Archive
Science, piante trasformate in plastica
Si tratta di un nuovo processo che trasforma le piante in plastica senza utilizzare il petrolio. Il risultato è arrivato a termine di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica ‘Science’ ed ottenuto dallo sfruttamento della tecnica che trasformerebbe le biomasse in etilene e polipropilene, componenti alla base della struttura della plastica. La ricerca è stata condotta dallo sforzo congiunto delle università di Utrecht, Terneuzen e Delft e apre le porte ad una validissima alternativa nella futura produzione della plastica. La trasformazione è resa possibile dalla nuova classificazione di alcuni catalizzatori a base di nanoparticelle di ferro che vengono separate dalle nanofibre di carbonio.
Fonte: AGS Cosmo
Luna, campo magnetico intenso nel passato
In passato la Luna aveva un campo magnetico molto intenso: lo raccontano le rocce portate a Terra dagli astronauti americani della missione Apollo 11.
Secondo uno studio internazionale, coordinato dagli Stati Uniti, con Erin Shea del Massachusetts Institute of Technology (Mit), e pubblicato su Science, l’antico campo magnetico lunare era azionato da una sorta di dinamo interna simile a quella della Terra e dovuta a un nucleo di metallo fuso.
La ricerca e’ stata possibile esaminando la magnetizzazione di una roccia lunare, ossia analizzando il modo in cui la roccia e’ stata influenzata dal campo magnetico della Luna. Il campione era stato raccolto ai confini sud-occidentali del Mare della Tranquillita’ e si ritiene che sia stato prelevato dallo strato di roccia che ha creato il West Crater circa 102 milioni di anni fa. Questo studio, combinato con una precedente ricerca su una roccia lunare ancora piu’ antica, suggerisce, come sottolineano gli esperti, che la dinamo nel cuore della Luna sia esistita in un periodo compreso fra 4,2 e 3,7 miliardi di anni fa, cioe’ 500 milioni di anni prima rispetto a quanto immaginato finora. Il risultato, osservano i ricercatori, e’ coerente con altri studi sulla Luna che indicano che il nostro satellite naturale abbia anche oggi un piccolo cuore di metallo parzialmente fuso, con un diametro di circa 330 chilometri.
Fonte: AGS Cosmo
Science, alghe brune fonte di biocarburante
Il batterio è stato modificato in laboratorio e pare riesca a ‘digerire’ lo zucchero producendo etanolo. Così le alghe brune, che si trovano comunemente in natura, potrebbero diventare una preziosa fonte di biocarburante. Infatti il batterio in questione trasformerebbe lo zucchero contenuto nelle alghe brune producendo a sua volta l’etanolo. La ricerca illustrata sul giornale scientifico ‘Science’, segna un consistente passo in avanti per la futura produzione di biocarburanti.
Fonte: AGS Cosmo
Disastri naturali in aumento… rientra nella consuetudine?
Canada, mattoni della vita assemblati sugli asteroidi
Uno studio approfondito su di un asteroide caduto in Canada nel 2000, ha rivelato che gli elementi fondamentali della vita sono stati dispersi nell’universo dalla esplosione di supernove ed il loro, per così dire: ‘Assemblaggio’, è avvenuto all’interno degli asteroidi. La ricerca in questione è stata pubblicata sulla popolare rivista scientifica ‘Science’ e ha rilevato che nelle analisi dei più primitivi bolidi celesti, sussistono gli elementi della vita che si sono conservati per miliardi di anni. I ricercatori hanno esaminato una notevole quantità di materiali organici contenuti nel meteorite abbattutosi in Canada nel lago Tagish e hanno appurato che si tratti di uno dei più antichi del tipo: ‘Condrite Carbonacea’, un masso primitivo e lo studio di questo ha svelato come le rocce di questo tipo siano ricche di composti organici e grazie anche a questo studio è stato ricostruito il processo che ha portato ad assemblare gli elementi. Sempre secondo i ricercatori, ciò che ha permesso agli elementi della vita di assemblarsi sono state le alterazioni prodotte dalle variazioni di temperatura avvenute nell’acqua che era primitivamente presente nell’asteroide e questo ha generato quelli che ne sono stati i precursori. È stato dunque definitivamente rilevato che nelle condriti carbonacee sono presenti quei componenti di base delle proteine come gli aminoacidi e gli acidi monocarbossilici. L’asteroide dal quale si sono staccati i frammenti analizzati, come hanno spiegato i ricercatori, si è formato come i suoi simili dall’aggregazione di polveri nel Sistema Solare nascente e all’epoca conteneva ghiaccio. Quest’ultimo si sarebbe progressivamente riscaldato e poi sciolto. L’acqua sarebbe quindi penetrata all’interno dell’asteroide, alterando gli elementi organici presenti nella roccia e favorendo in questo modo la nascita delle molecole organiche prebiotiche.
Carla Liberatore