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Venere, transito sul disco solare il prossimo 6 giugno 2012

All’alba del 6 giugno, a otto anni di distanza da quel memorabile 8 giugno 2004, il pianeta Venere transiterà nuovamente sul disco solare. Questo sarà anche l’ultimo che potremo osservare nella nostra vita, visto che il successivo si verificherà solamente nel 2117! Quello che sta per arrivare sarà un evento molto diverso da quello davvero spettacolare del 2004, che fu il primo, dai tempi dell’invenzione del cannocchiale, a essere visibile dall’Europa in tutte le sue fasi. Quella volta, infatti, l’Italia fu favorita dalle circostanze geometriche e il transito si poté osservare per intero, dalle 7 del mattino fin oltre le 13. Con il Sole quindi alla sua massima altezza e fuori dalle foschie dell’orizzonte. Questa volta non saremo altrettanto fortunati e del lento progredire del pianeta sul disco solare potremo seguire soltanto l’ultima fase, quella relativa al III e al IV contatto con il bordo del Sole.
Preparatevi a seguire l’evento in streaming su Coelum!
Nel frattempo, ecco alcune informazioni utili:
L’illustrazione sulla destra (cliccare l’immagine per ingrandire) visualizza la geometria del transito di Venere sul disco solare secondo un punto di vista geocentrico.
Al momento del fenomeno il pianeta si troverà a 0,2887 UA dalla Terra, mentre il suo diametro apparente misurerà 57,8 secondi d’arco. Sono dati anche gli istanti geocentrici (in TMEC) dei contatti del disco di Venere con quello del Sole.
Per effetto della parallasse gli orari potranno essere leggermente diversi nelle varie località italiane, da dove saranno comunque osservabili soltanto gli ultimi 80 minuti del percorso e il III e il IV contatto. Ecco quindi di seguito una tabella con gli orari per le principali località della penisola.
Fonte: Coelum Astronomia
Mali, cacciatori dell’Impero Keïta
A volte le immagini riescono a metterci in comunicazione con un mondo completamente inaccessibile e che, pertanto, è reale. L’armata resuscitata dei cacciatori del Mali arriva da lontano: questi uomini coperti di amuleti, di talismani e armati, sembrano arrivare a noi da mondi lontani e vivono da sette secoli, memoria intatta del medioevo africano. Sono l’eredità dei corpi d’élite dell’impero Keïta del Mali. Si vestono allo stesso modo e obbediscono alle stesse leggi dei cavalieri e dei soldati del re Soundjakata Keïta (1190-1255), quando l’impero si estendeva dal Sahara sino alla foresta equatoriale, dall’Atlantico alle bocche del fiume Niger. Ignoravano i regimi di coercizione e seguivano un codice democratico orale dell’impero. Questo regno fu un epoca di pace e prosperità durante il quale coesistettero l’Islam e l’Animismo, e le pratiche schiaviste furono abolite. Questi cacciatori sono usciti dall’ombra dopo sette secoli, costituendo una sorta di fiume sotterraneo e transnazionale che ha irrigato con i suoi valori una grande parte dell’Africa attuale. Uomini atavici, primitivi, sanguigni, che con le loro iene ci trasmettono una forza palpabile, violenta, che ci viene lanciata a forza con delle immagini. Si rimane assolutamente affascinati da questi visi, da questi corpi, che ci osservano dalla penombra delle loro capanne e ci parlano silenziosamente.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Festival dei 2Mondi 2012, 55a edizione della storica manifestazione culturale di Spoleto
Transito di Venere, fenomeno astronomico più raro in assoluto
Si tratta di uno fenomeni astronomici più rari in assoluto: nella prima mattinata del 6 giugno avremo la possibilità di osservare Venere sfilare dinanzi al Sole.
L’ultimo c’è stato nel giugno del 2004, ma il prossimo avverrà soltanto nel dicembre del 2117: varrà dunque la pena di non perdersi il transito di Venere dinanzi al Sole, che avremo l’opportunità di ammirare all’alba del 6 giugno. La nostra Stella ci apparirà momentaneamente coperta in una sua porzione: a poche settimane di distanza dall’incantevole eclissi anulare che è stato possibile ammirare soltanto da alcuni Paesi affacciati sulla fascia del Pacifico, il Sole continua a dare spettacolo con un evento che è eccezionale per la sua assoluta rarità. Solo che, questa volta, anche l’Italia avrà un’ottima ragione per alzare gli occhi al cielo: schermandosi adeguatamente gli occhi, nella primissima mattinata del 6 giugno e fino alle 6.55 sarà possibile osservare le ultime fasi di una meraviglia astronomica considerata tra le meno frequenti in assoluto.
Di transiti di Venere davanti al Sole, infatti, se ne verificano in totale quattro nell’arco di 243 anni: in virtù del fatto che tali passaggi procedono a coppie intervallate da otto anni, è effettivamente impossibile riuscire ad osservarne più di due nell’arco di una vita intera. E anche in quel caso, tuttavia, bisognerà definirsi ben fortunati, dal momento che le due coppie sono separate, a loro volta, da un periodo la cui durata è variabile, ma supera il secolo: ecco perché, dopo aver aver visto il Pianeta sfilare davanti al disco infuocato nel giugno del 2004 e, prossimamente, il 6 giugno del 2012, dalla Terra il fenomeno non sarà più visibile se non tra centocinque anni.
L’attenzione nei confronti dell’evento è dovuta esclusivamente alla rarità che lo caratterizza: dal punto di vista scientifico non costituisce altro se non un effetto dovuto alla congiunzione tra meccanismi orbitali, anche se va ricordato come in passato sia stato studiato con particolare cura. Addirittura, il transito avvenuto il 3 giugno del 1761 si rivelò fondamentale, agli occhi degli scienziati dell’epoca, per determinare la distanza della Terra dalla sua Stella attraverso la parallasse, collegandosi ad una secolare tradizione di studi che, a partire dagli antichi greci, ha sempre puntato occhi scrutatori al cielo cimentandosi in complessi calcoli.
E cominciano già a piovere le immancabili profezie apocalittiche, accompagnate da visioni catastrofiche sulla imminente fine del mondo: come già accaduto con la super luna degli inizi di maggio, anche in occasione del transito di Venere, non mancano le speculazioni ardite rispetto alle possibili conseguenze nefaste che noi terrestri potremmo pagare a causa di questo splendido effetto ottico. Su tutte, naturalmente, quella che tira in ballo i Maya, onnipresenti quando iniziano a suonare le trombe del giorno del giudizio: dopo anni di smentite degli archeologi mesoamericani, e dopo l’ultima ulteriore prova frutto del recente ed eccezionale ritrovamento in Guatemala, non si fermano comunque le acrobatiche interpretazioni che vorrebbero la coincidenza della distruzione dell’umanità proprio con il passaggio di Venere davanti al Sole. Un vero peccato che, almeno di fronte agli spettacoli della natura che dovrebbero limitarsi ad emozionare solo per la propria impareggiabile magnificenza, l’uomo non riesca a non pensare all’eventualità di disastri e tragedie.
Fonte: Fanpage