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“Domenico Ventura. Le Malelingue”, personale dell’artista a Casa Vuota a Roma

June 8, 2019 Leave a comment

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Domenico Ventura. Le Malelingue

Una mostra cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)

12 giugno – 21 luglio 2019

Inaugurazione: mercoledì 12 giugno 2019, ore 18:30

In mezzo a un gruppo di signore intente a mangiare un gelato, una con gli occhiali spessi guarda dritto verso di noi. È, il suo, uno sguardo corale e inquisitorio, lo sguardo delle malelingue. Sembra di poter ascoltare i pensieri che stanno dietro a questo sguardo, che presto prenderanno aria in forma di chiacchiera e pettegolezzo, tra una cucchiaiata e l’altra di gelato. S’intitola “Le Malelingue” la personale di Domenico Ventura che Casa Vuota a Roma ospita dal 12 giugno al 21 luglio 2019. A cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, la mostra s’inaugura mercoledì 12 giugno alle ore 18:30 in via Maia 12 ed è visitabile su appuntamento. 

È un’occasione imperdibile per immergersi nell’universo figurativo bizzarro, assurdo e surreale di Ventura, un artista schivo, appartato e forse proprio per questo sorprendente, sapiente artefice di una pittura riconoscibile e personalissima, formalmente composta e raffinata che tuttavia disorienta lo spettatore con soggetti ambigui e situazioni destabilizzanti e paradossali, dietro un’apparente verosimiglianza. Le stanze dell’appartamento del Quadraro trasformato in spazio espositivo, ancora rivestite di vecchie carte da parati sdrucite e strappate, sono l’ambientazione ideale per i racconti a volte iperbolici e a volte boccacceschi che Domenico Ventura dispiega nelle scene della sua pittura e sembrano riempirsi degli echi di un vociare di paese. La voce di Altamura, sulle Murge pugliesi, terra d’origine dell’artista, ma anche la voce di Roma, dei suoi quartieri e delle sue borgate. Che siano ambientate tra i mobili di una casa oppure che siano scorci di esterni, vedute di piazza, feste di popolo, scenari campestri, le narrazioni vernacolari di Ventura sono caratterizzate da una dovizia di particolari e da un gusto della deformazione, dell’iperbole, dell’esasperazione. Si reggono non solo su una perizia tecnica davvero notevole ma anche su una profonda capacità di scavo psicologico che ha radici antiche e nobili, a partire dai ritratti grotteschi e caricaturali di Leonardo da Vinci. Uno sguardo corale e appassionato, umanissimo e molesto, abbraccia tutti i personaggi della pittura di Domenico Ventura nel vortice di una contagiosa maldicenza che dice tutto e tutto tace, per quieto vivere e senso del pudore.

Domenico Ventura (1942) è nato e vive ad Altamura. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli con Giovanni Brancaccio. Esordisce giovanissimo con una peculiare e corente ricerca nel campo della figurazione, facendo numerose personali in Puglia e ponendosi in controtendenza rispetto agli orientamenti artistici del tempo. Alla fine degli anni Settanta varca i confini della regione con – tra le altre mostre – una personale alla Galleria Eros di Milano. Tra le ultime personali si ricordano nel 2017 “Scherzetto” al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Palazzo Lanfranchi a Matera curata da Marta Ragozzino, nel 2014 “Domenico Ventura da Altamura” presso lo Studio Abate di Roma a cura di Takeawaygallery, nel 2012 “Spazio Privato” alla Majazzin House Gallery di Altamura e nel 1999 “Cosa avrà in mente Domenico Ventura per Piazza Sedile?” a Matera a cura di Elvio Porcelli. Nel 1999 inoltre Massimo Guastella cura il suo catalogo monografico intitolato “Cattivi pensieri”.

INFORMAZIONI TECNICHE:

TITOLO DELLA MOSTRA: LE MALELINGUE

AUTORE: Domenico Ventura

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dal 12 giugno al 21 luglio 2019

ORARI: visitabile su appuntamento

VERNISSAGE: mercoledì 12 giugno 2019, ore 18:30

INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 | email vuotacasa@gmail.com | INGRESSO GRATUITO

“Riccardo Mannelli. Ammazzami”, mostra evento preso Casa Vuota di Roma

January 24, 2019 Leave a comment

RICCARDO MANNELLI. AMMAZZAMI

TRE DONNE, TRE STANZE, IN UNA CASA VUOTA

A cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)

25 gennaio – 9 febbraio 2019

Inaugurazione: venerdì 25 gennaio 2019, ore 18:30

Tre ritratti di donne. Tre corpi in tre stanze disabitate. Riccardo Mannelli presenta in anteprima a Casa Vuota, in via Maia a Roma, il suo nuovo progetto pittorico “Ammazzami”, un atto di denuncia della violenza nei confronti delle donne, con una mostra-evento curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo che inaugura venerdì 25 gennaio alle ore 18:30 e si può visitare fino al 9 febbraio. Nelle tre stanze di Casa Vuota si ambienta “una sorta di presidio sentimentale – spiega Mannelli – fatto di stati d’animo esposti, sguardi fisici, carne disarmata e disarmante. La naturalità che può addomesticare la bestia che incombe. E sospendere il crimine”. Non sono modelle, ma donne comuni quelle che la matita di Mannelli coglie nella loro nudità fatta di bellezza e asperità. Sono protagonisti della mostra “corpi che ti osservano e ti chiedono di essere osservati, non solo guardati maleducatamente. Corpi di donne che chiedono attenzione estrema”.

Una scelta non casuale quella di abitare lo spazio espositivo domestico del Quadraro con tre ritratti femminili composti di dipinti, disegni e appunti di lavoro. Insieme alle tre donne, è la casa a essere protagonista, dentro il racconto pittorico e fuori di esso: Casa Vuota con la sua atmosfera sospesa, di attesa, gravida di presagi che incombono sui corpi nudi offerti allo sguardo. Per il visitatore è l’occasione unica per sbirciare gli appunti di un lavoro pittorico in divenire che a Casa Vuota trova una prima formalizzazione e che Riccardo Mannelli presenterà in forma compiuta in una più ampia mostra nel prossimo futuro.

Nato a Pistoia nel 1955, Riccardo Mannelli vive a Roma dal 1977 Dal ‘75 collabora con la stampa nazionale e internazionale e dal 1980 realizza reportages disegnati in giro per il mondo. Protagonista delle maggiori testate satiriche europee (L’Echo des Savanes, Humour. Cuore, Satyricon, ecc.) alcune delle quali dirige, o partecipa alla fondazione (Il Male, Boxer, Il Cuore). Lavora per La Repubblica e Il Fatto Quotidiano e con altre testate, anche estere. Pubblica diversi libri, l’ultimo dei quali nel 2013 “Fine penna mai”. Parallelamente sviluppa una personale ricerca pittorica, documentata in svariate mostre e cataloghi, tra i cui esiti: il ciclo pittorico di sessanta opera Commedia in Z.E.R.O.; il fregio virtuale proiettato sull’Ara Pacis Apoteosi dei corrotti, da cui è nato l’omonimo libro; con Jan Saudek Teneri Barbari. Nel 2011 è invitato alla 54 Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia. Sempre nel 2011 espone Commedia IN Z.E.R.O. al Festival di Spoleto. Nel 2012 pubblica per Tricromia il libro d’arte “A.” e tiene la personale “Appunti per la ricostruzione della bellezza” alla Galleria Gagliardi di San Gimignano. Nel 2015 tiene una bi-personale “ROPS + MANNELLI” prima alla Philobiblon Gallery di Roma e poi al Palazzo Ducale di Urbino, a cura di Vittorio Sgarbi. È del 2016 la personale alla Building Bridges Art Exchange di Los Angeles. Insegna all’Istituto Europeo di Design (IED) di Roma dove coordina il dipartimento di Illustrazione e Animazione.

INFORMAZIONI TECNICHE:

TITOLO DELLA MOSTRA: AMMAZZAMI

AUTORE: Riccardo Mannelli

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dal 25 gennaio al 9 febbraio 2019

ORARI: visitabile su appuntamento

VERNISSAGE: venerdì 25 gennaio 2019, ore 18:30

INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 | email vuotacasa@gmail.com

INGRESSO GRATUITO

“Termoclino Guidarello”, personale di Adriano Annino presso Casa Vuota di Roma

April 6, 2018 Leave a comment

Adriano Annino, “Termoclino Otto Dix. Lot e le sue figlie”, 2017-w900-h900

TERMOCLINO GUIDARELLO

PERSONALE DI ADRIANO ANNINO

A cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)

14 aprile – 3 giugno 2018

Casa Vuota vibra e si riempie di musica. E un dispositivo di teletrasporto nel tempo e nello spazio apre finestre e passaggi nei muri, evocando la campagna romana e i suoni festosi di un tempo che non c’è più. Ad attivarlo è Adriano Annino con la mostra “Termoclino Guidarello”, ospitata da Casa Vuota a Roma (via Maia 12 int. 4A) dal 14 aprile al 3 giugno 2018, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. La prima personale dell’artista nella Città Eterna inaugura sabato 14 aprile alle ore 18:30 e si può visitare su appuntamento.

Adriano Annino presenta una selezione di dipinti, disegni, un video e un’installazione sonora che sintetizzano la ricerca da lui condotta nell’ultimo anno, a partire da una personale elaborazione – con un linguaggio stratificato e vibrante – di suggestioni campestri, visioni bucoliche di pastori che suonano seduti accanto al gregge, accenti e gesti di tempi perduti e ritrovati attraverso citazioni della storia dell’arte.

Nell’appartamento del Quadraro trasformato in contenitore espositivo, si reinventa un orizzonte agreste e pastorale, immaginando quello che la zona era prima della costruzione di Cinecittà negli anni Trenta. “Dà il titolo alla mostra – spiega Francesco Paolo Del Re – l’attributo ‘guidarello’, dato al castrato che il pecoraro anticamente sceglieva come guida del branco nelle pratiche della transumanza: al suo collo veniva appeso un campano che rappresentava una proiezione sonora del pastore stesso. Questa traccia uditiva del campanaccio guida l’artista nel tentativo di allargare lo sguardo a un vasto repertorio di altre forme e di sintonizzare l’orecchio sulla memoria di altre musiche di una convivialità perduta, suggestioni di cui il suo immaginario si nutre, affastellate e riscritte con attitudine iconoclasta”.

Adriano Annino prosegue il percorso di riflessione iniziato nel 2016 sulla metafora del termoclino, termine scientifico che indica lo strato di transizione che in mare divide l’acqua di superficie, esposta alla luce del sole e quindi soggetta alle variazioni climatiche, da quella profonda più fredda e di temperatura stabile. Metafora, per l’artista, del confine dialettico tra spinte opposte di autoconservazione e cambiamento compresenti nella psiche umana. “In un cortocircuito tra dati biografici e memorie culturali – aggiunge Sabino de Nichilo – Annino si interroga sulle dinamiche psicologiche e sociali dell’affermazione dell’identità individuale rispetto alle logiche del gruppo, cercando di cogliere in profondità istinti rimossi che albergano in noi con la forza di un’eco che non si lascia sopire dalle convenzioni”.

ADRIANO ANNINO, NOTA BIOGRAFICA

Adriano Annino (Napoli, 1983) vive e lavora a Milano. Dopo una laurea in filosofia della musica e un diploma al conservatorio, sviluppa una ricerca artistica in ambito pittorico sperimentando la contaminazione con linguaggi eterogenei che spaziano dalla musica all’immagine in movimento, indagando la contemporaneità nelle dinamiche relazionali all’interno della comunicazione post-digitale. Tra le mostre personali, nel 2017 “Centers Thermocline” presso Ateliermultimedia Galerie di Vienna in Austria curata da Domenico Russo e “Termoclino Marinella” presso Nuvole Arte Contemporanea di Montesarchio (BN) curata da Domenico Maria Papa, nel 2015 “Walls have mouths to tell” a Villa Rusconi a Milano curata da Fabio Carnaghi, nel 2014 “A day in the life” presso Lem a Sassari curata da Ivan Quaroni. Tra le principali mostre collettive, nel 2018 “Condizione” presso Eléphant Paname di Parigi in Francia a cura di Roberto Baciocchi e “Angry Boys” al Det Ny Kastet Museum di Thisted in Danimarca a cura di Claudia Cosmo, nel 2017 “Linea Inquieta, dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività” a Palazzo Ceschi di Valsugana (TN) a cura di Paolo Dolzan, nel 2015 “Some Velvet Drawings” ad ArtVerona a cura di Eva Comuzzi e Andrea Bruciati, nel 2014 “Third” alla Robert Kananaj Gallery di Toronto, nel 2012 “Dall’alto e dal basso” a Palazzo Chianini-Vincenzi di Arezzo a cura di Matilde Puleo. Finalista nel 2017 per la città di Torino al T.I.N.A Prize, ha vinto nel 2014 il premio ArteCa di Arte Rugabella.

“I latitanti sono loro”, personale di Filippo Riniolo presso Casa Vuota di Roma

September 6, 2017 Leave a comment

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I LATITANTI SONO LORO

PERSONALE DI FILIPPO RINIOLO

A cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

Roma, Casa Vuota (via Maia 12, int. 4A)

11 settembre – 31 ottobre 2017

Inaugurazione: lunedì 11 settembre 2017, ore 19.00

Parlare di terrorismo utilizzando i linguaggi dell’arte e della poesia. È questa la sfida che lancia la mostra “I latitanti sono loro”, la personale di Filippo Riniolo che inaugura lunedì 11 settembre 2017 alle ore 19.00 negli spazi di Casa Vuota a Roma (via Maia 12 int. 4A, in zona Quadraro). A partire dalla memoria di alcuni episodi della storia recente del Quadraro, quartiere simbolo della Resistenza capitolina, e della strada stessa in cui Casa Vuota sorge, che ha ospitato a fine anni Novanta un covo delle nuove Brigate Rosse, Filippo Riniolo invita il pubblico a una riflessione sul significato profondo della violenza e sulle sue manifestazioni più estreme, come guerra e terrorismo. Connettendo esperienze locali e scenari globali, conflitti di oggi e memorie di ieri, Riniolo attinge a un repertorio di immagini mediatiche che diventano materia prima per una rielaborazione operata su un piano non solo strettamente visivo, ma anche performativo e installativo, con un coinvolgimento diretto del pubblico. La mostra, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, è visitabile su appuntamento fino al 31 ottobre, dal lunedì al venerdì.

INFORMAZIONI TECNICHE:

TITOLO DELLA MOSTRA: I LATITANTI SONO LORO

AUTORE: Filippo Riniolo

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dall’11 settembre al 31 ottobre 2017

ORARI: visitabile su appuntamento

VERNISSAGE: lunedì 11 settembre 2017, ore 19.00

INFORMAZIONI: cell. 328.4615638 | email vuotacasa@gmail.com

INGRESSO GRATUITO