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DOCudì2023, concorso di Cinema Documentario promosso dall’associazione ACMA

DOCudi Cᴏɴᴄᴏʀsᴏ – Cɪɴᴇᴍᴀ – Dᴏᴄᴜᴍᴇɴᴛᴀʀɪᴏ
decima edizione: dal 30 marzo al 18 maggio 2023 presso l’Auditorium Cerulli in via Francesco Verrotti n° 42 a Pescara
Pescara #DOCudì2023 proiezione del film A NOI RIMANE IL MONDO di Armin Ferrari che sarà presente in sala
Giovedì 6 aprile 2023 secondo film in concorso a DOCudi2023, Concorso di Cinema Documentario promosso dall’associazione ACMA, giunto quest’anno alla decima edizione.
A NOI RIMANE IL MONDO di Armin Ferrari racconta le ramificazioni del lavoro creativo di Wu Ming, il collettivo italiano di narratori militanti e d’avanguardia, e le esperienze emerse dal loro impegno attivo nel plasmare una diversa narrazione degli ultimi vent’anni di contro cultura e lotta politica in Italia.
La storia di Wu Ming inizia negli anni ’90, quando, sotto lo pseudonimo di Luther Blissett, pubblicarono Q, un romanzo storico che divenne un best seller in Italia.
Un documentario sullo strano caso di collettivi e comunità di narratori, sorte a partire dalle discussioni su un blog di romanzieri, per poi occuparsi di sentieri e paesaggio, di guerriglia odonomastica, di J.R.R. Tolkien e fantastico, di bufale storiografiche, di cambiamenti climatici, di scrittura collettiva, di colonialismo, mettendo al centro della narrazione la pratica collettiva del camminare.
evento su Facebook https://fb.me/e/TIfuJkzv
Armin Ferrari: da sempre appassionato d’arte in tutte le sue forme, dopo aver studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Verona ed aver successivamente frequentato un corso di multimedialità teatrale, Armin sceglie di affidare al mondo dell’immagine in movimento la sua espressività.
Sebbene la passione per il cinema sia centrale nella sua formazione, la maggior parte dei progetti nei quali è coinvolto professionalmente sono un’ibridazione tra il mondo del teatro e quello del video. In questo ambito contribuisce a svariati allestimenti operistici e musicali con l’apporto di proiezioni video, esplorando di volta in volta diversi linguaggi visivi a seconda del soggetto rappresentato. Inoltre, realizza nel corso degli anni numerosi documentari brevi di carattere sia divulgativo che artistico legati ancora una volta al mondo del teatro, della pittura, della fotografia e della cultura in generale.
Tutte le informazioni sono alla pagina https://www.webacma.it/docudi2023-proiezione-a-noi-rimane-il-mondo/
Proiezioni presso l’Auditorium Cerulli in via Francesco Verrotti n° 42 a Pescara con ingresso gratuito.
Gradita la prenotazione utilizzando il modulo tinyurl.com/DOCudi2023-Prenoto
Il Concorso DOCudì prosegue con appuntamenti tutti i giovedì sino al 18 maggio 2023 e il calendario delle proiezioni è al link https://tinyurl.com/DOCudi2023-Calendario
Il prossimo appuntamento è per giovedì 13 aprile 2023 con, fuori concorso, “Cinema e letteratura”:
presentazione del libro: LO SCHERMO OSCURO. CINEMA NOIR E DINTORNI di Silvio Raffo. Interviene l’autore. A seguire proiezione del film noir anni ‘40: VERTIGINE di Otto Preminger
INFO sito web www.webacma.it/docudi-2023 / ACMA chi siamo: https://www.webacma.it/chi-siamo/
#Docudi2023 #DocudiConcorsoCinemaDocumentario #AssociazioneACMA
CALENDARIO DOCudì 2023
MARZO giovedì 30 in Concorso
SPARTIVENTO di Marco Piccaredda
interviene il regista
APRILE giovedì 6 in Concorso
A NOI RIMANE IL MONDO di Armin Ferrari
interviene il regista
APRILE giovedì 13 fuori concorso dal Libro al Film
presentazione del libro: LO SCHERMO OSCURO. CINEMA NOIR E DINTORNI
di Silvio Raffo Bietti editore, 2014
interviene l’autore
a seguire proiezione del film noir anni ‘40: VERTIGO di Otto Preminger
APRILE giovedì 20 in Concorso
PESO MORTO di Francesco Del Grosso
interviene il regista insieme al protagonista Angelo Massaro
e al montatore Giulio Tiberti
APRILE giovedì 27 aprile 2023 in Concorso
UN NEMICO INVISIBILE di Riccardo Campagna, Federico Savonitto
intervengono i registi
MAGGIO giovedì 4 in Concorso
ENRICO CATTANEO / RUMORE BIANCO di Francesco Clerici, Ruggero Gabbai
intervengono i registi
MAGGIO giovedì 11 in Concorso
NOI SIAMO ALITALIA di Filippo Soldi
interviene il regista
MAGGIO giovedì 18 (fuori concorso) EVENTO SPECIALE
RUE GARIBALDI di Federico Francioni
interviene il regista
a seguire PREMIAZIONI
Tutti i Comunicati Stampa sono consultabili alla pagina https://www.webacma.it/comunicati-stampa/#Docudi2023 #DocudiConcorsoCinemaDocumentario #AssociazioneACMA
“Invisibili”, film documentario di Paolo Cassina a Chieti

GIOVEDÌ 16 MARZO 2023, ORE 17:00
proiezione del film documentario INVISIBILI
presso SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA di CHIETI
Corso Marrucino 97, 3° piano
Iniziativa culturale promossa da ITALEXIT – ABRUZZO
È IMPORTANTE DIFFONDERE IL PENSIERO COMUNE A DIFESA DEI CITTADINI COINVOLTI
Genere: documentario
Anno di produzione: 2022
Paese di origine: Italia
Durata: 91’46”
Regia: Paolo Cassina
Collaborazione alla regia: Alessandro Amori
Collaborazione alle musiche: Nicola Bottos
Produzione: Playmastermovie
Le testimonianze delle persone che hanno subito gli effetti avversi del vaccino covid19 e dei medici e professionisti che alla vigilia di una possibile introduzione di una “quarta dose” obbligatoria per tutti lanciano un messaggio chiaro: non si può forzare in nessun modo l’essere umano all’inoculazione o all’assunzione di sostanze potenzialmente dannose e talvolta letali.
Da mesi tutti gli italiani sono sottoposti a continue vessazioni da parte del governo in ambito lavorativo e sociale. La vita, come la intendevamo prima della pandemia, è stata resa impossibile attraverso le continue limitazioni e lo sdoganamento del cosiddetto “green pass”.
Il fine è quello dell’adesione di massa ad una campagna vaccinale anticovid che lascia però molti dubbi, sia per il reale funzionamento dei sieri, sia per le innumerevoli reazioni avverse agli stessi.
Si parla, solo per l’Europa, di milioni di reazioni avverse, anche gravi e di migliaia di decessi tutti documentati, di cui i media mainstream non parlano o parlano in minima parte, minimizzando la portata reale del fenomeno.
La sensazione è che le istituzioni vogliano quasi far sparire queste persone rendendole invisibili.
Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un documentario che vuole portare l’attenzione sulla reale gravità di questi casi attraverso le voci dei danneggiati ma anche dei professionisti del mondo della sanità e della magistratura.
Riteniamo Invisibili un bene della collettività, le cui informazioni devono raggiungere più persone possibile e per questo motivo abbiamo deciso di pubblicarlo gratuitamente.
Per questo motivo ti chiediamo di attivare subito una donazione in modo che il valore di Invisibili – così come di tutti i nostri impegni e progetti futuri – possa essere apprezzato da tutti.
“Invisibili”, film documentario di Paolo Cassina a Chieti

VENERDÌ 3 MARZO 2023, ORE 17:00
proiezione del film documentario INVISIBILI
presso SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA di CHIETI
Corso Marrucino 97, 3° piano
Iniziativa culturale promossa da ITALEXIT – ABRUZZO
È IMPORTANTE DIFFONDERE IL PENSIERO COMUNE A DIFESA DEI CITTADINI COINVOLTI
#italexitperlitalia #ITALEXIT #perlitaliachenonmollamai #italexitabruzzo #mariuscreati #invisibili
Genere: documentario
Anno di produzione: 2022
Paese di origine: Italia
Durata: 91’46”
Regia: Paolo Cassina
Collaborazione alla regia: Alessandro Amori
Collaborazione alle musiche: Nicola Bottos
Produzione: Playmastermovie
Le testimonianze delle persone che hanno subito gli effetti avversi del vaccino covid19 e dei medici e professionisti che alla vigilia di una possibile introduzione di una “quarta dose” obbligatoria per tutti lanciano un messaggio chiaro: non si può forzare in nessun modo l’essere umano all’inoculazione o all’assunzione di sostanze potenzialmente dannose e talvolta letali.
Da mesi tutti gli italiani sono sottoposti a continue vessazioni da parte del governo in ambito lavorativo e sociale. La vita, come la intendevamo prima della pandemia, è stata resa impossibile attraverso le continue limitazioni e lo sdoganamento del cosiddetto “green pass”.
Il fine è quello dell’adesione di massa ad una campagna vaccinale anticovid che lascia però molti dubbi, sia per il reale funzionamento dei sieri, sia per le innumerevoli reazioni avverse agli stessi.
Si parla, solo per l’Europa, di milioni di reazioni avverse, anche gravi e di migliaia di decessi tutti documentati, di cui i media mainstream non parlano o parlano in minima parte, minimizzando la portata reale del fenomeno.
La sensazione è che le istituzioni vogliano quasi far sparire queste persone rendendole invisibili.
Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un documentario che vuole portare l’attenzione sulla reale gravità di questi casi attraverso le voci dei danneggiati ma anche dei professionisti del mondo della sanità e della magistratura.
Riteniamo Invisibili un bene della collettività, le cui informazioni devono raggiungere più persone possibile e per questo motivo abbiamo deciso di pubblicarlo gratuitamente.
Per questo motivo ti chiediamo di attivare subito una donazione in modo che il valore di Invisibili – così come di tutti i nostri impegni e progetti futuri – possa essere apprezzato da tutti.
“Amabili Resti” di Peter Jackson [2009]
Passabili gesti
Tratto dall’omonimo romanzo di Alice Sebold, Amabili Resti costituisce un caso particolare nella filmografia contemporanea.
Non è un unicum assoluto, ma rappresenta un modo sufficientemente singolare per la rappresentazione di una storia che, altrove, si sarebbe potuta inscenare in maniera decisamente più lineare.
La storia è quella di una ragazzina quattordicenne che viene sequestrata e uccisa da un pazzo psicopatico. Tutta la storia è raccontata dalla stessa adolescente, in prima persona, essendo la sua anima in una sorta di purgatorio pre-paradisiaco a causa dei suoi ancora troppo forti legami terreni.
Ciò che affossa tremendamente questo film è la banalità data dalla stereotipizzazione dei personaggi e dalle azioni vaghe e fuori fuoco che compiono.
Manca qualsivoglia carattere dei personaggi e l’attenzione psicologico-emotiva è sbandierata ma mai rappresentata.
Ciò che, per contro, salva questo film, è il carattere dichiaratamente fiabesco dell’intera opera. L’onirismo è efficacemente rappresentato tramite l’ausilio di notevoli effetti speciali che trovano nella loro infantilità il motivo di esistere.
In costante bilico fra autentica sincerità e ruffiana banalità, Amabili Resti è in grado di suscitare qualche altra osservazione.
Sin dalle prime battute infatti ci troviamo di fronte ad analogie con altri film anch’essi particolari, realizzati negli ultimi vent’anni.
Un paragone possibile è quello con il successivo The Tree Of Life di Terrence Malick. L’ambientazione simile, una narrazione sincopata in perpetuo rimbalzo tra due tempi e due spazi differenti, e una rappresentazione del “regno dei morti” con più di un punto in comune permettono l’accostamento tra le due opere. Esiste la possibilità che Malik sia rimasto così folgorato da Amabili Resti, tanto da ricalcarne parte dello stile? Effettivamente può essere che qualche influenza possa sussistere. Sicuramente Malick si è lasciato maggiormente influenzare dalla parte di banalità del film. Quella di una ricerca dell’altrove tramite la messinscena di comunissimi stereotipi che possono entusiasmare soltanto un’adolescente. E’ comunque da notare che Amabili Resti offre una narrazione ben più solida e si guarda bene dal cercare di fornire allo spettatore delle emozioni viscerali tramite normalissime immagini della natura.
Un altro film per molti aspetti associabile a quello di Peter Jackson è Al Di Là Dei Sogni di Vincent Ward del ’98, dove un affascinato Robin Williams viaggia alla scoperta dei segreti della vita e dell’oltre-vita. Principalmente è la visionarietà data dagli effetti speciali a ricordarci le somiglianze fra le due opere, e malgrado quelli di Peter Jackson siano tecnicamente più validi, il film di Ward sa offrirci più spunti di riflessione, già solo per le molte citazioni dalla letteratura e dalla pittura.
Infine c’è Creature Dal Cielo, film del ’94 basato su un’agghiacciante storia vera e diretto dallo stesso Peter Jackson, prima che s’immischiasse nell’infinite vicende tolkeniane. Anche qui è la parte onirico-fiabesca a costituire l’elemento di contatto fra i due film che, altrimenti, registicamente lasciano alquanto a desiderare.
In Amabili Resti latita comunque quell’attenzione sulla percezione distorta della realtà da parte di alcuni personaggi, come invece è possibile osservare in Creature Dal Cielo. L’unico personaggio interessante dell’ultima fatica del regista neozelandese è il maniaco psicopatico interpretato da Stanley Tucci, finalmente distante anni luce dai tempi del rivoltante Il Diavolo Veste Prada, parossismo perbenista di un buonismo assolutamente ingiustificato e, anzi, dannoso e deprecabile. Tucci sa come rivelare la sua parte insana dietro alla patina di normalità sorretta quotidianamente dall’abitudinaria monotonìa dell’azione. Ciò che passa inosservato non per questo è meno pericoloso. Ciò di cui ci fidiamo non per questo è meno infido.
Amabili Resti è dunque un film sul lutto e sulla sua elaborazione, ma è troppo inconsistente per avvicinarsi anche solo lontanamente a come sapevano trattare l’argomento un Bergman piuttosto che un più recente Ozon. Amen, il film di Jackson si fa comunque seguire per il thriller e perché una messinscena a tratti molto particolare stimola la nostra curiosità.
Danilo Cardone
Fonte: Cinefobie
Banksy l’arte della ribellione, film documentaristico di Elio España

BANKSY – L’ARTE DELLA RIBELLIONE rivela finalmente la storia di Banksy, dalle origini in una sottocultura criminale fino alla sua ascesa come leader di un movimento artistico rivoluzionario.
Banksy nasce come artista nella scena underground di Bristol, in Inghilterra, e le sue prime opere di graffiti e street art risalgono al 1990. La sua arte politicizzata, i suoi epigrammi sovversivi e le sue audaci incursioni hanno oltraggiato l’establishment e creato un nuovo movimento rivoluzionario. I suoi lavori sono divenuti vere e proprie icone del contemporaneo e Banksy è ad oggi lo street artist più famoso e controverso al mondo. Il potere abusato, la povertà, i fondamentalismi politici e religiosi, l’alienazione, la guerra, la violenza e il capitalismo sono al centro delle sue opere.
Per la prima volta viene raccontata la storia completa della carriera di Banksy: dai primi lavori come giovane artista underground fino a diventare l’artista più famoso del ventunesimo secolo, nonostante la sua identità sia ancora avvolta nel mistero. Ispirato dai graffiti della New York degli anni ’70, Banksy trasforma il movimento della Street Art in forma d’arte mainstream mettendo insieme un impero multimilionario e modificando la concezione stessa dell’arte.
BANKSY – L’ARTE DELLA RIBELLIONE è il primo film a far luce sull’intera storia di Banksy”, ha dichiarato Lise Romanoff, CEO e Managing Director di Vision Films. “Ci sono libri e documentari che hanno toccato diversi aspetti del suo lavoro e della sua vita, ma nulla che abbia mai ripercorso tutta la sua storia. Una storia avvincente e rivelatrice”.
“Penso che esistano molte idee sbagliate su Banksy, e il suo anonimato ha molto a che fare con questo”, ha dichiarato lo scrittore e regista Elio España (Prince: Slave Trade, Down In The Flood: Bob Dylan, The Band & The Basement Tapes, Robert Plant’s Blue Notes, The Smiths- The Queen is dead). “Le persone non pensano a Banksy come a un artista di graffiti, non lo è più, ma le sue origini provengono assolutamente da quel mondo. La sua arte non si estranea dal contesto, lui è il frutto del suo background a Bristol e della cultura e della politica di questo tempo – un periodo particolarmente tumultuoso, ma anche elettrizzante. Ha fatto parte del mondo dei graffiti, è stato un pioniere della Street Art insieme a un certo numero di altre figure importanti, ma Banksy ha completamente cambiato il modo in cui l’opera d’arte viene esposta e venduta. Credo che comprendendo la sua storia, si otterrà anche una comprensione molto più profonda del suo lavoro”.
In BANKSY – L’ARTE DELLA RIBELLIONE viene presentato un raro archivio proveniente da collezioni private e interviste inedite. Intervengono il promotore d’arte Steve Lazarides, ex braccio destro di Banksy; l’artista di fama mondiale Ben Eine, uno dei collaboratori più stretti di Banksy; John Nation, che ha gestito il progetto di graffiti in cui è iniziata la storia di Banksy; i famosi street artist Risk, Felix “Flx” Braun, KET & Scape, oltre a diversi esperti e critici d’arte.
BANKSY – L’ARTE DELLA RIBELLIONE è prodotto dal team di Tom O’Dell e Elio España (Manson: Music From An Unsound Mind, How the Beatles Changed the World, Rise of the Superheroes, Wartime Crime) ed è prodotto da Spiritlevel.
SPIRITLEVEL è uno studio indipendente specializzato in documentari e serie televisive. Fondato nel 2002 da Elio España e Tom O’Dell, le numerose produzioni artistiche, storiche e di intrattenimento di Spiritlevel includono la serie storica in sei episodi Wartime Crime (Discovery Networks/UKTV/Viasat), How The Beatles Changed the World (Netflix), Manson: Music From An Unsound Mind (ARTE/Sky Arte), e il recente Days of Rage: The Rolling Stones’ Road to Altamont.
http://spiritlevelcinema.co.uk/
“Mi chiamo Altan e faccio vignette”, film documentaristico di Stefano Consiglio

“MI CHIAMO ALTAN E FACCIO VIGNETTE”
Il docufilm di Stefano Consiglio su Francesco Tullio Altan è un ritratto originale e profondo sul narratore “silenzioso” di Aquilea.
Di Altan conosciamo le sue folgoranti vignette, il mitico Cipputi, le sue graphic novel, la cagnolina più amata dai bambini da quarant’anni a questa parte: Pimpa. Un artista universale, che si esprime con tanti stili diversi, ma tutti con un comun denominatore, la capacità di emozionare, di spingerci verso delle riflessioni a volte amare ma sempre con il sorriso e un pizzico di speranza che ce la si possa fare.
Ma dell’uomo Altan conosciamo ben poco. Proverbiale e leggendaria è la sua ritrosia nel raccontarsi pubblicamente. Allora il docufilm realizzato da Stefano Consiglio “Mi chiamo Altan e faccio vignette”, è certamente uno strumento importante per capire chi sia realmente Francesco Tullio Altan.
Altan parla per la prima volta di sé, delle sue indimenticabili vacanze da bambino, del rapporto con un padre importante quale è stato Carlo Tullio Altan, antropologo di “chiara fama”, come si suol dire. Della sua formazione artistica, dell’amore della sua vita: la moglie Mara Chaves. Di politica e di costume, di sport, di libri, di film, di disegnatori, vignettisti e pittori, di amicizia… Il film cerca di rendere più esplicito il suo sguardo sul mondo, uno sguardo lucido su quel che siamo in fondo tutti noi, gli italiani di ieri e quelli di oggi. Uno modo di raccontare senza indulgenza, ma pieno di umana comprensione.
Il film è arricchito dalle testimonianze di Paolo Rumiz, Michele Serra, Ezio Mauro, da un monologo di Stefano Benni su “Che cos’è un Altan” e da alcune storiche vignette girate da attori in carne e ossa. Stefania Sandrelli, Angela Finocchiaro e Paolo Rossi hanno dato infatti il loro volto e la loro voce alle donne sensuali disegnate dal maestro, a “Luisa e Ugo” che nel tinello di casa si interrogano giorno dopo giorno su se stessi.
Il film è prodotto da Verdiana con Indigo Film, in collaborazione con la Cineteca di Bologna.
Sinossi
Il viaggio alla scoperta dell’universo Altan è iniziato con una conversazione filmata realizzata nel suo studio, durata diversi giorni.
Altan mi ha raccontato del suo lavoro: delle oltre 7.000 vignette, delle non so esattamente quante centinaia di strisce e cartoni animati della Pimpa, delle graphic novel…
E poi abbiamo parlato di politica, di costume, di sport, di libri, di film, di disegnatori, vignettisti e pittori. (A proposito di pittura apro una piccola parentesi: Altan mi ha detto che il suo quadro preferito è “La flagellazione di Cristo” di Piero della Francesca, che però non aveva mai visto dal vero… E così qualche tempo dopo siamo andati a vederlo insieme al Galleria Nazionale delle Marche a Urbino, dove ho cercato di filmare l’emozione di quel momento.)
Dopo quel primo “incontro ravvicinato” ce ne sono stati degli altri, e questo materiale è diventato l’ossatura del docufilm. Sulla quale e intorno alla quale ho innestato il monologo di Stefano Benni “Che cos’è un Altan”; le testimonianze di Paolo Rumiz, Michele Serra, Ezio Mauro; una confidenziale e amichevole conversazione con Mara Chaves, moglie di Altan; e una chiacchierata intorno a una tavola imbandita nel giardino della casa di Giorgio Poppi -amico di Altan sin dalla prima giovinezza- e di sua moglie Pimpa. (Pimpa è il soprannome di Giovanna Madonia, che col tempo però è diventato il suo “vero nome”…
E’ a lei che lo ha “rubato” Altan per darlo al cagnolino più famoso d’Italia!)
A corollario di tutto ciò non potevano mancare le leggendarie vignette (sono certo che ad Altan non piacerà questo aggettivo, ma non ne saprei trovare uno migliore) che milioni di italiani – sì non esagero: milioni di italiani! – tengono attaccate in bella mostra in casa o in ufficio.
A proposito delle sue vignette… A un certo punto mi si è affacciata l’idea (temeraria?) di girarne alcune con degli attori in carne ed ossa. Escludendo quelle su Cipputi (la cui maschera, essendo più vera del vero, mi sembra irriproducibile dal vero), ho pensato alle sue donne così sensuali, morbidamente appoggiate a dei cuscini, che ci regalano agrodolci perle di saggezza. E le ho immaginate con le sembianze di Stefania Sandrelli. Pensando poi alla coppia un po’ consumata dal tempo formata da Ugo e Luisa (l’unica coppia tra le tante disegnate da Altan che ha un nome) l’ho immaginata con le sembianze di Paolo Rossi e Angela Finocchiaro. Per finire coi vecchietti seduti sulla panchina, e di nuovo mi è apparso Paolo Rossi. Mi sono buttato (temerariamente, ripeto) e ho girato con loro. Quanto mi sono divertito, ma anche quanto timore di sbagliare, vista la perfezione degli originali… (Confortato però dal viatico dello stesso Altan e dalla totale disponibilità degli attori che ho fortissimamente voluto non soltanto per la loro bravura, ma anche per il loro physique du rôle che mi sembra particolarmente adeguato ai personaggi di Altan.)
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
Quando ho pensato a un film su Altan la prima cosa che mi è venuta in mente è stato un possibile titolo: “MI CHIAMO ALTAN E FACCIO VIGNETTE”.
Non è difficile leggerci la citazione di una celeberrima presentazione che John Ford fece di se stesso a un’assemblea della Directors Guild (l’associazione dei registi americani): “Mi chiamo John Ford e faccio western”.
(Lui, John Ford – che ha vinto quattro premi Oscar, e che Orson Welles annovera tra i grandi classici del cinema americano – si presenta come un semplice artigiano di film western!)
La grande forza comunicativa, e direi anche poetica, del lavoro di Altan sta esattamente nella sua capacità di interpretare, senza necessariamente assecondarli, gli umori, i sentimenti (e talvolta i risentimenti) delle persone comuni, che guardano (al)la vita in modo autentico, talvolta disincantato ma mai cinico. Uno sguardo sempre al passo coi tempi, ma senza concedere nulla alle mode del tempo.
C’è una sua vignetta, una delle mie preferite, con una delle sue donne belle e opulente (ma sempre “pensanti”, sottolinea Altan) e una didascalia che recita: “Si deve vivere intensamente, sennò ci si accorge di esistere”… Si può descrivere meglio di così l’air du temps?
“Docudì 2020”, ottava edizione concorso di cinema documentario a Pescara
#Docudì2020 #DocudìConcorsoCinemaDocumentario
OTTAVA EDIZIONE
Pescara: da giovedì 23 gennaio a sabato 16 maggio 2020 presso il Museo Vittoria Colonna
(ingresso libero)
evento bit.ly/3a00AXP
INFO Sinossi, trailer, schede bit.ly/39ZtY0m
La precedente edizione: INFO, elenco proiezioni, sinossi, schede, trailer, articoli… goo.gl/k35vUa
#AssociazioneACMA #DocudìConcorsoCinemaDocumentario #AbruzzoDocFestival
Docudì – concorso di cinema documentario
L’A.C.M.A. (Associazione Cinematografica Multimediale Abruzzese) è un’associazione culturale senza scopo di lucro nata nel dicembre 2000, costituita da volontari con la finalità di promuovere la cultura cinematografica e multimediale attraverso la sua fruizione a vantaggio dei propri associati e dell’intera collettività.
Si occupa di coordinare, organizzare e pianificare attività culturali in generale soprattutto attraverso l’organizzazione di festival, rassegne, cineforum o singole proiezioni.
L’A.C.M.A., come già nei precedenti anni, organizza Docudì, concorso di cinema documentario che si svolgerà nel periodo gennaio – maggio 2020.
Undici gli appuntamenti: con film in concorso, fuori concorso e film d’Arte.
Quest’anno due i Premi che saranno assegnati: “Docudì 2020” con il voto del pubblico e “Docudì sociale” che l’ACMA darà al film che avrà meglio trattato una tematica di natura sociale.
Tutti i film in concorso sono stati prodotti nel 2019 e dopo le proiezioni sono previsti incontri con gli autori e momenti di approfondimento e di dialogo con il pubblico in sala.
Fuori concorso, tre appuntamenti (23 gennaio – 26 marzo e 14 maggio) con documentari d’arte contemporanea che raccontano le opere di artisti internazionali. Rassegna a cura di Anthony Molino.
Gennaio giovedì 23 ore 17.00 DOCUDÌ d’Arte (fuori concorso)
due documentari di Andrés Arce Maldonado sul lavoro dell’artista Giuliano Giuliani.
“Pietranima” e “Il respiro della Pietra”
Alla proiezione interverrà l’artista, che dialogherà con il curatore e il pubblico convenuto.
seguiranno
gennaio ore 17.00
– giovedì 30
febbraio ore 17.00
– giovedì 13 ”Vado verso dove vengo” di Nicola Ragone sarà presente il regista
– giovedì 27 “Avevo un sogno” di Claudia Tosi
marzo ore 17.00
– giovedì 12 “Vulnerabile bellezza” di Manuele Mandolesi
– giovedì 26 DOCUDI Arte “Emilio Vedova. Dalla Parte del Naufragio” di Tomaso Pessina sul lavoro dell’artista Emilio Vedova.
aprile ore 17.00
– giovedì 16 “Wrestlove – L’amore combattuto” di Cristiano di Felice
– giovedì 30 “Normal” di Adele Tulli
maggio ore 17.00
– giovedì 07
– giovedì 14 DOCUDI Arte “Ettore Spalletti: ritratto” e “Capo Dio monte” di Pappi Corsicato sul lavoro degli artisti Ettore Spalletti e Luigi Ontani.
Sabato 16 maggio 2020 le Premiazioni e al termine proiezione (fuori concorso)
May You Live In Interesting Times, Biennale di Venezia 58. Esposizione Internazionale d’Arte
Si è aperta al pubblico sabato 11 maggio 2019 la 58. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo May You Live In Interesting Times, a cura di Ralph Rugoff. La pre-apertura per la stampa e gli addetti ai lavori si è svolta l’8, 9 e 10 maggio; la Cerimonia di premiazione e inaugurazione ha avuto luogo a Ca’ Giustinian, sede della Biennale, sabato 11 maggio.
“Ci siamo spesso interrogati” – ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta – “sul ruolo della Biennale e sulle sfide che deve affrontare, consapevoli delle molteplici ambivalenti possibili letture del nostro lavoro (della nostra missione), che si distingue da tanti altri non per quello che si fa (Exhibitions) ma forse per lo spirito con cui lo si fa e per le modalità con cui si opera, modalità che a loro volta devono essere coerenti con quello spirito.
In tempi di grandi cambiamenti è parso a tutti necessario essere attenti all’evoluzione del mondo e del mondo dell’arte. Devo riconoscere che alla guida della Biennale di Venezia siamo agevolati in questo esercizio dall’essere attivi in diversi settori artistici – dal Teatro alla Musica alla Danza al Cinema all’Architettura – non cessano mai gli stimoli, le sfide e le sollecitazioni”.
La mostra si articola tra l’Arsenale (Proposta A) e il Padiglione Centrale (Proposta B) ai Giardini e include 79 partecipanti da tutto il mondo, ciascuno dei quali è presente in entrambe le sedi espositive, con opere diverse che mostrano aspetti diversi della pratica di ciascun artista.
«Molte delle opere esposte affrontano le tematiche contemporanee più preoccupanti – spiega Ralph Rugoff – dall’accelerazione dei cambiamenti climatici alla rinascita dei programmi nazionalisti in tutto il mondo, dall’impatto pervasivo dei social media alla crescente disuguaglianza economica. Tuttavia, dobbiamo partire dal presupposto per cui l’arte è più di una mera documentazione del periodo storico in cui viene realizzata».
«May You Live In Interesting Times mette in evidenza opere la cui forma attira l’attenzione su ciò che la forma stessa nasconde e sui molteplici scopi perseguiti dalle opere. Forse, indirettamente, queste opere possono diventare una sorta di guida per vivere e pensare in ‘tempi interessanti’. Possiamo senza dubbio imparare qualcosa dal modo in cui gli artisti di questa Biennale sfidano le consuetudini del pensiero e ampliano l’interpretazione che diamo a oggetti e immagini, scenari e situazioni decisamente eterogenei».
La mostra è affiancata da 89 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è a cura di Milovan Farronato.
Completano il panorama espositivo della Biennale Arte 2019 i 21 Eventi collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali, organizzati in numerose sedi della città di Venezia.
• La mostra sarà aperta fino a domenica 24 novembre 2019.
“HITLER contro PICASSO e gli altri”, anteprima mondiale nei cinema italiani
HITLER contro PICASSO
e gli altri L’ossessione nazista per l’arte
Solo il 13-14 marzo 2018 al cinema
Con la partecipazione straordinaria di Toni Servillo
In due modi il nazismo mise le mani sull’arte: tentando di distruggere ogni traccia delle opere classificate come ‘degenerate’ e attuando in tutta Europa un sistematico saccheggio di arte antica e moderna.
In anteprima mondiale nei cinema italiani solo il 13 e 14 marzo e a seguire sugli schermi di altri 50 paesi del mondo il documentario che ci guida per la prima volta alla scoperta del Dossier Gurlitt, di rari materiali d’archivio, dei tesori segreti del Führer e di Goering.
Con la colonna sonora originale di Remo Anzovino.
“Com’è possibile essere indifferenti agli altri uomini? La pittura non è fatta per decorare appartamenti. È uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro il nemico” _Pablo Picasso
Chagall, Monet, Picasso, Matisse, Klee, Kokoschka, Otto Dix, El Lissitzky. Artisti messi al bando, disprezzati, condannati eppure anche trafugati, sottratti, scomparsi.
Sono trascorsi 80 anni da quando il regime nazista bandì la cosiddetta “arte degenerata”, organizzando, nel 1937 a Monaco, un’esposizione pubblica per condannarla e deriderla e, contemporaneamente, una mostra per esaltare la “pura arte ariana”, con “La Grande Esposizione di Arte Germanica”. Proprio in quegli stessi giorni cominciò la razzia, nei musei dei territori occupati e nelle case di collezionisti e ebrei, di capolavori destinati a occupare gli spazi di quello che Hitler immaginava come il Louvre di Linz (rimasto poi solo sulla carta) e di
Carinhall, la residenza privata di Goering, l’altro grande protagonista del saccheggio dell’Europa. Si calcola che le opere sequestrate nei Musei tedeschi siano state oltre 16.000 e oltre 5 milioni in tutta Europa. Tra gli artisti all’indice Max Beckmann, Paul Klee, Oskar Kokoschka, Otto Dix, Marc Chagall, El Lissitzky. Sui muri le frasi di commento: “Incompetenti e ciarlatani”, “Un insulto agli eroi tedeschi della Grande Guerra”, “Decadenza sfruttata per scopi letterari e commerciali”. La mostra sull’”arte degenerata” fu portata in tour come esempio in 12 città tra Austria e Germania e la visitarono circa 2 milioni di persone.
Proprio per raccontare alcune delle infinite storie che presero il via in quei giorni, a distanza di 80 anni arriva oggi sul grande schermo un documentario-evento con la partecipazione straordinaria di Toni Servillo e la colonna sonora originale firmata da Remo Anzovino.
Hitler contro Picasso e gli altri. L’ossessione nazista per l’arte,diretto da Claudio Poli e prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con la partecipazione di Sky Arte HD, arriva nelle sale italiane in anteprima mondiale solo il 13 e 14 marzo e ci guida tra Parigi, New York, l’Olanda e la Germania raccogliendo testimonianze dirette sulle storie che prendono il via da quattro grandi esposizioni che in questi ultimi mesi hanno fatto il punto sull’arte trafugata, tra protagonisti di quegli anni, ultime restituzioni e preziosi materiali d’archivio.
Si parte da “21 rue La Boétie”, la mostra parigina nata dalla volontà di esporre parte di un prezioso patrimonio recuperato, la collezione di Paul Rosenberg, uno dei più grandi collezionisti e mercanti d’arte di inizio ‘900, con quadri da Picasso a Matisse; e si passa a “Looted Art”, alla mostra di Deventer, in Olanda, che espone i quadri provenienti dai depositi statali olandesi e dalle collezioni razziate dai nazisti; si esplora poi “Dossier Gurlitt”, la doppia esposizione di Berna e Bonn che per la prima volta espone la collezione segreta di Cornelius Gurlitt, figlio di uno dei collezionisti e mercanti d’arte che collaborarono coi nazisti, fermato per caso dalla polizia doganale su un treno per Monaco nel 2010. Tra le tele della collezione trafugata capolavori di Chagall, Monet, Picasso e Matisse.
Tra i protagonisti del film anche Simon Goodman (che in scatoloni pieni di vecchie carte e documenti ha scoperto la storia della sua famiglia e della sua magnifica collezione d’arte, che comprendeva opere di Degas, Renoir, Botticelli, nonché il cinquecentesco “Orologio di Orfeo”. Larga parte della collezione era finita nelle mani di Hitler e Goering), Edgar Feuchtwanger (che nel 1929 fu il vicino di casa di Adolph Hitler, qualche anno prima che suo padre fosse deportato a Dachau, mentre dalla loro casa venivano sottratti mobili e libri preziosi) e Tom Selldorff (che è riuscito a recuperare quattordici opere appartenute alla sua famiglia cui furono sottratte negli anni ’30).
All’interno di Hitler contro Picasso e gli altri. L’ossessione nazista per l’arte troveranno inoltre spazio gli autorevoli interventi di Pierre Assouline, giornalista e scrittore, Jean-Marc Dreyfus, storico e autore del libro Il Catalogo di Goering, , Timothy Garton Ash, storico, Berthold Hinz, storico dell’arte, Meike Hoffmann, esperta di arte degenerata e della vicenda Gurlitt, autrice principale della biografia di Hildebrand Gurlitt Il mercante d’arte di Hitler, Eva Kleeman e Daaf Ledeboer, storici dell’arte e ideatori della mostra Looted Art di Deventer, Markus Krischer, giornalista di Focus che ha seguito l’inchiesta su Cornelius Gurlitt, Agnieszka Lulińska, storica dell’arte e co-curatrice della mostra su Gurlitt a Bonn, Bernhard Maaz, direttore generale delle Bayerische Gemäldesammlungen, Christopher A. Marinello, mediatore nel recupero di opere d’arte, Art Recovery International, Inge Reist, direttrice del Frick Collection’s Center for the History of Collecting presso la Frick Art Reference Library, New York, Elizabeth Royer, gallerista parigina, esperta di restituzioni, Marei e Charlene von Saher, eredi del gallerista Jacques Goudstikker, Cynthia Saltzmann, storica dell’arte e autrice del libro Ritratto del dottor Gachet. Storia e avventure del capolavoro di Van Gogh,Tom Selldorff, erede, Christina Thomson, storica dell’arte e co-curatrice della mostra su Rudolph Belling, Anne Webber, cofondatrice e condirettrice Commition for Looted Art in Europe, Rein Wolfs, a guida della Bundeskunsthalle di Bonn e co-curatore della mostra su Gurlitt a Bonn, Nina Zimmer, direttrice del Kunstmuseum Bern – Zentrum Paul Klee e co-curatrice della mostra su Gurlitt a Berna.
Diretto da Claudio Poli su soggetto di Didi Gnocchi e sceneggiatura di Sabina Fedeli e Arianna Marelli, con musiche di Remo Anzovino, Hitler contro Picasso e gli altri. L’ossessione nazista per l’arte è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con la partecipazione di Sky Arte HD ed è distribuito nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it e ARTE.IT. L’evento al cinema è patrocinato dalla Comunità Ebraica di Milano.
“Manolo: The Boy Who Made Shoes for Lizards”, première del film in 10 Corso Como Milano
première del film
“Manolo: The Boy Who Made Shoes for Lizards” diretto da Michael Roberts, 2017
Sottotitoli in inglese.
“Spero che chiunque veda il film ne sia piacevolmente intrattenuto e senta il collegamento con l’immaginario visivo e con le molte persone che vi hanno preso parte. Il pubblico avrà un piccolo quadro della mia vita e un’occasione per apprezzare la visione e l’inimitabile umorismo di Michael Roberts.” Manolo Blahnik
“Manolo: The Boy Who Made Shoes for Lizards” film su Manolo Blahnik diretto da Michael Roberts, verrà presentato in 10 Corso Como Milano, mercoledì 20 dicembre 2017 in due proiezioni alle ore 17.00 e alle ore 19.00.
Il film è un ritratto di Manolo Blahnik, leggendario designer della calzatura, che con il suo straordinario impegno professionale ha dettato lo stile per celebrità, stilisti e professionisti della moda. Con un quadro intimo della sua vita e del suo lavoro, questo video-documentario ricostruisce anche alcuni episodi emblematici della sua infanzia.
Michael Roberts, regista e giornalista di moda, ha realizzato con uno sguardo originale un documentario (il cui titolo rimanda alla passione che Manolo ha avuto sin da bambino, di disegnare scarpe … per le lucertole!), in cui “sbircia” dietro le quinte del mondo geniale, intellettuale e romantico che ha dato origine alle amatissime scarpe “Manolo”.
Una carriera lunga 45 anni scorre attraverso i racconti e gli aneddoti di Anna Wintour, André Leon Talley, Paloma Picasso, Charlotte Olympia, Iman, Rihanna, Naomi Campbell, John Galliano, Sofia Coppola, David Bailey, Isaac Mizrahi, Joan Burstein, Mary Beard, Colin McDowell, André Leon Talley, Penelope Tree, Gioacchino Lanza Tomasi, Rupert Everett, Karlie Kloss e naturalmente Manolo Blahnik stesso.
MANOLO: The Boy Who Made Shoes for Lizards Premiere italiana in 10 Corso Como
Film diretto da Michael Roberts, 2017
89 minuti, sottotitoli in inglese
Il film è prodotto da Nevision UK.
Neil Zeiger, Gillian Mosely and Bronwyn Cosgrave, producers Line Producer, Zoe Loizou Executive Producers James Cabourne, Tiggy Maconochie, Ralph Shandilya e Anne Morrison. È distribuito in Italia da DNC Entertainment.
Mercoledì 20 dicembre 2017 in 10 Corso Como due proiezioni alle ore:
17.00
19.00