“Il mio nome è Gordon Pym” di Roberto Melchiorre, Edoardo Oliva a Pescara

Non sono pochi i grandi scrittori che tra Otto e Novecento hanno cercato di indagare il fondo dell’animo umano, soprattutto là dove risiede la sua parte più oscura, crudele, dannata. Basti pensare a Dostoevskij, Stevenson, Conrad…Tuttavia, l’autore che sì è spinto con maggiore accanimento alla ricerca di questa regione remota, ma sempre capace di partorire all’improvviso l’orrore, è l’Edgar Allan Poe di Gordon Pym. E in tempi come quelli che stiamo vivendo, con l’uomo che mostra di essere ancora quello della pietra e della fionda, per citare Quasimodo, la ricerca di Poe – scrittore a cui si deve l’invenzione del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e del giallo psicologico – appare non solo di straordinaria attualità, ma addirittura necessaria. Per questo, volendo intraprendere un cammino verso dove ha inizio la notte dell’umano, ho scelto di ispirarmi proprio a Gordon Pym; raccogliendo però, dal racconto, più che i fatti le suggestioni, le atmosfere, le voci, grazie anche a un testo che abbandona la prosa per seguire le forme, il ritmo e la musicalità della
poesia.
L’orrore ha il movimento del mare: implacabile, calmo, maestoso, tumultuoso, glaciale. Il suo flusso è inarrestabile e ciclico : onde, maree, correnti nel loro inesorabile andare e venire. Un viaggio all’inferno di andata e ritorno. Gordon Pym oscilla e bascula nella sua doppia anima, cullato e scosso al contempo, si muove sinuoso tra le spire marine, tra gli opposti, tra l’andare e il venire. La costruzione dello spettacolo, che utilizza diversi linguaggi espressivi, cerca di restituire l’ipnosi di quel terribile movimento immobile che il testo di Melchiorre, nella sua riduzione e composizione lirica, contiene. La sintesi tra le diverse grammatiche come strumento per la moltiplicazione di un frammento del dna del delirante romanzo di Poe. Gordon Pym, come nel quadro di Magritte “ La riproduzione vietata” ( una copia sgualcita del romanzo appare nel quadro stesso) , dove un uomo allo specchio fissa il se stesso di spalle che fissa il vuoto, è l’abisso che fissa il cielo che fissa l’abisso. Un viaggio tra gli opposti infiniti. L’approdo è l’inferno o la salvezza?
Roberto Melchiorre
Edoardo Oliva
Evento di Edoardo Oliva
Via Pietro Nenni, 5, 65129 Pescara PE, Italia – Istituto Ugo Foscolo
Durata: 1 h 30 min
BIGLIETTO UNICO € 10
CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE al 3515466681 dalle 16 alle 20.30