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Archive for June 28, 2012

Roberto Benigni, esodati come in un girone dantesco

Parole dure per il grande oratore Roberto Benigni con il termine “Esodati” che definisce una fetta del nostro paese che in futuro prossimo potrebbero trovarsi senza pensione, senza stipendio a causa dell’aumento dell’età pensionabile, lui che da sempre è legato alle problematiche  sociali, ci mette sempre del suo anche ironizzando. “Gli esodati? Sembra un termine inventato da Dante per un girone di penitenza – ha dichiarato l’attore a Supercinema, il rotocalco di Mediaset – Loro sì che scontano una pena terribile, ma in vita, non da morti”.                                                                                                             “La punizione infernale più tremenda? Penso sia senza dubbio una manovra finanziaria decisa dalla Merkel”.                       Nel 2006 Benigni ha iniziato a girare per teatri e piazze con lo spettacolo TuttoDante, in cui ha recitato e spiegato le cantiche del celebre poema. Con Il Premio Oscar è legato da un rapporto particolare a Dante Alighieri e alla Divina Commedia. Dopo aver tenuto letture sull’argomento in numerose Università Italiane. Benigni, dopo essere tornato recentemente al cinema con il film di Woody Allen “To Rome with Love”, è atteso dal 20 luglio al 6 agosto in piazza Santa Croce a Firenze per 12 appuntamenti in cui riproporrà l’interpretazione di 12 canti dell’Inferno.

Emilio Di Iorio

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“Charlot” di Richard Attenborough [1992]

June 28, 2012 Leave a comment

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“Il film ha pennellate eleganti che però, messe insieme, non fanno un ritratto. Manca una visione d’insieme, un’ipotesi d’interpretazione forte del personaggio. Mille sono i punti di vista dai quali Chaplin può essere analizzato: l’ossessione erotica per le ragazzine, l’impegno politico, le accuse (ebreo, comunista) inventate dall’FBI e però da lui mai del tutto negate, l’odio-amore per l’America, il retaggio dickensiano dell’infanzia londinese, e tanti, tanti altri. Attenborough non ne sceglie uno: tenta di farli tutti confezionando un centone affascinante ma troppo didascalico. Alla fine del quale Chaplin rimane un mistero. Come si diceva: se volete saperne di più, guardate i suoi film.” (Alberto Crespi, ‘l’Unità’, 26 febbraio 1993)”Dopo Gandhi, Chaplin. Richard Attenborough continua con le sue biografie filmate. Questa volta, però, il personaggio era più complesso. Il problema era non solo dir tutto, ma anche condensare senza tradire: né il carattere rimasto sempre un po’ oscuro del protagonista, (nonostante le molte confidenze e confessioni), né l’epoca, il cinema e la gente che lo avevano accolto e in cui, qualche volta perseguitato, aveva saputo dominare. Attenborough ha pensato di vincere la difficile battaglia affidandosi a tre sceneggiatori di fama (William Boyd, Bryan Forbes, William Goldman) e rifacendosi, per le fonti, debitamente citate, all’autobiografia dello stesso Chaplin, ‘La mia vita’ e al bellissimo libro storico-critico di David Robinson, ‘Chaplin: la vita e l’arte’. Un’idea giusta, non sorretta però da una vera analisi del personaggio e affidata poi, come struttura narrativa, ad un seguito di eventi visti più come in uno sceneggiato tv che non come in un film, prodighi, in qualche momento, di invenzioni suggestive, ma ora troppo diluiti ora troppo rapidi per arrivare, come si voleva, ad un ritratto.” (‘Il Tempo’, 27 febbraio 1993)”Qualche momento intenso lo dobbiamo a Geraldine Chaplin nel ruolo di sua nonna Hannah, la mamma di Charlie e di Sydney Chaplin che tutta la vita combatte contro uno stato di depressione prossimo alla follia. Kevin Kline è irresistibilmente simpatico nella parte di Douglas Fairbanks, il grande amico di Chaplin e cofondatore della United Artists. E Milla Jovovich è molto bella e inquietante nel ruolo di Mildred Harris, la diciassettenne furba che divenne la prima moglie bambina di Chaplin. Ma su questa come sulle altre sue vicende amorose, si sente l’inevitabile autocensura che gli autori si sono imposti: Lady Oona era ancora viva ai tempi della preparazione del film. Per fortuna c’è Chaplin, quello vero. Quando sullo schermo compaiono la fioraia, il monello, il vagabondo, il suo finto Dittatore – e quello vero – improvvisamente si torna a ridere e a commuoversi, e appare più chiaro l’unico senso possibile di ‘Charlot’: ricordare uno dei massimi poeti di questo secolo. E spedire gli spettatori a rivedere i suoi film”.
Irene Bignardi
la Repubblica, 27 febbraio 1993

Angelina Jolie, bella e tenebrosa strega in “Maleficient”

Le belle di Hollywood interpretano le streghe cattive, dopo Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna di “Biancaneve e il Cacciatore” di Rupert Sanders ora tocca alla bellissima Angelina Jolie, protagonista di “Maleficent”, bella e tenebrosa. Sono iniziati  le riprese del film l’annuncio arriva dagli Walt Disney Studios, diretto dal production designer due volte premio Oscar Robert Stromberg (“Avatar”, “Alice in Wonderland”), ecco la prima foto che ritrae Angelina nei panni della strega con il famoso cappuccio nero  da cui escono due corna come nel cartoon del 1959 de “La bella addormentata nel bosco”. Il debutto  come   regista nel suo primo film,  ed prodotto da Joe Roth, scritto da Linda Woolverton (“Il re leone”, “La bella e la bestia”) e vede come produttori esecutivi la stessa Jolie, Don Hahn, Matt Smith e Palak Patel. In uscita nel 2014, anche in versione 3D, “Maleficent” è la storia mai raccontata di una delle più amate cattive delle favole Disney e svela per la prima volta gli eventi che hanno reso duro il suo cuore e che l’hanno portata a maledire la piccola Aurora. Tra gli altri attori  nel cast troviamo Sharlto Copley, Elle Fanning, Sam Riley, Imelda Staunton, Miranda Richardson, Juno Temple e Lesley Manville.

Emilio Di Iorio

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Woody Allen, sogno di girare un capolavoro

Nel cassetto un sogno molto particolare  per l’attore-regista Woody Allen, quello di realizzare un capolavoro: “Ho 76 anni perciò non penso che succederà, ma continuo a provare”, ha detto a Parigi, in occasione della presentazione del suo ultimo film ” ‘To Rome with love’, girato in Italia.
con alle spalle 45 film, il celebre regista ne considera solo sette o otto “migliori degli altri” e il suo sogno è quello di “dirigerne uno che posso mostrare senza vergogna ai festival, uno del calibro di ‘Rashomon’ o di ‘Il settimo sigillo’, e di ‘8 1/2′”, ha detto. Una nuova sfida per lui dunque , e confessa che non ha nessuna intenzione di ritirarsi in pensione: “Non riesco a immaginarmi una vita senza lavoro”. Ci sono pregi e svantaggi  nell’essere una celebrità, questi i temi trattati nel suo prossimo  lavoro, su uno sfondo in altre città dopo Roma questa volta saranno New York e San Francisco. “Essere una celebrità comporta mancanza di privacy, persone che ti chiedono costantemente l’autografo o una fotografia ed essere inseguiti dai paparazzi. Ma i privilegi superano di gran lunga questi inconvenienti, ce ne sono così tanti che molte volte sono anche immeritati”.

Emilio Di Iorio

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“Profumo – Storia di un assassino” di Tom Tykwer (2006)

June 28, 2012 Leave a comment

Profumo – Storia di un assassino (Perfume: The Story of a Murderer) è un film di genere drammatico, thriller della durata di 147 min. diretto da Tom Tykwer e interpretato da Ben Whishaw, Dustin Hoffman,Alan Rickman, Corinna Harfouch, Rachel Hurd-Wood, Karoline Herfurth, Sara Forestier, Ramon Pujol, Birgit Minichmayr, Simon Chandler.
Prodotto nel 2006 in Germania e distribuito in Italia da Medusa il giorno 22 settembre 2006.
Il trovatello Jean-Baptiste Grenouille, nato privo di odore, è dotato di un olfatto superiore a quello degli altri esseri umani e lo utilizza per creare i migliori profumi del mondo. Le cose prenderanno una piega drammatica quando Grenouille inizierà a cercare l’essenza suprema…
Francia, XVIII secolo – Jean-Baptiste Grenouille (Ben Whishaw) nasce da una ragazza madre tra i rifiuti di una Parigi povera e sporca. Una pescivendola al mercato si sente male, si sdraia dietro il banco ed espelle il feto (che la voce del narratore ci informa essere il quinto di una serie di feti nati morti) tagliandone il cordone con abitualità e noncuranza. Ma il neonato, abbandonato dalla madre tra sporcizia, topi e resti di pesce, inizia a respirare, e le sue urla subitanee richiamano l’attenzione di alcuni presenti. La madre, accusata di tentato infanticidio, viene impiccata.
Finisce in un orfanotrofio gestito da una megera che lo venderà, ormai ragazzo, a un conciatore. Parlerà tardi, dopo i 5 anni, ma presto scoprirà di avere un olfatto assolutamente fuori dal comune. Gli odori divengono il fulcro della sua esistenza: riesce a distinguere l’odore dell’erba, della pietra calda, del legno bagnato, dell’acqua e della rana che vi nuota.
Un giorno, in città per una consegna, incontra l’odore della sua vita: proviene da una fanciulla venditrice di prugne (Karoline Herfurth). La segue, l’odora e incidentalmente la soffoca tentando di farla star zitta per non essere scoperto.
Sempre per una consegna, capita nel negozio di Monsieur Baldini (Dustin Hoffman), un profumiere italiano in declino. Qui, nel suo studio, ricrea in poco tempo il famoso e vendutissimo profumo Amore e psiche del profumiere concorrente Pélissier. Baldini lo assume e Jean-Baptiste viene iniziato all’arte della profumeria e della distillazione. Modifica e migliora il profumo di Pélissier, la voce si sparge a Parigi e gli affari del negozio rifioriscono grazie alle creazioni dell’allievo.
Ma a Jean-Baptiste interessa soprattutto sapere come estrarre e distillare gli odori di tutte le cose. Cerca di distillare l’odore del rame, del vetro e persino del gatto di Baldini. Capisce che deve esistere qualche altra tecnica e, su consiglio del maestro, parte per la provenzale Grasse, il più rinomato centro per la produzione di profumi.
Qui, nel paese della lavanda, impara nuove tecniche e si sente pronto finalmente per creare il profumo perfetto, quello che lo renderà famoso in tutto il mondo. Ossessionato dal profumo di quella giovane venditrice di prugne, incontrata tempo prima, comincia a distillare il profumo di donna: ma gliene servono almeno 13. Un buon profumo è costituito da 12 essenze – diceva Baldini -: 4 per l’accordo di testa, 4 per l’accordo di cuore, 4 per l’accordo di base e l’ultima, la più potente, che farà di quel profumo l’unico e impareggiabile.
Uccide 12 bellezze e ne estrae l’essenza; gli manca l’ultima, la più bella, e la identifica nella bellissima Laura (Rachel Hurd-Wood), figlia del potente Richis (Alan Rickman). Grasse è in allarme per gli efferati delitti; non si riesce a trovare la chiave di lettura dei crimini. Le modalità sono sempre quelle: giovani donne belle vengono trovate nude, coi capelli rasati ma senza tracce di violenza sessuale. Richis ha paura per la figlia, la porta via da Grasse ma fallisce. E Jean-Baptiste, che nel frattempo è stato identificato come l’assassino ed è ricercato, riesce a estrarre l’ultima essenza. Il profumo perfetto è pronto ma egli viene catturato. Grazie proprio a quel profumo riesce a sfuggire il patibolo e si dirige verso Parigi.
La voce del narratore racconta: “Aveva ancora profumo a sufficienza da asservire il mondo intero se avesse voluto; sarebbe potuto andare a Versailles a farsi baciare i piedi dal Re, scrivere al Papa una lettera profumata e rivelarsi come il nuovo Messia. Avrebbe potuto fare questo e molto di più, se avesse voluto. Possedeva un potere più forte del potere del denaro o del terrore o della morte, l’invincibile potere di suscitare l’Amore nell’Umanità”.
Il 25 giugno 1767, entra in città da Rue Saint-Jacques. Avendo capito che il profumo, nonostante potesse farlo apparire come una divinità per il mondo intero, non poteva trasformarlo in un essere capace di amare e di essere amato veramente, si versa sul capo tutto il profumo con un gesto lento, davanti a una folla di poveracci infreddoliti, e si lascia uccidere inerte dalla smania e dall’adorazione di questi in quello che si rivelerà, il giorno seguente, essere un mercato del pesce, lo stesso posto dov’era nato.
Curiosità
Nota curiosa è come tutti i padroni di Jean-Baptiste siano morti subito dopo averlo lasciato: la madre viene impiccata poco dopo averlo partorito; la direttrice dell’orfanotrofio non fa in tempo a godersi i 7 franchi per cui ha venduto Jean-Baptiste, rapinata e sgozzata subito dopo averlo venduto; il proprietario della conceria per scansare una carrozza cade battendo la testa e poi dentro il fiume, dopo averlo venduto per 50 franchi; la casa di Monsieur Baldini crolla uccidendo sua moglie e Baldini stesso, con ancora fra le mani il libretto con le cento formule lasciategli da Jean-Baptiste e un sorriso sulle labbra; il proprietario dell’ultima azienda profumiera viene ucciso per il ritrovamento dei capelli delle vittime nel suo cortile, nascoste da Jean-Baptiste.
Tutti i personaggi del libro, infatti, per un motivo o per l’altro non riescono a portare a termine i loro scopi tranne Grenouille. Per esempio: la madre, avendo 25 anni, sperava un giorno non tanto lontano di poter diventare la moglie di qualche artigiano vedovo, per questo non si pente di lasciar morire i suoi precedenti 4 figli che avrebbero solamente decimato le sue possibilità, invece viene fatta impiccare; Grimal, dopo aver concluso il miglior affare della sua vita vendendo Grenouille, si compra delle bottiglie di vino, ma, ubriacatosi, confonde la strada del ritorno e muore di colpo gettandosi nella Senna; Madame Gaillard aveva progettato di morire in privato in casa sua evitando una morte pubblica e disgustosa come quella del marito nell’Hotel-Dieu, invece, a causa della vecchiaia, di una malattia tumorale alla gola e della rivoluzione che mise in crisi l’economia e il suo piccolo patrimonio, è costretta ad arrendersi e viene sepolta in una fossa comune; Giuseppe Baldini, dopo aver pianificato di vivere felicemente fino a vecchiaia inoltrata godendosi il ricco frutto delle creazioni di Grenouille, muore travolto dalle macerie dei due piloni del Pont au Change che sorreggevano la sua casa e il laboratorio; la ragazza di Rue des Marais viene strangolata per il semplice motivo che ha un profumo sublime, come anche le altre 25 vergini di Grasse, lo strumento per la realizzazione del profumo perfetto; il marchese della Taillade-Espinasse ingannato da Grenouille, crede di poter dimostrare come, salendo sulla montagna più alta della Francia e trascorrendovi una settimana di riposo, sia reale la sua teoria del fluidum vitale, ma muore nel tentativo sottovalutando i pericoli della montagna; Druot, il primo garzone di Madame Arnulfi, aveva sposato la sua datrice di lavoro ed era contento della sua situazione, ma siccome Grenouille era stato scarcerato, viene accusato e confessa, sotto tortura, di essere l’autore dei delitti. Ed ecco che così il nostro protagonista lascia sul sentiero dove è passato una scia di 33 morti alquanto stranamente correlate con lui (preso in considerazione il libro).
Nella versione italiana la voce narrante è di Omero Antonutti.

Fonte: Wikipedia

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