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Norvegia, banca genetica dell’Apocalisse nuovo bunker nelle isole Svalbard

April 28, 2012 Leave a comment

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“Nessuna paura. E’ solo l’Arca dell’Apocalisse”
In Norvegia stanno costruendo il più grande e inquietante bunker di tutti i tempi. Si tratta di un gigantesco deposito sotterraneo che dovrebbe ospitare quella che è stata ribattezzata come la Banca Genetica dell’Apocalisse. Scavata nel granito, chiusa da due portelloni a prova di bomba, e difesa da una muraglia di cemento armato spessa un metro, secondo alcuni, la “Grotta” sarebbe il “luogo privilegiato” dove i grandi della terra avrebbero organizzando la loro sopravvivenza in caso di catastrofi naturali.
“E’ una sciocchezza”, la pronta risposta di Bill Gates (tra i finanziatori del progetto insieme ai Rockefeller). Quella che vi presenteremo presto è solo una banca per tutti i semi del mondo. Il luogo lo avrebbe scelto anche Crichton per ambientarci uno dei suoi romanzi. L’arcipelago delle Svalbard, nel mare di Barents, vicino all’Oceano Artico. A circa un migliaio di chilometri dal Polo Nord. Un’isola dimenticata da Dio a largo della Norvegia. Si chiama Spitsbergen. Fu scoperta per caso da Willem Barents alla fine del ‘500. Ma divenne famosa durante la seconda guerra mondiale  a seguito di uno dei più leggendari e controversi ufo-crash di tutti i tempi. Su quell’isola, il 9 luglio del 1946, il Colonnello Arneson , ufficialmente addetto ai recuperi top secret della Norwegian Air Force, si portò via un “oggetto del diametro di 47 metri, realizzato con materiale sconosciuto e segnato da misteriose iscrizioni”. Da allora Spitsbergen è stata sempre considerata territorio di caccia per gli appassionati del genere. Oggi però è tecnicamente impossibile perlustrarla da cima a fondo. Perché intere zone dell’isola sono improvvisamente diventate “off limits”. E’ vietato, ad esempio, inoltrarsi sulle montagne che circondano il piccolo villaggio di Longyearbyen. Da quelle parti, è un po’ di tempo, che eserciti di operai stanno scavando nelle viscere dell’isola. Obiettivo? Realizzare un bunker. Ma non un bunker qualsiasi. Il più grande e sicuro rifugio di tutti i tempi. E fino a che l’opera non verrà ultimata i committenti del progetto preferiscono evitare occhi indiscreti. Secondo i bene informati il bunker ospiterà una sorta di Banca Genetica Mondiale. In quella immensa grotta verranno conservati circa tre milioni di diverse varietà di semi, che arriveranno da tutte le parti della terra. Tra i “mecenati” del Progetto “Svalbard Seed Bank” ci sono nomi da brivido: Bill & Melinda Gates Foundation, la DuPont/Pioneer Hi-Bred, il gigante statunitense dell’agroalimentare, la Syngenta, la più importante azienda svizzera di agrochimica, e la fondazione Rockefeller, il gruppo privato che già negli anni ‘70 aveva dato vita alla “rivoluzione genetica” con un giro d’affari di oltre 100 milioni di dollari in sementi.Tutti insieme per salvare il mondo e assicurare all’umanità una continuità genetica in caso di calamità naturali definitive. Fin qui niente di male. Anzi. I problemi sono cominciati quando sul sito del Progetto Camelot è apparsa una lettera di un sedicente “politico norvegese” che collega, tra le righe, il bunker di Spitsbergen ad una lunga e complessa rete di rifugi sotterranei che a partire dagli inizi del 2000 si starebbero realizzando in Norvegia. “Vorrei parlare delle cose difficili che accadranno dal 2008 al 2012. Il governo norvegese sta costruendo basi sotterranee e bunker in numero sempre maggiore. Israele e molti altri paesi stanno facendo la stessa cosa. Quando ho chiesto spiegazioni, hanno semplicemente risposto: per proteggere il popolo norvegese. Ho chiesto anche quando avrebbero pensato di terminare il lavoro e la risposta è stata: prima del 2011”. Apriti cielo. Le parole di questo misterioso “uomo politico” hanno fatto il giro del web creando scompiglio e ansia. E c’è anche chi collega la notizia alla tanto paventata distruzione totale del 2012. “Il pianeta X sta arrivando – scrive il nostro – e la Norvegia ha cominciato con l’approvvigionamento di cibo e sementi nella zona di Svalbard e nel Nord artico con l’aiuto degli US e UE e di tutto il paese. Salveranno solamente chi fa parte dell’elite di potere e coloro che potranno ancora creare o costruire: dottori, scienziati e così via”. La lettera è datata febbraio 2008. E per due anni, intorno a quelle parole, si è detto e scritto di tutto. E deve essere stata proprio l’impressionante tam tam mediatico che ha convinto i fondatori del Progetto ad uscire allo scoperto e dichiarare che entro l’estate del 2010 la Svalbard Seed Bank verrà illustrata in tutte le sue potenzialità. Per Bill Gates e soci non c’è più niente da nascondere. Si tratta solo di una enorme banca di semi.  Ma le mura di cinta del bunker, i sistemi di sicurezza, e il carattere di assoluta segretezza del progetto non tranquillizzano di certo. E il Popolo della Rete ha deciso di stare con le antenne drizzate. Ci stanno nascondendo qualcosa? Gates e Rockefeller sanno più di quanto dicono? Perché questa corsa a concludere i lavori entro il 2011?
Nessun dubbio: bisogna fare chiarezza. E in fretta.
In un isola in mezzo al mare sono conservati in scatole grigie ermeticamente sigillata, riposti ordinatamente in una grotta sotterranea a prova di terremoti, situata a 130 m sotto il Permafrost (ovvero il ghiaccio perenne) più o meno mezzo milione di diversi tipi di sementi. Non è fantascienza si tratta del deposito di sementi delle isole Svalbard!

Apocalisse, quel «vademecum» contro la degenerazione del potere

January 3, 2012 Leave a comment

Le due bestie della scrittura ci ricordano l’ arroganza delle dittature… Non è il racconto di una catastrofe ma una profezia di riscatto

A pocalisse, apocalittico: due termini che nel linguaggio corrente sono fortemente evocativi e sono generalmente intesi come sinonimo di catastrofe, di evento disastroso di dimensioni eccezionali, come profezia di eventi tragici o semplicemente come profezia del futuro. Nella Bibbia apocalisse (in greco apokálypsis ) significa invece ri-velazione, ossia l’ operazione con cui si alza il velo e di conseguenza il ricevere una conoscenza più profonda della storia. L’ apocalisse consente di vedere, per dono di Dio, che nella storia si oppongono il male e il bene, la volontà di Dio e l’ efficacia del Maligno, il Messia e l’ anti-Messia, i credenti-giusti e gli empi-malvagi. Al centro del libro dell’ Apocalisse, quello con cui la Bibbia si chiude, sta Gesù Cristo, il Signore, che è presentato mediante l’ immagine di un Agnello ucciso e risorto, vittima e vincitore, una vittima tra le vittime della storia eppure, nel contempo, un vincitore alla fine della storia, quando aprirà il Regno di Dio per l’ eternità. È il paradosso cristiano, il paradosso della croce: la debolezza si mostra forza, l’ abbassamento in realtà è gloria, la posizione del servo concede il vero primato, l’ essere vittima fino a versare sangue è condizione di resurrezione, perché l’ amore vissuto vince la morte. L’ Apocalisse è dunque un libro carico di speranza per chi è ultimo, povero, oppresso dall’ ingiustizia, ed è un libro che risuona come un estremo avvertimento per chi opprime, perseguita, pensa a vivere senza gli altri e contro gli altri. Nel capitolo 13, al cuore del libro, Giovanni, l’ autore dell’ Apocalisse, descrive una visione in cui si alza il velo sul potere di questo mondo. È una visione tragica, molto negativa del potere. In verità nel Nuovo Testamento ci sono altre visioni più positive, in cui il potere politico è letto non solo come necessario ma addirittura come rivestito del mandato di essere ministro di Dio per il bene della società (si vedano, in particolare, Rm 13,1-7 e 1Pt 2,13-17). Giovanni scrive invece in un tempo di persecuzione dei cristiani da parte dell’ impero romano, in un’ epoca in cui sperimenta l’ oppressione da parte del potere totalitario. Per questo contempla le possibili derive negative del potere politico attraverso la descrizione di due bestie. Mentre egli si trova a Patmos, una piccola isola del mar Egeo, vede una prima bestia che sale dall’ occidente, dal mare (Ap 13,1-10): è una bestia che ha un potere enorme (dieci corna), che esercita un grande dominio (dieci corone) e ha sette teste recanti ognuna un titolo blasfemo. Questi titoli rappresentano la pretesa del potere che appare sempre poliforme; la bestia vuole essere chiamata con i titoli che spettano solo a Dio: Divino, Signore adorabile, Salvatore… Giovanni ci mette di fronte al potere politico che ha la pretesa di essere totalitario e che si manifesta come bestiale e disumanizzante: il potere che vuole porsi sopra il bene e il male, che si fa applaudire e venerare, che estorce il consenso, che si vuole non giudicabile. Ma il potere totalitario domina perché gli umani lo lasciano dominare, fino a dire: «C’ è qualcuno simile alla bestia e capace di vincerla?» (cf. Ap 13,4). Di conseguenza la bestia si esalta, alza la voce, grida, vanta il consenso che le viene dato da una gente omologata, incapace di critica e di resistenza. Sicché, dice Giovanni, anche quando essa perseguita, opprime e toglie la libertà, anche allora sa sedurre, e dunque viene adorata: «La adorano tutti gli abitanti della terra ma non i seguaci dell’ Agnello» (cf. Ap 13,8). Questa è la religione del potere! Ma Giovanni vede apparire anche una seconda bestia, da oriente, dalla terra dell’ Asia Minore (Ap 13,11-18). Questa ha un aspetto meno grandioso, non sembra essere violenta: ha due corna come quelle di un agnello e quindi non fa paura; sembra anzi un profeta ma in realtà è un falso profeta. Qual è l’ identità di questa bestia? Come per la prima, su di essa vige il consenso degli interpreti dell’ Apocalisse di ieri e di oggi: questa bestia che è a servizio della prima, che ha le sembianze di un agnello ma quando parla ha la voce potente di un drago, è l’ ideologia, la propaganda. Essa serve la prima con la propaganda, con la pubblicità, con tutta la dotazione di mezzi in suo possesso per comunicare, per far apparire: fa erigere persino una statua al potere totalitario e mette a morte chi rifiuta di riconoscerla e di prostrarsi a essa. L’ asservimento al potere totalitario, l’ organizzazione del consenso sono perseguiti e garantiti dall’ opera di persuasione della seconda bestia, la quale ha una capacità enorme, opera cose straordinarie, desta ammirazione. Ecco dunque l’ opera della seconda bestia: seduce gli uomini, li omologa tutti culturalmente, li diverte e li aliena. Essa rappresenta il primato dell’ immagine, dell’ apparire, dell’ ostentazione del potere, dell’ arroganza della vita, è la vertigine della falsità. E gli uomini omologati applaudono, erigono una statua alla prima bestia, invocano il capo, il grande timoniere, il führer, il duce, l’ unto: siamo di fronte al culto della personalità. È proprio così e la nostra generazione conosce bene questa realtà, non foss’ altro che per aver visto erigere tante statue e monumenti al potere totalitario, salvo poi vederli miseramente cadere… Giovanni, infine, è ancora più preciso: questa bestia è così performativa da persuadere tutti, «piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi» (Ap 13,16), i quali sono inebetiti al punto di credere che il diritto di comprare e di vendere, di possedere e di essere ricchi equivalga all’ unica definizione possibile della vita. Ma in verità il marchio imposto sugli uomini dalla bestia è alienazione, omologazione, corruzione, falsità che si erge a sistema organizzato. Per chi legge con intelligenza l’ Apocalisse, questa non è descrizione di una catastrofe: è profezia che ci fa aguzzare gli occhi, per guardare in faccia con lucidità la possibile degenerazione del potere.

L’ autore e l’ opera Il priore Padre Enzo Bianchi (nella foto) , guida la Comunità monastica di Bose (Biella). Dopo la laurea in economia, si è ritirato in solitudine in una cascina e ha fondato la sua comunità basata sul celibato, la preghiera e il lavoro. Oggi sono una settantina i monaci, uomini e donne, a Bose, non solo cattolici ma anche protestanti e ortodossi. Il testo L’ Apocalisse di Giovanni, conosciuta anche come Libro della Rivelazione, è l’ ultimo libro del Nuovo Testamento, uno dei più controversi e difficili da interpretare di tutta la Bibbia. Appartiene al gruppo di scritti neotestamentari noto come «letteratura giovannea», scritta, se non dallo stesso apostolo, nei circoli che al suo insegnamento facevano riferimento.

Bianchi Enzo

Fonte: Corriere Della Sera