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Gianluigi Gessa, neuroscienziato classifica l’omofobia come psicosi patologica

Il neuroscienziato di fama mondiale, Gianluigi Gessa, dimostra come contrariamente l’omofobia sia una reale malattia, una vera e propria psicosi patologica non ancora classificata in un eventuale orientamento specifico, derivante da frustrazioni e angosce e provocanti un alto livello di infelicità. Presentando la sua tesi a Cagliari durante la Giornata Internazionale contro l’omofobia, descrivendone lo stato psicologico che necessita di cure specialistiche, afferma: “Studi scientifici hanno dimostrato che più forte è l’avversione verso gli omosessuali più è latente e inconscia l’attrazione verso di loro. Se si vive ad esempio in un ambiente particolarmente ostile e conservatore è difficile, a volte impossibile, potersi esprimere. Da qui nascono nevrosi patologiche, stati di infelicità. La psicoterapia può svelarla e aiutare queste persone a vivere meglio e non esprimersi in modo dannoso proprio contro l’oggetto del loro desiderio. Non c’è niente che debba esser curato, se non l’ambiente ostile che si crea attorno a chi ha un diverso orientamento sessuale e non puòdecidere in santa pace di seguire i propri naturali impulsi. E’ questo che crea infelicità,l’iscrizione al genere maschile avviene attraverso un ormone derivato dal testosterone che si produce nel feto. Dunque non c’è preghiera, farmaco, psicoterapia chepossa modificare l’orientamento sessuale. Ilnostro cervello, se non fosse per via degli ormoni, sarebbe femmina. La Bibbia dice cheDio creò l’uomo e poi da una sua costola fece ladonna. Le neuroscienze suggeriscono che prima creò la donna e poi con un’iniezione di testosterone creò l’uomo. Le cinque principali bestialità che albergano nella testa dell’omofobo: “L’omosessualità è una volgare perversione”, “è contro natura”, “una malattia mentale che può essere curata”, “un peccato mortale”, “una scelta da scoraggiare”.

Marius Creati

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