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In ossequio di Christopher Thomas Luciani… Baby Gang devianza giovanile da reprimere. Pescara muore due volte con la morte del fanciullo, di Marius Creati

Stretta nella morsa del dolore per l’omicidio efferato del giovane Christopher Thomas Luciani. “Baby Gang” devianza giovanile da reprimere. Pescara muore due volte con la morte del fanciullo”.

Vivere nella consapevolezza che basti quel poco per sentirsi più sicuri, consociati nella consuetudine della sicurezza nelle strade alla stregua del fenomeno politico sociale monitorato attraverso l’ubiquo controllo della videosorveglianza, è un lusso imprescindibile. Diversamente non appena si concretizza un evento drammatico improvviso ci accorgiamo di non essere più tanto al sicuro nella giungla metropolitana in cui si cerca di sopravvivere sbranati dalla violenza cieca della contemporaneità sempre più devastante. Bastano alcune coltellate spaventose su un giovane adolescente inerme per aprire gli occhi su un mondo ormai allo sbaraglio.

Christopher Thomas Luciani è morto! Il ragazzo della provincia che intravedeva nella grande città l’eventualità di una vigoria perde la sua stessa vita ad opera di una mano crudele empia di quel brio che lo stesso volto della metropoli illude dall’esterno. Ancor peggio se la mano feroce trova in un’altra mano il suo accolito per disonorare la bellezza del creato.

Pescara muore due volte con la morte efferata del giovane fanciullo. Muore sulle molteplici coltellate inferte sul corpo indifeso del giovane sedicenne ucciso da una scusa di poche centinaia di euro pur di osannare il trionfo della posizione di comando nel branco – perché è di questo che si tratta in realtà; muore sull’affermazione violenta della supremazia di una banda di giovani sbandati che pur di sentirsi fieri nella miserabile vita di neo assassini in erba si trascinano tra droghe, sostanze stupefacenti, maniere dissolute in preda al fenomeno costruito dei social, animi rabbiosi trascinati da un’infanzia circondata da media e videogiochi truculenti irrefrenabili fino all’eccesso. E in un batter d’occhio, la città perde i suoi bravi figli e allo stesso tempo la tranquillità esistenziale sulla quale fondava le basi della sua civiltà evolutiva.

Baby Gang, definiamole con il loro nome! Purtroppo sono giunte anche qui! Non serve dare colpe ai partiti conclamati per non aver preso in esame la problematica mentre era già in atto; non bisogna scagliarsi contro chi gestisce l’amministrazione comunale per non aver notato che il fenomeno incombeva negli anfratti dei parchi cittadini o dei locali di tendenza. Il fenomeno ergeva in sordina e mai ci saremmo aspettati un omicidio di portata colossale. 

È inutile fare sarcasmo! Giovani vite spezzate e una città intera stroncata! È impossibile rimanere impassibili dinanzi ad un delitto efferato in cui gli artefici sono giovani monelli acqua e sapone. In che modo affrontare il domani senza domandarsi se un barbaro omicidio si sarebbe potuto evitare nell’essere più attenti, più preparati e più vigili contro una violenza gratuita deflagrante che negli ultimi vent’anni è in continuo  aumento senza tregua. È lecito domandarsi se il ritorno ad una maggiore severità sociale contro l’aggressività sovrastante sia rimedio provvidenziale per salvaguardare le nuove generazioni a rischio. Ignorare il problema equivarrebbe a dare spazio al sintomo nella sua brutalità, un’ostentazione della devianza giovanile assolutamente da reprimere.

di Marius Creati

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