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60° TrentoFilmfestival, Day by Day lunedì 30 aprile 2012
La seconda settimana del 60° TrentoFilmfestival si apre con un primo appuntamento alpinistico di grande interesse: all’Auditorium S.Chiara Hervè Barmasse insieme ai due fratelli baschi Iker ed Eneko Pou e allo scrittore e giornalista Enrico Camanni presenterà in anteprima mondiale il nuovo documentario di cui sono protagonisti, “Non così lontano”; tutti insieme racconteranno come l’esplorazione e l’avventura sia ancora possibile sulle pareti delle Alpi. Nel dopo serata l’appuntamento è allo Spazio archeologico sotterraneo del Sas in compagnia di Maurizio Nichetti e di una serie di inedite animazioni da lui proposte. Nel programma anche l’incontro che chiude la sesta edizione della Rassegna Eurorama dedicata al documentario antropologico.
GLI EVENTI
Serata alpinistica | “Alpi, esplorazione e avventura con Hervé Barmasse e The North Face | ore 21.00
Auditorium Santa Chiara, Via Santa Croce, 67
Si può ancora trovare l’avventura sulla porta di casa? È oggi realizzabile un alpinismo di ricerca sulle Alpi? La risposta è sì, se si antepone la ricerca personale all’exploit sportivo, se si accettano rischi e fatiche, soprattutto se si riducono drasticamente i mezzi tecnici in favore di solitudine, fantasia e creatività. È questa la tesi della guida e alpinista di Valtournenche Hervé Barmasse e del suo film “Non così lontano” (35′ Italia 2012), che verrà presentato in anteprima al TrentoFilmfestival. Nel 2011 Hervé ha scelto le tre montagne più importanti della Valle d’Aosta e le più alte delle Alpi – il Monte Bianco, il Monte Rosa e il Cervino – ed ha aperto tre vie nuove: con due amici baschi, con suo padre Marco, infine da solo. Il film racconta in presa diretta le tre avventure, eccezionali per i luoghi, le distanze e lo spirito che le accompagna. Il film presentato in anteprima sarà il punto di partenza per un dibattito che coinvolgerà alcuni alpinisti con vasta esperienza sulle Alpi, cercatori di vie nuove sia in senso fisico che culturale, innovatori sulla roccia, sul ghiaccio e nel pensiero: Hervé e Marco Barmasse, Iker ed Eneko Pou, e l’alpinista scrittore Enrico Camanni che ha collaborato con Hervé alla realizzazione del film. Abbandonando le suggestioni esotiche delle grandi scene dell’alpinismo internazionale, si concentreranno riflessioni ed emozioni sulle “vecchie” pareti alpine, nella certezza che niente è mai vecchio se lo si sa guardare con occhi nuovi. Il dibattito sarà animato da Sandro Filippini, giornalista della Gazzetta dello Sport.
Hervé Barmasse
Seguendo le orme del padre, Marco Barmasse, a diciotto anni diventa maestro di sci e di snowboard, a ventidue guida alpina. Prosegue così nella lunga tradizione di famiglia, quarta generazione di guide, scegliendo una professione che in qualche modo non lo allontana dalle montagne. Inizia la carriera d’alpinista sulla montagna di casa, il Cervino, aprendo e ripetendo diverse vie prestigiose, praticando lo sci ripido, imparando a confrontarsi con la montagna in solitaria per poi varcare il confine delle Alpi, verso nuovi orizzonti.
Nelle Alpi continua a scalare su ogni terreno, cercando sempre salite impegnative, prediligendo nuovi itinerari ed esprimendosi in solitarie veloci come la via “Casarotto – Grassi” (Cervino, Parete Sud – 1300m di sviluppo ED). Nel 2005 ritorna in Pakistan con Up Project. In quest’occasione scala in solitaria una parete inviolata di circa 6000 metri sulla costiera del Faerol Peak e apre due nuove vie: “Up and down” (800 m di sviluppo, difficoltà 6C/7a e A1) e “Fast and Fourius” (700 m di sviluppo), quest’ultima di ghiaccio e misto moderno, su una cima inviolata, molto tecnica e dalla linea molto elegante.
Per l’esperienza extraeuropea Up Project (due nuove vie in Pakistan nel 2005) riceve un importante riconoscimento dal Club AlpinoItaliano, l’assegnazione del Premio accademico “Paolo Consiglio” che riceve anche nel 2006 per la nuova via “Caffé Cortado” (1200m di sviluppo ED) sul versante Nord del Cerro San Lorenzo. Nell’aprile 2007 riesce in un’impresa storica sulla montagna di casa, compiendo la prima salita in solitaria e la seconda ripetizione assoluta della Parete Sud del Cervino, passando per la via “Direttissima” aperta nel 1983 dal padre Marco. Nel luglio 2008 è nuovamente in Pakistan con Simone Moro dove riescono in una impresa senza eguali: la salita in stile alpino del Bekka Brakai Chhok 6940 m. Nel marzo 2010 un’altra grande impresa portata a termine insieme al padre Marco sulla parete sud del Cervino, una nuova grande via di 1220 m al centro della parete Sud del Cervino, 1220 metri che risolvono uno dei “problemi” della grande parete della “Becca” già tentato da molte importanti cordate. Poi la sua trilogia nell’estate 2011.
Evento | “A Cartoonia” con Maurizio Nichetti | ore 23.00
S.A.S.S. – Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, Piazza Cesare Battisti
Maurizio Nichetti torna a Trento come protagonista di una serata divertente e dissacrante con i grandi classici dell’animazione. Lo spettacolo offrirà a grandi e piccini anche momenti di puro stupore, sorprendendo gli spettatori con espedienti inediti e originali, tutti da scoprire. A seguire, in occasione di questa serata, la Cantina Toblino, offrirà una degustazione di Vino Santo, una delle eccellenze del territorio trentino.
GLI INCONTRI
Presentazione | “Carnival King of Europe” Un progetto di antropologia visuale | ore 10.00
Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Via Garibaldi, 33 Tra domenica 29 e lunedì 30 aprile avrà luogo la sesta edizione della rassegna Eurorama, a cura dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, in occasione del sessantesimo compleanno del TrentoFilmfestival. Undici film di notevole qualità provenienti da undici tra i maggiori festival del film etnografico presenti in Europa, per un programma che affronta i temi privilegiati dalla cinematografia documentaria ed etnografica negli ultimi anni: il rarefarsi dei contesti sociali nelle aree montane e rurali del Vecchio Continente, durante la prima giornata; l’intersecarsi continuo delle culture, il rapporto con altri continenti e l’immigrazione, nel corso della seconda giornata. Ancora una volta, lo sguardo partecipe dell’antropologia visuale conduce lo spettatore lungo un viaggio che percorre l’Europa, dalle paludi Audomarois, attraverso Balcani, Carpazi e Urali; nel cuore di villaggi sperduti e in quello metropolitano di Londra, Amsterdam, Torino e Istanbul. Carnival King of Europe è un progetto di antropologia visuale a cura del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige. Questo incontro è dedicato alla presentazione dei materiali di campo del 2012. Lo scopo del progetto, che consiste in attività di ricerca sul campo, nella realizzazione di film, di una mostra itinerante, del sito web http://www.carnivalkingofeurope.it, e di convegni di studio, è individuare ed esplorare le radici comuni del carnevale europeo, nell’ambito dei riti invernali della fertilità che vengono ancora oggi messi in atto in un gran numero di comunità dell’Europa rurale e post-rurale. Il progetto intende mettere in luce, studiare e interpretare criticamente le significative somiglianze di alcuni aspetti specifici del Carnevale in aree culturali molto vaste del continente europeo. Dai Balcani alle Alpi, fino al Paese Basco e ai Pirenei, passando anche attraverso l’Italia peninsulare, sopravvivono infatti nelle comunità rurali e montane consuetudini del tutto simili legate ai tradizionali riti di fertilità invernali, a dimostrazione delle comuni radici culturali delle popolazioni europee. Intervengono Giovanni Kezich, Antonella Mott e Michele Trentini.
Presentazione | “Tante penne, un unico sentimento” | ore 17.00
Sala Conferenze della Fondazione Bruno Kessler, Via Santa Croce, 77 In concomitanza con l’imminente 85a adunata nazionale degli Alpini, il giornalista Bruno Pizzul condurrà, insieme agli autori, un evento dedicato a tutti gli alpini, presentando i libri “Ring road” di Mario Renna, Ed. Mursia e “Alpini” di Paolo Valente e Niccolò Degiorgis, Ed Curcu&Genovese. Durante la presentazione saranno proiettate immagini e filmati sulle attività degli Alpini in armi ed in congedo. La Ring Road è una strada, quasi tutta asfaltata, che percorre in circolo il cuore dell’Afghanistan. È l’unica arteria del paese dalla quale ha preso il titolo un libro che il maggiore della brigata Taurinense, Mario Renna, ha dato alle stampe. Un libro prezioso, molto più di qualsiasi reportage inesorabilmente legato a episodi e scansioni temporali. Perché questo libro è il frutto dell’esperienza sul campo acquisita in due missioni compiute nella provincia di Herat, grande come tutto il nord Italia. Ed è soprattutto il diario dell’ultima, da aprile a settembre dell’anno scorso, svolta in una terra dai paesaggi lunari (“non esiste il verde, tutto è monocolore…”) e dove il tempo si è fermato a mille anni fa. Ma dove gli alpini, i soldati italiani, danno sicurezza, assistenza, risvegliano la speranza, dove la gente che era fuggita ritorna nei villaggi, riaprono scuole e bazar, si scavano pozzi…
Bruno Pizzul.
Già calciatore professionista, è stato telecronista per la RAI degli incontri della nazionale italiana di calcio dai mondiali del 1986 al 2002. Da gennaio 2012 è suo il commento tecnico nella trasmissione Quelli che… il calcio.
Prima a … Roccabruna | “Che tempo farà?” | ore 18.00 Palazzo Roccabruna, Via Santa Trinità, 24 Quanto conta l’informazione meteorologica nella scelta delle destinazioni escursionistiche in montagna, quali alternative possono offrire i rifugi in caso di tempo avverso. A questa tavola rotonda, a cura di Accademia d’Impresa (CCIAA di Trento) in collaborazione con Sat e Associazione gestori rifugi del Trentino interverranno: Angelo Iellici – gestore Rifugio La Rezila (Moena), Luca Lombroso – meteorologo e previsore, Gianluca Tognoni – meteorologo, previsore, nivologo – Meteo Trentino.
Incontro | “Uomo e Montagna: Paesaggi in trasformazione” | ore 19.00
Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto,Via Garibaldi, 33 Conversazione a più voci sulle metamorfosi del mondo alpino, e sulla sfida del ritorno consapevole alla montagna. Interventi di Iva Berasi, Alberto Folgheraiter, Geremia Gios, Ugo Morelli, Annibale Salsa. A seguire, breve presentazione degli atti del Convegno Cultura Minoritaria e Toponomastica (Tra le rocce e il cielo 2010).
AL PARCO DEI MESTIERI
Lungo i sentieri dell’armonia | ore 17.00
Racconti sulla montagna a cura di Fausto De Stefani.
INTERVISTE AI PROTAGONISTI DELLA GIORNATA
L’ Ufficio Stampa è a disposizione per concordare interviste ai protagonisti del TrentoFilmfestival presso la Sala Stampa (Foyer Auditorium S. Chiara), previa richiesta a Chiara Caliceti (334/6933176).
Alzheimer, 4 nuovi geni responsabili del restringimento cerebrale
Lo “spettro” Alzheimer oggi continua a far paura tra coloro che ne sono vittime, ma la malattia fu individuata circa 100 anni fa, precisamente nel 1901, quando il dottor Alois Azheimer, psichiatra tedesco, ne identificò i primi sintomi in una sua paziente , ( la sig. ra Auguste D.) di 51 anni, forse oggi presuppone una possibile via di sperimentazione sulla quale percorrere studi di interesse scientifico. La malattia, comunemente meglio conosciuta come demenza senile, colpisce prevalentemente fasce di età oltre i 65 anni, anche se in alcuni casi può svilupparsi prima. Il dottor Alzheimer, intervistando la sua paziente e chiedendole i nomi di alcuni oggetti, presi in visione,si accorse che la Signora Auguste D, non era in grado di ricordare i loro nomi , e identificò la malattia all‘inizio come “ disordine di amnesia di scrittura”, successivamente, sarebbe stata meglio conosciuta come malattia di Alzheimer. Altri casi furono individuati negli anni a seguire, in altri 11 pazienti, tant’è che la malattia fu classificata e registrata per la prima volta nel 1910, dallo psichiatra tedesco, Emil Kraepelin, nel suo Manuale di Psichiatria e a tutt’oggi meglio conosciuta tra i manuali di Medicina. Il morbo di Alzheimer, ha un declino molto invalidante per chi ne soffre e attualmente una recente scoperta effettuata su circa 20000 persone, ha dimostrato che chi possiede quattro varianti genetiche corre il rischio di ammalarsi ben quattro volte prima rispetto allo standard ovvero la soglia dei 65 anni d’età. A decidere se e quando il cervello o la materia cerebrale tende a rimpicciolirsi è la presenza di geni, responsabili nell’area di “cabina di regia” di apprendimento e memoria. Lo studio, effettuato da 200 neuro scienziati della University of California di Los Angeles, ha convalidato l‘ipotesi secondo la quale, esiste una netta correlazione tra influenza genetica (DNA) e intelligenza, tale teoria è stata anche pubblicata sulle pagine della rivista scientifica Nature Genetics, e uno dei ricercatori Paul Thompson, ha spiegato che chi possiede un ippocampo più piccolo, ha una barriera più debole al declino della memoria. Infatti è proprio in questa porzione cerebrale che si riscontrano i primi sintomi del morbo, che rende difficile l’associazione tra nomi e persone, oltre ad un burrascoso disorientamento spaziale. Non è una grande speranza, però offre qualche possibilità in più per poter intraprendere un cammino per lo meno più veloce su cui basare i futuri studi scientifici.
Loredana Marangi
Fonte: AGS Cosmo
XNA, primo DNA creato in laboratorio
Terra, terremoti intensi rischiano collasso secondo Gheorghe Marmureanu
La Terra trema troppo! Gli scienziati non trovano alcuna spiegazione riguardo ai 39 terremoti che hanno sconvolto il pianeta in soli due giorni. “Qualcosa non va! Ci sono terremoti troppi forti “questo è quanto afferma un sismologo romeno molto famoso, Gheorghe Marmureanu, che trova l’ultimo terremoto indonesiano molto insolito.
La serie di scosse (8.6 e 8.2 sulla scala Richter) che hanno scosso l’Indonesia in questi giorni e altri tre terremoti Poche ore dopo, nel Messico (7, 6.9 e 6.2 sulla scala Richter). Poi altri due terremoti minori si sono verificati in Romania – magnitudo 3.5 sotto il ripiano del Mar Nero e magnitudine 3,5 a Vrancea.
“Un evento straordinario che non può essere spiegato dalla scienza”
Secondo Marmureanu, non vi è alcuna relazione tra i terremoti che hanno scosso il pianeta negli ultimi giorni, ma quello che è successo in Indonesia è arrivato in maniera imprevista, non può essere spiegato dalla scienza. “Le statistiche mostrano che, in questa regione dell’Asia, c’è un grande terremoto ogni 500 anni, circa. Tuttavia, dal 2004, ci sono stati già tre terremoti con magnitudo superiore a 8, e questo è fuori dalle statistiche sismologiche. Qualcosa non va! Ci sono troppi grandi terremoti nella zona indonesiana, “avverte” lo scienziato.
Gheorghe Marmureanu che lavora all’Istituto Nazionale di Fisica della Terra in Romania, ritiene che il pianeta potrebbe collassare dopo una serie di terremoti massicci verificatesi in sole 48 ore.
Fonte: Express-news
Dr. Farrukh Saleem, perché gli ebrei sono potenti e i musulmani impotenti?
Concordo con l’interessante e lucida l’analisi (non di parte essendo l’autore musulmano) proposta dal direttore pakistano del Centro per la Ricerca e gli Studi sulla Sicurezza, creato nel 2007. L’autore è il Dr Farrukh Saleem, giornalista indipendente a Islamabad.
Ci sono solamente 14 milioni di ebrei nel mondo, di cui sette milioni negli Stati Uniti d’America, cinque milioni in Asia, due milioni in Europa e 100.000 in Africa. Per ogni ebreo nel mondo ci sono 100 musulmani. Ma gli ebrei sono cento volte più potenti che tutti i musulmani riuniti. Vi siete mai chiesti perchè? Gesù è nato ebreo, Albert Einsten è lo scienziato più influente di tutti i tempi, e la rivista Time ha designato “persona del secolo” Sigmund Freud, padre della psicanalisi che era ebreo. Stesso discorso per Karl Marx, Samuelson Paul e Milton Fridman. Ecco altri ebrei, la cui produzione intellettuale ha arricchito tutta l’umanità.Benjamin Rubin ha donato al mondo l’ago da siringa per le vaccinazioni,Jonas Salk ha messo a punto il primo vaccino antipoliomelitico mentreSabin ha sviluppato e migliorato lo stesso vaccino, Gertrude Elion ha creato una medicina contro la leucemia, Baruch Blumberg il vaccino contro l’epatite B, Paul Ehrlich ha scoperto un trattamento contro la sifilide, Elie Metchnikoff ha vinto un premio Nobel per la sua ricerca contro le malattie infettive mentre Andrew Schally ha vinto un Nobel per l’endocrinologia. E poi ancora Gregory Pincus, che ha sviluppato la prima pillola contraccetiva,Aaron Bech che ha fondato la terapia Cognitiva e Willem Kolff inventore della prima macchina per la dialisi renale. Nel corso degli ultimi 150 anni, gli ebrei hanno vinto 180 premi Nobel mentre soltanto 3 di questi premi sono stati vinti da musulmani. I più importanti magnati della finanza mondiale sono ebrei. Senza contare Ralph Lauren (Polo), Levi Strauss (Levi’s), Howard Schultz (Starbuck’s), Sergey Brin (Google), Michael Dell (Dell Computers), Larry Ellison (Oracle), Donna Karan (DKNY), Robbins Irv (Baskin & Roobings). Richard Levin, presidente dell’Università di Yale, era ebreo. Cosi’ come Henry Kissinger, al pari di Alan Greenspan (Presidente della Banca Federale sotto Regan, Bush, Clinton e Bush jr), Joseph Lieberman, senatore USA e Madeline Albright, anziana segretaria di Stato americana. Quale è stato il filantropo più generoso nella storia del mondo? George Soros, un ebreo, che ha donato oltre 4 miliardi di dollari per l’aiuto nella ricerca scientifica e delle università; il secondo dopo Soros è Walter Annenberg, un altro ebreo, che ha costruito un centinaio di biblioteche donando circa 2 miliardi di dollari. Ai Giochi Olimpici, Mark Spitz stabilì un record assoluto vincendo sette medaglie d’oro mentre Lenny Krayzelburd è medaglia d’oro olimpica a tre riprese. Spitz, Krayzelburg e Boris Beker sono ebrei. Sapete che Harrison Ford, George Burns, Tony Curtis, Charles Bronson, Sandra Bullok, Barbra Streisand, Billy Kristal,Woody Allen, Paul Newman, Peter Selles, Dustin Hoffman, Michael Douglas, Ben Kingsley, Kirk Douglas, William Shatner, Jerry Lewis e Peter Falk sono tutti ebrei? Allora, perchè gli ebrei sono cosi’ potenti? Risposta: L’educazione. Washington è la capitale che conta e a Washington la lobby che conta è l’American Israel Public Affairs Commintee (AIPAC). William James Sidis, con un QI di 250 su 300 è il più brillante uomo che esista; indovinate a quale religione appartiene? Allora, perchè gli ebrei sono così potenti? Risposta : L’educazione. Perchè i musulmani sono così impotenti ? Si stima che vivano sul globo 1.476.233,470 di musulmani : un miliardo in Asia, 400 milioni in Africa, 44 milioni in Europa e sei milioni in America. Un quinto del genere umano è musulmano. Per ogni hindou ci sono due musulmani, per ogni buddista ci sono due musulmani, e per ogni ebreo ci sono cento musulmani. Mai ci si è mai chiesto perchè i musulmani sono cosi’ impotenti? Ecco perchè: ci sono 57 paesi membridell’Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI), e in tutti gli stati membri esistono 500 università: una università per tre milioni di musulmani. Gli Stati Uniti hanno 5.758 università (1 per 57.000 americani). Nel 2004, la Shanghai Jiao Tong University ha comparato le performances delle università nel mondo e curiosamente, neanche una università di un paese islamico si trova nella top 500. Secondo i dati raccolti dal PNUD,l’alfabetizzazione nel mondo cristiano è pari al 90% e i 15 Stati a maggioranza cristiana raggiungono il 100%. Uno stato a maggioranza musulmana ha una media di alfabetizzazione intorno al 40% e non esisteun solo stato musulmano con un tasso di alfabetizzazione pari al 100%. Qualcosa come il 98% degli alfabetizzati nel mondo cristiano finisce le scuole primarie, mentre meno del 50% degli alfabetizzati nel mondo musulmano fanno la stessa cosa. Perchè i musulmani sono impotenti? Perchè noi non sappiamo produrre e applicare un sapere musulmano. I paesi a maggioranza musulmana hanno 230 scienziati per un milione di musulmani. Negli Stati Uniti sono 4.000 scienziati per milione e in Giappone 5.000 per un milione d’abitanti. Nel mondo arabo, il numero totale dei ricercatori a tempo pieno è di 35.000 e ci sono solo 50 tecnici per un milione di arabi. Inoltre, il mondo arabo dispensa lo 0,2 per cento del suo PIL alla ricerca e allo sviluppo mentre in tutto il mondo cristiano si consacra all’incirca il 5% del PIL. Conclusione: il mondo musulmano non ha la capacità di produrre conoscenza. I quotidiani per 1.000 abitanti e il numero dei titoli di libri permilioni sono due indicatori per sapere se la conoscenza è diffusa in una società. In Pakistan, esistono 23 quotidiani per 1.000 pakistani mentre la stessa ratio è di 360 a Singapore. Nel Regno Unito, il numero di libri pubblicati per milioni di abitanti si eleva a 2.000 mentre si attesta a 20 in Egitto!. Conclusione: il mondo musulmano non si preoccupa di diffondere il sapere. Le esportazioni di prodotti di alta tecnologia del Pakistan si attestaall’1% del totale delle sue esportazioni. Dati tragici per l’Arabia Saudita, il Kuweit, il Marocco e l’Algeria (tutti a 0,3%) mentre Singapore è al 58%. Perchè dunque i musulmani sono impotenti? Perchè noi non siamo in grado di produrre conoscenza, diffondere il sapere e incapaci di trovare delle applicazioni alle nostre conoscenze. E l’avvenire appartiene alle società del sapere. Fatto interessante, il PIL annuale di tutti i paesi dell’OCI è meno di 2 mila miliardi di dollari. L’America, da sola, produce beni e servizi per un valore di 12 mila miliardi di dollari, la Cina 8 miliardi di dollari, il Giappone oltre 3,8 miliardi e la Germania 2,4 miliardi di dollari (a parità di potere d’acquisto). I paesi ricchi di petrolio come l’Arabia Saudita, il Kuwait e il Qatar collettivamente producono dei beni e servizi (con il petrolio in primis) per un valore di 500 miliardi di dollari, mentre la cattolica Spagna produce beni e servizi per un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari, la Pologna (cattolica anch’essa) di 489 miliardi di dollari e la buddista Thailandia 545 miliardi di $. La parte musulmana del PIL, in percentuale al PIL mondiale, si è abbassata rapidamente. Allora, perchè i musulmani sono cosi’ impotenti? Risposta: la mancanza di educazione.Tutto quello che noi facciamo è pregare Dio tutta la giornata e biasimare tutto il mondo per i nostri fallimenti multipli.
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen
“Anna Karenina”, balletto in due atti del Eifman Ballet Theatre al Teatro degli Arcimboldi di Milano
EIFMAN BALLET THEATRE di San Pietroburgo
Anna Karenina
Balletto in due atti basato sull’omonimo romanzo di Lev Tolstoj
Coreografia: Boris Eifman
Musica: Pëtr Il’ič Čajkovskij
Serenata per orchestra d’archi, Suite n.1, ballata sinfonica Il Voivoda, Scherzo op.42, Sinfonia n.6 “patetica”,
poema sinfonico Manfred, fantasia sinfonica Francesca da Rimini, Adagio Cantabile, Sinfonia n.2, Amleto ouverture fantasia, Suite n.3,
Souvenir d’un lieu cher, fantasia sinfonica La tempesta,
Romeo e Giulietta ouverture fantasia
Scene: Zinovij Margolin
Costumi: Vjačeslav Okunev
Luci: Gleb Fil’štinskij
Effetti speciali: Leonid Eremin
Teatro degli Arcimboldi di Milano V.le dell’Innovazione 20 – Milano
Mercoledì 9 e giovedì 10 maggio 2012 ore 21:00
“La danza è un’arte che permette di realizzare i drammi psicologici. Offre la possibilità di sondare l’inconscio. Ogni nuovo spettacolo è una ricerca dell’ignoto. Il romanzo di Anna Karenina mi ha sempre affascinato. Quando si legge Tolstoj, si percepisce lo sguardo acuto che indaga il mondo psicologico dei suoi personaggi. In Anna Karenina troviamo non soltanto lo studio profondo del mondo psicologico della sua eroina, ma una vera rivelazione psico-erotica della sua personalità. Tutto questo è diventato il senso delle mie riflessioni coreografiche. Il ritmo tranquillo della famiglia Karenin (funzionario di stato, rispetto rigoroso, convenzioni sociali) lascia trasparire un’illusione di armonia e di pace. La passione di Anna per Vronskij sconvolge la loro vita abituale. Anna è completamente invasa dalla sua nuova passione, trascura perfino i suoi doveri di madre. Troppo per la società ipocrita e convenzionale che la circonda e che la condannata a una vita da esclusa. Anna dipende dal suo amante e questa dipendenza si trasforma in sofferenza, malattia. Per me Anna è un camaleonte, perché ha in sé due esseri. È emblema del desiderio inappagato di essere compresi, sia nella vita che nella morte”.
Boris Eifman
Eifman Ballet di San Pietroburgo
Boris Eifman fonda la sua Compagnia nel 1977, rompendo con le rigide regole dell’accademismo russo e rivelando così una feroce voglia d’indipendenza. Sviluppa un suo stile apprezzato tanto dagli amanti della danza classica quanto dagli appassionati di danza contemporanea. In anni difficili resiste alle correnti e alle mode, difendendo l’esigenza di dar vita a una forma espressiva molto personale.
A proposito della capacità creativa dice: “Tutto risiede nell’estetica, ma la bellezza formale del gesto non è mai fine a se stessa. Ciò non significa che la qualità plastica della coreografia sia meno importante della ricerca di una certa intensità drammatica delle situazioni. Credo semplicemente che non si possa cogliere la bellezza come una nozione astratta. Quando creo un movimento, lo faccio con l’ idea di dare un’emozione ed esprimere un sentimento. Questa emozione passa necessariamente attraverso un bisogno estetico”. “Creare per me significa la vita e la libertà.”
Oggi la Compagnia guidata da Eifman comprende circa sessanta ballerini e ha un suo centro coreografico istituito dallo Stato e dalla città di San Pietroburgo.
Nel 1997, l’ Eifman Ballet presenta il balletto intitolato Red Giselle a San Pietroburgo, che narra la vita della celebre ballerina russa Olga Spessivtseva. Nell’Ottobre 1997, per la prima volta, il Teatro Bol’šoj apre le sue porte alla Compagnia. Boris Eifman presenta le sue ultime tre creazioni: Tchaikovsky, Red Giselle e Russian Hamlet che narra la vita dello Zar Paolo I.
Il successo è immediato: la stampa russa celebra Boris Eifman non solo come l’unico coreografo che sappia far progredire la danza in Russia, ma definisce l’Eifman Ballet come una delle migliori compagnie russe odierne. Nel febbraio 2000, la direzione del Teatro Bol’šoj include Russian Hamlet nel repertorio del suo Corpo di Ballo. Nell’Aprile 1998, invitato al City Center di New York, Boris Eifman presenta Red Giselle: è un trionfo. Il City Center lo invita a tornare la stagione successiva con quattro programmi diversi. In seguito verrà invitato ad anni alterni per tournée di tre mesi tra Stati Uniti e Canada. Il successo del coreografo negli Stati Uniti è tale che il New York City Ballet lo invita, nel 2004, per una creazione in omaggio a Balanchine dal titolo Musagète. Nel luglio 2001, il Teatro Bol’šoj presenta per la prima volta una retrospettiva dei balletti di Boris Eifman, mentre il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo mette in scena Monsieur Molière e Don Juan.
Nel 2002 Boris Eifman festeggia i 25 anni della sua compagnia e, per l’occasione, presenta numerosi suoi balletti al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Il repertorio di Boris Eifman conta oltre quaranta balletti. Indiscusso punto di riferimento della cultura russa contemporanea, “Culture France‟ ha voluto che l’Eifman Ballet fosse parte degli eventi organizzati in occasione delle celebrazioni dell’anno della Russia in Francia. Grazie a questo sostegno, la compagnia si è esibita alla Maison de la Danse di Lione nel dicembre 2010 e al Théâtre des Champs Elysées a Parigi. In riconoscimento alla sua considerevole carriera, Boris Eifman è stato nominato in Francia, “Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere”.
Anteprima Danza
Il 9 maggio 2012 alle 19:30, nel foyer del Teatro degli Arcimboldi – in occasione del debutto di Anna Karenina di Boris Eifman, Maria Luisa Buzzi presenterà, con l’ausilio di video, la storia del Eifman Ballet Theatre di San Pietroburgo.
Curatrice del progetto Anteprima Danza – in collaborazione con CRoME – è Annamaria Onetti, presidente di ArtedanzaE20.
Teatro degli Arcimboldi
Viale dell’Innovazione, 20 – 20126 Milano
Tel. 02.64.11.42.212/214
www.teatroarcimboldi.it
www.ipomeriggi.it/facebook
www.ipomeriggi.it/youtube
Biglietteria Ticketonewww.ticketone.it
Biglietti da euro 24,00 a euro 40,00 (+ prevendita)
Sono previste riduzioni per giovani, gruppi e anziani.
“Marrakech”, mostra fotografica di Nour Eddine Tilsaghani presso l’Almazar di Marrakech
Immagini dove la vista respira beatitudine e dove la voglia si infiltra nel cuore dei tanti scatti virati nell’ossessivo, talmente la realtà presentata e sinonimo di fascino. Nour Eddine Tilsaghani, l’artista fotografo e cineasta adora la città ocra, si ispira per eccellere e lei si ispira del suo sguardo per farsi più bella e più seducente. La nuova esposizione dell’artista pare completi il puzzle di ammirazione che Nour le dedica: l’amore per questa città, il respiro di questa città, il vivere di questa città, e si prende tutte le delicatezze per rappresentarla nella serie di fotografie che ovviamente sono titolate “Marrakech”. E Marrakech ringrazia l’artista, posando al suo sguardo; si denuda, si pavoneggia dei suoi uno e mille sentori; lascia sfilare le sue silhouettes e posa davanti alla visione pensosa e pensata dell’artista. “Nour Eddine Tilsaghani ci ricorda questa evidenza: bisogna ri-apprendere a guardare quello si ama..e noi amiamo questa città, noi amiamo queste immagini”, ha scritto il drammaturgo e uomo di teatro Brahim Hanaï. L’artista espone le sue fotografie “Marrakech” presso l’Almazar, in occasione del 2° anniversario del centro, dal 15 aprile al 15 maggio 2012.
Fonte: My Amazighen
Marocco, cannabis e Islam liason dangereuse
Qualcosa come 550 ettari di terreni appartenenti al Ministero degli Habous e degli Affari islamici (massima autorità nell’ambito religioso), nella regione di Ouezzane, saranno dati in affitto a degli agricoltori che coltivano cannabis. Questo è quello che ha rivelato lunedì il consigliere del Partito Autenticità e Modernità (PAM) Larbi Mharci, durante una seduta della seconda camera del Parlamento. Una parte del budget del Ministero degli Habous e degli Affari Islamici proverebbe dunque dalla coltura della cannabis, e servirebbe a pagare i salari di certi oulemas, imam e impiegati delle moschee. Diverse personalità della regione di Ouezzane, interpellate dalla redazione di Bladi.net, hanno affermato che non si tratta di una novità per tutta la regione di Mokrisset, a circa 30 km a nord di Ouezzane, dove le terre degli Habous sono affittate regolarmente ai produttori di cannabis da circa una decina di anni. In Marocco, uno dei primi produttori mondiali di cannabis, 47.500 ettari di terreno sono consacrati alla cultura del cannabis nel 2010, contro i 134.000 ettari del 2003, secondo una stima dell’Organo Internazionale di controllo degli stupefacenti (OICS). Della serie si predica bene (molto bene) e si razzola male!
Fonte: My Amazighen