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“Il Tempo e lo Spazio”, mostra alla galleria Vista Arte e Comunicazione a Roma
Sabato 25 febbraio 2012 si inaugura alle ore 18.30 presso la galleria Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Il Tempo e lo Spazio, esposizione collettiva degli artisti: Giuseppe Amato, Erica Bortoloso, Hans Burger, Carlo De Rosa, Maria Carla Mancinelli, Giovanni Mangiacapra, Fiorella Manzini, Nadia Misci Conter, Noemi Riva, Manuela Scannavini.
Attraverso questa esposizione collettiva si vince la possibilità di partecipare ad una mostra che si terrà presso il Palazzo Orsini di Bomarzo il 21 Aprile 2012 che avrà come tema Il tempo e lo spazio.
Soqquadro & Vista Presentano
Il Tempo e lo Spazio
Mostra collettiva a premio
DURATA: dal 25 febbraio al 9 Marzo 2012
INAUGURAZIONE: sabato 25 febbraio ore 18.30
ORARI: dal martedì al venerdì 15.30/19.30 sabato 17.00-19.30
LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo)
CURATRICI: Marina Zatta, Yasmin Mohamed Samir
COLLABORAZIONI: Federica Camilloni, Martina Cicogna, Federica Maggio
INFO: tel. 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004
soqquadro@interfree.it http://www.soqquadro.eu
“Vista” è un centro dedicato all’arte ed alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo.
Soqquadro offre ai suoi artisti la possibilità di partecipare a una mostra a premio presso la galleria Vista Arte e Comunicazione; in palio c’è la possibilità di realizzare una personale all’interno di una sala di Palazzo Orsini a Bomarzo e due partecipazioni alla collettiva che si terrà presso lo storico palazzo dal 21 aprile al 10 maggio 2012.
L’esposizione alla quale parteciperanno i vincitori s’intitola “il Tempo e lo Spazio” e sarà centrata sulla visione storica e geografica dell’universo che ci circonda. Il tempo e lo spazio, il dove e il quando, prenderanno vita nelle opere degli artisti che mostreranno la propria interpretazione del contesto storico e geografico del presente, del passato e del futuro.
Al contempo il tempo, inteso come ritmo coloristico e materico, e lo spazio visto come elemento strutturale della tridimensionalità scultorea nella sua accezione classica, ma in una visione più moderna anche del’opera pittorica, sono due elementi portanti della creazione dell’opera d’arte.
Neuroscienze, tre casi celebri basilari per la storia delle scienze neurologiche
I progressi nel campo delle neuroscienze sono legati a molti tipi di ricerca (neurobiologica, neuroanatomica, neuropsicologica) e, al giorno d’oggi, la validità di tutte queste ricerche tende a basarsi sulla statistica, ossia su studi che prendono in considerazione campioni numerosi. Questo ci permette di ricavare delle regolarità che consideriamo appunto valide per tutta la popolazione di riferimento. Eppure è curioso il fatto che alcune delle scoperte più importanti siano legate a casi singoli. Oggi quindi vediamo 3 pazienti celebri che hanno fatto la storia delle neuroscienze e che ogni bravo psicologo o neuroscienziato dovrebbe conoscere.
Il linguaggio: il caso di Leborgne
Non è solo il primo caso di questa breve lista, ma è il primo caso degno di nota e di conseguenza anche il più vecchio tra quelli di cui vi parlerò oggi. Stiamo parlando della metà dell’800 e Leborgne era un paziente di Paul Broca, antropologo, neurologo e chirurgo francese. Leborgne era incapace di produrre qualsiasi parola o frase, fatta eccezione per la sillaba tan, motivo per cui è noto anche come paziente Tan; nonostante gli evidenti problemi di produzione del linguaggio, la comprensione era intatta, insieme a tutte le altre funzioni di cognitive. Un attento esame post mortem (l’unico metodo utilizzabile nel 1861) eseguito da Broca localizzò la lesione di Leborgne nel piede della terza circonvoluzione frontale di sinistra, che prese il nome di area di Broca. Un lesione in quell’area causa quella che oggi viene chiamata Afasia di Broca, ossia un deficit nella produzione del linguaggio.
Il risultato degli studi di Broca è una delle pietre miliari dello studio del linguaggio nelle neuroscienze perché ci ha permesso di scoprire che i processi di produzione e comprensione del linguaggio avvengono in aree diverse.
La personalità: il caso di Phineas Gage
Il caso di Phineas Gage rappresenta senz’altro il caso più curioso, soprattutto se avete un certo gusto del macabro. Era il 1848 e Gage, allora venticinquenne, era un operaio capocantiere addetto alla costruzione delle ferrovie; un giorno, in seguito ad un’esplosione avvenuta sul lavoro, una barra di ferro gli entrò da sotto l’osso di sinistra della guancia e sbucò dalla parte superiore della testa dopo aver attraversato la parte anteriore del cranio, per essere poi ritrovata e recuperata a circa 30 metri dal luogo dell’incidente ricoperta di sangue e di materia cerebrale. Il caso ha dell’incredibile anche solo per il fatto che Gage sia sopravvissuto ad un incidente del genere, ma quello che a noi interessa in questa sede non è solo il fatto che il povero Phineas sia rimasto in vita con una lesione ai lobi frontali di proporzioni significative, ma quello che è successo dopo. Tutte le persone che lo conoscevano hanno in seguito lamentato il fatto che il paziente fosse completamente cambiato. Insomma, dopo l’incidente non era più la persona di una volta, era una persona diversa e nemmeno una delle migliori.
Perché quindi il caso di Phineas Gage ci piace tanto nell’ambito delle neuroscienze? Perché ci ha permesso di scoprire che la nostra “personalità” o per lo meno gran parte di essa risiede nei nostri lobi frontali, sede tra l’altro di tutte le funzioni superiori che danno vita a quello che comunemente chiamiamo “pensiero”.
Un piccolo appunto: per quanto il caso di Gage sia precedente a quello di Leborgne, l’analisi del danno risale al 1867, ossia 7 anni dopo la morte di Phineas. Per questo motivo in questa sede lo ricordiamo come successivo al paziente Tan di Broca.
La memoria: il caso di H.M.
Personalmente considero H.M. uno dei pazienti più sfortunati nella storia delle neuroscienze. H.M. soffriva di una grave forma di epilessia, resistente ai farmaci, per cui l’unico modo per alleggerire le sue crisi era intervenire chirurgicamente. Sfortunatamente William Scoville, il neurochirurgo che lo operò nel 1953, decise di asportare entrambi i lobi temporali, compreso l’ippocampo e i risultati furono disastrosi per il povero H.M.. Il paziente non solo mostrava un deficit, seppur leggero, nella memoria retrograda, ma soprattutto sviluppò enormi problemi legati alla memoria anterograda. Per dirlo in termini semplici: H.M. non si ricordava più fatti accaduti poco prima dell’intervento, ma soprattutto non riusciva più a formare nuovi ricordi. Intatte erano invece la memoria procedurale e quella a breve termine.
Che vuol dire tutto ciò? Beh prima di tutto che i ricordi già formati si trovano in una parte diversa del cervello rispetto a quella in cui si formano e consolidano, ossia nell’ippocampo. In secondo lungo ci permette di sapere che anche memoria a lungo termine e memoria a breve termine sono distinte, visto che la seconda non era stata danneggiata dall’intervento. Infine ci permette di distinguere la memoria a lungo termine in memoria dichiarativa e in memoria non dichiarativa: la prima è legata a fatti, episodi e conoscenza del mondo, mentre la seconda è quella che ci permette di ricordarci in modo solitamente inconscio come fare le cose o come usare gli oggetti. Ad un danno della prima, come nel caso di H.M., non corrisponde un danno della seconda.
Erika Gherardi
Fonte: Skimbu
“Psicoteacuparty”, appuntamento insolito delle cinque a Napoli
Al via “Psicoteacuparty”: insolito tè delle cinque, tra aromi esotici, biscotti e pasticcini, musica, giochi di ruolo, consulenze psicologiche&co… Giovedì 1 marzo, dalle ore 17 alle 21, al Voga (Vomero – Napoli)
Si scrive “Psicoteacuparty”, si legge rilassante pausa tè “condita” da biscotti, pasticcini, deliziosi aromi provenienti da ogni parte del mondo, ottima musica, nuove amicizie, giochi di ruolo, sorprese e, soprattutto, consulenze psicologiche gratuite, divertenti, easy e senza stress. Appuntamento assolutamente da non perdere, giovedì 1 marzo, al Voga di piazza Vanvitelli al Vomero dove, a partire dalle ore 17 e fino alle 21, prenderà forma il primo di una lunga serie di rendez vous pronti a movimentare il classico tè delle cinque. Incontri informali, ma mai banali durante i quali, grazie a un team di giovani ma esperti psicologi, sarà possibile sorseggiare la consapevolezza di sé e nutrire la propria autostima, apprendere tecniche di rilassamento, dialogare su difficoltà afferenti disturbi alimentari&co e, magari, chiarirsi le idee su piccoli tic e sogni ricorrenti che a volte spaventano e a volte no, ma mettono pur sempre ansia o quanto meno curiosità. Le scelte della vita, d’altronde, sono sempre sostenute dallo stato emotivo. Tra i professionisti che prenderanno parte all’evento, ideato da Annalisa Palmieri e Mariagrazia Poggiagliolmi, gli psicologi Grazia Graziano e Germano Guarna, mentre la colonna sonora a base di lounge e chill out sarà firmata da dj Tommy Beats. Inoltre, al grido di “Dimmi che pelouche scegli e ti dirò chi sei”, tutti i partecipanti che porteranno con sé il proprio giocattolo o semplicemente un toy che attira la propria attenzione, potrà scoprire in modo insolito qualcosa in più su se stesso e sulla propria personalità.
Costo dell’evento all inclusive (tè, biscotti&pasticcini, giochi di ruolo, ottima musica e consulenza psicologica): 7 euro
Voga
Piazza Vanvitelli 10/A – Vomero – Napoli
Info: 349 5458714