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BTE Dan, ingegnere propone costruzione Enterprise di Star Trek
Nella saga televisiva di Star Trek, la prima nave stellare Enterprise venne costruita nell’anno 2245. Ma oggi, un ingegnere ha proposto (e descritto nei minimi dettagli) la costruzione a dimensioni reali, e funzionante a ioni, della Enterprise, completa di 1G di gravità a bordo, con la tecnologia attuale, entro 20 anni. “Abbiamo le capacità tecnologiche per costruire la prima generazione della navicella spaziale conosciuta come la USS Enterprise e quindi facciamolo”. Questa Enterprise “Gen1″ potrebbe arrivare su Marte in novanta giorni, sulla la Luna in tre, e “potrebbe saltare da un pianeta all’altro lasciando sonde robotiche di tutti i tipi: rovers, speciali, aerei e satelliti.” Completo di disegni concettuali e specifiche della nave con un calendario di finanziamento e ogni altro dettaglio immaginabile, il sito web BTE è stato lanciato proprio questa settimana e copre quasi ogni aspetto di come il progetto potrebbe essere fatto. Questa impresa sarebbe stata costruita interamente nello spazio, con una sezione a gravità rotante all’interno del piatto di dimensioni simili alla USS Enterprise di Star Trek. “Questa configurazione è abbastanza funzionale”, scrive Dan su BTE, anche se il suo progetto si muove intorno a poche parti per migliorare le prestazioni con la tecnologia di oggi. Questa versione di Enterprise sarebbe tre cose in una: una nave spaziale, una stazione spaziale e uno spazioporto. Conterrebbe un migliaio di persone a bordo in una sola volta, sia come membri dell’equipaggio o come visitatori e turisti. La nave non viaggerebbe alla velocità della luce ma avrebbe in dotazione un motore a propulsione ionica alimentato da un reattore nucleare a 1.5GW, che potrebbe viaggiare con una accelerazione costante per raggiungere facilmente i punti chiave di interesse nel nostro Sistema Solare. Tre reattori nucleari supplementari creerebbero tutta l’energia elettrica necessaria per il suo funzionamento. La sezione a disco sarebbe di 0,3 miglia (536 metri) di diametro, rotante e magneticamente sospesa che creerebbe 1G di gravità. I primi incarichi per la nave sarebbero l’utilizzo stazione spaziale e porto spaziale, ma potrebbe spostarsi sulla Luna, Marte, Venere, asteroidi vari e anche su Europa, dove il laser non sarebbe utilizzato non per il combattimento ma per tagliare la crosta ghiacciata della luna e consentire ad una sonda di scendere verso l’oceano sottostante. Naturalmente, come tutte le navi spaziali di oggi, il grande “se” per un tale sforzo ambizioso sarebbe ottenere dal Congresso lo stanziamento delle risorse alla NASA per un enorme progetto della durata di 20 anni. Ma Dan ha detto che se tutto andasse bene, e tra gli aumenti fiscali e tagli di bilancio da suddividere in aree come i servizi di difesa, sanitari e umani, gli alloggi e sviluppo urbano, l’istruzione e l’energia, i tagli a settori di spesa discrezionale non sono grandi, e l’aumento delle tasse potrebbe essere piccole. “Questi cambiamenti alla spesa e alle tasse non affonderebbero la repubblica”, dice sul sito. “In effetti, queste sarebbero a malapena notate. E’ incredibile che un programma fantastico come la costruzione di una flotta di astronavi della USS Enterprise possa essere fatto con un impatto così piccolo”. “Gli ostacoli sono i limiti che mettiamo nel nostro immaginario collettivo”, aggiunge Dan su BTE. Egli propone non solo una nave di classe Enterprise, ma più navi, una delle quali possa essere costruita ogni 33 anni, una volta per generazione, dando tre navi nuove per secolo. “Ognuna sarà più avanzata rispetto alla precedente. Le navi più vecchie potrebbero essere continuamente aggiornate per diverse generazioni fino a che non vengano poi dismesse. Dan, che non ha risposto alle email, si elenca come ingegnere di sistemi e ingegnere elettronico che ha lavorato presso una società Fortune 500 negli ultimi 30 anni. Il sito comprende un blog, un forum e una sezione Q & A, dove BTE Dan risponde alla domanda “Che cosa succederebbe se qualcuno potesse dimostrare che la costruzione del Gen1 Enterprise è al di là della nostra portata tecnologica?” Risposta: “Se qualcuno fosse in grado di convincermi che non è tecnicamente possibile (ignorando le questioni politiche e i finanziamenti), allora sarà stato sul sito BuildTheEnterprise che mi hanno detto di sbagliarmi. In tal caso, la costruzione della prima Enterprise dovrà attendere, diciamo, un altro mezzo secolo. Ma io non credo che qualcuno sia in grado di convincermi che non si possa fare. La mia posizione è che bisogna iniziare immediatamente a lavorare su di esso.”
Fonte: Nemesis Project Research
Firenze, cambia sesso da uomo a donna ma lo Stato non risponde all’appello
Grazie ad un’operazione chirurgica è diventata donna ma per lo Stato Italiano non esiste. E non da uno, due, tre giorni, una settimana ma da ben 7 mesi. È il Tribunale che non spedisce la sentenza al Comune della Versilia, e senza sentenza niente cambio anagrafico e niente nuovi documenti. Serena in pratica per il nostro Paese è sempre un uomo, un passato ingombrante che non la molla. E la costringe a vivere quasi da carcerata, lontana dal mondo. Pensate per un attimo se fosse fermata per un semplice controllo, della patente magari. Cosa potrebbe dire? Come spiegherebbe che una ragazza 27enne si muove avendo soltanto la carta d’identità di un uomo? Il suo diploma di parrucchiera, al momento, non le serve a niente visto che di andare a cercare lavoro non se ne parla. “Buongiorno, sono Serena, sto cercando un impiego. Sul mio documento c’è però scritto il nome di Mario…..”. Non è pensabile. Chi mai l’assumerebbe? E la sua vita passa, anzi scivola via. Ma alla beffa, da qualche anno si è aggiunto anche il danno. Perché durante gli esami sostenuti per cambiare sesso, la ragazza ha scoperto di essere affetta da sclerosi multipla. E nel suo caso la lotta è anche contro il tempo. Burocrazia e tempo, quindi. Una lotta impari. Almeno, in questa sua ennesima battaglia non è sola. Con lei c’è la mamma che spera ardentemente che la figlia si ritagli un angolo di felicità, il più in fretta possibile. La storia di Serena è iniziata 8 anni fa. Come ragazzo inizia le cure e il percorso per il cambio di sesso. Insieme ai medici del Policlinico di Careggi a Firenze che redigono una relazione sul suo quadro clinico e di genere. La domanda al Tribunale di Lucca, per ottenere l’autorizzazione per l’intervento, viene presentata ufficialmente nel 2009. Sentenza emessa nel 2011. Il 27 giugno, dello stesso anno, le sembra di intravedere la luce in fondo al tunnel: va in ospedale a Pietra Ligure e diventa donna. La sua cartella medica viene inviata al Palazzo di Giustizia di Lucca per ottenere la sentenza che impone al Comune di cambiare i dati anagrafici. Tribunale che si pronuncia nell’ottobre dello scorso anno. Ma ad oggi il Comune dove risiede non ne ha ricevuto copia. Serena, non è ancora Serena, e i suoi documenti non esistono. Lei non esiste, nella sua nuova vita. E il tempo scappa……
Massimiliano Mantiloni
Fonte: Affari Italiani
Belgrado, cambiare sesso é possibile a spese dello Stato
Uomini che si sentono donne e donne che vorrebbero essere uomini. Anche in Serbia si potrà cambiare sesso, a spese dello stato.
Il primo paziente, uomo, è andato sotto i ferri dei chirurghi dell’ospedale Front Narodni di Belgrado Martedì scorso, per risvegliarsi donna.
Secondo il dottor Dusan Stanojevic, che ha guidato il team chirurgico, “gli organi genitali impiantati hanno un aspetto totalmente naturale, che non lascia spazio a dubbi. Queste nuove donne, inoltre, possono avere rapporti sessuali regolari e raggiungere l’orgasmo nel 100% dei casi, con una percentuale di probabilità superiore a chi è nato donna”.
Ai primi di Febbraio toccherà ad altri due pazienti transessuali, mentre l’ospedale conta già più di 200 persone che aspirano a ridefinire la propria identità sessuale a spese dello stato.
Questo tipo di intervento è stato reso possibile da una nuova legge sull’assicurazione sanitaria in caso di malattia, entrata in vigore Lunedì scorso, che consente appunto operazioni di cambiamento di sesso a spese pubbliche quando nel malessere sessuale si rinviene anche un disagio sociale.
Prima dell’intervento, infatti, i pazienti devono obbligatoriamente frequentare uno psichiatra per un anno e solo se risulterà che sono “realmente intrappolati in un corpo sbagliato”, potranno avviare le pratiche necessarie.
L’assicurazione finanzia soltanto la chirurgia di base, senza coprire la terapia ormonale obbligatoria nei sei mesi che precedono l’intervento né l’impianto di seni al silicone per le aspiranti donne, tutte spese che restano quindi a carico del paziente.
Prima dell’entrata in vigore di questa legge, le operazioni di cambiamento del sesso in Serbia erano possibili solo privatamente al prezzo di circa 200.000 dinari, cioè 2000 euro: un costo talmente basso per gli standard europei, da trasformare la Serbia in una delle mete più ambite per chiunque voglia cambiare la propria identità sessuale senza alleggerire troppo il portafogli.
Negli ultimi venti anni, si conta che già 150 persone abbiano cambiato sesso: la prima operazione infatti risale al 1989.
Nonostante il sostegno sanitario, però, questi interventi non sono ben tollerati a livello sociale, così come l’omofobia.
Un esempio concreto è dato dall’ultimo Gay Pride, prima organizzato a Belgrado’ e poi disdetto all’ultimo momento a causa delle ripetute minacce avanzate dai gruppi di destra.
Serena Grassia
Fonte: Atlas
Convivio, mostra-mercato a scopo benefico a favore di ANLAIDS a Milano
Convivio (Fieramilanocity 8-12 Giugno 2012) è la più importante Mostra-Mercato italiana a scopo benefico con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di ANLAIDS, Associazione Nazionale per la lotta contro l’AIDS.
ANLAIDS, Sezione Lombarda, da oltre vent’anni è attiva sul territorio e opera senza sosta a favore di ricerca e prevenzione, fornendo assistenza socio-sanitaria, sostegno psicologico e professionale tenendo viva l’allerta sul problema della diffusione di un virus che ancora oggi conta una media di 4500-6000 nuove infezioni all’anno e interessa tutti gli strati sociali e tutto l’arco della vita sessuale attiva.
Molto più di un semplice evento di beneficenza, Convivio rappresenta un lungo cammino di solidarietà che nasce nel 1992 da un’idea di Gianni Versace, insieme a Gianfranco Ferrè, Giorgio Armani e Valentino, per arrivare fino ad oggi.
Accanto ai grandi nomi degli stilisti di fama internazionale, anche quest’anno sono tantissime le aziende di moda, design e servizi che hanno aderito all’iniziativa donando i loro prodotti che, durante la manifestazione, sono venduti al 50 % del prezzo di listino.
Realizzato con il fondamentale contributo di tanti volontari, entusiasti e motivati, Convivio vive grazie agli Sponsor, ai Testimonial, all’interesse dei media, alle istituzioni e agli oltre 60.000 visitatori che intervengono ad ogni edizione.
Convivio è un appuntamento perchè di Aids si continui a parlare, in una città fortemente solidale come Milano.
Convivio non è solo “shopping a fin di bene”. Convivio è un’occasione per agire.
Ritorna la Mostra Mercato benefica di moda arte e design che ha saputo fare storia, coniugando lo shopping socialmente responsabile ad un risparmio sull’acquisto di prodotti di grande qualità e valore.
Giunta alla sua 11esima edizione di raccolta fondi a favore di ANLAIDS, la Mostra Mercato ci invita quest’anno a diventare donne – e uomini – dediti a una causa.
La solidarietà come sentimento sociale, auspicabile rivoluzione del terzo millennio, veicolata dal sistema moda, protagonista di un incontro che suggerisce come investire, in termini umani.
Più di 800 i volontari che per 5 giorni si trasformeranno in instancabili commessi, 90 le aziende che partecipano con le loro donazioni alla Mostra Mercato, più i privati, gli artisti e le gallerie d’arte che insieme formano uno special shopping socialmente responsabile, compreso di asta silenziosa del contemporaneo. Tra le novità di quest’anno i capi maschili all’interno del reparto Vintage, le 1000 borse in tela personalizzate dagli studenti dello IED, l’Istituto Europeo di Design che cura anche la cornice grafica del galà d’apertura del 7 giugno, in cui 130 tavoli, a loro volta personalizzati come pezzi unici d’interior, comporranno un effetto “mostra nella mostra”.
Come sempre l’evento è trascinato dalla forza e dalla presenza di volti noti, dall’esperienza del comitato presieduto da Franca Sozzani, dal presidente di Anlaids Mauro Moroni e dalla stampa che appoggia e divulga l’iniziativa.
Un grande Convivio mirato a curare e prevenire l’AIDS, ancor più a parlarne, per combattere l’indifferenza.
Maya, rinvenuto antico calendario lunare a Xultún
Avviso a tutti i terrestri: la fine del mondo non è poi così vicina. Possiamo tirare un sospiro di sollievo, e tornare piuttosto a interessarci delle soprendenti conoscenze astronomiche del popolo Maya, a cui è dedicato un articolo su Science firmato dal team di William A. Saturno, archeologo dell’Università di Boston. Che, studiando il più antico calendario Maya finora ritrovato, ci conferma tra le altre cose che questa popolazione americana non pensava affatto che la storia si dovesse fermare al 31 dicembre 2012. Le previsioni catastrofiche sulla fine della civiltà umana non si trovano in nessun loro artefatto o disegno, ma sarebbero l’ennesima leggenda metropolitana. Capiamo perché.
Circa un secolo fa è stata scoperta una grande città costruita dal popolo Maya e, di recente, gli archeologi ne stanno svelando i segreti più profondi. Scavando nel vasto e tentacolare complesso di Xultún, in Guatemala, gli studiosi hanno portato alla luce il laboratorio di uno scriba, risalente agli inizi del nono secolo d.C., i cui muri erano adornati da dipinti ancora ben conservati e da centinaia e centinai di numeri scarabocchiati. Molti di questi sono calcoli relativi al calendario Maya.
Su uno dei muri di quella che si pensa sia una casa sono stati trovati strani segni neri, come dei glifi, mai visti prima nei siti archeologici. Alcuni di questi sembrano rappresentare i diversi cicli del calendario Maya, basati su calcoli astronomici. Sappiamo, infatti, che il calendario non contava solo i 365 giorni dell’anno solare, ma anche i 260 giorni del calendario delle cerimoni, i 584 giorni del ciclo del pianeta Venere e i 780 giorni di quello di Marte.
William Saturno spiega che si è trovato davanti ad una grande lavagna dove i matematici Maya studiavano i cicli della loro vita, del mondo e dell’Universo. Nonostante le credenze popolari, nei calendari Maya non ci sarebbero segni evidenti di una previsione della fine del mondo nel 2012, ma soltanto la fine di uno dei loro cicli. Saturno, nel suo studio, paragona i calendari Maya al contachilometri di un auto che, raggiunta una certa cifra, ricomincia da zero.
Più interessante, allora, è ricordare che questo è di gran lunga il più antico calendario Maya sinora ritrovato (tutti gli altri sono di epoche decisamente più vicine), e che potrà quindi aiutare gli archeologi a ricostruire come si sono evolute nel tempo le conoscenze astronomiche di questo popolo.
Lo studio è stato pubblicato online su Science Journal e uscirà sul National Geographic nel mese di giugno.
Per saperne di più: http://m.sciencemag.org/content/336/6082/714
Eleonora Ferroni
Fonte: Nemesis Project Research