. Cae de pecho, y toca sus dos piedras, del lecho de muerte se preocupa, y bajo una lupa se quema la vida. Se congela la vid, y se toma el vino, que en la sobriedad flota en la soledad.
– Amorfo –
Amorfo.
Egli aveva osservato la struttura della casa, una porta di fantasia, ed una finestra alla realtà. Indivisibile, non poteva andare. Per caso doveva entrare? Fuori stavano i ratti strappando il pantano d’onore. Il Caos alimentava l’ordine lineare, decise di entrare nella galleria in modo disordinato. E c’era Ada, la sorella, che gli ha voluto baciarlo prima della fine del mondo.
Un terremoto? Due tsunami? O di una cometa che si schiantava contro la menzogna? Sì, attraversare il ponte. Baciare sul ponte posteriore. Prima di lui, uno sciame di idee cattive, e una bella ape nell’alveare di un cervello. Ebro, annega in un fiume di lacrime, nel vederla, tenendo una rosa, da cui volò la farfalla per salvarlo dal morire affogato nelle illusioni.
Cadono i meteoriti della verità, e distruggono nella notte l’umanità. Lei cerca altri baci di ciliegio, e ignora le miniere nel freddo. E fa caldo nella città degli occhi, e miraggi, vede algoritmi nitidi, la danza e lei, dentro cotoni di ritmo, che lo persero nel maestrale, insicuro, entrò nella porta della realtà, e se ne andò fuori dalla finestra della fantasia . Sì, sì, arte, baci, diviso può entrare, da davanti e da dietro. Si rincontra nel maestrale, per raggiungere il cuore di vetro. Offuscata fiduciosa, ella corre attraverso le vene, l’antidoto per sfuggire, e la scarpata in basso, sale la schiuma, ed ella se ne va come vino in un soffio.
Se mai c’è principio, perché qualcuno ha pensato al finale? Il presente, che ci sta davanti, un bacio sulla fronte, poi sulle labbra, le farfalle di cristallo si perdono con il maestrale. Di tutti gli occhi si vedono cose sporche, e da una mente vengono le cose pulite, manicheismo sporco. Sogna di essere una cosa valente, e ha paura di svegliarsi … Resuscitare sull’orlo della morte, inerte, paralizzata si muove, si muove il toro furioso che arieti nudo per indossare il pericolo. Sicuro si evapora il mare, un’altra bugia che se è la verità, la menzogna è il muro, molto duro. Soave spalmata nella pergamena sul cammino, e grida: aiuto, nel mondo dei sordi, e scrive con sollievo, le parole: non mi aiutano, in tutto il mondo di loro indifferenti. Inerti …
L’ordine era denutrito con il disordine circolare. All’uscita dal tunnel del modo ordinato. L’ira della mente attraverso i vostri denti. Con la lingua da un trampolino, salta nella piscina, ed emerge dal fiume senza fine. Cadente di petto, e gioca le sue due pietre, il letto della morte si preoccupa, e sotto una lente d’ingrandimento brucia la vita. Si congela la vita, e si congela il vino, che nella sobrietà naviga nella solitudine.
Fonte: Oubliettemagazine
“La sua musica” di Fabio Orefice
La sua musica è in ascesa, tuoni di carne e misericordia fondono l’acciaio del mio cuore avverso per farne ali malleabili contro i cieli di piombo
La sua musica accoglie parole incompiute e versi in cammino per tenere tra le mani la mia volontà e propositi che sbocciano nella primavera di estasi da tacere ai più
La sua musica è una verità sbattuta in faccia che fa del walzer un tango e rende gladiatori gli amanti perché tra lacrime di vetro e sgomenti senza replica si ritrovino come cigni ammaccati su lenzuola liquide per annegare l’uno nell’altro
La sua musica disprezza i pronomi che demarcano e fa dei due Uno e di Uno Entrambi, due note suonate sulla stessa riga, la stessa chiave a dettarne il tono
La sua musica vede oltre i campi del futuro e rende il presente un eterno passato da succhiare amaro come un limone caduto da lasciare poi alle spalle quando la ferita prende a bruciare, Ché il fuoco arde l’istante ma offusca ogni prospettiva
La sua musica è un hip hop da sorseggiare con ghiaccio, da lasciar scivolare lento In da Club come una seduzione latina, come uno sguardo nero che scivola sulla pista e ti chiede di più, ti sfida al gioco, e lasciandoti a bruciare si traveste di zucchero e psichedelia invitandoti in un Candy Shop a far scempio d’ogni carezza come all’assedio di un harem
La sua musica fa di gambe tonanti e fianchi che arpeggiano note di ghiaccio e fa di me un maestro di piano e fa di noi un lungo viaggio verso New York, a scoprire che il frutto della redenzione e del sapore è tra quelle gambe, come in un Getsemani di sentori confusi di sale e pesca, dove non saprai mai se sarai dannato o redento, salvato o tentato
La sua musica batte forte come una English Summer Rain, grida forte di stanze buie e cicatrici mascherate d’amianto come l’urlo primordiale Inside All The People, per far di noi due satellite d’amore, Satellite of Love, e farmi tendere la mano cercando di Lei, Angie, A-Angie…
La sua musica grida con la discrezione del Sound Of Silence, nient’altro che la scomoda verità, e cosa farai ora, ora che hai sbattuto la faccia nel fango? Cosa, se non alzarti in piedi per lei? Per dirle Wish you were here?
La sua musica è un arrangiamento minuzioso, un dettaglio sapiente che sbroglia la perfezione e porta con sé solo attenzione, con discrezione, come in un luogo rarefatto, dove distanze e impegni e promesse e affanni nulla di tutto questo conta, come se ci fosse Life On Mars
La sua musica è una mano a carte scoperte, ti fa posare a terra gli assi senza rendertene conto, fa scala per farti salire in alto, ma se affanni non chiede di meglio che raccoglierti e far ossigeno delle sue labbra per te, far nuvole dei suoi seni d’alabastro per lasciarti volare come un angelo imperfetto, e tu sei preso in una caccia d’anima e sangue, senza resa, senza armi, senza vincitori, senza sconfitta, perché All Is Full Of Love
La sua musica fa eco alla mia, dolce come i Beatles, sfrontata come gli Stones, tenera come un ricordo d’infanzia al sapore di Beach Boys, delicata da tener segreta a cuori senza orecchie come i Queen, sfacciata e brillante per nasconder furie e tormenti d’anima come gli U2, spumeggiante come Michael Jackson, ardente come Lauryn Hill, poetica come Totò, viscerale come i Pearl Jam, vulnerabile e acuta come John Lennon
La sua musica passa come il vento della Grazia attraverso i miei frutteti per restituirli alla primavera dopo inverni innevati di silenzi e sussurrarmi tra violini Tonight Tonight!
La sua musica è un tifo a squarcia gola per me, la sua musica mette insieme note stonate per darle ogni notte alle mie gote perché un sorriso schiuso renda loro ali per sopravvivere alla notte, è la resa è vittoria un Disarm
La sua musica è un pretesto sempre buono per lasciar tutto e correre in un deserto carico di sussulti
La sua musica è la mia Lullaby, è il nostro punto e a capo
La sua musica è serena, la sua musica sono Io
– Contatto Fabio Orefice:
http://www.eyesofthefuture.it/
Fonte: Oubliettemagazine
“Il ragazzo nubiano” di Ahmed Salah
Era un ragazzo nubiano, si chiamava Karim ,un ragazzo di colore ma come il latte da dentro , un ragazzo birichino e molto simpatico, tutto il villaggio lo conosceva bene come un bravo ragazzo, viveva in una casa piccola vicino al Nilo e aveva un coccodrillino cosi piccolino di nome “Boh” , un coccodrillino molto bello, tutti i turisti venivano a casa di Karim per prendere delle foto con il suo coccodrillino” Boh”, Karim era bravo ad imparare le lingue straniere perché era sempre in contatto con le persone straniere e anche perché gli piaceva conoscere le altre culture diverse perciò voleva parlare le loro lingue. Aveva tre amici, Hassan, Baiumy, Fouad, tutti e tre erano molto leali con lui, gli volevano un mondo di bene, erano il discorso del loro villaggio perché erano amici davvero.
Ogni giorno andavano a scuola insieme, erano molto bravi a scuola ed erano anche giocatori, dopo la scuola andavano a giocare a calcio in un posto sconosciuto, lo chiamavano ” il posto dei fantasmi ” perché nessuno ci andava. Era un posto antico dove c’erano dei monumenti degli antichi egizi ma nessuno lo conosceva perché era un posto molto lontano dal villaggio in cui vivevano i ragazzi, Karim era bravo a leggere la lingua geroglifica e gli piaceva conoscere ogni piccola cosa della vita dei Faraoni perché suo nonno glieli raccontava e gli ha fatto amare la storia faraonica.
Come ogni volta dopo la scuola andavano nello stesso posto per giocare a calcio,ma mentre giocavano a calcio accidentalmente Karim è caduto e si è fatto male , tutti gli amici andavano verso lui per aiutarlo. MAentre stavano aiutarlo a camminare , Karim ha scoperto delle parole geroglifiche sulla roccia davanti, ha letto che c’era scritto e ha capito che c’era una tomba qui sotto. Karim voleva aprire la tomba ma gli amici avevano paura e volevano andare via perché sapevano bene che c’era la maledizione dei faraoni sulle loro tombe.
Dopo Aver scoperto la tomba, gli amici erano indecisi , non sapevano cosa fare, era un momento difficile , Karim voleva entrare la tomba ma gli amici volevano andare via perché avevano paura per la maledizione dei faraoni, Karim gli ha spiegato la situazione dicendogli” perché non entriamo amici, sarebbe bello vedere I tesori che ci hanno raccontato mille volte, e se avete paura dalla maledizione, Io conosco la soluzione per superare questo problema” gli amici erano sorprese quando hanno sentito questa cosa !! Fouad gli ha detto” Ma io ho paura veramente , voglio andarmene, e poi non possiamo rischiare, se ci siamo riusciti ad aprire la tomba, non sappiamo che c’e’ dentro”. Hassan voleva sapere quale era la soluzione perciò ha chiesto Karim ” e che cos’e’ la soluzione per superare la maldezione ,, ma credo che non ci sia una soluzione per questa Maledizione ,, ma daiii amici si chiama ” maledizioneeeeee!! Ecco e’ difficilissimo trovare una soluzione e poi siamo in ritardo , dobbiamo ritornare a casa, tanto Mia Madre mi punirà” era veramente un momento eccitante, non andavano D’Accordi, erano come due partite, Hassan e Fouad rifiutavano entrare la tomba ,Karim e Baiumy andavano d’Accordi, volevano entrare la tomba. Karim voleva che tutti gli amici andavano d’accordi e perciò ha risposto dicendogli” Ma la soluzione e’ chiarissima amici, facciamo finta di non esistere questa maledizione” Hassan gli ha detto” e come ?? Genio!!” Karim gli ha risposto” non sai cosa significa Fare finta!! Ma sei un bambino sei proprio un bambino, facciamo finta cioe’ come se non ci fosse nemmeno la Maledizione ^_* ecco questa è la soluzione” gli amici ridevano di Karim, Karim era molto arrabbiato perché gli amici lo prendevano in giro e poi se n’e’ andato a casa.
Tutti Gli amici sono ritornati a casa, Karim cercava di una soluzione per dirla agli amici, ha passato tutta la notte in bianco pensando e cercando una soluzione,e finalmente aveva pensato di dirgli che questa maledizione e’ una cosa irreale, non esiste.
Gli amici sono andati a scuola come il solito e poi sono andati insieme a guardare questa tomba, Karim voleva dirgli la soluzione ma intanto gli amici volevano entrare , era una cosa strana per Karim, era come una sorpresa per lui, ed era anche molto eccitato ad entrare la tomba e sapere che c’e’ dentro.
Gli amici hanno finalmente deciso di entrare la tomba, avevano un colpo di paura, pensavano ancora alla maledizione, ci sono riusciti ad entrare la tomba e non gli e’ successo niente , erano sorprese e nello stesso tempo erano molto contenti perché ce l’hanno fatta,Karim gli ha detto ” come vi ho detto, non c’e’ nessuna maledizione, avevo ragione io” gli amici allo stesso momento” eh si amico avevi ragione, ti chiediamo scusa per l’ultima volta siamo stati maleducati con te”gli amici sono entrati la tomba e Karim ha cominciato a leggere la lingua geroglifica, ma non ha capito tutto, ha chiesto agli amici se uno sapeva delle parole, ma nessuno era capace di leggere o sapere la lingua che lui, poi dopo esser entrati la paura se n’e’ andata.
Karim stava guardando le mura su cui c’era scritto la lingua geroglifica, gli altri amici stavano girando in tutta la tomba, Hassan stava cercando i tesori e Fouad stava camminando cosi senza meta, e Baiumy invece stava mangiando perché aveva fame, seduto cosi lontano dagli amici e non sapeva che c’era di fianco a lui una mummia, ma improvvisamente ha visto questa mummia, ha corso verso gli amici per dirgli cosa c’era,era spaventoso dalla mummia dicendogli” amici venite a guardare che c’e’ nell’altra stanza” “ma che c’e’ Baiumy” dice Karim ” c’e’ una mummia daiii venite ” dice Baiumy. Tutti gli amici sono andati a vedere la mummia, ma la mummia non c’era nel posto che ha riferito Baiumy, Baiumy era scioccato e voleva dire agli amici quello che aveva visto, ma intanto gli amici non gli credevano.
Cammin facendo Karim ha scoperto un attraente tesoro, era coperto di polvere, lo volevano aprire, ma come il solito avevano paura, ma hanno deciso di aprirlo, ma non sapevano che c’era nascosto dentro,ce l’hanno fatta, hanno aperto il tesoro, si sono spaventati quando hanno visto che c’era dentro, hanno corso verso la porta della tomba che Karim, avevano visto una mummia, voleva sapere di chi fosse questa mummia, ha Saputo che era un uomo poi e’ andato a dire agli amici.
Karim voleva rientrare ma gli amici non lo volevano fare, col tempo ci e’ riuscito a convincerli, ma questa volta avevano davvero paura, sono ritornati a vedere la mummia ma non l’hanno trovata, erano scioccati come era Baiumy prima, Baiumy gli ha detto ” ecco quello che dicevo io ma nessuno mi credeva ” e cosi avevano deciso di tornare a casa , sono andati verso la porta , ma hanno trovato la porta chiusa,, stavano esclamando ” ma che c’e’ qui in questa maledetta tomba” tutti gli amici erano molto delusi, e Baiumy ha cominciato a piangere, Karim gli ha detto ” ma smetti di piangere bambino” ma Baiumy era arrabbiato e ha cominciato a litigare insieme dicendogli ” ma sei tu che ci ha fatto venire qui, sei tu ” e Fouad ha calmato la situazione dicendo ” ma daiii amici, ma litighiamo qui, ma cosa fate ?? vergognatevi, invece di cercare la soluzione per uscire, litighiamo, mah” Hassan era impegnato a trovare la soluzione.
E Cosi sono rimasti rinchiusi dentro la tomba,Karim ha deciso di andare verso il tesoro, gli amici gli hanno detto ” non andare amico, e’ pericoloso” ma Karim gli ha risposto” ma daiii amici, ma se restiamo qui senza fare niente non possiamo uscire” tutti gli amici andavano d’accordi con Karim, perciò sono andati al tesoro ma non l’hanno trovato!!.
C’era qualcosa di strano, sono andati verso il tesoro e non l’hanno trovato e sono andati verso la porta e l’hanno trovata chiusa e sono andati verso la mummia che gli ha scoperto Baiumy e non l’hanno trovata, era una cosa pazzesca, non sapevano cosa fare. Ma hanno deciso di andare a dare un’occhiata a tutta la tomba, hanno trovato dei disegni faraonici, la tomba era cosi ricca , c’erano poltrone d’oro e anche divani e vasi tutto era d’oro e d’argento, non sapevano di chi fosse la tomba ma volevano sapere tutta la storia del faraone che c’era qui.
Cammin Facendo hanno trovato dei disegni sulle mura su cui c’era scritto tutte le informazioni sulla dinastia, Karim stava leggendo le parole con l’aiuto degli amici e sono riusciti a sapere la storia della dinastia, la tomba era di un faraone ricco ma non sapevano il suo nome, hanno scoperto anche una mappa su cui c’era disegnato tutta la tomba e tutte le stanze della tomba, e cosi hanno Saputo tutte le vie giuste per arrivare ai tesori, ma ogni tanto sentivano dei rumori nelle stanze, avevano paura.
Karim voleva sapere di chi fossero queste voci, cercava la via giusta per arrivare a queste voci, e cosi seguendo le voci, ha scoperto che c’erano dei faraoni ancora vivi, era cosi spaventoso e stava ascoltandoli ma non capiva niente, e’ andato a chiamare gli amici per guardare questa strana cosa ma purtroppo non li ha trovati.
È Ritornato, non ha trovato nessuno, era veramente perso, non sapeva dove andare!! C’erano molte vie,non riusciva a sceglierne una da percorrere, era deluso, ma aveva deciso di cercare gli amici, e’ andato cosi senza meta.
Ha sentito una voce lontana,gente che parlava cosi velocemente non sapeva che lingua parlassero, era una lingua diversa, ne’ nubiana ne’ egiziana, sembravano faraoni perché non né ha capito neanche una sola parola, voleva avvicinarsi e vedere che c’era!! Aveva ragione erano faraoni ma accompagnavano loro gli amici, voleva avvicinarsi ma uno degli amici gli ha fatto un gesto che significa allontanarsi da loro forse perché c’era qualcosa di strano, qualcosa che faceva male a lui,non sapeva cosa fare, era veramente un periodo cosi strano, infondo ha deciso di seguirli.
I faraoni hanno preso gli amici in posto cosi strano, volevano sapere chi fossero questi ragazzi e perche mettessero questi vestiti strani secondo I faraoni, tutti gli amici erano davanti il re della tomba, Karim era sorpreso, non aveva mai visto gente cosi in vita sua, aveva deciso di avvicinarsi per aiutare gli amici vista la sua conoscenza della lingua geroglifica, si e’ avvicinato ma le guardie del re l’hanno arrestato, pensavano che fosse un ladro, Karim voleva chiarire la situazione e cercava di utilizzare la sua conoscenza della lingua faraonica per parlare con loro dicendogli ” siamo venuti qui senza volerci veramente, stavamo giocare e poi siamo caduti dentro la tomba” il re era sorpreso, come un ragazzo come questo sapesse parlare la loro lingua e anche era sospettato dicendogli” ma che dici bugiardo, non sono convinto di quello che hai detto, siete ladri, tanto lo sapevo” Karim aveva molta paura ma voleva superare questo problema dicendogli”ma non sono bugiardo ,dico la verità, se vuoi arrestare qualcuno allora arrestami perché sono io a far venire gli amici qui, non e’ colpa loro” il re era molto sorpreso delle belle parole di Karim dicendogli” wow mi piace la tua sincerità e il tuo coraggio veramente perciò vi lascio e vi libero, e se volete dei tesori, ve li do, beati voi ragazzi avete un buon amico di grande cuore e anche molto bravo” gli amici non capivano un’acca, ma Karim ha tradotto tutto, erano felici di queste belle parole.
Dopo questa chiacchierata con il re Karim gli ha chiesto che volevano uscire dalla tomba, il re era buono con loro e anche molto generoso, gli ha dato dei tesori e anche ha dato la chiave della vita a Karim, Karim era molto eccitato e non sapeva cosa dirgli.
Karim voleva sapere il nome del Re, ogni volta che lo voleva chiedere, dimenticava, ma finalmente si e’ ricordato di chiedergli Karim gli ha chiesto ” ma posso farle una domanda?”, Il re :” ma certo, chiedimi pure”
Karim: ” Ma come si chiama Lei ? “
Il re ha riso e gli ha detto ” ma questa e’ la domanda!! Comunque mi chiamo Ahmed Salah Stellino, sono l’ultimo re della dinastia numero 33″
Karim era cosi confuso e non sapeva cosa dirgli, ma ha ringraziato il re di tutto quello che gli ha dato e poi sono usciti dalla tomba.
Gli amici sono andati a Casa, I loro genitori li stavano cercando ovunque, Baiumy, non voleva tornare a casa perché aveva paura di suo padre, e anche Fuoad e Hassan avevano molta paura. Il giorno dopo sono andati a scuola hanno raccontato tutta la storia agli amici ma nessuno li credeva.
Fonte: Oubliettemagazine
Lei beve…? Racconto surreale di Maria Savasta
Oggi mi sono alzata presto, devo fare un milione di cose; no, non un milione, ma tantissime cose sì.
Forse ho le traveggole, sarà stata la cena pesante di ieri sera. No non può essere, mi pizzico e sono sveglia; pure tutto è diverso: la mia casa sembra inserita in una favola grigia o meglio argentata o forse è più giusto lunare.
Insomma non ci sono più pareti ne soffitto: o perlomeno ci sono, ma sono fatte di nuvole. Anche i mobili e i lampadari sono nubi fluttuanti, è come se il cielo fosse sceso in casa mia, non solo in una stanza, e non è sopra di me, ma io sono in lui, tutto è diventato cielo: ci ha assorbito.
Bello penso, così potrò passare attraverso i muri senza aprire le porte. Cammino decisa e spedita e … boom, batto il capo contro il muro.
Ahimè, è una falsa nube, una caligine di pietra e sassi. Cammino con precauzione, devo uscire necessariamente, non vedo la porta: ohibò, saranno venuti i ladri stanotte e me l’hanno scardinata. Va bene, ci penserò dopo: al mio rientro chiamerò un fabbro e un falegname e mi farò fare una porta super blindata, a prova di ladri e parenti, solo io dovrò poterla aprire.
Poi, poi … sarebbe conveniente buttare a mare il fabbro, perché se gli salta il grillo di venire di notte a rubarmi …?! Meglio stare sicuri.
Boom …!!! batto con tutte le mie forze nella porta che non c’è, ho due bernoccoli in fronte e le nocche indolenzite. La mia porta è diventata di legno trasparente, o meglio anch’essa è caliginosa.
Assurdo, tutto assurdo. Qualcuno ha fatto una ‘mavaria’ mi sembra di vivere in una favola nera.
Con mille precauzioni esco, tutto è cambiato, la strada è attraversata da enormi gradoni; la Chiesa di fronte è tutta bella, spiritualizzata, sembra fatta di fiocchi di nuvole e piume d’ali d’angeli.
Resto incantata a guardarla con un piede alzato pronta a salire o scendere gli enormi gradoni che portano ad essa.
“Signora, signora che fa?”
-E che vuole questo qui? Che gli interessa? Oh bella, guarda che ora devo raccontare i fatti miei agli estranei.-
Poggio con precauzione il piede cercando di prendere la giusta misura del gradone, non mi è chiaro se è all’ingiù a all’insù: devo salire o scendere …?!
“Signora, dico a lei. Non può intralciare il lavoro”
-Questo ha voglia d’attaccare bottone. Mai dar retta agli sconosciuti …! – Me l’hanno insegnato da piccola e ho una buona memoria. Faccio finta di non sentire e mi accingo ad attraversare la scala, sì perché a ben guardare questa scala non va ne in giù, ne in su: è una scala buttata a terra come ponte che collega i due marciapiedi, ha dei grandi scaloni chiari e bisogna saltellare come bambini che giocano “a zoppetto” da uno scalone all’altro se non si vuol cadere nel vuoto.
“Signora, ma che fa? Si fermi.” Mi sento prendere per un braccio. Non può attraversare ora, non vede gli operai che rinfrescano le strisce?”
-Gli operai … le strisce … ma di cosa parla?
“Signora sta bene?”
Certo che sto bene, non ho 20 anni, ma non sono nemmeno Nonna Abelarda.
Perché mi tengono per il braccio? Di cosa parlano? Che vogliono da me? Io devo solo passare dall’altra parte, devo sbrigare le mie faccende.
“Signora, collabori, deve rispondere se non vuole passare guai. Lei beve?”
Che domanda …! – certo che bevo, almeno un litro e mezzo al giorno –
“E stamani ha bevuto?”
-sicuro, inizio la mattina e finisco la sera-
“Capito, dobbiamo avvisare suo marito. Ricorda il numero di cellulare?
-no, ma non l’ho cancellato: è qui, memorizzato nel mio.
”Me lo dia”
-guardi che non gli risponderà.
“Perché? Forse ha litigato e vedendo il suo numero non risponde? Tranquilla, chiamerò col mio”
-No, dove si trova lui non gli danno il permesso di rispondere al telefono, ne tanto meno di venire a prendermi-
“E’ in carcere? No problem, ho conoscenze, dovunque sia risponderà, parola mia.”
Comincio ad innervosirmi: -non è in carcere, dove si trova lui sono molto più rigorosi, una volta arrivati non possono mai più tornare indietro-
“E’ in un’isola? In un bagno penale? Ma che cavolo ha combinato …?!
-Ha avuto l’infelice idea di morire con un infarto. … –
“Ah … ora capisco tutto: lei beve perché è disperata”
-Non sono disperata –
“non è disperata? Allora è felice che sia morto?”
-Non sono felice che sia morto. Lo fui
“Fu felice …?!”
-No, fui disperata-
“Non è disperata, non è felice, lei è semplicemente un’ignava viziosa. Qui ci vuole il palloncino”
-il palloncino …?! –
“Sì per la prova etilica. Mi capisce signora? Ora chiamo i cugini”
-Mi dispiace per lei, i miei cugini non risponderanno, sono nel nuovo mondo.
“sono morti anche loro?
-no, sono in Australia.
“ma che ca… m’interessa dei suoi cugini, io parlo dei miei, quelli dell’arma. Ho finito i palloncini e sono certo che loro li hanno.
Ma guarda un po’ che questo mi vuole ammazzare.
-le piace giocare con i palloncini? Alla sua età? Si vergogni.
“il palloncino non è per me, ma per lei”
-non lo voglio, non ho l’età —
“lei è proprio andata. Non appena arriva il palloncino, lei lo deve gonfiare, dobbiamo vedere quanto alcool ha nel sangue”
-e chi ce lo ha messo nel mio sangue …?! Io uso l’alcool solo per le punture e mi fa schifo anche l’odore-
“ma non ha detto che beve?
-certo, ma bevo solo acqua, per il resto nisba, non bevo niente di niente, nemmeno la coca cola, sono astemia.
“lei prima ha detto che beve, passerà dei guai, per dichiarazione mendace.
“palloncini, palloncini colorati, tutti belli tondi o sagomati. Sono qui, l’uomo dei palloncini. Non li volevate voi …?”
Si era avvicinato a noi un uomo tutto tondo, anche il suo viso era tondo e rubizzo, indossava un cappotto a due code tutto liso ai gomiti, era felice: trascinava un carrettino pieno di leccornie e teneva in mano un mazzo di bellissimi palloncini colorati di tutte le forme e dimensioni
Lo guardammo straniti.
Il campanile della Chiesa angelicata batte le ore.
Oh Dio … m’è saltato il turno.
Ora chissà quando mi chiameranno per l’intervento di cataratta …!
Per una lettura serena e divertente.
Fonte: Oubliettemagazine