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“Punto d’impatto” di Matthew Chapman (2011)
Punto d’impatto (The Ledge) è un film a colori di genere drammatico, thriller della durata di 101 min. diretto da Matthew Chapman e interpretato da Terrence Howard, Charlie Hunnam, Liv Tyler, Patrick Wilson, Christopher Gorham, Jaqueline Fleming, Mike Pniewski,Jillian Batherson, Dean J. West, Katia Gomez.
Prodotto nel 2011 in USA e distribuito in Italia da Eagle Pictures il 10 giugno 2011.
Gavin, un giovane professore universitario, è in piedi sul cornicione di un palazzo, chiaramente intenzionato a saltare e togliersi la vita. Quando Hollis, un detective della polizia, viene inviato sul posto per parlare con lui e dissuaderlo, scopre che Gavin “deve” saltare prima che arrivi mezzogiorno. Anche Hollis però ha da poco subito un grosso trauma, e presto i due uomini vedranno i loro ruoli invertiti.
Per seguire un thriller drammatico e avvincente i cui protagonisti, interpretati da Terrence Howard, Charlie Hunnam e Liv Tyler, si dividono tra la fede, l’amore e l’esistenzialismo. Alla regia ritroviamo Matthew Chapman, sceneggiatore de La giuria, che ha presentato quest’opera al Sundance Film Festival 2011.
Fonte: Movieplayer.it
“3 Giorni Per La Verità” di Sean Penn [1995]
5 minuti per la verità
Dei quattro lungometraggi realizzati da Sean Penn, 3 Giorni Per La Verità è forse il meno conosciuto. Se infatti Lupo Solitario vanta un non troppo vasto ma convinto gruppo di sostenitori, La Promessa ha fatto parlare molto quando è uscito nelle sale e Into The Wild è diventato ormai un film cult, 3 Giorni Per La Verità è sempre rimasto un po’ nell’ombra, malgrado possa vantare due protagonisti come Jack Nicholson e un formidabile David Morse.
La ragioni di questo parziale oblio però, paiono più che evidenti sin dalle prime battute.
La storia alterna le vicende di un padre che cerca vendetta per la figlioletta uccisa accidentalmente anni prima alle vicende dell’assassino appena uscito dal carcere e più pentito che mai d’essersi involontariamente macchiato di quell’insostenibile colpa.
E’ un’idea interessante che potrebbe essere ben sviluppata, e invece questa inversione psicologica dei ruoli nei personaggi è palesata entro i primi cinque minuti del film, rendendo praticamente inutili i rimanenti centosei. Lo spettatore conosce già fin dalle prime battute l’intento omicida dell’uno e il sentito pentimento dell’altro. Tutto ciò che viene frapposto in mezzo è un diluente composto da immagini scarne, evidentemente realizzate in quel di hollywood dove la messinscena emerge in ogni singolo fotogramma. E’ palpabile la realizzazione ad hoc di ogni ambiente e di ogni ripresa, e il montaggio non aiuta a mascherare quest’anti-mimesi del narrato.
E’ un peccato, a dir la verità, in quanto nell’interessante Lupo Solitario girato quattro anni prima la fotografia volutamente tagliente e non levigata restituiva una certa instabilità parallela a quella dei protagonisti della storia, e al contempo lasciava presagire successivi possibili sviluppi futuri. E invece in 3 Giorni Per La Verità quella fotografia grezza è diventata un’inconsistente ricerca di perfezionare ciò che si esaltava nell’imperfezione.
La scena finale pare addirittura una copiatura dall’ultima scena di Via Col Vento. Macchina da presa che zooma all’indietro alzandosi sopra la testa dei personaggi, finendo per abbracciare un intero paesaggio illuminato dalla calda luce del tramonto. Manca solo la bandiera americana e poi Elizabeth Taylor in controluce possiamo immaginarla da noi.
Persino la sceneggiatura appare fuori fuoco. I dialoghi sono già sentiti centinaia di altre volte in altri film, e l’inspiegabile lentezza del film certo non aiuta. E non pensate a una lentezza bergmaniana dove nulla accade poiché tutto accade, bensì il ritmo lento è dato da svariati racconti di ricordi di quando i personaggi erano felici e contenti, e altri cliché simili.
Il film acquista ritmo solo nelle ultime sequenze evidenziando ancora di più come Sean Penn abbia ingenuamente mancato il colpo.
Nemmeno le musiche della colonna sonora sono di un benché minimo interesse. Archi e controarchi ci accompagnano fra una scena banale e una smielata, allontanandosi ogni minuto di più dalle musiche da oscar composte da Eddie Vedder dei Pearl Jam per Into The Wild e dal folk/rock selezionato per Lupo Solitario. Niente Jefferson Airplane e niente Janis Joplin. Ok, la musica non deve prevaricare l’immagine, ma può sempre esserne un buon sostegno e, nel peggiore dei casi, se per un’ora e mezza il film non ci ha minimamente toccati almeno potremmo raccontare d’aver ascoltato della buona musica.
E invece no. Per fortuna che David Morse è talmente bravo da oscurare parzialmente persino la stella di Jack Nicholson che, sempre bravo è, ma nulla aggiunge alle sue interpretazioni precedenti. C’è anche Anjelica Huston nel ruolo dell’ex moglie di Nicholson, ma non lascia alcun segno, mentre la futura [ex]moglie di Penn, Robin Wright, ha perlomeno l’innato merito d’essere esteticamente bella.
3 Giorni Per La Verità non è un film insostenibile ma, detto fra noi, io guarderei altro…
Danilo Cardone
Fonte: Cinefobie
“Dai sospiri” di Dylan Thomas
– Dai sospiri –
Dai sospiri nasce qualcosa,
Ma non dolore, questo l’ho annientato
Prima dell’agonia; lo spirito cresce,
Scorda, e piange;
Nasce un nonnulla che, gustato, è buono;
Non tutto poteva deludere;
C’è, grazie a Dio, qualche certezza:
Che non è amore se non si ama bene,
E questo è vero dopo perpetua sconfitta.
Dopo siffatta lotta, come il più debole sa,
C’è di più che il morire;
Lascia i grandi dolori o tampona la piaga,
Ancora a lungo egli dovrà soffrire,
E non per il rimpianto di lasciare una donna in attesa
Del suo soldato sporco di parole
Che spargono un sangue così acre.
Se ciò bastasse, se ciò bastasse a dar sollievo al male,
Il provare rimpianto quando quello è perduto
Che mi rendeva felice nel sole,
Quanto felice il tempo che durava,
Se ambiguità bastassero e abbondanza di dolci menzogne,
Potrebbero le vacue parole sostenere tutta la sofferenza
E guarirmi dai mali.
Se ciò bastasse, osso, tendine, sangue,
Il cervello attorcigliato, i lombi ben fatti,
Cercando a tastoni la materia sotto la ciotola del cane,
L’uomo potrebbe guarire dal cimurro.
Ché tutto quello che va dato, io l’offro:
Briciole, stalla, e cavezza.
“Mi sveglio la mattina presto” di Demir Mustafa
– Mi sveglio la mattina presto –
Mi sveglio la mattina presto,
vedo le carovane dei Rom
rotte, senza vetri,
i container avuti dai gagé,
infiammati dal sole caldo,
d’inverno senza frigoriferi.
In mezzo al campo un bambino nudo
davanti al rubinetto guasto,
forse ha sete, forse cerca di lavare
lo stomaco vuoto.
E io, fermo, penso, penso
da quale parte devo andare
per portare qualcosa
ai miei bambini da mangiare.
La mia anima è vuota
senza vita in me.
Chiudo gli occhi,
bugie nelle mie lacrime.
O Dio, ascolterai tutto
questo che ti dico,
ai miei bambini la serenità darai.
È pesante per me questo mondo,
la povertà mi ha ammazzato.
Fondazione Marilena Ferrari, sondaggio web per stabilire la donna più bella dell’arte Italiana
Qual è la donna più bella dell’arte Italiana? Secondo molti è la statua che ritrae Paolina Bonaparte Borghese come Venere, sorella dell’Imperatore Napoleone, realizzata dal sommo Antonio Canova tra il 1805 e il 1808.
Non si tratta di una domanda posta ad un alunno durante un’interrogazione a scuola, bensì di un sondaggio sul web promosso dalla Fondazione Marilena Ferrari, il cui scopo è quello di avvicinare il grande pubblico all’arte italiana e internazionale. Il concorso è suddiviso in 5 categorie: Miss Arte, Miss Arte Italiana, Miss Arte Italiana nel Mondo, Miss Bellezza Moderna e Miss Bellezza Eterna, ognuna con una sua classifica personale, in continuo aggiornamento.
Gli autori di tutte le opere presentate sono italiani: dipinti e sculture selezionate sintetizzano per intero l’evoluzione di un’idea e di un sentimento della bellezza che l’arte italiana ha identificato per secoli nell’armonia e nella grazia femminile. In classifica entrano altri grandi maestri quali Leonardo e Botticelli, con le loro muse ispiratrici, siano esse reali oppure mitologiche.
Ho trovato questa iniziativa molto bella e lodevole e sono certo che raggiungerà l’obiettivo prefissato. Non si sta parlando di un semplice e banale sondaggio – come ne vediamo tanti – ma di una presa di coscienza del valore di un’opera d’arte e il concorso vuole diffondere tale consapevolezza ad un pubblico sempre più vasto e numeroso.
Tutti coloro che desiderano testimoniare il loro amore per l’arte e votare, possono farlo andando sulla pagina facebook http://www.facebook.com/missarteitaliana
Fonte: Noisymag
“Nella pienezza del non” di Emanuele Martinuzzi
Nella pienezza del non
Emanuele Martinuzzi
ISBN 978-1-4467-0961-0
Copyright Emanuele Martinuzzi
Edizione seconda edizione
Pubblicato dicembre 16, 2010
Lingua Italiano
Pagine 97
Lasciamo che sia la poesia a parlare di sè.
S’intravede in quei vicoli, percorsi da un freddo eco incrinato, un profilo nell’incerto mimare dell’ombra, che come affilate dita sprofonda nella notte e scava una carezza nei rugginosi brandelli e nei mesti fruscii di grigiori elettrici; ora socchiusi come l’attesa intorpidita, ora fiochi di brina. Tremore e timore, dove pian piano vengono dipinti contorni di strada, ombre crepate e voci rugose, incastonate in squarci cerulei che sembrano volti, chiusi nell’albore metallico dei neon, dormienti e rassegnati a farsi cosa fra cose, in balia della marea e del respiro di una pallida luna.
Emanuele Martinuzzi
“English in viaggio” di John Peter Sloan, Edizioni Gribaudo
Mettiti in viaggio con il nuovo libro di John Peter Sloan.
Un metodo rivoluzionario, una storia surreale e divertente per apprendere le regole principali della lingua inglese e godersi le vacanze.
Illustrazioni di Sara Pedroni, 192 pagine, 12,90 euro
Più che un manuale, è un racconto d’avventura. Surreale. Perché se a firmare il “Manuale facile e veloce per cavarsela all’estero in tutte le occasioni” èJohn Peter Sloan, allora queste “istruzioni per l’uso della lingua inglese” non potevano che essere esilaranti come uno sketch di Zelig. Agili e “visive” come quelle lezioni in pillole che hanno catturato gli internauti su YouTube e che hanno reso Instant English il corso di inglese più rivoluzionario, con oltre 150 mila copie vendute in poco più di sei mesi. Anche qui la formula è quella, vincente, di spiazzare il lettore. Dimenticate, dunque, un “manuale da viaggio come tutti gli altri”, avverte Sloan: “E se invece scrivessi le avventure di una coppia italiana all’estero? Se facessi seguire ai miei lettori un viaggio a Londra attraverso i loro occhi e facessi in modo che si trovassero ad affrontare un bel po’ di problemi?”.
Ecco materializzarsi in English in viaggio una coppia alle prese con una vacanza a Londra. Perché sonoMario e Olivia, il “venditore di deodorante per scarpa” e la “casalinga procacciatrice di scarpe nuove”, questi due italiani all’estero in stile Totò a Milano, l’espediente scelto da Sloan per accompagnare il lettore in questa avventura scandita da casette, lenti di ingrandimento, lettere maiuscole sparpagliate qua e là nelle pagine: simboli per leggere meglio il manuale e “rendervi la vita più semplice”.
Prima regola, dunque, niente frasi fatte. Che “non rimangono mai in mente – si legge – e allora perché non fornire invece le armi per costruire da soli le frasi che servono? Tanto sono facili!”. In valigia, tanto per cominciare, vanno messi aggettivi fondamentali e unità di misura. E poi si parte: dal viaggio in aereo alle passeggiate diurne e notturne per la città, fino a un piccolo “breviario” delle frasi più utili. Tutto seguendo i due strampalati personaggi, tra cene al ristorante, code al pronto soccorso, shopping sfrenato per le vie del centro e ricerca dei bagagli smarriti. Fino ad accorgersi di aver memorizzato, tra una gag e l’altra, molte parole nuove e le principali regole della lingua inglese. “Così sì che le cose giuste da dire vi rimarranno in testa”. Parola di Sloan.
L’autore
John Peter Sloan, 41 anni, di Birmingham, è autore, attore e insegnante di inglese. La sua carriera inizia come cantautore: con il gruppo rock inglese The Maxgira l’Europa per più di quindici anni. Quando la band si scioglie, decide di fermarsi. E di insegnare inglese nel Paese che ha sempre amato: l’Italia. È qui che Sloan mette a punto il suo metodo innovativo, partendo dalla convinzione che gli italiani fatichino ad apprendere l’inglese per colpa di corsi noiosi e inefficaci. Il “metodo Sloan”, divertente e pensato esclusivamente per gli italiani, diventa così popolare da essere trasformato in uno spettacolo, Culture Shock, in scena al teatro Zelig di Milano. Nasce così il progetto Zelig in English, di cui John è attore principale, autore e regista. Dopo il successo di Instant English, il libro pubblicato da Gribaudo nel 2010, Sloan partecipa a varie trasmissioni televisive di Rai, Mediaset, La7, Sky, Deejay tv. Attualmente ha una striscia settimanale all’interno di “Report”. Tiene la rubrica mensile “Culture Shock” sulla rivista “Speak Up” ed è in teatro con An Englishman in Italy.
Fonte: Edizioni Gribaudo
Splash 2011, arte contemporanea nella natura millenaria
Fossombrone (PU) – Estate al Furlo tra Natura, Arte, Poesia, Musica dalla Golena del Furlo al Borgo di Sant’Anna, e ancora, Benessere, Sapori, Biologico, Workshop. Per amare e conoscere il mondo meraviglioso del Furlo si apre la seconda edizione di SPLASH sulla Diga Enel del Furlo.
Opere di Land Art, installazioni artistiche e performance, in un percorso che dalla Diga corre lungo l’antica strada di Sant’Anna del Furlo, per due chilometri di Arte contemporanea dentro lo scenario di una stupenda Natura millenaria.
La manifestazione, che è inserita nell’VIII FESTA DEL FIUME dell’Enel- Marche, sponsor unico, è organizzata dall’associazione culturale
LA CASA DEGLI ARTISTI.
Più di quaranta artisti chiamati da tutta Italia e dall’estero (Canada, Serbia, Stati Uniti, Cuba, Germania, Romania, Francia) si riuniranno in un simposio sotto il cielo del Furlo,con opere le più diverse: vegetali, materiche, fotografiche, video, sonore. Sono sculture in raku, plastiche, resine, ardesia, legno, carta,pietra, sonoinstallazioni vegetali,con semi giganti in feltro,zucche sonore,foto ad altezza d’uomo,campana pozzo-sonoro, sfere celesti, un labirinto nel bosco, pietre di fiume, mosaici in progress… tutte insieme per comporre un cammino contemplativo in un vero e proprio PARCO CULTURALE.
Programma
9 luglio, ore 10. 30
inaugurazione sulla Diga Enel del Furlo
passeggiata culturale e incontro con gli artisti.
ore 12. 00
“NERA COME PECE” installazione audio
attore: Federico Paino
sound designer: Lorenzo Binotti
Produzioninonnecessarie-Fossombrone
ore 17. 30
Performance artistico-musicale del Gruppo di Ricerca nella Scultura e nell’Arte Sonora,Yves Leduc e Nathalie Gagnon presentano l’ultima parte della trilogia “SFERE SONORE”
ore 21.00
Concerto della Ur.L.O.Urbino Laptop Orchestra, Alessandro Petrolati con Carlo Fatigoni e gli studenti dell’Accademi di Belle Arti di Urbino presentano:“FUR.L.O”, media session.
3 settembre, ore 18.00
Concerto della soprano Laura Muncaciu accompagnata al pianoforte dal Maestro Alessandro Petrolati.
LA CASA DEGLI ARTISTI
Sant’Anna del Furlo, 39;
61034 Fossombrone;
Pesaro-Urbino; Marche; Italia
INFO
Pubbliche relazioni e postazioni Facebook:
Jennifer Pierini 333-4796564
LOGISTICA
GIANLUIGI BOARI 338 – 4355697
“Tutto deve crollare” di Carlo Cannella, Gruppo Perdisa Editore
Prezzo euro 15,00
Pagine 240
Isbn 978-88-8372-537-1
Voglio scardinare il mondo, minarne le fondamenta. Peggio, voglio estirparne il senso di colpa, il cilicio amoroso intorno al quale si è abbozzolato miliardi di anni fa.
Finalista al Premio Camaiore 2011.
“Non leggete questo romanzo come se parlasse di un altro mondo: il nostro mondo è proprio quello che questo romanzo racconta”. Giulio Mozzi
Crudo e potente: così si presenta questo romanzo fin dalle prime pagine. Un’opera importante, la cui compiutezza sfiora la profondità di una riflessione filosofica sul potere e sulla violenza. È la storia di un affarista senza scrupoli che abbraccia l’ideale del dominio fino a farne la propria ragione di vita. L’uomo fa rapire una bambina, la piccola Isabel, in Amazzonia. La tiene con sé per anni, la sposa e le fa mettere al mondo una figlia, Marta. Intanto, sadico e consapevole, continua a gestire i suoi traffici, in nome di un successo che ai suoi occhi giustifica ogni aberrazione. Quando, anni dopo in Italia, Marta incontrerà Gianmario, un crescendo di tensione drammatica porterà a un finale sorprendente e inaudito.
Fonte: Gruppo Perdisa Editore
FORM(AT) Strategy in Architecture, installazione presso SpazioFMGperl’Architettura
SPAZIOFMGPERL’ARCHITETTURA
PRESENTA
FORM(AT)
STRATEGY IN ARCHITECTURE
di ATTLIO TERRAGNI
con
CITYEDGE ITALIAN PARTNER OF DANIEL LIBESKIND
Coordinamento LUCA MOLINARI e SIMONA GALATEO
COCKTAIL + DJSET by ROBY KID
Mercoledì 22 giugno
dalle 19.00
Ingresso libero
SpazioFMGperl’Architettura ospita dal 22 giugno al 29 luglio FORM(AT) Strategy in Architecture di Attilio Terragni. Architetto, graphic designer e partner italiano di Daniel Libeskind, Terragni presenta un “fuori programma” dedicato ai 50 anni di Iris Ceramica.
Un’installazione dove poter riflettere, interpretare, scomporre il rapporto tra uomo e architettura attraverso due ambienti contrapposti: un’area navigabile e un’area trasparente.
Nell’area navigabile, rappresentazione dell’infinito al giorno d’oggi, il soggetto, lo spettatore, si riflette con un gioco di specchi ed è riflesso in quel cerchio di emozioni che è l’arte, il design, il video, la fotografia, il suono… la vita rispetto al moto perpetuo dell’infinito. Al centro dell’installazione è posizionata la sedia SFERA, seduta in acciaio ispirata all’architettura di Libeskind e disegnata per l’occasione da Attilio Terragni e Luca Mangione. Il giorno dell’inaugurazione i visitatori potranno farsi ritrarre all’interno dell’allestimento.
L’area trasparente pone invece al centro gli spazi costruiti, in questo caso i progetti degli studi Cityedge e Daniel Libeskind, che trovano la loro ragion d’essere intorno al fuoco della vita e alla sua dinamicità centrifuga rappresentata dai disegni di Terragni sulle pareti.
Cinquanta soggetti circolari, denominati “Sfere”, che vivono una continua tensione verso l’implosione.
Il 22 giugno Luca Molinari, architetto, critico e curatore di SpazioFMGperl’Architettura, presenterà in occasione dell’inaugurazione di FORM(AT) – Strategy in Architecture il libro omonimo di Attilio Terragni pubblicato da Zabriskie Point Edition.