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Archive for March, 2012

“Essenze”, mostra di Elisabetta Pieroni e Debora Germanò al Sacro Monte di Varese

March 31, 2012 Leave a comment

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ESSENZE, questo il titolo della mostra di Elisabetta Pieroni e Debora Germanò
che verrà presentata lunedì 9 aprile al Sacro Monte di Varese presso la chiesa sconsacrata dell’Annunciata.
Un titolo semplice ma nello stesso tempo ricco di significato, scelto dalle artiste per comunicare che in questa esposizione c’è proprio l’essenza della loro arte cioè l’espressione di sé, dei loro pensieri, del loro vissuto, delle loro speranze. Una ricerca insomma che viene portata alla luce attraverso due tecniche completamente diverse, la scultura per Elisabetta e la pittura per Debora, ma con immagini spesso  ricorrenti.
Ad esempio in entrambe vi è il rifiuto della linea netta e rigida per dare spazio a forme più sinuose e arrotondate come si vede nei nudi e nelle composizioni astratte di Debora e negli alberi di Elisabetta che spesso si aprono in ampie fronde dai rami flessuosi e dalle radici forti e robuste.
L’albero di Elisabetta è solitamente quello d’ulivo, simbolo di una spiritualità che l’uomo cerca lungo il cammino della sua vita e che solo con l’esperienza di tutti i giorni, passo dopo passo, riesce a trovare. Elisabetta interpreta questo tema in chiave cristiana, utilizzando spesso un archetipo antico, il cerchio, come simbolo di un tempo infinito e di una Perfezione universale che solo Dio può avere e può donare all’uomo avvolgendolo e proteggendolo in un abbraccio confortante e assoluto.
Ma il cerchio ricorre anche in alcuni nudi di Debora, questa volta come simbolo del creato, elemento con cui l’uomo, nella filosofia buddista, è in piena comunione.
Emblematica, in questo senso, è l’opera Firmamento, in cui la donna rappresenta non solo Debora, ma anche tutti noi, di fronte a quel cosmo infinito da cui siamo nati, di cui facciamo parte e nel quale, secondo i buddisti, continueremo a riciclarci fino al raggiungimento del nirvana.
La figura femminile dipinta da Debora e modellata da Elisabetta è un altro elemento che ricorre nelle opere in mostra, ma, mentre per Elisabetta in Cronos o in Enydros è la personificazione della natura, per Debora in Donne in giardino, Sguardo, Pensieri, Vita-passione-mondo, è la rappresentazione di se stessa, della propria storia, delle varie fasi di vita che ha attraversato.
É insomma l’arte di Debora sicuramente più autobiografica rispetto a quella di Elisabetta che vuole invece esprimere dei valori universali di fede, proiettando nelle immagini e nei simboli la visione di un domani più chiaro e positivo.
Questa fondamentale differenza è ciò che distingue le due artiste e che rende assolutamente interessante e curiosa questa mostra che presenta opere strutturalmente differenti, con immagini più volte reiterate, seppur interpretate diversamente, in relazione al pensiero e alle esperienze di vita di ciascuna.
Al di là dei significati simbolici, l’esposizione di Debora ed Elisabetta può essere letta anche in chiave tecnica, come l’evoluzione di due artiste autodidatte che negli anni sono cresciute sperimentando nuove modalità di rappresentazione artistica.
Ad esempio Elisabetta negli ultimi suoi lavori si cimenta in sculture polimateriche aggiungendo alla  ceramica altri materiali come specchi, ferro, rame, ottone. L’Enydros in mostra ne è una dimostrazione, poiché i frammenti di specchio in cui il visitatore può riflettere la propria immagine sono aggiunti a coronamento della scultura e diventando un modo molto concreto e immediato per farci entrare nel quadro.
Debora invece, pur rimanendo nell’ambito della pittura, in alcune opere unisce l’olio all’acrilico e con lo stesso acrilico crea effetti di colore lucido in rilievo sulla tela.
In entrambe comunque c’è la voglia di aggiungere al proprio stile elementi di originalità non casuali, ma volti ad impreziosire quei dettagli dell’opera che possano costituire per lo spettatore lo spunto visivo di una riflessione estetica e simbolica.
“ESSENZE”
Mostra di Elisabetta Pieroni e Debora Germanò a cura di Raffaella Bardelli
Dal 9 al 15 aprile 2012
Inaugurazione: lunedì 9 aprile alle ore 17.00
Chiesa dell’Annunciata
Sacro Monte di Varese
Ingresso libero
Orario: sabato 14 e 21 aprile 14.30 – 19.00
Domenica 15 aprile 10.00 – 12.30 e 14.30 – 19.00
Per informazioni:
http://www.elisabettapieroni.it

“L’impero dei lupi” di Chris Nahon [2005]

March 31, 2012 Leave a comment

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Barocco francese
L’impero dei lupi è un film confuso e urlato, dove persino l’onesto mestiere e la simpatia di Jean Reno affogano senza lasciar traccia.
L’impero dei lupi è figlio di quella recente corrente del cinema di genere francese che è nata da I fiumi di porpora di Mathieu Kassovitz, a sua volta imparentato con gli stili estetici e narrativi delle produzioni di Luc Besson e di cui fanno parte pellicole come I fiumi di porpora 2 – Gli angeli dell’apocalisse, Vidocq e, parzialmente, Il patto dei lupi.
Di stili visivi e narrativi di questo filone il film diretto daChris Nahon (già regista del bessoniano Kiss of the Dragon) è sintesi ed amplificazione: dalla frenesia visiva alla fotografia opprimente e satura, passando per una trama che mescola azione e thiller non disdegnando riferimenti più o meno storiograficamente corretti a sette, gruppi, massonerie e mafie del presente e del passato.
Sintesi e amplificazione che porta al parossismo le caratteristiche più confuse e fastidiose di questo genere, arrivando a soffocarne del tutto i già non numerosissimi pregi.
L’impero dei lupi si apre con il racconto parallelo di due vicende che hanno all’apparenza ben poco in comune, ma che la confusa sceneggiatura porterà – dopo varie peripezie – ad unirsi. Due lati della storia che Nahon fotografa in maniera quasi opposta con riguardo alle cromìe (virata al blu la storia della donna interpretata da Arly Jover, più sulle dominanti rosse quella della strana coppia di sbirri Jean Reno Jocelyn Quivrin) ma con lo stesso identico taglio sincopato e tanto claustrofobico da risultare fastidioso.
Il film si sviluppa poi ancor concitato e confuso, sia per quanto riguarda l’intreccio che per la sua messa in scena formale (con tanto di nell’onnipresente, martellante ed invadente colonna sonora). Da ogni punto di vista lo stile di Nahon supera il barocco e fa approdare il film su versanti rococò e manieristi che stordiscono lo spettatore e non gli permettono di entrare nella storia, né d’empatizzare con quanto avviene sullo schermo.
L’impero dei lupi è un film confuso e urlato, dove persino l’onesto mestiere e la simpatia di Jean Reno affogano senza lasciar traccia. Se in passato quel filone cui facevamo riferimento poco sopra rappresentava un’esperienza interessante di un’industria cinematografica, quella d’oltralpe, comunque più vitale della nostra della nostra, è un peccato constatare oggi che con L’impero dei lupi questo sotto-genere si sia ripiegato su se stesso e (irrimediabilmente?) incancrenito.

Federico Gironi

Fonte: Movieplayer.it

Aforisma di Jean Maurice Eugène Clément Cocteau

“Il lusso é una virtù nobile, che non va confusa con il comfort”.

Sisa, richiesta di chiusura anticipata delle festività natalizie per profezia Maya

Davide Rossi, segretario del Sisa (sindacato indipendente della scuola e ambiente), é completamente scettico sulla questione della fine del mondo, anzi non crede affatto alle profezie divulgate negli ultimi tempi, ma ha esplicitamente richiesto al ministro dell’Istruzione Francesco Profumo la sospensione delle lezioni per il prossimo 21 dicembre in previsione degli eventi che potrebbero scaturire dalla profezia Maya, di fatto dalle considerazioni emerse l’unica soluzione certa sarebbe quella di anticipare la chiusura scolastica per le festività natalizie. Davide Rossi: “Ci domandiamo se, nell’esclusivo interesse del successo dell’azione educativa, non valga la pena anticipare l’inizio delle vacanze natalizie, stabilendo nel 19 dicembre 2012 l’ultimo giorno di scuola del corrente anno solare, per tutto il territorio nazionale. Si permetterebbe così, a chi lo ritiene necessario, di potersi allontanare dalla propria abituale dimora nel corso della giornata del 20 dicembre 2012”.

«Il Sisa, pur ritenendo prive di fondamento le tesi connesse con la fine del mondo, prevista per il 21 dicembre 2012, ritiene che molto probabilmente l’avvicinarsi di tale data genererà fenomeni di massa, quali allontanamento dai centri cittadini verso la campagna e accaparramento di generi di prima necessità, non solo alimentari. Dal punto di vista didattico è prevedibile una forte riduzione della frequenza scolastica dei discenti».

Marius Creati

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Tenecteplase, farmaco anti-embolo risponde miracolosamente su effetti dell’ictus

Una recentissima ricerca australiana ha dimostrato come un comune farmaco anti-embolo, solitamente utilizzato nella cura di pazienti infartuati, abbia avuto degli efficaci risultati anche in individui che erano stati colpiti da ictus. Le prove effettuate durante la ricerca hanno evidenziato come le persone che si portavano addosso i gravi effetti dell’ictus, abbiano presentato una ripresa che ha quasi del miracoloso, una volta sottoposti alla cura con il farmaco in questione. Infatti tutti coloro che assumono questo medicinale, pare che in un paio di giorni dal ricovero in ospedale a causa dell’ictus, riescano ad alzarsi e ad uscirvi con le proprie gambe, dopo che a causa di questa patologia erano stati costretti alla paralisi e incapaci di riuscire a parlare. Il farmaco è il Tenecteplase, della famiglia dei trobolitici utilizzati solitamente per la cura dell’infarto del miocardico acuto. La ricerca è stata portata avanti dagli ospedali di Melbourne e di Newcastle.

Fonte: AGS Cosmo

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BFF – Bellaria Film Festival, bandi per la trentesima edizione

March 30, 2012 Leave a comment

BELLARIA FILM FESTIVAL: PUBBLICATI I BANDI PER LA 30^ EDIZIONE
Sono stati pubblicati i bandi di concorso per il trentennale del BFF – Bellaria Film Festival, che si svolgerà da giovedì 31 maggio a domenica 3 giugno 2012 a Bellaria Igea Marina (RN).
La 30^ Edizione del festival, diretta per il secondo anno dal documentarista e autore Fabio Toncelli, conferma il concorso “Italia Doc”, dedicato a documentari italiani realizzati dopo il 31 gennaio 2011.
Visto il grande successo ottenuto dalla rassegna dedicata ai radio documentari nella passata edizione del festival, la vera novità di quest’anno è che “Radio Doc” diventa un vero e proprio concorso. È la prima volta in Italia che un festival di lunga tradizione come quello di Bellaria propone un concorso dedicato ai documentari e ai reportage radiofonici, genere molto frequentato in Inghilterra, Stati Uniti e Germania.
Per inviare i materiali ci sarà tempo fino al 30 aprile 2012.
The participating works must be submitted no later than April 30th 2012.
ITALIA DOC è la sezione competitiva che promuove la ricerca di produzioni cinematografiche documentarie italiane – anche se presentate in altre rassegne – realizzate in pellicola o video, che favorisce lo scambio e il confronto di esperienze tra cineasti. Al regista vincitore sarà assegnato un premio di 4000 euro.
In palio anche la menzione di merito “Casa Rossa”.
RADIO DOC è la sezione dedicata ai radio documentari. In uno spazio studiato appositamente sarà possibile ascoltare i documentari in una sorta di “proiezione sonora”. Un primo, piccolo passo nell’affascinante mondo della “radio del reale”.
In palio un primo premio assoluto di 1000 euro assegnato da una giuria di esperti e una menzione di merito.
Il Bellaria Film Festival è promosso dal Comune di Bellaria Igea Marina con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Rimini.
Tutte le informazioni e i bandi sono scaricabili dal sito http://www.bellariafilmfestival.org

Aforisma di Hermann Hesse

“Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità”.

Lombardia, proposta di annessione dalla Svizzera

La proposta pare che arrivi direttamente dal ministro della difesa elvetico, Ueli Maurer il quale ha dichiarato: “La Lombardia rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro paese e per questo motivo preferiremmo avere rapporti con Milano che con Roma o Bruxelles”. Il leghista Matteo Salvini, non si è certo fatto sfuggire una simile ghiotta occasione e ha commentato: “Magari abbiamo più comunanza economica, culturale e sociale con la Svizzera che non con le altre Regioni d’Italia. Nel futuro del Nord c’è l’Europa. La crisi si fa sentire e non abbiamo più voglia di mantenere un carrozzone da ormai 150 anni. Secessione? Ma anche un’Europa delle Regioni, l’autonomia fiscale del Nord. Ma sicuramente il dato che la Lombardia e il Veneto ogni anno mandano a Roma 50 miliardi di euro in più rispetto a quanto ricevono indietro in un momento di crisi non è più sostenibile per i nostri lavoratori. Troppi biglietti per il mantenimento della burocrazia italiana”. La Lombardia potrebbe dunque diventare il 27esimo cantone.

Fonte: AGS Cosmo

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“The Abramovic Method”, film-documentario di Giada Colagrande da Fondazione Furla

March 30, 2012 Leave a comment

The Abramovic Method Un film di Giada Colagrande Realizzato con il sostegno di Fondazione Furla e prodotto da Art + Vibes e Collateral Films.
In occasione dell’ultimo lavoro di Marina Abramovic per il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano “The Abramovic Method” (a cura di Diego Sileo ed Eugenio Viola), il primo dopo la mostra al Moma nel 2010, Fondazione Furla è lieta di annunciare una nuova collaborazione con l’artista presentando un film-documentario diretto da Giada Colagrande.
Marina Abramovic, già madrina del Premio Furla 2009, da lei intitolato The spirit in any condition does not burn, nella mostra milanese esplora il potere di trasformazione della Performance Art e l’importanza del rapporto con il pubblico.
Il film racconterà lo svolgimento del progetto e la conseguente trasformazione mentale e fisica dei partecipanti, scaturita dalla relazione diretta con l’artista e dall’esperienza della performance stessa.
Nelle intenzioni dell’artista il film diventa parte del Metodo, lo fissa nel tempo e offre l’opportunità di divulgarlo.
“Siamo felici di dare il nostro contributo alla realizzazione di questo progetto, perché molto legati a Marina, artista straordinaria e di grandissima qualità umana, e certi che la grande sensibilità di una regista come Giada Colagrande renderà il Metodo Abramovic fruibile ad un ampio numero di persone e le inviterà a riflettere.”
Giovanna Furlanetto
Presidente Fondazione Furla

Intervista di Carla Liberatore a Babs Tork, fervida animalista attivista

Lei si chiama Babs Tork, ha una particolare predisposizione nella difesa degli animali. Ha dunque creato un sito visibile all’indirizzo http://www.wolves-dreams.com, con il quale si batte per la protezione della specie dei lupi ma si occupa di tutti gli animali in genere e denuncia attraverso le sue pagine anche nei social network quelle che sono le barbarie perpetrate dall’uomo nei confronti delle bestiole. Babs è schifata ed oltremodo indignata di tutte quelle inconcepibili violenze che vengono fatte ogni giorno partendo ad esempio dalla vivisezione, dall’utilizzo degli animali come bersagli vivi da parte di alcuni militari per finire alle torture effettuate da umani in qualunque posto del mondo, come coloro che impiccano, scuoiano, bruciano, strappano o tagliano di netto gli arti a dei poveri cani e gatti indifesi. Babs, fa presente che una delle più utilizzate violenze nei confronti di cani e gatti in particolare è proprio l’usanza becera dell’abbandono.

C.L.: Babs, Perché hai aperto questo sito?

B.T.: Perché vuol essere un vessillo per tutti quegli animali che non riescono a comunicare con noi perché siamo sordi e ciechi di fronte alle brutture e alle violenze che l’umanità gli continua a fare. È stato creato per gli amanti degli animali e voglio portare voce ai diritti di tutti gli animali, compresi quelli utilizzati negli allevamenti e nei macelli.

C.L.: Perché hai scelto come icona di questa tua battaglia proprio il lupo?

B.T.: Perché il lupo secondo me, racchiude un po’ le caratteristiche di tutti questi animali seviziati. Il lupo è un animale leale verso la famiglia, uccide solo perché ha fame o per difendersi e non per gioco come gli umani, allo stesso tempo non invade territori di altri branchi della sua specie e si occupa moltissimo dei cuccioli. Ha dunque tutta una serie di prerogative di onestà, lealtà, altruismo ed altro ancora, che in realtà dovrebbe avere il genere umano ma che purtroppo dimostra di non avere.

C.L.: Il lupo anche come simbolo della forza della reattività?

B.T.: Si, perché in questo senso è forte e non si ferma mai, è capace di camminare per 100 km al giorno per arrivare in una zona dove pensa che il suo branco sia al sicuro, reattività perché comunque il lupo a livello ambientale si adatta dovunque e sopravvive sia in mezzo al deserto e sia in mezzo alla neve. È un animale che non si da mai per vinto non si arrende mai davanti a nulla. Il lupo è anche capace di prendersi a morsi una zampa, qualora cadesse in una trappola dei cacciatori, pur di non prendere vivo e di tornare dal suo branco. E qualora si fosse fatto troppo male e queste ferite lo porteranno sicuramente alla morte, decide di andarsene lontano dal branco e a morire da solo per non far soffrire gli altri lupi a cui è legato e rallenterebbe la marcia degli altri animali facendo perdere loro delle energie vitali.

C.L.: Nel sito, si trovano riferimenti su quanto dici rispetto alle caratteristiche del lupo?

B.T.: Si, ci sono delle schede che via via aggiornerò nel corso del tempo sulla vita, sulle razze, sui cuccioli, sulle curiosità e anche sulle favole, leggende e superstizioni riguardo ai lupi. Se solo si pensa che ogni razza di cane deriva dal lupo, ecco qui che il lupo in realtà non è un animale di cui aver paura perché ne è il progenitore.

C.L.: Intendi perseguire delle battaglie a difesa degli animali attraverso il tuo sito?

B.T.: Certo, già lo sto facendo attraverso i social network e mi propongo anche di dare la corretta informazione su questi argomenti.

C.L.: Quale tipo di società sogni che si possa realizzare in completa armonia con tutti gli animali?

B.T.: Quella degli indiani d’America è la più vicina ad una forma di comunità decente e di interazione con tutto quanto ci circonda e con gli animali. Gli indiani ad esempio uccidevano le bestie solo perché erano costretti per mangiarle e vestirsi delle loro pelli. Come gli Inhuit, la comunità eschimese che uccide le foche adulte e malandate solo per sopravvivenza e non come purtroppo facciamo noi occidentali che ammazziamo i cuccioli a bastonate per le pellicce.

Il sito di Babs è a disposizione di tutti coloro che ne vogliono sapere di più sull’argomento ed accoglie chiunque si ritrovi nei valori della difesa degli animali tutti e dell’ambiente.

Carla Liberatore

Fonte: AGS Cosmo

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