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Archive for November, 2012

Bjork, intervento al laser alle corde vocali

November 30, 2012 Leave a comment

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La famosa cantante islandese Bjork ha rivelato sul social network Facebook di essere stata operata alla corde vocali per rimuovere un polipo scoperto durante un controllo circa quattro anni fa, in seguito ad una serie di cure a base di diete con diete specifiche  ed esercizi, scegliendo l’alternativa definita di sottoporsi a un intervento con il laser: Devo ammetterlo: la chirurgia è uno sballo sono stata a riposo per tre settimane, poi ho ripreso a cantare e ora sento che le mie corde vocali sono tornate a funzionare come prima del polipo. E’ molto gratificante tornare a cantare tutte le note. Mi dispiace di aver dovuto cancellare i miei impegni all’inizio dell’anno, non volevo parlare di questo fino a quando non fossi stata sicura che sarebbe andato tutto bene. Quindi non vedo l’ora di tornare a cantare per voi nel 2003″.

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Antonio Albanese, politica in mano ai comici italiani

November 30, 2012 Leave a comment

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Il noto attore comico Antonio Albanese in un’intervista al mensile Ciak affronta  l’ipotesi dell’avanzamento di alcuni personaggi comici sulla scena politica del paese, facendo un confronto con i personaggi della sua nuova commedia “politically corrotta” in cui i protagonisti fanno le finte primarie: “Mentre cominciavamo a scrivere ci siamo detti: vuoi vedere che un comico ligure diventerà premier? E abbiamo affidato il ruolo-cameo del presidente a Paolo Villaggio. Perché il vero comico genovese è lui, lo stimo moltissimo per ciò che ha fatto e per quel che mi ha dato. Il film racconta le surreali primarie di Frengo Stoppato, scoppiato mistico traumatizzato da una madre che vuole santificarlo in vita, Olfo Favaretto, secessionista lombardo-veneto, e naturalmente il politico disinvolto Cetto La Qualunque. Beppe Grillo si sta divertendo come un pazzo, tutti si chiedono come mai non va in tv? Diciamoci la verità, i talkshow politici hanno frantumato le palle in maniera totale, è un genere che dedica tempo e visibilità a gente che ha rovinato questo Paese e che in quel contesto viene santificata. Dicendo no ai talk show, Grillo ha fatto una scelta vincente. Non sono contento di ciò che dice Grillo e di come lo dice, ma credo che la sua iniziativa abbia tamponato una possibile reazione ancora più negativa che poteva far virare il Paese verso la destra autoritaria. Insomma, abbiamo evitato il peggio. Abbiamo ancora intenzione di tenerci la classe politica così com’è? Ma di cosa stiamo parlando se nella stessa coalizione ci son due che si scannano per le primarie? E allora io faccio “Tutto tutto niente niente” e persino le primarie finte, perché a questo punto, davvero, vale tutto”.

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Festa del Cinema di Roma… e lo chiamano red carpet!

November 29, 2012 Leave a comment

Festa del Cinema di Roma, il fascino del red carpet, i fotografi, le telecamere, una buona bottiglia di vino, un piatto di formaggi e salumi in attesa dell’inizio della proiezione. Insomma, un approccio da professionista esperta del settore. Certo, magari sorseggiare un bicchiere piuttosto che tracannare una bottiglia e assaggiare un pezzetto piuttosto che azzannare una forma di pecorino avrebbe fatto più diva hollywoodiana, ma, d’altronde, devo trovare un appiglio alla realtà. E al momento l’unica cosa che mi lega a Hollywood è una foto in cui la mitica scritta sulla montagna si vede sbiadita perché c’era nebbia. E, d’accordo,  se proprio devo dirla tutta la scelta del film da vedere non è stata fatta in base a considerazioni afferenti i criteri della più alta cinematografia. La presenza di Luca Argentero nel cast e di conseguenza sul mio stesso red carpet è stata determinante nella decisione di andare a vedere la prima di “E la chiamano estate”, che più che “la prima” potremmo chiamarla “la metà”, visto l’abbandono prematuro della sala in modalità fugone. Comunque, visto che non siamo qui a dare stelline ai film, ma a commentare un red carpet direi che possiamo cominciare. Ecco a voi, Anna Tatangelo e Gigi D’Alessio. La tanto criticata differenza d’età non si vedeva. Contando un anno per ogni passata di fondotinta, Anna dimostrava circa venti anni di più. Certo le va riconosciuto di aver potuto indossare con dignità un vestito di raso verde bottiglia cangiante con le tonalità dell’oro che evidenzierebbe anche un pelo superfluo sulla coscia figurarsi un concentrato adiposo  però il risultato complessivo è una canzone neo melodica cantata dal suo compagno con la voce melliflua. Antico. Andiamo avanti. Arriva Filippo Nigro, tra i protagonisti del film, che, si,  il velluto è tornato di moda ma solo per le donne. Voto: decisamente meglio nel film, dove, per lo più, è nudo.  Violante Placido, donna solitamente da red carpet. Solitamente. In questa occasione, no. Perché le gonne anche solamente un po’ a palloncino dovrebbero essere marchiate con la “O” di Out e con l’acronimo di S.M.A.T. Stanno male a tutte. La meravigliosa Eva Riccobono, che se fossi un’attrice e dovessi fare il red carpet con lei, la inviterei a bere qualcosa e le metterei il lassativo nel bicchiere. Assolutamente favolosa con i capelli leggermente raccolti di lato e uno smoking semplicissimo portato con scarpe basse e una camicia di seta nera accollata con un fiocco- volant sul davanti-.  E poi, finalmente, lui. Luca Argentero. Vestito scuro, camicia bianca con il collo aperto, sorriso smagliante e capello leggermente lungo con ciuffo. E che nessuno pensi che mi sono comportata come un’adolescente in pieno tripudio ormonale davanti a uno dei One Direction. Non ho sbavato. Però, rimanendo in tema di Festival del Cinema, mi sono girata un cortometraggio. Lui che incrocia i miei occhi, si stacca di dosso la moglie, magari facendole anche perdere un po’ l’equilibrio, e poi viene verso di me. I suoi occhi nei miei. Mi prende la mano e corriamo insieme felici sul red carpet. E io non cado, nonostante il tacco 12. Unica consolazione è che lui, anche volendo, non avrebbe potuto farlo perché  Myriam Catania lo stringeva così  tanto che se gli fosse venuto il colpo della schiena sarebbe stato in grado di muoversi di più. Per lei vestito lungo e morbido con scollatura profondissima. In realtà, più che scollatura, lo definirei un taglio netto in due.  Stesso modello oltretutto già esibito nel red carpet di qualche giorno prima. Troppa scollatura per troppo poche forme. E leggeteci pure un pizzico di cattiveria. Ultima a sfilare, Isabella Ferrari, protagonista del film che le ha fatto vincere il Marc’Aurelio. In lei, bellezza e classe sono innegabili. E’ da qualche tempo che l’attrice ci ha abituato a un look giunonico, sullo stile di una dea dell’Olimpo. Vestiti morbidi, legati in vita o sotto il seno a esaltare le forme, stoffe setose, ecc. Comunque, una donna come lei starebbe anche nuda. E tutti quelli che hanno visto “E la chiamano estate” possono confermarlo. (Valeria Carola)

Fonte: VM-Mag

“Però un paese ci vuole” di Giovanna Grignaffini, La Lepre Edizione

November 27, 2012 Leave a comment


PERÒ UN PAESE CI VUOLE
STORIA DI NEBBIE E CONTENTEZZA
di Giovanna Grignaffini
Forse per la prima volta la generazione degli anni Sessanta prende finalmente congedo dal proprio passato in questo romanzo intessuto di sentimento, ma anche di lucida ironia.
Un paese: volti che si assomigliano, abitudini che non cambiano. Radici.
Francesca torna in quel paese nel 1989, vent’anni dopo averlo lasciato, e ritrova amicizie, parole, amori e canzoni. Tutte le tracce ancora visibili del suo appassionato romanzo di formazione.
Scorrono i giorni del grande caldo immobile e delle fiere, dei balli, delle notti piene d’anguria e di “ti ricordi?”. Li accompagna l’indimenticabile colonna sonora di un’epoca (Kinks, Beatles, Nomadi, Caselli). Ma questa volta c’è un segreto nell’aria, che fa slittare tutte le prospettive e trae in inganno anche la memoria. Perché Francesca è tornata? Perché qualcuno continua a spedirle misteriose buste gialle? Scritto in un lessico familiare impastato di voci di memoria e di paese, luoghi comuni e poesie, questo diario di una generazione tormentata che ha respirato l’aria del boom e del ’68 senza essere mai andata a sedersi in prima fila, rilancia una domanda: da quel paese, da ogni paese, bisogna andarsene?
GIOVANNA GRIGNAFFINI è nata a Fontanellato (PR) nel 1949 e vive a Bologna. Per molti anni è stata docente di storia e teoria del cinema presso il corso di laurea DAMS dell’Università di Bologna. Dal 1994 al 2006 è stata parlamentare e ha fatto parte della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, oltre che della Commissione Bicamerale di Vigilanza Rai.Ha pubblicato numerose ricerche, saggi e volumi sul cinema e sul sistema dei media, tra i quali Signore e signori: il cinematografo. La nascita del cinema e il suo mito (Marsilio).
Attualmente vive tra Roma e Bologna. Però un paese ci vuole è il suo primo romanzo.
PERÒ UN PAESE CI VUOLE
STORIA DI NEBBIE E CONTENTEZZA
Giovanna Grignaffini
COLLANA:VISIONI
PAGINE: 400
PREZZO: 18 EURO
ISBN: 978-88-96052-71-6

“Odissea” di Dora Marinari, La Lepre Edizioni

November 27, 2012 Leave a comment

Un’inedita, splendida traduzione in versi per la storia del più umano tra gli eroi, per il “classico dei classici” della letteratura di tutti i tempi: l’Odissea pubblicata da La Lepre Edizioni (traduzione di Dora Marinari, commento di Giulia Capo, prefazione di Piero Boitani) è un’opera destinata sia alle nuove generazioni, sia a quanti vogliano riscoprire un testo universale. La traduttrice Dora Marinari e la commentatrice Giulia Capo completano l’importante operazione sui poemi omerici intrapresa con l’Iliade (La Lepre Edizioni, 2010), con questa Odissea che rinnova la bellezza del linguaggio omerico, rendendo piena giustizia alle sue infinite suggestioni tanto quanto al suo spessore culturale. Un’Odissea che si fa leggere come un romanzo, grazie a una traduzione colta ma scorrevole e finalmente “moderna”, accessibile anche a quanti non abbiano esperienza di studi classici: ogni lettore potrà ritrovarvi il senso profondo e la musicalità dei versi omerici, insieme alla forza comunicativa che è l’origine stessa di ogni epos.
DORA MARINARI ha pubblicato numerosi studi di didattica e di italianistica, in particolare su Pascoli, D’Annunzio, Gozzano e la poesia del Novecento. Per La Lepre Edizioni ha recentemente pubblicato una traduzione in versi dell’Iliade di Omero (2010, collana Visioni).
GIULIA CAPO insegna letteratura latina e greca presso licei romani; per La Lepre Edizioni ha già commentato l’edizione dell’Iliade tradotta da Dora Marinari e pubblicata nel 2010 nella collana Visioni.
PIERO BOITANI, professore ordinario di Letterature comparate alla Sapienza Università di Roma, ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana all’Università di Cambridge e attualmente è docente di Letteratura comparata per il Master of Arts in Lingua, Letteratura e Civiltà Italiana istituito presso l’Università della Svizzera Italiana a Lugano. Oltre che anglista è studioso del mito e della Bibbia, argomenti sui quali ha pubblicato numerose opere.
TRADUZIONE: DORA MARINARI
COMMENTO: GIULIA CAPO
PREFAZIONE: PIERO BOITANI
COLLANA: VISIONI
PAGINE: 544
PREZZO: 16 EURO
ISBN: 978-88-96052-73-0

“SUBURBIA, KIGURUMI, HIKIKOMORI – il punto di vista poetico di Inbe Kawori”, personale della fotografa giapponese al MO.OM Gallery

November 26, 2012 Leave a comment

Essere giovani a Tokyo. Oggi. 
La fotografia di Inbe Kawori rivela nella sua prima mostra personale in realtà urbane e suburbane, tendenze e alienazioni ai confini della psicosi proprie di una megalopoli come Tokyo.
Giovedì 8 novembre l’art Gallery MO.OM inaugura SUBURBIA, KIGURUMI, HIKIKOMORI – il punto di vista poetico di Inbe Kawori, la prima mostra personale in Europa della fotografa giapponese già diventata CULT, alla sua giovane età, per le community della rete e dei social media locali e internazionali che seguono le ultime tendenze urbane e pop.
La mostra è in programma fino al 31 marzo 2013 nell’originale spazio culturale del MO.OM hotel (Via San Francesco d’Assisi Olgiate Olona, a 15 km da Milano – uscita Busto Arsizio).
“In SUBURBIA, KIGURUMI, HIKIKOMORI Inbe Kawori, giapponese,  nata a Tokyo nel 1980, ritrae realtà urbane e suburbane, tendenze e alienazioni ai confini della psicosi, proprie di una megalopoli come Tokyo, con i suoi 30 milioni di abitanti” spiega Christian Gancitano, curatore della mostra. “L’artista lo fa attraverso ritratti di ragazze reali – non modelle ma persone che amano farsi fotografare da Inbe. Contattate in rete o attraverso i social media, le protagoniste dell’opera di Kawori amano apparire diversamente, evadere,  cercano uno stacco dalla monotonia della quotidianità attraverso, ad esempio, il “Kigurumi” letteralmente “pigiama” o travestendosi. Altro soggetto privilegiato della poetica di Inbe è il mondo degli HIKIKOMORI. L’artista cattura in modo discreto ma diretto, dall’interno, un fenomeno ritenuto patologico delle società ultra tecnologiche: ragazzi e ragazze giovani chiusi in casa, collegati al mondo soltanto via internet, per lunghi mesi, a volte anni, nelle loro (piccole) abitazioni della megalopoli. Una realtà molto particolare che sta toccando anche le società “occidentali” che guardano in modo molto attento e preoccupato questo fenomeno oramai dilagante anche negli stati Uniti e in Europa. Lo sguardo di Inbe ci rivela questo mondo, sommerso da fumetti, gadget e rifiuti di prodotti di consumo di massa” conclude Gancitano.
In sintesi, come nella lezione del grande “maestro” della fotografia del Sol Levante NOBUYOSHI ARAKI, INBE KAWORI riesce a “raccontare storie di vita vissuta” anche attraverso realtà estreme che fanno però trasparire poesia, valore estetico, emozioni reali e a volte un erotismo suggerito, mai diretto, così come vuole la tradizione giapponese, dalle stampe SHUNGA fino alle ultime tendenze del cinema e del fumetto HENTAI.
La personale di Inbe Kawori è il secondo appuntamento di un ciclo di tre mostre dal titolo MICROPOP ultime tendenze artistiche dal Giappone visionario, a cura di Christian Gancitano e promosso dall’Associazione culturale AsXPO in collaborazione con MO.OM Gallery. Il ciclo MICROPOP si chiude a maggio 2013 con la collettiva Nipposuggestionàti dedicata all’arte POP SURREALISTA influenzata da Manga, anime e culture pop giapponesi.

Inbe Kawori, inaugurata mostra all’Art Gallery MO.OM a Olgiate Olona

November 26, 2012 Leave a comment

E’ stata inaugurata l’8 novembre all’Art Gallery MO.OM a Olgiate Olona e sarà visitabile fino al 31 marzo 2013 la mostra della fotografa giapponese Inbe Kawori  già nota nel suo paese e a livello internazionale nel “mondo” dei social network. L’oggetto dell’espozione sono le donne e i giovani a Tokyo. Kawori attraverso le sue immagini racconta le visioni, i costumi e persino le perversioni dei suoi modelli, come l’Hikikomori, cioé l’isolamento dal mondo con cui si intrattiene un contatto solo attraverso il web. 34 fotografie che mostrano cosa significa essere giovani e donne oggi nella capitale del Giappone. “Suburbia, kigurumi, hikikomori – il punto di vista poetico di Inbe Kavori, questo il titolo dell’esposizione.

Fonte: VM-Mag

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“Add Fire. Premio Furla 2013”, nona edizione del premio dedicato alla giovane arte emergente italiana

November 23, 2012 Leave a comment

Add Fire. Premio Furla 2013
La nona edizione del premio dedicato alla giovane arte emergente italiana.
Milano, 20 novembre 2012 – Si intitola “Add Fire” la nona edizione del Premio Furla, riconoscimento biennale d’eccellenza per l’arte contemporanea dedicato ai giovani talenti italiani, presentato oggi a Milano. A firmare il titolo dell’edizione di quest’anno è Jimmie Durham, l’artista – ma anche poeta – statunitense, che farà da padrino al Premio Furla 2013.
Il Premio Furla mira a sostenere la migliore pratica artistica del nostro Paese, attraverso il monitoraggio, la selezione, la formazione degli artisti e la produzione di nuovi lavori, e ha saputo nel tempo affermarsi come vetrina internazionale per la creatività emergente.
Curato da Chiara Bertola, il Premio è organizzato e promosso da Fondazione Furla, Fondazione Carisbo, Fondazione Querini Stampalia, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, con il supporto di Carisbo S.p.A. e con la collaborazione di Arte Fiera e Viafarini.
Nel corso della presentazione, cui hanno preso parte, tra gli altri, Giovanna Furlanetto, Presidente Fondazione Furla, Fabio Roversi-Monaco, Presidente Fondazione Carisbo, e Marino Cortese, Presidente Fondazione Querini Stampalia, Chiara Bertola ha annunciato i nomi dei finalisti della nona edizione e le cinque coppie curatoriali che hanno individuato la rosa dei finalisti per questa edizione.
All’incontro era presente anche Jimmie Durham, nel ruolo già svolto nelle passate edizioni da Christian Boltanski (2011), Marina Abramovic (2009), Mona Hatoum (2007), Kiki Smith (2005), Michelangelo Pistoletto (2003), Lothar Baumgarten (2002), Ilya Kabakov (2001) e Joseph Kosuth (2000). L’artista-padrino ha il compito di rintracciare il tema emergente e il titolo dell’edizione, attraverso la realizzazione di un lavoro appositamente concepito che connoterà tutta l’immagine grafica del Premio. “Add Fire” vuole essere un omaggio a un’iniziativa che si è sempre posta come motore di crescita per i giovani artisti e al tempo stesso invita in modo inequivocabile a non fermarsi di fronte a nessun ostacolo, affrontando il futuro con passione ed energia creativa.
Il Premio Furla opera come un vero e proprio osservatorio sui protagonisti della migliore creatività emergente in ambito contemporaneo e rivolge la propria attenzione agli artisti, ma anche alla più recente generazione di curatori, affidando per ogni edizione la selezione degli artisti e la curatela della mostra collegata a cinque curatori italiani, ciascuno affiancato a un guest curator straniero.I curatori selezionatori della nona edizione sono: Stefano Collicelli Cagol (Padova, 1978) e Bart van der Heide (Olanda, 1974); Francesco Garutti (Milano, 1979) e Yann Chateigné Tytelman (Ginevra, 1977); Ilaria Gianni (Roma, 1979) e Alice Motard (Parigi, 1978); Vincenzo Latronico (Roma, 1984) e Fanny Gonella (Francia, 1976); Filipa Ramos (Lisbona, 1978) e Elena Filipovic (Los Angeles, 1972).
I cinque artisti finalisti, individuati al termine di un vero e proprio viaggio di ricognizione sul territorio, sono:
 Tomaso De Luca (1988) selezionato da Ilaria Gianni e Alice Motard  Chiara Fumai (1978) selezionata da Stefano Collicelli Cagol e Bart van der Heide  Invernomuto / Simone Bertuzzi (1983) e Simone Trabucchi (1982) selezionati da Filipa Ramos e Elena Filipovic  Davide Stucchi (1988) selezionato da Francesco Garutti e Yann Chateigné Tytelman  Diego Tonus (1984) selezionato da Vincenzo Latronico e Fanny Gonella
Nelle prossime settimane i finalisti elaboreranno ciascuno un progetto per la realizzazione di un’opera che, insieme a una selezione di loro lavori, sarà presentato al pubblico e alla giuria interazionale nell’ambito di una mostra collettiva. La mostra, intitolata “Add Fire” dal lavoro di Jimmie Durham, sarà allestita nella suggestiva cornice dell’Ex Ospedale degli Innocenti a Bologna, complesso monumentale di proprietà della Provincia di Bologna, recentemente valorizzato da un ingente restauro e ridisegno funzionale. L’esposizione sarà inaugurata venerdì 25 gennaio in concomitanza con Arte Fiera e resterà aperta al pubblico da sabato 26 gennaio a domenica 3 febbraio 2013.
I cinque progetti finalisti saranno al centro di una tavola rotonda dedicata alla creatività emergente che si terrà nell’ambito di Arte Fiera, venerdì 25 gennaio, e che vedrà la partecipazione dei curatori e degli artisti della nona edizione del Premio Furla.
Il vincitore avrà la possibilità di realizzare l’opera proposta in progetto, interamente prodotta dalla Fondazione Furla e destinata alla fruizione pubblica attraverso la concessione in comodato al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Il lavoro realizzato sarà presentato in anteprima presso la Fondazione Querini Stampalia a giugno 2013, in concomitanza con la 55ma Biennale di Arti Visive di Venezia.
Come ogni anno, il vincitore del Premio Furla avrà la possibilità di studiare e lavorare all’estero, grazie alla
La giuria internazionale, composta da Galit Eilat (Presidente di Akademie der Künste der Welt, Colonia, e Curatore Ricercatore al Van Abbe Museum, Eindhoven), Marina Fokidis (Direttore Fondatore di Kunsthalle Athena), John Peter Nilsson (Direttore del Moderna Museet di Malmö), Chiara Parisi (Direttore dei programmi culturali della Monnaie di Parigi), Dirk Snauwaert (direttore di WIELS Contemporary Art Centre, Bruxelles) selezionerà il vincitore, che sarà annunciato venerdì 25 gennaio 2013 a Bologna alle 19.30, durante l’inaugurazione della mostra.
partecipazione a un progetto di residenza d’artista, che per questa edizione si svolgerà presso il WIELS Contemporary Art Centre di Bruxelles. La gestione della residenza è affidata a Viafarini, centro di documentazione sull’arte contemporanea che, dalla quinta edizione, raccoglie l’archivio generale del Premio Furla e che collabora all’ospitalità dei curatori stranieri grazie al programma di residenza milanese VIR Viafarini-in-residence.
Istituito nel 2000 a Venezia alla Fondazione Querini Stampalia come appuntamento annuale, nel corso degli anni il Premio Furla si è sviluppato, rinnovando e ampliando la propria modalità di intervento. Dal 2003 il premio è un riconoscimento biennale, assicurando così il ricambio generazionale, l’ampiezza e l’efficacia del monitoraggio sulla creatività emergente nel nostro Paese. Il rigore scientifico della manifestazione, l’impianto curatoriale, il sostegno alla formazione e alla produzione di nuovi lavori, si uniscono all’efficace rete internazionale di contatti con critici d’arte, curatori, direttori di musei e centri d’arte di prestigio facendone di fatto oggi un appuntamento cruciale nel percorso di crescita dei giovani artisti italiani.

“Nel Castello di Babbo Natale…”, mercatini di Natale nel Castello di Frontone

November 23, 2012 Leave a comment

E’ ormai da diversi anni uno degli eventi natalizi di maggior successo della provincia di Pesaro-Urbino, capace di attirare a Frontone sempre migliaia di visitatori. E l’undicesima edizione dei mercatini di Natale “Nel Castello di Babbo Natale…”, sarà ancor più ricca, grazie al grande impegno e alla passione degli organizzatori, Pro Loco e Comune.
Saranno ben cinque, anziché quattro come lo scorso anno, le giornate. Si partirà il 25 novembre per proseguire il 2, 8, 9 e 16 dicembre.
Tante idee regalo, animazione, sorprese ed un’atmosfera assolutamente suggestiva accenderanno l’affascinante castello di Frontone per un evento davvero magico. Magico come il percorso che inizierà da piazza del Municipio, dove i visitatori aspetteranno l’arrivo della navetta sotto il maestoso albero di Natale. La salita è subito emozionante, dopo pochi minuti, infatti, si ammira già il castello nella sua atmosfera ovattata.
Scesi, sarà il borgo medievale, a catturare i turisti che, all’ingresso del castello, saranno accolti dal cavallo dell’artista Dall’Osso, una scultura in ferro e fili di rame che con la sua criniera al vento saluta il Massiccio del Catria.
All’interno del castello, musica soffusa, babbi Natale per la gioia dei bambini, espositori altamente selezionati da una commissione interna alla Pro Loco per offrire agli ospiti, prodotti qualitativamente ineccepibili che si potranno ricercare percorrendo le molteplici stanze, riscaldate. Per i bambini anche uno spazio dove poter giocare e divertirsi con degli educatori che li aiuteranno nei vari laboratori. Tanti i prodotti in vetrina di altissima qualità: dagli alberi di Natale di cotone, addobbati con prodotti riciclati, alla rilegatoria, all’oggettistica in legno, rigorosamente artigianale. Tantissime ed interessanti anche le novità per questa edizione 2012.
E nelle cinque giornate non mancheranno spettacoli ed animazione per tutti i gusti: le mascotte di “Tiro e Molla” di Fabriano, truccabimbi, la casina di Babbo Natale nelle prime due giornate, mostre, stand con gustosissime prelibatezze. L’8 dicembre alle 17.30 nella chiesa del castello si esibirà il coro delle Terre Malatestiane Gaudium Vocis.
Il tutto nella splendida cornice del borgo da dove si può godere di un panorama suggestivo. Uscendo dal castello, le due chiese, della Madonna del Soccorso, all’interno della quale si svolgeranno gli spettacoli con i bambini, e la chiesa di Santa Maria Assunta.
Da non perdere la gustosa gastronomia locale. Piatto forte di Frontone sono le tagliatelle, sia con ragù bianco di porcini, che all’anatra, e la “crescia”, da non confondere con la piadina, da accompagnare a salumi, formaggi, prosciutto e verdura cotta.
Ambiente, cultura ed enogastronomia di qualità, ai piedi del monte Catria, imponente massiccio che si svela attraverso escursioni naturalistiche, a cavallo, a piedi, con possibilità di noleggio mountain bike, e uscite con accompagnatori e nelle piste di downhill e free ride.
E con la neve, snow park, piste da sci, ciaspolate e per i più piccoli il Kinder land, la prima area del centro Italia riservata esclusivamente ai bambini per giocare con bob e slittini.
Per i camperisti, da luglio, è in funzione la nuovissima area di sosta attrezzata nel centro di Frontone. Per info: www.ilcinisco.it
Informazioni: 339.8429426 – turismofrontone@gmail.com –www.comune.frontone.pu.it

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“Padre mio” di Marius Creati

November 23, 2012 Leave a comment

Padre mio

Uno sguardo assolto nella rugiada di un mattino smunto dalla nebula notte,
due sguardi dispersi nel vuoto, vacui come la gelida morte
tre sguardi lungimiranti, vagamente perplessi
all’orizzonte s’incontrano
e poi null’altro…
fiele di ragionevolezza… mentre in quella confusa mente
i tuoi occhi assenti divampano un grido disperato;
mente il destino spavaldo senza pudore alcuno, ti guardo e vorrei viverli meco,
come potrei viverli senza!
e ogni giorno che passa dovrei salutarli senza tormenti
e ogni giorno in più annusare il trapasso di un veto tormentato
senza dir nulla, al cospetto di una trasferta maledetta.
Non potrei viverli solo per un istante!
ti vedo in un batter d’occhio,
ti sento in un fervido sorriso estenuato,
ti parlo mentre confondi suoni, sillabe e consonanti
in un dissonare perpetuo limpido come omelia messale,
crocevia di un discorso intrecciato
crocicchio di note ottuse, ma diafane al mio cospetto.
Padre mio non serve dir nulla…
ciò che è detto è scritto in un sacro legame indissolubile.
flagello… flagello… flagello del mio corpo straziato
vidi una nuvola nel cielo cospargere a tratti barlumi di memoria
anfratti argillosi che ritti infrangevano contro le vestigia di eterni cruori,
tristi bagagli di una vita sprecata nell’incoerenza
di tristi rimorsi spezzati dalla misericordia
e ora che si defilano le ore, zitte e meticolose e taciturne
come sanno raccontar facelle indisturbate
tra disturbi irti nella mestizia.
Uno sguardo assolto nella rugiada,
Padre mio… tu sei la mia via per il paradiso
prego affinché tu sia vivo per altri mille anni or sono…
ho amato il tuo nome nonostante l’avessi negato all’eternità
ho vissuto in te nell’intimo del mio respiro, fino all’ultimo respiro del mio afflato;
le visioni sono attimi di eterna virtù
mentre un solco gitano, profondo quanto un miglio di saggezza,
s’intona con la terra gelida e trae la scia del pianto,
in quel lamento germano che accomuna le anime afflitte
in quel gemito stomachevole, guaito soffocante che corrode l’animo
Padre mio… quel mugolio diventa ispirazione
satrapo del fato costrutto, negus di una sorte avversa
mentre nella caligine più polverosa traggo la mia possanza
mentre nella polvere più tormentosa sollevo la vaga speranza
di averti meco per sempre, nell’inverosimile diligenza del miracolo compiuto
tra mille struggimenti, mille afflizioni e mille assilli
poiché dispongo del mio calvario, via crucis intima con Iddio
umiliato al cospetto divino e proclive all’immolazione profetica.
Imperituro e prezioso e unico padre, perché Padre mio…
e non potrò mai avere un altro, perché Padre mio…
e non potrò mai avere un altro.

                                                                                                          19 Settembre 2012
Antonio Gabriele Creati – RIP 16 Novembre 2012

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