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Archive for the ‘Cinema Laboratorio’ Category

“Il mio ultimo giorno di scuola” di Ferrafilm

La scuola è finita in tutta Italia, eccetto per coloro che devono ancora affrontare l’esame di maturità. Comunque sia, questo video è adatto a tutti ed è frutto dell’ottimo lavoro di una produzione indipendente gestita da giovani e chiamata Ferrafilm.

Fonte: Skimbu

“Talking”, di Daniele Lupo

“Talking”

In un unico e pesantissimo pianosequenza, il regista mostra un LUI (Daniele Lupo) e una LEI (Giorgia Castellini) seduti al tavolo di un terribile silenzio; ogni loro azione corrisponde ad una non azione; sono una coppia eppure sono costretti a stare insieme; si parlano e non si parlano; non hanno motivo per rimanere insieme, eppure vi rimangono.

Anno: 2010

Attori: Daniele Lupo (LUI) Giorgia Castellini (LEI)

Montaggio e Fotografia: Daniele Lupo

Colonna sonora: Gabriele Confaloni

Produzione: LABORATORIO VII
RECENSIONE a cura di ALBA GNAZI:
Talking: situazione di quotidiano paradosso. La lentezza dei gesti, il reciproco ignorarsi, l’assenza di emozioni visibili nella mimica facciale dei protagonisti fanno da contraltare a voci, applausi, rumori, versi di sottofondo. La realtà irrompe e disturba, contorna e delinea, incidendo il silenzio dietro cui si nasconde la coppia che usa gli oggetti e le loro funzioni per ‘dialogare’. Come gli SMS veicoli di interscambio spesso posticcio e forzato o la lettura dei libri che, seppur avvenga in contemporanea, non avviene ‘insieme’.
Non c’è partecipazione. Aberrazioni civili. Violenze sottintese. Cose di tutti i giorni, di tutti i luoghi. Lui se ne va, infine. Alla vigliaccheria del non dialogo si sostituisce l’assenza fisica, che probabilmente è più declaratoria di qualsiasi parola. Lei continua a leggere. Sola di nuovo, non meno di prima. Malati d’indifferenza e scarsa stima di sé: anche se nei messaggi qualcuno ha scritto ‘ti amo’ e l’altro, giustamente, non replica ‘anch’io’ ma solo ‘lo so’…

RECENSIONE a cura di LAURA MUCELLI PROVVIDENZA:
Lascia un sentimento di malessere ma ha messo in scena la comunicazione moderna che conduce alla silenzio e alla solitudine. Ognuno nella sua sfera non guardando chi gli sta attorno. L’autore gioca colle parole scritte, con i silenzi, con le pause in scrittura e con i rumori della vita un po’ sovrastanti. I messaggi sms diventano filo spezzato, comunicazione interotta. Nel fatto di leggere concentra un simbolo di lettura scelta e riflessiva pero’ smettiamo noi quando l’abbiamo deciso e chiudiamo il libro.
I personaggi sono di marmo, rappresentano l’indifferenza. Quello che mi ha colpito è il finale “ti amo” con la risposta “lo so”. Una parola è un dono e il minimo è parlare, rispondere e non chiudere il dialogo. L’altro resta sospeso. Tutti si amano ma in fondo,ognuno nel suo mondo. Mi ricorda Buzzati in una novella dove scriveva che il telefono era bello, ci avvicinava ma nello stesso tempo ci separava. Ora i nuovi mezzi sono gli stessi. Parola scritta normalmente si sviluppa il pensiero. Qui però tutto è troncato. Dov’è l’umanità? Non è nella modernità.

“Ermanno” un film di Fabrizio Marrocu, 2009

– Come fanno ad abbandonarti… –
In aperta campagna, due uomini si muovono, forse alla ricerca di qualcosa, all’apparenza senza una meta precisa. Sembrano un cacciatore e una preda designata, ma non tutto è come sembra. Un’opera sperimentale e decostruita, sorta di riscrittura heavy delle teorie del montaggio ejzenštejniane.

(Sergio Di Lino, redattore capo di http://www.cinemavvenire.it)

“Ermanno“ è un mediometraggio di Fabrizio Marrocu, ha una durata di 50 minuti, ed è stato girato tra Dicembre 2008 e Gennaio 2009 in cinque giorni non consecutivi con una telecamera amatoriale.
Il regista ha dato agli interpreti una completa libertà d’azione nei confronti di tempi, battute e situazioni, limitandosi a seguirli nei loro gesti e registrando ogni cosa in vista di una ricostruzione a posteriori.
Il metodo di lavoro utilizzato è lo stesso di “Paolo“, il primo episodio di una sorta di trilogia sull’antieroe, un approccio di tipo improvvisativo che lascia libertà di scelta e costruzione sia all’attore che al regista-operatore all’interno dei territori dell’estemporaneo.
Una tabula rasa delle regole della messinscena operata in virtù dell’ottenimento di punti di vista alternativi sul perché delle azioni attraverso la contemplazione dell’azione pura, e mirante a un approfondimento della psicologia e della finitudine di personaggi che diventano così vettori di un’esperienza di visione anteposta alla loro fisicità.
– Il film digitale così inteso -, scrive il regista – ci aiuta a concepire il prodotto cinematografico indipendente come conseguenza di un’orchestrazione di atteggiamenti improvvisativi di tipo ambientale operata da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’atto filmico. L’unione insomma dell’improvvisazione ragionata di attori, operatore di macchina e aiutanti in relazione all’ambiente circostante, alla situazione e al comportamento degli attori. –
In “Ermanno“ abbiamo due personaggi di cui non sappiamo niente. Tutto ciò che abbiamo sono le loro azioni e una ricostruzione che avviene man mano che li accompagniamo nel loro girovagare. I dialoghi sono prossimi allo zero, ma qualcosa ci fa capire che si tratta di una sorta di caccia, di ricerca tra l’uno e l’altro.
– La vita non contempla la chiarificazione di ciò che accade. – scrive il regista – In tutto questo ci chiediamo quale sia lo scopo della caccia. “Ermanno” è anche questo: il travaglio e la catarsi di entità ridotte dalla società di massa a contenitori di liquidi non meglio identificati, e la purificazione dell’atto crudele attraverso lo svilimento dell’apatia e dell’impotenza insite nel vittimismo. –

Fonte: Oubliettemagazine

“Paolo” un film di Fabrizio Marrocu, 2008

“Un uomo parla al telefono con un amico, che diventa poi un consulente, poi un collaboratore, poi un confidente. I due interlocutori si rivelano essere infine complici di un piano terroristico volto al compimento di una strage.”

“Paolo” è un cortometraggio indipendente girato nella seconda metà di Aprile 2008 in 4 ore consecutive senza soluzione di continuità con una telecamera amatoriale mini-DV. Regia di  Fabrizio Marrocu.

Nonostante trama ed eventi presentino una progressione lineare e la narrazione segua una struttura classica, con un inizio ed una fine indipendenti, si tratta in realtà di un lavoro sperimentale composto da una serie di dialoghi e situazioni improvvisate, registrate senza soluzione di continuità e riassemblate in fase di montaggio fino all’ottenimento della storia, che emerge come in un’epifania.

All’attore è data una libertà d’azione totale nei confronti di tempi, battute e situazioni. Questo metodo di lavoro, che il regista ha chiamato “Improvvision” per conferirgli una riconoscibilità a livello di concetto, aiuta a concepire il prodotto cinematografico indipendente come conseguenza di un’orchestrazione di atteggiamenti improvvisativi di tipo ambientale da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’atto filmico. L’unione dell’improvvisazione di attori, operatore di macchina ed aiutanti in relazione all’ambiente circostante, alla situazione e al comportamento degli attori.

E’ stato il  primo cortometraggio di Fabrizio Marrocu. Un esperimento. L’oggetto della ricerca era il verificare la possibilità di ottenere una storia di senso compiuto partendo da frammenti e dialoghi totalmente slegati tra loro.
Filmografia:
–        PAOLO [2008] – Italia, durata: 23′
–        ERMANNO [2009] – Italia, durata: 50′
–        ARTURO [2009] – Italia, durata: 29′
–        UNCLE BUBBLES [2010] – Italia, durata: 39′

Fonte: Oubliettemagazine

 

“Uncle Bubbles”, un film di Fabrizio Marrocu

Uncle Bubbles” è un cortometraggio indipendente realizzato tra Giugno e Agosto 2010. Il film è diretto da Fabrizio Marrocu, il quale ha curato anche soggetto, sceneggiatura, fotografia e montaggio. Il soggetto è frutto di una collaborazione che ormai dura da tre anni tra il regista e Flavio Picciau, insieme hanno lavorato a tre cortometraggi di elevato carattere sperimentale, “Paolo”, “Ermanno”, “Arturo”.
La storia mette in rilievo l’ineluttabilità della vita e dei movimenti che portano allo sfascio di una famiglia e di un rapporto fraterno. L’ineluttabilità della coerenza e della chiusura. Dell’abbandono morale e umano.
5 attori protagonisti. 4 sono fratelli, due presentano degli handicap mentali. I 4, a causa di un’eredità, percorreranno momenti di profonda crisi. Il quinto personaggio è il Dottore. Vera star del cast, però, è il mistero che si cela dietro la figura dei due fratelli handicappati e della rabbia incontrollabile dei due restanti. Termina con il sangue, termina in modo inaspettato, nell’oscurità della selvaggia ignoranza umana.
“Uncle Bubbles” è caratterizzato da una dicotomia topografica di forte impatto, specchio delle indoli degli attori protagonisti. Lo sguardo dello spettatore è accompagnato in due piani in equilibrio, esterno ed interno, allo stesso modo della psiche dei cinque personaggi anch’essi in contrappeso. X e Y sono personaggi interni, A e B sono esterni ed il dottore rappresenta un costituente isolato che determinerà la ricostruzione originaria dei quattro.
Il corto è interamente recitato in lingua sarda in ceppo linguistico Campidanese e i personaggi si esprimono nella parlata di Villacidro (VS), paese d’origine del regista e degli attori. Il metodo di lavoro usato è un metodo sperimentale frutto di una ricerca sulla creazione filmica avente come perno centrale i principi dell’improvvisazione attoriale e del controllo degli elementi caotici della realtà in rapporto a percorsi narrativi semi-prestabiliti. Gli attori coinvolti sono tutti non-professionisti.
La locandina di “Uncle Bubbles” è stata realizzata da Carlo Giambaresi. (contatto carbonmade)
La colonna sonora è realizzata da Stefano Guzzetti.
Di seguito alcuni link di approfondimento:
– Articolo sul metodo di lavoro “Improvvision“.
– Intervista al regista, Fabrizio Marrocu.
Il cortometraggio, prodotto da “Faster Keaton” per “Under The Weather”, sta suscitando notevole curiosità e gareggia giovedì 24 febbraio 2011 nella sezione ufficiale e nella sezione Iceberg al “Visioni Italiane 2011” di Bologna.
“Uncle Bubbles” è disponibile in visione streaming all’indirizzo:

Filmografia:
–        PAOLO [2008] – Italia, durata: 23′
–        ERMANNO [2009] – Italia, durata: 50′
–        ARTURO [2009] – Italia, durata: 29′
–        UNCLE BUBBLES [2010] – Italia, durata: 39′

Fonte: Oubliettemagazine