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Mars One, colonie sul pianeta rosso
Da quanto tempo l’uomo sogna di approdare sul suolo marziano? Chi non vorrebbe provare questa esperienza a dir poco unica? Purtroppo ancora nessuna missione con equipaggio umano è stata mai avviata. A discapito di questa notizia poco entusiasmante è stato lanciato un progetto (chiamato Mars One) che ha come obiettivo quello di stabilire delle colonie umane permanenti sul Pianeta Rosso entro il 2023. Vi sembra una pazzia? Ecco tutti i dettagli.
La Maledizione di Marte
Sin dagli anni ’60 dozzine di orbiter, lander e rover sono stati inviati sul suolo marziano per scoprire le caratteristiche geologiche del pianeta e, soprattutto, per scovare la presenza d’acqua. Purtroppo queste missioni hanno raggiunto un costo molto elevato presentando anche un alto tasso di fallimenti, infatti circa il 66% di queste missioni sono fallite portando gli scienziati a parlare scherzosamente de “La Maledizione di Marte“. Naturalmente i numerosi fallimenti sono da imputare ad altri fattori, anche perché si tratta comunque di missioni molto complicate. L’ultimo fallimento risale all’8 novembre 2011: il lander Fobos-Grunt è caduto nell’Oceano Pacifico il 15 gennaio 2012.
Per avere maggiori informazioni riguardo tutte le precedenti missioni su Marte attraverso questo link potete leggere la relativa pagina su Wikipedia.
Tutti i dettagli su Mars One
L’anno scorso il ricercatore tedesco Bas Lansdorp ebbe l’idea di stabilire colonie permanenti su Marte. A primo impatto sembrerebbe una pagliacciata, ma il progetto è sostenuto anche dal Nobel per la Fisica Gerard ‘t Hooft. Inoltre il piano è stato studiato da scienziati ed esperti del settore ed è stato ritenuto idoneo.
Già dall’anno prossimo verranno scelti 40 astronauti ed addestrati in un modello in scala della colonia che andrà poi su Marte.
Successivamente verrà prodotto un satellite che verrà lanciato nel 2016 e sarà utilizzato per le comunicazioni.
Nel 2018 verrà inviato un rover per stabilire il posto più adatto dove stabilire la colonia.
Nel 2021 verrà inviate le capsule Dragon dove abiteranno i coloni.
I coloni arriveranno nel 2022 attraverso un razzo della SpaceX.
Infine, nel 2033, la colonia raggiungerà i 20 individui.
Detto così sembra tutto già scritto, ma la missione avrà un costo di 6 miliardi di dollari americani che gli ideatori del progetto stanno ancora cercando tramite investitori e sponsor.
Spunta il Reality Show
Come ho detto qualche rigo più in su la missione ha un costo alquanto elevato e dato che non è un progetto ideato da un’azienda governativa, l’ideatore del progetto ha deciso (qualche settimana fa) di rendere tutto un reality show per poter ricevere sponsorizzazioni dalle lobby televisive.
Purtroppo questa decisione mi porta a riconsiderare la serietà di tutto il progetto e mi ha permesso di trarre le seguenti conclusioni relative allo scopo della missione.
Riflessioni
A primo impatto il progetto potrebbe sembrare qualcosa di futuristico e interessante, ma riflettendoci su ho trovato alcuni problemi di natura etica e morale. Gli astronauti che saranno scelti saranno certamente entusiasmati da questo progetto, ma se un giorno volessero tornare qui sulla Terra: non potrebbero. Il viaggio è di sola andata e non porterebbe alcun miglioramento scientifico poiché alcun elemento prelevato dal suolo marziano potrebbe essere inviato da noi. Riflettendoci sono giunto alla conclusione che questo progetto si discosta molto da tutti gli altri “esperimenti scientifici” ideati e somiglia molto ad una scommessa tra amici. Chissà se troveranno qualcuno così pazzo da vivere per il resto delle propria esistenza su un pianeta inabitabile.
Angelo Delicato
Fonte: Tasc
Antartide, scoperti vortici spazio-temporali
La notizia è di questi giorni, è apparsa pure su Corriere.it, e, a richiesta di molti di voi, la ripropongo per la discussione. Si tratta dell’ipotesi che in Antartide siano stati scoperti dei vortici spazio-temporali. Utilizzo, per lanciare il dibattito, il testo apparso sul sito “Segnalidalcielo”: mi sembra completo ed esaustivo e per la documentazione l’autore ha attinto a varie fonti (indicate nel post originale). Il continente più gelido, remoto e inospitale della Terra, l’Antartide che possiede temperature che toccano anche i -80 gradi centigradi, potrebbe nascondere un vero e portale dimensionale con tanto di museo archeologico, sotto la spessa coltre di ghiaccio che avvolge il 95 per cento del suo territorio e che raggiunge una profondità media di oltre 2000 metri. Qui, 4 mila scienziati, di 46 paesi del mondo, conducono da oltre cinquant’anni le ricerche più impensabili e sempre in questo luogo avvengono strani e incredibili fenomeni scientifici, alcuni dei quali ancora inspiegabili. Gli studiosi stavano lavorando a un comune progetto di climatologia quando hanno assistito a un evento da film di fantascienza: un insolito vortice, stazionava in quota senza mai muoversi di un solo centimetro, nonostante le elevate raffiche di vento spostassero le nuvole tutt’intorno. All’inizio si era pensato a una tempesta polare ma, la staticità del mulinello e l’inconsueta nebbia che lo avvolgeva, hanno spinto i ricercatori a indagare sul fenomeno. Gli uomini hanno approntato un pallone meteo legato ad un argano, completo di una radio sonda per il rilievo delle proprietà fisiche (temperatura, umidità relativa, pressione e velocità del vento) e un cronometro scientifico per la registrazione dei tempi di lettura. L’oggetto è stato poi rilasciato e fatto risucchiare all’interno del vortice per il tempo strettamente necessario alle misurazioni. Dopo alcuni minuti un risultato inquietante: il cronometro segnava la data del 27 gennaio 1965 e tutti i dati calcolati indicavano valori incompatibili con le normali caratteristiche di una tromba d’aria. L’esperimento è stato ripetuto più volte e sempre con gli stessi risultati. Uno degli scienziati che ha partecipato ai vari test, lo statunitense Mariann McLein non solo conferma l’accaduto ma evidenzia anche che l’intero episodio è stato segnalato ai servizi segreti militari e alla Casa Bianca. Da prime indiscrezioni pare che si tratti di una “porta” spazio-temporale, cioè uno “tunnel” che permette non solo uno spostamento geometrico attraverso lo spazio ma anche un cambiamento temporale. Una sorta di viaggio attraverso il tempo (avanti e indietro) e lo spazio. A qualcuno potrà sembrare paradossale ma quanto è avvenuto in Antartide potrebbe trovare una spiegazione razionale nella teoria del “Ponte diEinstein-Rosen”.All’inizio del secolo scorso, i due scienziati congetturarono una “galleria gravitazionale” o wormhole, cioè una “scorciatoia” da un punto dell’universo a un altro che consentirebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Come vedete non sono concetti da rubrica di misteri ma vere e proprie nozioni di fisica che ciascuno di noi può approfondire anche attraverso il web. Questo fatto sensazionale arriva in coincidenza di un’altra strabiliante scoperta fatta dai satelliti americani e diffusa dalla rivista Daily Galaxy: la presenza di una struttura antichissima sotto il suolo antartico.La scoperta ha alimentato la curiosità di ufologi e sostenitori delle teorie del complotto, secondo i quali i militari americani stiano nascondendo il rinvenimento di un UFO o una grande apparecchiatura tecnologicamente avanzata mai vista prima. Ad avvalorare questa ipotesi il fatto che gli scavi siano iniziati in segreto e con una certa celerità. Qualunque cosa sia si tratterebbe di un oggetto vecchio di 12 mila anni! Al momento le autorità statunitensi negano qualsiasi scoperta archeologica a quelle latitudini ma, come esposto da un funzionario del Parlamento Europeo, la scoperta è di una tale portata che tutta la comunità scientifica continua a chiedersi cosa mai stia venendo alla luce in quell’area. Che esista qualche analogia tra la scoperta fatta dai satelliti e il misterioso “mulinello” spazio-temporale? Noi ovviamente non lo sappiamo ne possiamo confermare la veridicità di tutti questi fatti ma, con le informazioni contenute in questo articolo, speriamo di avervi potuto dare tutti i riferimenti necessari per indagare ulteriormente sul caso. Fonte: Segnali dal cielo
Fonte: AGS Cosmo
HARPS, scoperto nuovo pianeta potenzialmente abitabile
Gli astronomi hanno scoperto una nuova ‘Super Terra‘ nella zona abitabile intorno alla stella nana rossa Gliese 163. L’esopianeta Gliese 163c ha una massa 6.9 volte quella della Terra e un periodo orbitale di 26 giorni. Gli astronomi, utilizzando il telescopio HARPS (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher) dell’European Southern Observatory, lo hanno trovato in orbita attorno a una stella nana rossa , a 49 anni luce della costellazione del Dorado. “Gliese 163c potrebbe avere una dimensione compresa tra 1.8 a 2.4 raggi terrestri, a secondo se è composto per lo più di roccia e di acqua“, hanno detto i ricercatori. Una super Terra è un pianeta extrasolare con una massa superiore a quella della Terra, ma molto al di sotto della massa dei piccoli giganti gassosi del Sistema Solare, come Urano e Nettuno. Il termine super Terra si riferisce solo alla massa del pianeta, e non implica nulla circa le condizioni di superficie o di abitabilità.“Non conosciamo le proprietà dell’atmosfera di Gliese 163c ma, se si assume che si tratti di una versione in scala dell’atmosfera della Terra, allora la sua temperatura di superficie potrebbe essere intorno ai 60°C“, hanno riferito i ricercatori. Gliese 163c riceve in media il 40 per cento in più di luce dalla sua stella di quanto la Terra dal Sole, il che lo rende più caldo. Le forme di vita più complesse presenti sulla Terra – come le piante, animali e anche gli esseri umani – non sono in grado di sopravvivere a temperature superiori ai 50°C. La scoperta è stata fatta dal team dell’European HARPS guidato da Xavier Bonfils proveniente dal UJF-Grenoble/CNRS-INSU, Istituto di Planetologia e di Astrofisica di Grenoble, Francia.Assieme alla loro ultima scoperta, il team ha anche trovato un pianeta più grande, Gliese 163b, in orbita intorno alla sua stella più vicina, con un periodo orbitale di 9 giorni, afferma il rapporto. Hanno anche annunciato che un nuovo terzo, ma non confermato, pianeta potrebbe essere in orbita molto più lontano intorno alla stella.
Fonte: Ufo e dintorni
ISON, recente scoperta di una nuova cometa possibilmente visibile a occhio nudo
Sembra che il 2013 sarà un anno molto promettente per vedere delle comete ad occhio nudo, vista la recente scoperta di una nuova cometa che passerà molto vicino al Sole e potrebbe mettere in mostra una gigantesca coda di gas, polvere e ghiaccio, ben visibile anche senza telescopi. La cometa si chiama C/2012 S1 (ISON), dato che è stata scoperta dal team Russo del ISON (International Scientific Optical Network). Attualmente si trova circa alla distanza dell’orbita di Giove. Ma secondo le proiezioni dovrebbe arrivare a meno di 2 milioni di km dal Sole al suo perielio, il 28 Novembre 2013. Ernesto Guido e Giovanni Sostero, dell’Osservatorio Remanzacco, insieme al loro collega Nick Howes, dell’UK, hanno scattato immagini della cometa usando il telescopio RAS nel Nuovo Messico e hanno dichiarato che “Secondo la sua orbita, la cometa potrebbe diventare visibile ad occhio nudo nel periodo tra Novembre 2013 e Gennaio 2014. E potrebbe raggiungere un magnitudo negativo alla fine del Novembre 2013.”
Questa nuova cometa si aggiunge alla cometa C/2011 L4 PanSTARRS, che dovrebbe arrivare entro 45 milioni di km dal Sole il 9 Marzo 2013, e teoreticamente dovrebbe bastare per creare una chioma molto brillante. Questa cometa sarà visibile durante il passaggio a perielio,ma nell’emisfero sud del pianeta, mentre la cometa ISON dovrebbe essere visibile a quelli che si trovano nelle latitudini medie dell’emisfero nord.
In questo momento, la cometa ISON ha un magnitudo +18 e soltanto i telescopi molto grandi riescono a vederla. La grande domanda è ovviamente quando diventerà grande nel cielo e quando sarà visibile durante il giorno. Per queste domande bisognerà aspettare ancora. 2 milioni di km dal Sole però sono incredibilmente poco e se la cometa rimane intatta potrebbe raggiungere magnitudini negativi da -11 a -16. Per fare un paragone, il magnitudo massimo della Luna è -12.7!
Ma questo succederà soltanto se la cometa non andrà in frantumi. Le comete possono essere molto imprevedibili e altre che si sono avvicinate tanto al Sole, come la famosa Cometa Elenin nel 2011 o la Cometa LINEAR nel 1999, o la Cometa Kohoutek nel 1973, non sono riuscite ad arrivare neanche vicino alla luminosità e visibilità previste.
Dall’altro canto, abbiamo visto tutti come la Cometa Lovejoy, quest’anno, è riuscita a a sopravvivere ad un incontro due volte più ravvicinato con il Sole. Nel 2007 la Cometa McNaught diventò visibile ad occhio nudo anche di giorno (raggiunse il magnitudo -5.5) Ed era a ben 24 milioni di km dal Sole.
La scoperta della cometa C/2012 S1 (ISON) è stata fatta da Vitali Nevski, dalla Bielorussia e da Artyom Novichonok, di Kondopoga, Russia. Hanno usato un telescopio riflettore da 0.4 metri posizionato vicino a Kislovodsk, in Russia.
Fonte: Link 2 Universe
“Delicious Pin-Up”, omaggio all’America anni ’40-’50 di Simone Romeo
Sarà che la bellezza femminile non passa mai di moda, sarà che il mondo delle Pin-Up porta con sé un’aurea di fascino d’altri tempi, eppure intramontabile. Il book fotografico Delicious Pin-Up appassiona ed intriga.
Gli ingredienti sono essenziali ma ben amalgamati: una sala posa, splendide modelle, profumo di una seduttiva America anni ’40-’50 e un fotografo italianissimo, Simone Romeo.
Un susseguirsi di scatti dal sapore vintage accompagna il lettore alla scoperta delle mode dell’epoca e di un erotismo dai tratti morbidi.
Attraverso lo studio della posa, le curve sapientemente esibite, il trucco e l’acconciatura, gli abiti e gli accessori, ognuna di queste Pin-Up regala nostalgiche emozioni e strappa sorrisi. Nulla è volgare, i ritratti celano una sottile alchimia tra erotismo ed ironia, senza mai eccedere. Il gioco di tatuaggi sulla pelle delle ragazze esprime ancor di più la ricerca, da parte di Simone Romeo, dell’individualità e dell’interpretazione in chiave moderna, di un genere femminile che ai tempi della Golden Era era considerata quasi onirica. Un minuzioso quanto delicato intervento di post produzione delle immagini, amplifica la complessiva sensazione di surrealismo. Molti infine gli omaggi ai disegni dei grandi illustratori dell’epoca, da Alberto Vargas a Gil Elvgren, così come le effigi sui bombardieri americani che diedero vita ad una corrente artistica dal nome Nose Art.
Il book fotografico Delicious Pin-Up si presenta in formato A4, 21 x 29,7 cm, 80 pagine su carta lucida da 170 grammi che accolgono i 50 migliori scatti dell’autore, copertina rigida plastificata, edito in tiratura limitata di 1.000 copie, con prefazione curata dalla Dott.ssa Roberta Valtorta, direttore scientifico del Museo di Fotografia Contemporanea. Il libro è acquistabile direttamente dal sito internet http://www.simoneromeo.it/pinup_book.htm.
Si tratta del secondo book fotografico realizzato da Simone Romeo. L’opera prima è stata Kustom People, una raccolta dei ritratti più straordinari della cultura Kustom, vero fenomeno sociale. Due immagini in particolare, Yone e Rockabilly, sono state incluse negli archivi del Museo di Fotografia Contemporanea come “esempio di nuova ritrattistica”.
Simone Romeo è nato nel 1975 a Milano, dove attualmente vive. Dopo gli studi inizia a dedicarsi alla fotografia. Collabora con le principali riviste e con le più grandi aziende del settore automotive ma non solo. Accanto all’attività professionale sviluppa un’accurata ricerca sugli archetipi umani della contemporaneità e sui modelli di comportamento della società di massa. Da qui inizia il suo percorso verso la più raffinata ritrattistica e fotografia lifestyle.
Fonte: BlogModa
Poker, tendenza e malcostume
Una nuova tendenza ci mette veramente poco a diventare malcostume. È la stessa storia del poker che, negli ultimi anni, è diventato una moda in tutti sensi, quasi un vizio, praticato nella maggior parte dei casi da neofiti che si improvvisano professionisti, ma quali sono le cause?
Chris Moneymaker: il boom del poker
Tutto è iniziato con Chris Moneymaker nel 2003 durante le WSOP di quell’anno. Per chi non lo sapesse, le WSOP (World Series of Poker) sono una serie di eventi dedicati al poker che si tengono ogni anno a Las Vegas, esse si concludono con il Main Event, il torneo che decreta convenzionalmente il campione del mondo di poker. La quota di iscrizione di quest’ultimo evento è di ben 10.000 dollari, ed è qui che inizia la storia del nostro Chris, che decide di partecipare ad uno dei tanti tornei satellite. Essi mettono in palio un biglietto gratuito per il Main Event, e la quota di iscrizione è di 1.000 dollari in questo caso. Per ben tre volte Chris partecipa a questi tornei, senza risultato. Fu allora che egli decise di pagare l’intera quota di iscrizione.
Stiamo parlando di un neofita, difatti prima di allora Chris Moneymaker non aveva mai partecipato ad un torneo di poker di quel livello, poiché per lui il poker altro non era che una semplice passione. Con grande sorpresa di tutti i presenti, Chris riesce a vincere il Main Event piazzandosi primo e aggiudicandosi diversi milioni di dollari. Fu allora che gli venne affidato il cognome di “Moneymaker” (letteralmente fare soldi). Ecco così che inizia la storia del poker, un gioco di carte poco conosciuto fino ad allora. La storia di Moneymaker fa il giro del mondo e nasce nella gente la malsana idea che chiunque, anche un giocatore inesperto, poteva vincere grandi somme. Il poker fa il boom. Nasce così una nuova tendenza che, negli anni successivi, è dilagata. Dai circoli alle poker room, oggi in pochi non conoscono il poker, e tutti (anche adolescenti) lo praticano abbastanza frequentemente.
Il poker diventa una moda
Come succede molto spesso nella nostra società, quella che era una nuova tendenza, con il passare del tempo, diventa una vera e propria moda. Non solamente giocatori professionisti, ma anche i principianti, tutti iniziano ad abusarne. Nonostante una legislazione che vieta il gioco d’azzardo ai minori, il poker spopola sopratutto tra gli adolescenti che iniziano a giocare sia in modo amatoriale (organizzando tornei con i propri amici), sia in maniera più professionale, su alcune poker room, naturalmente sotto falso nome. L’abuso è all’ordine del giorno, ed ecco che quella che era semplicemente una nuova tendenza diventa malcostume.
Non stiamo parlando solamente di un hobby, poiché questo gioco di carte ha tutti i diritti di essere chiamato “sport”, tuttavia esso prevede delle dinamiche di gioco così profonde che vanno al di là delle semplici regole. I neofiti, naturalmente, tralasciano tutte queste particolarità sul poker e, molto spesso, subiscono pesanti sconfitte. Senza alcuna conoscenza dei termini tecnici e delle tattiche più utilizzate, quando si arriva ad un tavolo verde degno di essere chiamato tale, i cosiddetti squali ci staranno poco a sbranarvi.
Un discorso a parte merita questo gioco quando, più che moda abusata, diventa un vero e proprio vizio. I casi sono tanti, e difficilmente hanno un lieto finale. Un consiglio? Non abusate del poker che, essendo uno sport, può non essere all’altezza di tutti. Abbiate la consapevolezza di quali sono i vostri limiti e la volontà di fermarvi laddove le cose vadano male. Non abusatene e, con il tempo, diverrà quello che per molti dovrebbe essere: un semplice hobby.
“Io sono un professionista!”
È una delle frasi che si sentono più spesso, accompagnata da “Ci gioco tutti i giorni”. Giocare online con soldi veri in una celebre poker room è alla portata di tutti, ma anche facendolo tutti i giorni difficilmente potremo dichiararci professionisti. L’abuso del poker negli ultimi anni nasce proprio da questo. Kicker, Continuation Bet, 3bettare, sono solamente alcuni dei termini più utilizzati in questo gioco e, nonostante questo, tanti professionisti improvvisati non ne hanno mai sentito parlare. A prescindere dalle conoscenze terminologiche, molto spesso è la mentalità che manca. Sapere quando compiere determinati mosse e quando no, non andare nel panico, controllare le proprie emozioni, sono solamente alcune delle basi fondamentali per arrivare in alto.
Molti principianti vantano di possederle, per poi lanciarsi in all-in del tutto inadeguati solo perché hanno un asso tra le proprie carte. Insomma, stiamo parlando del gioco di carte più famoso al mondo che, da quasi 10 anni, ha iniziato a diffondersi esponenzialmente senza fermarsi. La legislazione vigente prevede che questa nuova tendenza non debba essere presente nei circoli delle grandi città (è necessaria una licenza per il gioco d’azzardo), ma nonostante tutto sono molti i locali che si ostinano a farlo. Il perché è semplice: lasciamo i veri professionisti al loro posto, e noi divertiamoci occasionalmente in un torneo tra amici, d’altronde è anche per questo che è nato il poker in passato, non per diventare una moda quale è oggi.
Donato Braico
Fonte: Tasc
“Viaggio nella Storia”, vino e culto dei defunti sulla Giara di Siddi
Dopo la lunga pausa estiva, riprendono le attività culturali legate alle escursioni. Domenica 30 Settembre, l’Associazione Tsìppiri organizza un’escursione sulla Giara di Siddi. La giornata sarà dedicata al vino e all’antico culto dei defunti che si celebrava presso i templi denominati Tombe di Giganti.
L’appuntamento per chi parte da Cagliari è al T-Hotel, alle ore 09.30 (si richiede la massima puntualità). Il raduno è previsto alle 10.15 all’ingresso di Lunamatrona.
Ore 10.30 – Visita alla Tomba di Giganti di Lunamatrona.
Ore 11.30 – Convegno sulle libagioni e sul culto dei defunti, presso i vigneti della cantina Lilliu, dove, alle 13.00, nella zona conviviale, un gruppo di “arrostidorisi” preparerà un pranzo tipico sardo (costo 20 Euro). Le pietanze sono rigorosamente locali, selezionate da allevatori e agricoltori della Giara. Il capanno ha 4 tavolate in grado di ospitare 20 persone ciascuna, e domina la Marmilla a 360° con un panorama mozzafiato a 600 metri sul livello del mare.
Pomeriggio:
Ore 16.00 – Dal capanno, il gruppo si muoverà per una passeggiata (1 km) sul pianoro della Giara, con visita guidata alla monumentale Tomba di Giganti Sa Domu ‘e S’Orku.
A seguire, verso le ore 18.00, degustazione di vini delle cantine Lilliu e spiegazione della vinificazione.
Partecipazione libera e gratuita, con mezzi propri.
Informazioni al 338.2070515 o inviando una mail a pierlu.mont@libero.it
Kim Dotcom, ritorno in grande stile di Megaupload
È con tanta soddisfazioni che riportiamo di seguito la traduzione delle ultime parole scritte da Kim Dotcom su Twitter:”Piccolo aggiornamento sul nuovo servizio Mega: il codice è completo al 90%, i server sono in arrivo e avvocati, partner e investitori sono pronti. Siate pazienti perché sta arrivando”.
Secondo quanto rivelato, Megaupload ritornerà infatti entro fine anno sotto un altro nome, ovvero ”Megabox”; a quanto pare, con questa sua nuova creatura rinnovata, il fondatore dell’ex-impero decaduto lo scorso gennaio, quello di Megavideo e Megaupload, vuole rientrare in grande stile sul web, offrendo un servizio innovativo, capace di soddisfare gli utenti, e soprattutto sicuro in fatto di condivisione di file protetti da ”diritto d’autore”.
Megabox dovrebbe essere tutto criptato, intervenendo in anticipo nel caso le autorità volessero risalire a chi sta scaricando o caricando sul servizio software, film o musica pirata. Grazie a questo sistema studiato da Kim Dotcom, i ”controllori” potranno cadere nella violazione della privacy con molta facilità.
Fonte: GoLook-Technology.it
INAF, enigma delle esplosioni solari
Da cosa sono causate le esplosioni di massa coronale che avvengono sulla nostra stella, e che sono un pericolo per satelliti artificiali e reti di comunicazione sulla Terra? Dagli USA, una simulazione al computer prova a rispondere. Con un commento di Alessandro Bemporad (INAF).
Simulazione al computer del Sole (la sfera rossa) e le linee del suo campo magnetico (in arancio e blu). Il dettaglio mostra l’emergere del campo magnetico sulla superficie, e l’emissione X associata (Cooper Downs, Predictive Science, Inc).
Sono decenni che i fisici solari ci si accapigliano: da cosa sono causate le “espulsioni di massa coronale”, le violente esplosioni che proiettano plasma al di fuori della corona solare e possono causare tra l’altro pesanti effetti su sistemi terrestri come i satelliti artificiali o le reti elettriche e di comunicazioni? Uno studio su Nature Physics prova a rispondere, utilizzando un modello al computer per spiegare come i processi magnetici che avvengono all’interno del Sole possano dare luogo ai violenti fenomeni che avvengono nella corona. “Grazie a questo tipo di simulazione al computer riusciamo a capire come invisibili intrecci di campi magnetici emergano dal di sotto della superficie del Sole e si propaghino attraverso lo spazio interplanetario, fino a raggiungere la Terra” spiega Noé Lugazdell’Institute for the Study of Earth, Oceans, and Space dell’Università del New Hampshire, uno degli autori dello studio. Oltre a dimostrare il legame fra attività magnetica del Sole e espulsioni di massa coronale, lo studio potrebbe fornire degli strumenti per prevedere con qualche anticipo questo tipo di fenomeni (in particolare l’emissione di raggi X che di solito li accompagna), in questo modo limitando i danni che possono portare ai satelliti, alle reti di comunicazioni, e agli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Alessandro Bemporad, dell’Osservatorio Astrofisico di Torino dell’INAF, commenta così il contributo di questa ricerca alla comprensione della fisica solare. “Questo lavoro affronta il problema tutt’ora aperto dell’origine delle tempeste solari utilizzando una nuova strategia. E’ infatti fondamentale capire come l’energia magnetica alla base delle eruzioni solari emerga dalle regioni al di sotto della fotosfera per essere poi immagazzinata nella corona ed infine rilasciata”. Il problema di simulare le enormi variazioni di pressione del plasma mentre si sposta dalle regioni sub-fotosferiche alla corona sembrava insormontabile. “Questo lavoro risolve brillantemente il problema costruendo un codice numerico che si occupa di far ‘dialogare’ tra loro la simulazione del plasma sub-fotosferico con quella del plasma coronale. In particolare si dimostra qui per la prima volta che il campo magnetico trasportato infine dalla tempesta solare risulta dall’ “interazione” tra il campo sub-fotosferico emergente ed il sovrastante campo coronale pre-esistente”.
Questo tipo di approccio ha però i suoi limiti, nota Bemporad: “Si tratta comunque di una simulazione magneto-idrodinamica in cui il fondamentale processo della riconnessione magnetica viene innescato “ad hoc”, numericamente: resta ancora molta strada da fare prima di comprendere del tutto l’origine delle tempeste solari”.
Nicola Nosengo
Fonte: Coelum Astronomia
Catalytic Clothing, abiti del futuro
Qualche mese fa, all’annuale Festival della Scienza tenutosi ad Edimburgo, sono stati presentati abiti molto particolari chiamati “Catalytic Clothing” e cioé degli abiti che incredibilmente sono in grado di purificare l’aria circostante chi li indossa, attraverso una semplice reazione chimica! Come è possibile tutto ciò? Semplice, basta aggiungere uno speciale ammorbidente al normale detersivo ed il gioco è fatto!
Come funzionano i Catalytic Clothing
Premesso che un catalizzatore è una sostanza che interviene in una reazione chimica aumentandone la velocità ma rimanendo inalterata al termine della stessa, questi abiti hanno i tessuti ricoperti di nano-particelle di biossido di titanio, una polvere cristallina incolore tendente al bianco e funzionano, appunto, da foto- catalizzatori: in presenza di luce ed ossigeno accelerano le reazioni chimiche che permettono la scomposizione degli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera e li trasformano in altri agenti non nocivi, che svaniscono con la pioggia. In altre parole, questi abiti purificano l’aria, infatti, secondo i suoi creatori, un metro quadrato di tessuto catalitico indossato regolarmente sarebbe in grado di scindere e trasformare 0,5 grammi di ossidi di azoto al giorno.
Le particelle del catalizzatore sono, infatti, minuscole palline che misurano meno di 10 nanometri di diametro (1 nanometro = 1 miliardesimo di metro) e proprio per il fatto che sono così piccole, riescono ad attaccarsi sulla superficie del tessuto in modo permanente.
Questo video spiega chiaramente il funzionamento degli abiti catalitici
Gli ideatori dei Catalytic Clothing
Helen Storey lavora nel campo della moda dal 1981 e fin dall’inizio, ha sempre messo in discussione i tradizionali concetti di glamour associati all’immagine delle donne e già nel 1991 vinse il premio come più innovativa designer dell’anno. La Storey è attualmente professoressa ordinaria di Scienza della Moda presso il College of Fashion a Londra.
In una recente intervista, ha dichiarato “Attraverso il mio lavoro cerco di condividere e coinvolgere il pubblico, Catalytic Clothing è un esperimento di collaborazione tra moda e scienza, è un concetto radicalmente nuovo quello di purificare l’aria che si respira attraverso la superficie dei nostri vestiti”.
Tony J Ryan è Direttore del Dipartimento di Chimica e del Centro Polimeri presso l’Università di Sheffield dove è stato in precedenza Professore di Chimica Fisica. Ha collaborato con Helen Storey fin dall’inizio della carriera della stilista e la sua ricerca riguarda appunto la sintesi, la struttura, la lavorazione e le proprietà dei polimeri. Ryan ha dichiarato che “Questo esperimento tra moda e scienza è un tentativo di purificare l’aria che respiriamo attraverso i jeans trattati con particelle nanometriche di biossido di titanio. Solo nel Regno Unito, infatti, lo smog uccide 29.000 persone all’anno e l’asma è un problema crescente soprattutto tra i giovani che vivono nelle grandi città con alti livelli di NOx e di altre sostanze inquinanti presenti”.
La Storey e il Professor Ryan cercano di coinvolgere il pubblico sulle tematiche ambientali attraverso l’arte e la moda. “La moda è un comunicatore straordinario”, sostiene Storey; “In un primo momento, pensavano tutti che fossimo stupidi. Ma dopo che i primi test hanno dimostrato l’efficacia del sistema Catalytic Clothing le cose sono cambiate. Abbiamo poi scoperto nel fare esperimenti che i jeans denim sono la superficie più efficace tra tutti i tessuti, e sono anche il pezzo più democratico di abbigliamento in tutto il mondo. Oggigiorno ci sono sul pianeta più jeans denim che persone”.
Conclusioni
Negli ultimi anni si è sviluppata e sta crescendo sempre di più la sensibilità verso tutto ciò che si definisce “ecosostenibile”, a partire dagli ultimi accorgimenti in materia di packaging dei prodotti, nuovi motori che inquinano sempre meno, attenzione per le energie rinnovabili e così via; nonostante siamo (purtroppo) ancora lontani dal poterci definire un popolo eco-solidale. Personalmente, ritengo che le invenzioni ecologiche, in ogni campo, siano di importanza fondamentale e penso che, in futuro, se almeno la metà di queste diventasse di utilizzo comune, potremmo davvero migliorare la salute del nostro pianeta.
Pensare che quello che indossiamo potrebbe cambiare il modo in cui viviamo, è una cosa bellissima e soprattutto, l’aspetto che più colpisce degli abiti catalitici è l’altruismo del concetto stesso; i benefici, infatti non arrivano direttamente a chi li utilizza, ma a tutti coloro che si trovano vicini.
Fonte: Tasc