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Complicità sovrapposte – Nicolò Quirico, personale al Costantini Art Gallery di Milano
Milano – La Costantini Art Gallery presenta la personale dell’artista Nicolò Quirico.
L’artista rinnova la tradizionale ricerca della fotografia paesaggistica; la stampa fotografica è realizzata direttamente sopra un collage di vecchie pagine di libri che conferiscono all’immagine un sapore quasi fané, inoltre, avvicinandosi all’opera, si coglie meglio la texture creata dai caratteri tipografici e dalla sovrapposizione delle pagine.
L’utilizzo di tecniche diverse, è in stretta connessione con l’aspetto progettuale e concettuale dell’artista.
L’architettura e la letteratura sono da sempre tra gli elementi fondanti della storia, ed è proprio questa “complicità”, tra parole e immagini, che caratterizza le opere di quest’ultimo ciclo.
I testi selezionati, sotto le immagini, rappresentano la voce e i pensieri di chi ha vissuto e di chi vive i palazzi, infatti, sono traccia tangibile di un determinato vissuto storico che sull’opera crea un mormorio diffuso e generico della città.
E’ come se l’artista intendesse eseguire un aggiornamento delle icone architettoniche: edifici del passato ed edifici contemporanei, centro città e periferia come simboli e metafore degli aspetti sociali, culturali ed economici.
“(…) Ogni edificio è vita che si è scritta e si sta scrivendo; ogni pagina di libro è un mattone che costruisce un edificio della nostra cultura. (…)” (tratto da Le città visibili di Giacomo Ambrosi)
29 Maggio – 29 Giugno 2013 Inaugurazione Mercoledì 29 Maggio 2013 dalle ore 18,00
Costantini Art Gallery
Via Crema, 8 – 20135 Milano – Tel/Fax. +39 02 87391434
http://www.costantiniartgallery.com
Orario galleria: 10,00-12,30; 15,30-19,30 – chiuso lunedì mattina e festivi
Come arrivare: MM3 Porta Romana – Tram 9 – Bus 62
“A remote whisper”, straordinaria mostra di Pedro Cabrita Reis a Venezia
Venezia – dal 30 maggio 2013 al 24 novembre 2013, presso Palazzo Falier, sarà possibile visitare ”A remote whisper”. “A remote whisper” è la straordinaria mostra dell’artista portoghese conosciuto in tutto il mondo Pedro Cabrita Reis, pensata appositamente per la 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia. L’artista presenta nei 700 metri quadri del piano nobile di Palazzo Falier un intervento monumentale, che invade le pareti e i pavimenti invitando il visitatore a intraprendere traiettorie casuali attraverso lo spazio, costruendo così un’intricata percezione dell’opera. La mostra, curata da Sabrina van der Ley, Direttore per l’Arte Contemporanea del National Museum of Art, Architecture and Design di Oslo, è una ricostruzione in situ, semi-precaria, artigianale, che combina alluminio, vetro, lampade fluorescenti, disegni, quadri e foto. Cabrita Reis, la cui ricerca mira da sempre a creare una forte relazione tra opera, spazio e fruitore, nel progetto di Palazzo Falier sottolinea la propensione a sovrapporre lo spazio dell’esposizione con quello del lavoro artistico. Fin dall’inizio degli Anni ’90, il suo lavoro ruota attorno a tematiche quali la casa, l’abitare, le costruzioni e il territorio. Oltre a creare lavori con elementi della vita quotidiana come sedie, tavoli, porte e finestre, l’artista compone opere che si impossessano dello spazio espositivo con strutture complesse e altrettanto pervasive. “I suoi interventi, di natura quasi integralmente site specific, racchiudono una presenza persistente di percorsi che si incrociano, come reminiscenze o esperienze vernacolari appartentemente banali. Ogni lavoro si propone come inventario continuo del mondo e allo stesso tempo come un modello per la sua percezione. Questo personale e intricato metodo di costruzione, caratteristico del linguaggio dell’artista, è l’approccio prevalente nella mostra di Palazzo Falier, e assume i connotati di dialogo con uno spazio da vivere”. -Sabrina van der Ley
La mostra a remote whisper è organizzata per conto del Segretario di Stato per la Cultura del Portogallo con il supporto di Galerie Nelson-Freeman, Parigi | Ivorypress, Madrid | Magazzino, Roma | Mai 36, Zurigo | Peter Freeman Inc., New York.
Sede espositiva: Palazzo Falier, Venezia;
Durata: 30 maggio 2013- 24 novembre 2013;
Giorni e orari: dal martedì alla domenica, 10:00 – 18:00;
Costo del biglietto: ingresso gratuito.
“Love Me, Love Me Not”, straordinaria esposizione di arte contemporanea dell’Azerbaijan a Venezia
Venezia – Arte Contemporanea dall’Azerbaijan e dai Paesi Vicini. Evento Collaterale della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia: Love Me, Love Me Not è una straordinaria esposizione di arte contemporanea dell’Azerbaijan e dei paesi vicini che mette in mostra i lavori più recenti di 17 artisti provenienti da Azerbaijan, Iran, Turchia, Russia, e Georgia. Prodotta e supportata da YARAT Contemporay Art Organization, un’organizzazione no-profit per l’arte contemporanea con sede a Baku, e curata da Dina Nasser-Khadivi, la mostra sarà aperta al pubblico dall’ 1 Giugno al 24 Novembre 2013 presso la Tesa 100 dell’Arsenale Nord della 55. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.
Artisti in mostra:
Faig Ahmed (Azerbaijan) – Rashad Alakbarov (Azerbaijan) – Afruz Amighi (Iran) – Kutluğ Ataman (Turchia) – Shoja Azari (Iran) – Rashad Babayev (Azerbaijan) – Mahmoud Bakhshi (Iran) – Ali Banisadr (Iran) – Ali Hasanov (Azerbaijan) – Orkhan Huseynov (Azerbaijan) – Sitara Ibrahimova (Azerbaijan) – Aida Mahmudova (Azerbaijan) – Taus Makhacheva (Russia) – Farhad Moshiri (Iran) – Farid Rasulov (Azerbaijan) – Slavs and Tatars (‘Eurasia’) – Iliko Zautashvili (Georgia)
“Ogni opera presente in questa mostra ha il ruolo di offrire al visitatore una nuova prospettiva sulle nazioni rappresentate nel padiglione, con il puro intento di dare una più profonda comprensione dell’area a cui fa riferimento. Esporre le opere di questi artisti in un’unica mostra mira fondamentalmente ad interrogarsi sulla propria percezione della storia e della geografia. L’arte promuove il dialogo e la Biennale di Venezia ha dimostrato di essere la migliore arena di scambio culturale”, spiega la curatrice Dina Nasser-Khadivi.
Il titolo della mostra Love Me, Love Me Not, si riferisce alle vacillanti relazioni tra i paesi che circondano l’Azerbaijan e a quelle tra l’artista e gli osservatori dell’opera, oltre che al il titolo del lavoro esposto del noto collettivo Slavs e Tatars.
Love Me, Love Me Not è prodotta da YARAT Contemporary Art Organization, un’ organizzazione no-profit dedicata alla promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea in Azerbaijan.
Il catalogo:
Edito dalle curatrici Dina Nasser-Khadivi e Farah Rahim Ismail, include tra gli editor:
- Nada Raza, Assistente Curatrice presso Tate Modern
- Nicholas Cullinan, Curatore di Arte Moderna e Contemporanea presso il Metropolitan Museum of Art
- Negar Azimi, Scrittrice e Senior Editor presso Bidoun Projects
- Monica Steinberg, Studentessa PhD presso The Graduate Center, City University of New York
- Suad Garayeva, Scrittrice e Curatrice specializzata nell’Arte Contemporanea di Russia, Asia Centrale e Caucaso
- Slavs and Tatars, Collettivo Artistico “Euroasiatico”
Dettagli della Mostra
Titolo: Love Me, Love Me Not
Luogo: Arsenale Nord, Tesa 100, Venezia, Italia
Press Preview: 30 Maggio, 11.00-14.00
Date della Mostra: 1 Giugno fino a 24 Novembre (apertura al pubblico)
Vaporetto: per raggiungere l’Arsenale Nord le fermate più vicine sono Bacini e Celestia (linee del vaporetto 5.1, 5.2, 4.1, 4.2). Durante le vernici sarà attivo un servizio gratuito di boat shuttle dall’Arsenale.
Accesso: cliccando il link sotto per aprire la mappa con la posizione delle due fermate del vaporetto e della Tesa 100.
BASE / Progetti per l’arte, progetto di Piero Golia per Firenze
Firenze – BASE / Progetti per l’arte, lunedì 3 giugno 2013, dalle ore 19.00 , inaugura un progetto di Piero Golia appositamente ideato per Firenze, che avrà una sua origine concettuale e processuale nel “talk” che l’artista realizzerà lo stesso giorno dell’inaugurazione. Questo progetto, come afferma l’artista stesso, nascedall’esigenza di provocare un istante di sospensione la cui forma è mutata nel tempo. “Realizzare questa mostra è un’opportunità che ho da molto tempo. Proprio durante questo periodo di gestazione, che possiamo quantificare intorno ai sette anni, è avvenuta un’evoluzione sottile, ma importante nel mio lavoro. Infatti, mi sono distaccato dall’immagine eclatante e malinconicamente polemica in sé per indagare le svariate possibilità di stimolare differenti dimensioni “narrative”… Per la mostra di Firenze voglio mettere in evidenza la necessità di confrontarmi con il pubblico, di avere un dialogo diretto con esso, che in quell’occasione può andare oltre alla semplice conoscenza del mio nome e interrogarsi in maniera più profonda sul perché di alcune mie recenti scelte. Quel momento di eliminazione di gerarchie e mediazioni ulteriori tra l’arte e la vita è nato pensando allo spirito di BASE che è stata fondata per dare maggiore importanza al dibattito culturale rispetto alle semplici informazioni di superficie con cui, a volte, le persone si muovono nel sistema dell’arte. Per questo la mostra ruota attorno alla potenzialità delle persone presenti di voler cogliere un messaggio, puntando più alla sua poetica che non al meccanismo tra significato e significante su cui si basa la società mediatica… E’ un progetto sulla possibile o impossibile coreografia della realtà” . Piero Golia (1974, Napoli; vive e lavora a Los Angeles) è stato uno dei protagonisti del rinnovamento delle pratiche performative e dell’oggetto “scultoreo” avvenuto alla fine degli anni Novanta. Partendo da questa attitudine gli è stato possibile sollevare un dibattito concreto sul motivo dell’attenzione sempre crescente per le pratiche concettuali tipiche degli anni settanta sia in ambito artistico che in quello sociale. La particolarità delle sue opere consiste nella possibilità di definirle sempre come delle “azioni”, le quali si collocano tra una dimensione eroica, la loro inutilità edonistica e il rendere evidente la necessità di ri-attivare una nuova coscienza del ruolo dell’arte all’interno della società di cui fa parte anche l’artista. Tra i gesti che hanno scandalizzato sia gli addetti ai lavori che il normale pubblico da rotocalco è da ricordare la sua traversata a remi in canoa del 2001 dall’Italia all’Albania per poter partecipare alla Prima Biennale di Tirana realizzata da Flash Art. Partecipazione realizzata da immigrato clandestino. Sempre del 2001 è l’opera “Tattoo” che consisteva nell’aver convinto una ragazza a farsi tatuare sulla sua schiena il ritratto dell’artista sorridente con la scritta: “Piero è il mio idolo”. Invece, del 2003 è la facciata storica di un palazzo di Amsterdam esposta come un quadro nell’orizzontalità della parete del white cube di una galleria di Parigi, mentre del 2005 è la panchina da arredamento da parco di una antica villa inglobata (rialzandola da terra e rendendola inservibile) in un cubo di colore rosso luccicante. Questa sua vena surrealista ma spiazzante, che ha sempre portato a far implodere il concetto di serietà e i limiti tra personale e pubblico, ha acquistato delle valenze differenti lungo il suo recente percorso indagando maggiormente una condizione intimista e riflessiva. Tra le mostre personali recenti, oltre alla sua partecipazione nel 2010 al premio Italia al Museo Maxxi a Roma e nel 2013 al Padiglione Italia per la 55 edizione della Biennale di Venezia, ricordiamo: “Concrete cakes and constellation paintings”, Gagosian Gallery, Los Angeles, 2011; “Double Tumble or the awesome twins”, Stedeljik Museum, Amsterdam, 2011; Time Machine, Bortolami-Dayan Gallery, New York, 2008; Knives, Galleria Fonti, Napoli, 2007.
Sede espositiva: Base / Progetti Per L’arte / Via San Niccolò 18r / 50123 Firenze; Inaugurazione: Lunedì 3 giugno 2013, dalle ore 19.00; Durata: 3 giugno | 10 settembre 2013; Giorni e orari: mar-sab; 18:00-20:20; Info: +39 055 2207281 / Www.Baseitaly.Org
Dina Nasser-Khadivi
Dina Nasser-Khadivi è consulente e curatrice indipendente specializzata in Arte Contemporanea di Medio Oriente, Iran e di alcune aree del Caucaso. Dopo essersi specializzata nell’Arte Orientalista del XIX e XX secolo presso Christie’s, nel 2006 ha iniziato a lavorare con l’arte contemporanea di Medio Oriente e Iran, sviluppando una piattaforma internazionale per gli artisti attraverso l’organizzazione di numerose iniziative di promozione, come per esempio il determinante simposio An Introduction to the world of Iranian Modern and Contemporary Art, che ha avuto luogo presso Solomon R. Guggenheim Museum di New York, Houston Museum of Fine Arts e Museum of Contemporary Art (MOCA) di Los Angeles nell’autunno 2010. Attraverso progetti che spaziano tra la curatela di collezioni private e la consulenza alle maggiori istituzioni, Dina divide il suo lavoro tra New York, Londra, Ginevra e Dubai.
Negli ultimi tre anni, l’avvicinamento di Dina verso la regione del Caucaso è stato motivato da un’affinità verso la popolazione e la cultura dell’ Azerbaijan, un paese vicino all’Iran in cui è nata, e da un interesse per gli artisti della crescente scena dell’arte contemporanea azera, soprattutto di Baku.
Padiglione Tibet, mostra presso Santa Marta Congressi – Venezia
Venezia – Dopo le mostre a Venezia presso Cà Zanardi nel 2011 ed a Torino nella Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni nei primi mesi del 2012, coordinata in collaborazione con Dossier Tibet, ISCOS e con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, dopo i servizi giornalistici per RAI Parlamento trasmessi su RAI 1 e RAI 2, anche quest’anno Venezia, grazie a Padiglione Tibet – con il patrocinio del Comune di Venezia – Assessorato alle Politiche Giovanili Centro Pace – sarà invasa pacificamente da immagini, colori, atmosfere e suoni che misceleranno, come un prezioso intreccio, la creatività e la sensibilità degli artisti contemporanei, che hanno voluto aderire e contribuire a creare questo particolare Padiglione, con l’arte della composizione dei Mandala dei monaci tibetani (Lama Thupten e Lama Tenzing) che completeranno, con la loro sapiente, accurata e minuziosa perizia durante un rituale-performance che ne evidenzierà ancor più l’intima spiritualità ed energia, un Archivio di STRUTTURE – MANDALA realizzate in sinergia con gli artisti che ne tracceranno le “linee-guida” e con la spiritualità tibetana intrinseca nelle RUOTE DELLA PREGHIERA chiamate anche della legge: strumenti di preghiera buddista, esclusivamente tibetani, per la crescita spirituale.
Strutture cilindriche – realizzate nei laboratori di Albisola, luogo d’eccellenza della ceramica artistica – che saranno elaborate/progettate dagli artisti e realizzate in ceramica con un perno centrale che ne permetterà la rotazione e con cui i visitatori interagiranno attraverso un’esperienza sensoriale che si trasmetterà con un lieve tocco ed uno sfioramento sulla materia-segno. All’interno di ogni ruota sarà arrotolato un mantra (preghiera buddista) che verrà scritto direttamente dai monaci invitati all’evento con i caratteri tipici della loro lingua; i tibetani fanno ruotare le ruote della preghiera (come faranno anche i visitatori della mostra) per invocare un buon karma per tutti gli esseri senzienti rendendo questa pratica più di un semplice movimento rotatorio.
In un’epoca in cui dati di tutti i tipi vengono trasmessi ad iper-velocità da una parte all’altra della Terra – la convinzione che delle preghiere possano essere recitate e diffuse per invocare divinità solo con un semplice, lieve tocco, con un soffio di vento, può sembrare quasi infantile; al contrario è indice di quanto la realtà tibetana profondamente spirituale si fonda intrinsecamente con la natura stessa in un inarrestabile scambio con l’universo. Da sempre la circolarità è sinonimo di movimento, di ritmo, di flusso, un concetto presente in ogni aspetto della storia dell’Umanità e che la cultura tibetana ha sviluppato attraverso la realizzazione di strutture e costruzioni legate alla propria filosofia di vita. Per l’uomo tibetano la maggiore preoccupazione non è cosa fare durante il giorno, ma cosa essere nella propria intera esistenza. Questo grande evento artistico è dedicato ai 100 martiri tibetani (numero ormai tragicamente superato) che si sono immolati per la libertà di altri, per la verità di tutti…
Un unico tema declinato nei modi della pittura, della scultura, della performance, del video per realizzare un grande evento che sottolinei coralmente il profondo senso di spiritualità dell’ universo tibetano e creare un ponte sensibile che induca i visitatori ad una maggiore conoscenza di questo popolo che ormai si può definire, purtroppo, una minoranza etnica e che rischia di perdere il proprio patrimonio culturale e spirituale fondato su concetti di pace e non violenza … un ulteriore motivo per varcare la soglia della Chiesa di Santa Marta.
Artisti
Irene Accarini, Lucio Afeltra, Piergiorgio Baroldi, Luisa Bergamini, Carla Bertola – Alberto Vitacchio, Giorgio Biffi, Renzo Bortolussi, Nirvana Bussadori, Jorge Canale, Rosaspina B. Canosburi, Paolo Carnevale, Domenico Castaldi, Stefano Cerioli, Pino Chimenti, Giampietro Cudin – Carla Rigato, Flaminio Da Deppo, Marcello Diotallevi, Gillo Dorfles, Giglio Frigerio, Luciano G. Gerini, Carlos Gigena Seeber, Bruno Gorgone, Isa Gorini, Ursula Huber, Celeste Lazo, Franco Lippi, Oronzo Liuzzi – Roberto Scala, Beatriz Margossian, Fabrizio Martinelli – Giovanni Genshō Ponzoni, Gianni Marussi – Alessandra Finzi, Alessandro Novellino, Silvia Ovsejevich, Clara Paci, Lucia Paese, Marisa Pezzoli, Giorgio Piccaia – Matteo Piccaia, Siro Polazzetto, Benedetto Predazzi, Tiziana Priori – Simonetta Chierici, Monica Rizzi, Pietro Ronzat, Virginia Ryan, Maria Savino, Pino Secchi, Cesare – Leonardo – Lucio – Simone Serafino, Ilaria Sperotto, Francesco Stefanini, R. Steiner, Roberto Testori, Micaela Tornaghi, Silvio Vigliaturo, Andrea Vizzini, Marcela Zelikowicz.
Video arte
Marco Agostinelli, Ciriaca+Erre, Francesca Lolli, Ruggero Maggi, Marco Rizzo, Ritu Sarin & Tenzing Sonam.
Testi di
Gianluca Anselmo, Elisabetta Bacci, Boris Brollo, Lara Caccia, Claudio Cardelli, Mauro Carrera, Giorgia Cassini, Stefano Dallari, Giulia Fresca, Alexander Larrarte, Enzo Lo Scalzo, Ruggero Maggi, Mimma Pasqua, Cristina Romieri, Alberto Rovida, Massimo Scaringella, Giuliana Schiavone, Roberta Semeraro, Tiziana Tacconi, Claudio Tecchio, Trini Castelli, Piero Verni, Roberto Vidali, Emma Zanella.
PADIGLIONE TIBET
ideato e curato da Ruggero Maggi
Santa Marta Congressi – SpazioPorto – Venezia
1 giugno – 7 settembre 2013
inaugurazione 1 giugno ore 18.00
Vernice 29/30/31 maggio 2013 ore 15.00 – 20.00
con la performance/rituale di monaci tibetani che completeranno alcuni mandala.
Inaugurazione con apertura al pubblico
1 giugno 2013 ore 18.00
con la performance/rituale di monaci tibetani che completeranno alcuni mandala.
orari: martedì – domenica 10.00/18.00 – chiusura: lunedì
per informazioni e aperture straordinarie (22 giugno – 6 luglio – 7 settembre): www.padiglionetibet.comtel.: 320.9621497
modalità di visita
Data la natura molto particolare della mostra e dei mandala siamo costretti a vietare l’ingresso ai cani. Si prega di tenere i bambini in braccio o comunque lontani dalle opere.