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65° Festival di Cannes, tappeto rosso per l’Africa
Egitto, Marocco, Senegal: questi paesi saranno i rappresentanti del continente attraverso un film nella selezione ufficiale del 65° Festival di Cannes, che partirà oggi sino al 27 maggio prossimo. Nel 2010, Mahamat – Saleh Haroun, del Chad, ricevette il premio della giuria con “Un uomo che grida”, spezzando un vuoto che perdurava da oltre 15 anni. Il solo regista africano presente in questa edizione per la competizione suprema, la Palma d’Oro, con altri 22 concorrenti, è un discepolo di Youssef Chanine, l’egiziano Yousry Nasrallah: il suo film, “Dopo la battaglia”, è un ritratto di uno degli uomini che attaccarono gli insorti della piazza Al-Tahir, cavalcando un cammello, all’indomani di una rivoluzione che non potè e non volle tornare sui suoi passi. Nabil Ayouch, il più conosciuto tra i registi marocchini e il senegale Moussa Touré, autori di documentari, figureranno nella selezione “Un certain regard” con due film che non passeranno inosservati. Il primo, “Il cavallo di Dio”, ritorna sugli attentati terroristici che funestarono Casablanca nel 2003, attraverso l’itinerario dei loro autori, manipolati dagli islamisti. Il secondo, “La piroga”, racconta l’odissea di una trentina di migrantes che da Dakar cercano di raggiungere le isole Canarie.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Festival Gnaoua Musiques du Monde di Essaouira, 15a edizione di musica e divertimento
I fans del Festival Gnaoua Musiques du Monde di Essaouira saranno serviti alla grande anche quest’anno. Questa edizione 2012 avrà in effetti un gusto molto particolare. Sono 15 anni che questo Festival esiste e le celebrazioni saranno all’altezza. Molte sorprese sono al rendez-vous che raccoglie nella città degli alisei centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo. L’idea è di festeggiare questo anniversario come si deve e il patrimonio della musica Gnaoua sarà valorizzato con un plus di nuove esperienze sonore che invaderanno la città durante i quattro giorni della kermesse. Jazz, elettro rock, ritmi africani, musica sufi, latino jazz; nessuna anima musicale sarà dimenticata. I maâlem Gnaoua (maestri) si stanno rimboccando le maniche e alcuni hanno già confezionato le loro divise speciali per il 15° anniversario; colorate come l’immagine di questa edizione e l’apertura sarà di straordinaria bellezza. Da ricordare che quest’anno il Festival coincide con la Festa Mondiale della Musica e si integrerà nel circuito delle celebrazioni attraverso il globo. Ma se i festeggiamenti sono onnipresenti a Essaouira durante il Festival è sempre la musica e la cultura che primeggiano sul divertimento. Dalla sua creazione, Gnaoua e Musiche del Mondo si è posizionata nel crinale della ricerca musicale sostituendo un semplice festival d’animazione. E’ in questo senso che gli artisti nazionali sono determinanti nella programmazione artistica. Cinque progetti hanno fatto il loro ingresso nel laboratorio: i maâlem Saïd Oughassal e Abdellah Akharraz con le percussioni dell’Africa dell’Ovest di Djembe New Style, in un melange assolutamente esplosivo. Maâlem Hassan Boussou, il gruppo marsigliese Nasser e il rapper marocchino Mobydick, offriranno uno spettacolo originale e sorprendente di fusion allo stato puro, “Mix Up Maroc”, in patnerariato con il Festival Marsatac. La musica cubana e latino jazz new-yorkese dei Querencia con il repertorio del maâleem Abdelkebir Merchane strabilieranno tutti gli amanti della fusion e non solo: un mélange di latino jazz e di Gnaoua che sedurrà i melomani. Gli Issaoua di Meknès sincronizzeranno i loro strumenti e loro voci con i musicisti Qawwali del Pakistan, i fratelli Fareed Ayaz e Abu Mohammad. Per completare il tutto la diva maliense Oumou Sangaré che incanterà con la sua voce tutta Essaouira; il suo spettacolo sarà memorabile e i direttori artistici hanno capitalizzato molto su questo show made in Africa. Per la musica jazz si vedrà l’esibizione di Sylvain Luc trio – Organic e il maâleem Abdelslam Alikane e la sua troupe Tyour Gnaoua che si esibiranno sulla scena Moulay Hassan. Altri ospiti: i musicisti del Trio Joachim Kühn, Majid Bekkas, Ramon Lopez & Gnaoua di Salé. In margine al Festival è stato organizzato un Forum sul tema “Società e movimento, culture in libertà” che vedrà personalità dai diversi orizzonti come Youssou Ndour, Mohammed Amine Sbihi, Driss Yazami, Tarel Amara, Yassine Ahjjam, Irina Bokova e molti altri. Il Festival, che debuttòcon un modesto progetto iniziale da un pugno di appassionati spiriti liberi, incanterà il pubblico in cerca di autenticità e di scambi musicali. Il Festival Gnaoua e Musiche dal Mondo, è considerato uno dei 25 migliori festival del mondo, selezionato dal magazine inglese Songlines.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Brescia, boato nella notte nei cieli del bresciano
Pochi giorni prima del tremendo boato avvertito nelle zone di Orzivecchi, Pompiano e Roccafranca in provincia di Brescia, un anziano agricoltore aveva avvistato un UFO di forma triangolare in pieno giorno nella contrada di Bagolino e il boato stesso ha fatto pensare ai testimoni della vicenda, che si potesse trattare di una correlazione con tale avvistamento. Il rumore del boato è stato talmente forte da riuscire a svegliare gli abitanti delle contrade in piena notte, facendo tremare i vetri delle finestre e i muri delle abitazioni. Il rumore che è durato qualche minuto, pare che provenisse dal cielo ed è stato seguito da un altrettanto improvviso quanto forte bagliore per poi far ripiombare la zona nel completo silenzio. Giusto tre mesi prima di questo episodio, un altra situazione analoga si è verificata nella zona di Urago d’Oglio, in cui un tremendo boato notturno è stato avvertito anche nei paesi di Cividate, Calcio e Romano e gli studiosi nonostante le continue ricerche e rilevamenti, non sono ancora riusciti a capire la natura di questi assordanti rumori. Episodi simili si stanno verificando in tutta Italia e in varie parti del mondo sia con analogie di questo tipo e sia con connotazioni diverse. Ma per tornare agli ultimi episodi avvenuti nella zona della provincia di Brescia, a parte le varie teorie dei complottisti, catastrofisti, ufologi improvvisati, ecc… Qualcuno ha avanzato l’ipotesi almeno in questo caso ed un po’ più razionale, che possa trattarsi di botti provocati dall’onda d’urto generata da oggetti che viaggiano a velocità superiori a quella del suono, come ad esempio alcuni aerei militari.
Fonte: AGS Cosmo
Titus Burckhart, medine da salvare
Nessuno oggi può non esserne certo: malgrado i rimarcabili sforzi compiuti nella salvaguardia e nella ristrutturazione, una parte importante del patrimonio architetturale marocchino è in gravissimo pericolo. Le medine, sotto la pressione dell’esodo rurale, dell’aumento demografico e della legittima tentazione dei conforts moderni, si trasformano in zone iperpopolate, caotiche, con i pedoni in serie difficoltà a muoversi per causa di una motorizzazione selvaggia e indiscriminata. Certo, non è il caso di tentare di museificare le medine, ma preservare questa eredità storica, che è il cuore stesso della cultura marocchina, è più che mai una necessità imperativa. Questa presa di coscienza non è nuova, e Titus Burckhart (1) è stato uno dei precursori più lungimiranti. Nato a Firenze nel 1908 e morto a Losanna nel 1984, questo intellettuale raffinato, alle volte fotografo, storico d’arte, pittore, scrittore e filosofo, si innamorò molto presto del Marocco, dove risiedeva sovente, e più in generale dell’l’Islam, traducendo, tra gli altri, alcuni importanti trattati di sufismo, L’Uomo Universale di Abd al-Karim al-Jili, e La Saggezza dei Profeti di Muhyî ad-din Ibn Arabi. Il ruolo che egli giocava nella salvaguardia della medina di Fès, per il quale fu ambasciatore dell‘Unesco, illustra ammirabilmente l’altezza morale delle sue idee e la sua conoscenza profonda della cultura islamica. Il ciclo di conferenze che tenne tra 1972 e il 1978, conferenze che Jean-Louis Michon e Edith Burckhardt hanno racchiuso in un libro dal titolo “Fès e l’urbanismo musulmano”, riportano un quadro chiaro e completo della situazione. Ottima l’iniziativa Medinas 2030, finanziata dalla Banca Europea di Investimenti, ambizioso programma di riabilitazione dei centri storici urbani mediterranei, messo in atto per per salvare le medine marocchine, tra cui quella di Casablanca, che però ha di fatto tralasciato una della medine più importanti del Marocco, in termini storici e di capolavori: la medina di Marrakech. Deplorevole e condannabile fatto che deve essere sempre tenuto in forte considerazione dai sostenitori di questa splendida realtà, anche in questa sede. Ma per Titus Burckhardt, nessun programma di salvaguardia, l’esempio di Fès può essere esteso a tutte le medine del Marocco, non ha alcuna chanse di poter essere messa in opera senza l’accordo degli abitanti. Se si vuole preservare il carattere autentico di una antica città, bisogna tener conto dei bisogni moderni oltre ad assicurare lo spirito che una medina costituisce, una cornice di vita-modello per la religione. Leggenda o realtà, è sempre per un Re del Diritto Divino, “che esiste dunque un urbanismo tipicamente islamico che si fonde sull’idea che l’uomo e il rappresentante, il califfo, di Dio sulla terra e che vuole la città come luogo propizio all’appello dell’unità divina (tawhid)”, scrisse Jean-Louis Michon. La casa tipica della medina, quasi totalmente chiusa e di apparenza povera verso l’esterno, tutte somiglianti e di una raffinatezza a volte sorprendente al suo interno, “aperte sul cielo, manifestano una certa attitudine spirituale“, scriveva Titus Burckhardt. La sconvolgente omogeneità delle medine è dovuta al fatto che sono costituite a partire da una unità di base, il beït, uno spazio abitabile rettangolare; diversi buyut raggruppati attorno ad una corte centrale o ad un giardino, formano una casa più o meno grande e infine, “l’insieme di case di un quartiere, o della città, darà esattamente l’impressione di un agglomerato di cristalli di rocca perchè gli elementi della stessa struttura e delle proporzioni si ripetono con diversi scalini di grandezza“. L’architettura tradizionale, che riceve l’aria e la luce dalla corte interna (patio), permette da fuori una agglomerazione più compatta degli edifici. “Inoltre, le stradine non sono altro che dei corridoi d’accesso, che preservano gli abitanti dagli sguardi, dal rumore e dall’inquinamento. Infine, nella struttura stessa, la medina separa nettamente gli spazi della vita famigliare e quelli della vita pubblica, che hanno ognuno i loro quartieri specifici. “Le due dimensioni non si amalgamano. C’è la vita personale, sacrosanta, e c’è la vita collettiva, necessaria, che si sviluppa tanto più facilmente se la prima si accantona nel suo spazio.“ Al contrario dell’urbanismo moderno, la medina esprime una sintesi, saggiamente equilibrata, di bisogni materiali, psicologici e spirituali dell’uomo. Si può constatare che l’urbanismo musulmano corrisponde ad una visione globale dell’uomo e della società, e che i suoi principi obbediscono a delle necessità materiali come a necessità e convinzioni spirituali tout court. Titus Burckhardt ha intavolato una discussione che annulla il caso specifico di Fès e che può non solamente guidare il lavoro della salvaguardia in toto delle medine maghrebine, ma molto più in avanti, aiutare a risolvere i numerosi problemi che, ovunque nel mondo, assillano gli urbanisti moderni.
(1) Titus Burckhardt consacrò tutta la sua vita agli studi e alla esposizione dei differenti aspetti della Saggezza e della Tradizione. Nell’età della scienza moderna e della tecnocrazia, Titus Burckhardt fu uno dei più sottili e potenti interpreti della verità universale, nel campo della metafisica, della cosmologia e dell’arte tradizionale. In un mondo dove regnava l’esistenzialismo, la psicanalisi e la sociologia, divenne un dei più importanti porta-parola della philosophia perennis, saggezza che si esprime nel Platonismo, nel Sufismo e nel Taoismo.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Donna Summer, muore la grande regina della disco music
Donna Summer, la grande regina della disco music, cantante americana di 63 anni é deceduta questa mattina in Florida sopraffatta da un malefico tumore al seno dopo aver combattuto a lungo nella sua lunga battaglia con il cancro. La famiglia ne ha dato conferma della morte dicendo di “ricordare la sua vita straordinaria”.
Nata il 31 dicembre del 1948 come LaDonna Adrian Gaines, fu circondata da enorme successo e fama anche grazie ai svariati successi musicali incisi durante gli anni settanta per i quali ricevette il titolo di “Queen of Disco”. Vinse cinque volte ai Grammy Awards e fu spesso acclamata per la sua scalata al primo posto nelle classifiche americane, tra l’altro fu la prima artista a raggiungere il primo posto con tre album consecutivi.
Awá, autorità brasiliane ammettono superiorità degli invasori sui membri della tribù
La reale portata del pericolo che grava sulla “tribù più minacciata del mondo” è stata resa nota ufficialmente oggi, quando le autorità brasiliane hanno ammesso la superiorità numerica degli invasori sui membri della tribù degli Awá, arrivata in una delle loro riserve a ben 10:1.
I funzionari si sono resi conto della gravità dell’emergenza dopo aver ricevuto oltre 20.000 messaggi di protesta dai sostenitori mobilitati da Survival per salvare gli Awá dall’imminente pericolo di estinzione.
Dalle rilevazioni di un’indagine condotta dal governo, Survival International ha appreso che in uno dei quattro territori abitati dalla tribù potrebbero esserci fino a 4.500 invasori – allevatori, taglialegna e coloni – di contro ai massimo 450 Awá dell’area.
Marta Azevedo, nuovo capo del Dipartimento governativo agli Affari Indiani FUNAI, ha confermato che la difficile condizione della tribù è diventata oggi la massima priorità del suo dipartimento.
Nel frattempo, da quando l’attore Colin Firth ha lanciato la campagna di Survival, il Ministro della Giustizia del Brasile José Eduardo Cardozo sta ricevendo oltre 1.000 messaggi di pressione al giorno.
La terra degli Awá viene distrutta più velocemente di quella di qualunque altra tribù amazzonica. Col finire della stagione delle piogge, i taglialegna hanno ricominciato a tornare in una delle più importanti aree di caccia della tribù. “Come potremmo vivere senza la foresta?” ha dichiarato un uomo Awá chiamato Armadillo.
“Il Brasile è uno dei paesi più importanti del mondo, con una delle economie più dinamiche che si conoscano, e ha certamente le risorse necessarie per proteggere la terra degli Awá” ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Sarà in grado di andare fino in fondo? Se non lo farà, e se gli Awá saranno distrutti, potremo allora affermare che il suo nuovo “miracolo economico” è riservato solo ai ricchi e ai potenti? Dove si colloca lo “stato di diritto” nella gerarchia del denaro e delle armi?”
Fonte: Survival
Maurizio Iori, esami confermato ricostruzione eventi della linea difensiva
Cremona – Caso difficile quello del noto medico lombardo Maurizio Iori, accusato di essere il responsabile della morte della ex compagna Claudia Ornesi e della figlia di appena due anni. Mentre la Cassazione ha fissato il giorno dell’udienza per il prossimo 19 luglio 2012, nella quale si dovrebbe discutere sulla permanenza o meno in carcere del primario oculista arrestato lo scorso 14 ottobre 2011 con l’accusa di omicidio, un paio di giorni fa é stato depositato presso il palazzo di giustizia il risultato dell’ultima sezione della perizia biologia imperniata sul materiale sequestrato nell’abitazione della donna in via Dogali.
Il Dottor Marco Giusto, uno dei due avvocati difensori di Maurizio Iori, afferma “Gli esami confermano la nostra ricostruzione: si trattò di omicidio-suicidio. Sulla scorta degli elementi contenuti nella perizia di natura bologica, redatta dal C.T. del P.M., emerge in modo non equivoco che si é trattato di un suicidio da parte della Sig.ra Ornesi, la quale ha coinvolto anche la piccola Livia Iori. La Sig.ra Ornesi, dopo che il Dott. Iori si era allontanato, ha assunto molte pastiglie di xanax (traccia biologica della Ornesi sui blister), le ha bevute servendosi dell’acqua minerale (tracce della Ornesi sul c. obboccato della bottoglia) le ha date anche alla piccola Livia, seppure in quantità minima: una di queste pastiglie e’ stata sputata dalla bambina, e vi e’ infatti traccia della saliva di quest’ultima, ha pulito la bocca alla bambina (tracce di Livia sui fazzolettini di carta usati), ha poi aperto le bombole, togliendo il tappo (tracce della Ornesi sul tappo, miste a quelle della bambina che la Ornesi stessa ha “trasportato” dopo averle pulito la bocca)”.
Marius Creati
World Sacred Music Fès 2012, reincantare il mondo
Si può considerare oggi che il muro della ragione pura, sul quale si basa la modernità, si sta crepando e minaccia di affondare? In una maniera sorprendente il razionalismo consegnato a se stesso pare che abbia tramato nel corso del tempo, in parallelo con una straordinaria inventiva teconologica, uno strano totalitarismo efficace quanto invisibile. Da mesi, dopo “l’orrore economico”, si parla con insistenza di una dittatura finanziaria che ci tocca quotidianamente, senza comprendere bene le sue leve. Sempre più persone sono disposte a considerare tutto questo come una fatalità, chiamata mondializzazione, con la quale i politici devono rassegnarsi ad accettare, senza speranza di superarla. Perchè la fatalità qui non è solo economica; è una conseguenza sociale, culturale e umana, che non si può disconoscere. Reincantare il mondo è vedere le possibilità di nuovi rapporti dove la fatalità, e quindi la dittatura di fatto compiuta, non ha più spazio. È riprendere la ripulitura dei processi attuali di delegittimazione per restituire il posto dell’Uomo, della Cultura, della Spiritualità; svincolarsi dal diktat dell’economia e ritrovare la libertà dello spirito. Questo potrà essere il frutto di una prossima ondata di indignazione globale che sommergerà quelle già avvenute. Qui la poesia, la quiete della Bellezza, l’art de vivre, che bisogna tenere in considerazione come livello di Vita, come una ricchezza materiale, laddove esiste, del vivere insieme riprendendosi tutti i diritti. Come iniziare una tale epopea alle volte individuale e collettiva senza incappare nelle mille trappole tese dalle diverse forme di ricerca del potere, sia materialista o idealista, politico o fondamentalista? Sono frammenti di insegnamenti che potranno ispirarci; frammenti di un personaggio fuori dal comune e in un certo modo, fuori dal tempo. Omar Al Khayyam, poeta, uomo di scienza, filosofo, spirito libero, che da più di dieci secoli ispira con la sue Rubyat (quartine); folgore poetica che ha tanto da insegnarci. Il Festival di Musiche Sacre dal Mondo di Fès, dedica la sua 18a edizione, dall’8 al 16 giugno, al poeta filosofo, e vedrà quest’anno la partecipazione di innumerevoli artisti tra cui Bjork, Mory Djely Kouyaté, l’Ensemble Gipsy Sentimento Paganini dall’Ungheria, Anuj Mishra con la sua danza Kathrak dall’India, l’Ensemble Nour dall’Iran, Sanam Marui dal Pakistan, Archie Sheep e il Gospel Blues Ensemble dagli Usa, Joan Baez, Cantica Symphonia con il Mito Settembre Musica dall’Italia, Cherifa dal Marocco, Wadie El Safi dal Libano, Lofti Bouchnak dalla Tunisia, Terra Maïre dalla Francia, e molto altri ancora. Momenti di alta spiritualità in un contesto magico come quello della medina medievale di Fès, concentrato puro di anime raccolte per qualche giorno alla ricerca dell’essenza umana. Un Forum con innumerevoli ospiti dal titolo “Un anima per la mondalizzazione” vedrà diverse tavole rotonde tra cui “Il poeta e la città, “Dopo la Primavera Araba, che avvenire”, “Spiritualità e Impresa” e “Crisi finanziaria o crisi di civilizzazione?”.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
Marocco, dove sta andando la cultura magredina
Una ragazza, vestita all’occidentale e con abiti leggeri, è stata vittima di linciaggio, nelle vicinanze del mercato centrale della capitale marocchina, da alcuni individui che, secondo i testimoni, presentavano chiari segni di estremismo religioso (barba, abbigliamento). Gettata a terra e lapidata, questo è quello che ha subito la giovane ragazza che indossava una minigonna di jeans e un top, fomentando l’ira dei salafisti che hanno giudicato la sua tenuta come un incitamento alla dissolutezza, così riportano i media nazionali, choccando i sostenitori delle libertà e della Costituzione varata il 1° luglio 2011. “Io credo nella libertà, Dio ci ha creati liberi… Chi è Benkirane per dire ai marocchini di non rasarsi la barba o per imporre il hijab? Le libertà individuali sono sacre e intangibili”, ha dichiarato qualche tempo fa il capo del Governo filo-islamista difendendosi dalle accuse lanciate al suo governo da alcuni membri della società civile come l’Associazione Bayat Al Hikma della deputata riformista del PAM Khadija Rouissi, definendo l’agressione alla ragazza “ barbaro“, ricordando che si è verificata nel momento in cui il paese è governato dagli islamisti. “L’aggressione è avvenuta sotto un governo diretto da un partito islamico, che potrebbe bloccare il movimento in favore della democrazia, delle libertà e del rispetto delle leggi”, ha dichiarato ieri Rouissi. Da ricordare che un deputato del filo-islamico PJD, Abouzad El Idrissi, ha chiesto alle istituzioni, tramite il governo, di approvare una giornata “della castità e della modestia”, raggiunto nel suo abominevole appello dal capo salafista Mohamed Fizazi. Non è a tutti gli effetti propriamente da fondamentalisti islamici fare atto di castità tenendo presente che sposano, obbligandole, bambine di 12/13 anni (per noi volgari e dissoluti occidentali si tratta di PEDOFILIA!) e accumulano, come uno stock di merci, tre o quattro mogli. Su Facebook, militanti dei diritti umani, giornalisti e semplici cittadini “democratici” si sono riuniti sotto lo slogan “Debardeur w Bikhir” (letteralmente Star bene in canottiera), per dare sostegno alla giovane aggredita, e denunciare i fatti giudicati pericolosi e regressivi per i diritti e le libertà in Marocco. Purtoppo questi avvenimenti aumentano di mese in mese dall’inizio del potere governativo filo-islamico che i cittadini hanno votato, lo ricordo, con libere elezioni. Purtroppo si tratta di una larga maggioranza del paese senza cultura alcuna, tenuta in ostaggio da predicatori senza scrupoli che, in cambio di soldi, generi alimentari e favori, sono riusciti ad imporre il partito islamico nel governo del paese. È drammatico tutto questo, per un paese che a grande velocità stava cercando di raggiungere gli standard europei, con investimenti importanti, con nuovi diritti e con una democrazia tout-court che però, da qualche mese, tarda ad arrivare. Speriamo nei giovani marocchini perchè sappiano discernere la religione dalle leggi e dalla vita pubblica. Ho dei dubbi.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen