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“In The Mood For Love” di Wong Kar-Wai [2000]

May 28, 2011 Leave a comment

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In the mood for boredom

In The Mood For Love, per quanto mi riguarda, è sempre stato uno di quei film dei quali è la fama a precedere l’opera stessa.

Molti commenti mi sono giunti nel corso degli anni su questo film, quasi tutti decisamente positivi, debbo ammetterlo, che però non sono riusciti a scalfire quella corazza mentale che mi ero volutamente costruito in difesa di una inutilissima noia dopo la tremenda visione di Fallen Angels.

Ahimè, fino a oggi.

In The Mood For Love, in realtà, è un’opera un po’ anomala.

Se si vuole considerare la parte strettamente tecnica, è infatti davvero lodevole. Guardando le immagini sullo schermo si ha finalmente l’impressione di stare osservando un film che offra spunti di riflessione non solo sulla trama ma sul Cinema stesso. Molte inquadrature sono decentrate o intralciate da oggetti che si infrappongono in maniera più o meno intrusiva fra il nostro punto di vista e il luogo dell’azione, ricordandoci di essere appunto al Cinema in quanto luogo dedicato all’inscenamento dello spettacolo della Settima Arte. Ripeto, Arte e non prodotto commerciale.

L’ottima fotografia contribuisce a questa operazione artistica in riferimento all’espressione cinematografica anche tramite una straordinaria attenzione all’illuminazione degli ambienti, palesemente studiata ad hoc, ma sempre calda e presente tanto negli interni quanto negli esterni.

Ancora in riferimento alla tecnica si noti l’utilizzo magistrale che viene fatto dello slow-motion. E’ davvero un toccasana per l’immagine che può così acquisire un lirismo altrimenti sicuramente più debole.

Così come è perfetta la fotografia, lo è la colonna sonora con quel violino che prende sempre più corpo man mano che passano i secondi, sostenendo ritmicamente le emozioni dello spettatore il quale difficilmente opporrà resistenza a tale armoniosa e malinconica melodia.

E fra le commoventi note del violino e le intime luci degli ambienti, ecco un’altra ragione per amare ciò che si sta osservando: i due protagonisti.

La meravigliosa inespressività di Tony Leung e dell’elegantissima Maggie Cheung è ciò che permette ai personaggi di estraniarsi dal mondo per incontrarsi sintonicamente in altri luoghi della mente e dei sentimenti.

Sembrerebbe tutto perfetto, ma ora mi viene da chiedere: dov’è Wong Kar-Wai? Dove risiede la sua tanto declamata genialità?

L’immagine è bellissima, gli interpreti perfetti, la musica eccezionale… ma cosa tiene insieme tutto ciò? Che cosa ne dà un senso?

La storia è quella di due sconosciuti nuovi vicini di casa che si trovano nella stessa situazione di abbandonati dai propri consorti. Beh, è ovvio che stringano un qualche rapporto… se poi lui è Tony Leung e lei insiste nel mettersi quei vestitini così attillati…

Ecco, e invece no. Lo spunto del film è davvero acuto con quella casualità un po’ beffarda che non permette mai un approccio deciso fra i due, e che stimola ripetutamente lo spettatore nell’immedesimarsi nei panni di uno o dell’altro. Poi però i minuti passano, e loro sono sempre fermi lì sulla griglia di partenza. Immobili. Si amano, non si amano, devo dire che alla fine del film ce ne importa davvero poco dal momento in cui il regista pare faccia proprio di tutto per negarci questo dettaglio. E non solo quello, ci nega anche le possibilità di capirlo! I due si guardano, cenano assieme, poi si guardano ancora, poi cenano assieme, poi piove, poi piove ancora. E si che i partner se ne sono andati con un altro! Perché non sorridersi almeno una volta durante tutta la durata del film? Perché non sfiorarsi? Perché non regalare allo spettatore almeno una conversazione minimamente interessante?

Anche i personaggi di Antonioni soffrono e si cornificano ma la densità di un film come La Notte è molto distante da qui.

In In The Mood For Love non c’è una talvolta utile assenza di trama, ma c’è una assenza di assenza di trama. Gli estremi della storia ci sono, ma manca tutto il resto. E’ un lunghissimo trailer che ci mostra cosa avremmo potuto e spereremmo di vedere, e che invece non vedremo mai.

E sinceramente si fatica un po’ a entrare nella testa dei personaggi dopo che si rifiutano l’un l’altro senza nemmeno provarci per un’ora e mezza.

La poesia risiede nei due personaggi presi singolarmente, ma manca un’intima [non] interazione fra i due quando si incontrano, tale da permetterci di entrare in empatia con loro e/o di prendere spunti per successive riflessioni.

A mio avviso questo film è paragonabile a Hiroshima Mon Amour di Alain Resnais del ’59, opera tecnicamente molto valida grazie a quell’incipit così innovativo e a quei flashback per la prima volta estremamente funzionali, ma che non è mai stato capace di coinvolgermi nelle non scelte dei protagonisti.

Non c’è dubbio che Wong Kar-Wai sappia creare un cinema dalle forti potenzialità espressive, purtuttavia i più alti livelli della cinematografia raggiunti anni prima da maestri come Bergman, Kubrick, Lang e Polanski non possono soltanto passare attraverso un’ottima ricostruzione degli ambienti e un emozionante violino.

Danilo Cardone

Fonte: Cinefobie

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“Ruggero coniglio coraggioso”di Chiara Taormina, Fiabe Edizioni R.E.I.

May 28, 2011 Leave a comment

Libro: Ruggero coniglio coraggioso
Autore: Chiara Taormina
Editore: Casa editrice REI
Pagine: 72
Prezzo: euro 16,25

“Il mondo ha mille volti, in esso sono custoditi tanti segreti e la natura è l’artefice di veri prodigi. Quando sentirete che la luce ha abbandonato il cuore delle creature che abitano la terra, gettate cinque sassi dentro il lago ed io tornerò ad accendere un nuovo fuoco.” La ninfa Vispesia.

Chiara Taormina nasce a Palermo nel 1973. Esordisce come scrittrice nel 1997 al Concorso Nazionale di poesia “Giuseppe Villaroel”, partecipa a numerosi concorsi letterari ottenendo premi e segnalazioni, prende parte a numerose antologie di poesie ottenendo diploma e medaglia al Premio Nazionale di Poesia “G. Tomasi di Lampedusa.

Fonte: Fiabe Edizioni R.E.I.

“Non guardarmi” di Filippo Ferlazzo, Casa Editrice Aurea

Collana: Raccolte

Genere: Narrativa

Pag. 112

Prezzo: 11,00 euro

ISBN: 978-88-96686-00-3

Note Biografiche:

Filippo Ferlazzo, nato a Patti (Me) nel 1978. Attualmente vive in provincia di Messina.

Esordisce nel 2008 con il suo primo romanzo ‘Fermati e parla’. Ha stilato la prefazione dell’opera ‘Mariscos-frutti di mare (racconti, versi e pensieri)’ dell’esordiente Shivanarquois.

Prefazione:

Non nascondo che la lettura dei racconti  contenuti in questa raccolta  mi abbiano  piacevolmente coinvolto e nel contempo turbato.

Ferlazzo, anche in questa seconda pubblicazione, riesce a tenere alto l’interesse del lettore  con  trame che, seppur sul filo  della fantasia , descrivono stati d’animo  e condizioni di vita purtroppo sempre attuali.

I sentimenti,   i pensieri, i rimorsi, le sensazioni si materializzano in personaggi reali, che parlano, si confrontano, facendo sentire al lettore ciò che non vorrebbe essere e vedere ciò che vorrebbe,altresì, amare.

Filippo Ferlazzo riesce a trasmettere al lettore le stesse pene e le stesse gioie che la quotidianità di questo mondo, legato alle distorsioni del significato di tanti modi d’essere e di vivere, ci offre con costante, impressionante  frequenza.  Basta seguire gli organi di stampa per rendersi conto che quanto raccontato  può benissimo essere lo specchio di una società che sta perdendo valori e  interessi per la vita.

 Ferlazzo ci racconta anche dell’amore, quello vero, quello che non trova collocazione nello spazio e nel tempo , ma si perpetua nei ricordi e si rafforza con i suoi frutti.

Il fenomeno della pedofilia, il disinteresse per il prossimo sofferente, la droga, i maltrattamenti sulle donne, ma anche l’amore, forse ideale, ma certamente  necessario per elevare l’uomo al giusto livello di  spiritualità cui il Creatore lo ha destinato, suo malgrado, sono le chiare immagini che  vengono tracciate in questo brillante lavoro di Ferlazzo.

L’uomo non può assurgere alla dimensione superiore se non riesce a interpretare la propria vita, il proprio mondo nella maniera in cui l’autore di questi racconti la espone. Correre per vicoli ciechi cercando di sfuggire inutilmente ai  vizi e amare perdutamente fino a creare il frutto del sentimento tragicamente perduto, sono paradossalmente le contrapposte ma vive condizioni nelle quali, oggi, l’uomo si dibatte.

Il libro, pertanto, dischiude un  messaggio, soprattutto per i giovani, i veri attori delle fasi della vita raccontati da Ferlazzo: aspirare all’ immortalità  non solo con lo spirito ma  con la forza delle azioni.

Nino Lo Iacono

Fonte: Casa Editrice Aurea

“Il nostro amore” di Sabina Nuzzo

Il nostro amore

Non far si che tutto sia stato vano
Non far che vadano perse le mie carezze ed i miei baci
Non sprecare i sorrisi che ti ho donato
Erano sinceri
Non buttare via gli istinti condivisi
Ricorda invece ciò che siamo stati
Ripensa agli attimi rubati
Riascolta le parole mai dette a caso
Non cancellare l’immagine dell’abbraccio
Che forte ci scambiammo l’ultimo giorno
Che ci incontrammo
Non gettar via noi due
Ritrova la bellezza del nostro amore
Ritrova i miei sguardi
Il tempo che fermammo per non lasciarci
Conservami nel tuo cuore
Sarò li in un angolo a proteggere
Ciò che resta di questo amore

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“Io, prigioniero in Russia” di Vincenzo Di Michele, L’Autore Libri Firenze

Vincenzo Di Michele

Io, prigioniero in Russia

Dal diario di Alfonso Di Michele

la preziosa testimonianza di un reduce

ISBN 9788851714857

Sigla: MEF – L’Autore Libri Firenze

Collana: Biblioteca 80 – Narratori

Pagine: 144

Prezzo: Euro 12,10

Il racconto di un alpino della Divisione Julia – Battaglione L’Aquila.

Il racconto di un reduce della Seconda Guerra Mondiale sul fronte russo, in quella che è stata definita “la campagna militare più sanguinosa della storia mondiale”. Nel 1942, all’età di vent’anni, un ragazzo abruzzese viene sradicato dalle sue terre e mandato a combattere in Russia a ridosso del Fiume Don. Impiegato sul fronte di Prima Linea, si scontra immediatamente con la dura realtà di sofferte e cruente battaglie. A seguito di una travolgente offensiva sovietica viene fatto prigioniero. Internato nei Campi di concentramento, la prigionia mostra da subito la sua crudele accoglienza con quelle spietate marce del “Davaj!” dove riesce a sopravvivere grazie al grande senso di umanità delle mamme russe le quali, camminando insieme ai prigionieri, porgono loro cibo e bevende nonostante le proteste dei figli con la divisa della loro stessa Nazione. Dal Campo di concentramento di Tambov, all’Ospedale di Bravoja, fino ai Campi di lavoro del cotone di Taskent in Kazakhstan, è riassunta la sofferenza di questo giovane Alpino e di migliaia di altri prigionieri. Infine, dopo quasi quattro anni, il travagliato ritorno a casa.

 Un alpino della Divisione Julia, Battaglione L’Aquila. Il racconto di un reduce della Seconda Guerra Mondiale sul fronte russo, di quella che è stata definita ‘la campagna militare più sanguinosa della storia mondiale’. Nel 1942, a soli venti anni, un ragazzo abruzzese di Intermesoli, frazione di Pietracamela in provincia di Teramo, un piccolo paese alle pendici del Gran Sasso, viene sradicato dalla propria terra e mandato a combattere in prima linea sul fronte russo. Nel corso di un’imponente e travolgente offensiva da parte dei Sovietici, diviene loro prigioniero. Dal Campo di Concentramento di Tambov, all’Ospedale di Bravoja, fino ai Campi di lavoro del cotone di Taskent in Kazakhstan, è riassunta la sofferenza di questo giovane alpino e di migliaia di altri prigionieri. Infine, dopo quasi quattro anni, il difficile ritorno a casa.

Vincenzo Di Michele, figlio di Alfonso Di Michele, è nato e vive a Roma. Scrittore, giornalista pubblicista, ha pubblicato numerosi testi sulle disposizioni legislative e, in particolare, sulla normativa del Codice della Strada. Con questa Casa editrice, nella sigla editoriale “Firenze Atheneum”, ha pubblicato il saggio La Famiglia di Fatto. L’autore ha un proprio sito internet: www.vincenzodimichele.it
Assegnato a Vincenzo Di Michele il Premio di Cultura e di Vita Alpina “GEN. DIV. AMEDEO DE CIA” per “l’attenta ed accurata opera letteraria delle memorie del familiare reduce dalla prigionia in Russia”.

Fonte: L’Autore Libri Firenze

“Necrodelizia” di Max Adler, Nomade Psichico

E ora noi, amici della natura siderale e del mondo senza dei, possiamo contare su due aree ben distinte, dalle quali la fastidiosa presenza umana si è dovuta scansare, liquefare, annullare, con tutti gli effetti positivi che il fenomeno comporta.
Infatti dopo Chernobyl, anche Fukushima riconosce un ampio territorio di assenza, la marea bipede si ritira e lì quindi ritorna la Bellezza; come già accaduto in Ucraina, anche in Giappone un semicerchio di diversi chilometri accoglierà il ritorno di alberi, fiere, uccelli selvatici ed erbe spontanee. Grande positiva esperienza, mirabile ingegno del progresso derivante da un disastro, da un incidente madornale che ha causato effetti tanto compianti. Nottole, gufi, linci, serpi, olmi: ridiviene la Silenziosa Perfezione.
Analogamente, possiamo affermare che qualcosa nella testa del romanziere Max Adler non ha funzionato; anche qui, forse, va individuato uno sconcertante disastro, un deragliamento della ragione, un buco nero dell’efficace intelletto. Eppure, tale svarione funzionale alla fine ha recato non la fredda morte ma un dono di raro splendore, un capolavoro letterario del 21° secolo, la gemma dei romanzi futuri. Sconvolgente, privo di limiti, impresentabile, sconsiderato frutto di brutti errori, tutto potranno dire gli idealisti e moralisti, ma noi, noi psiconomadi applaudiamo estasiati l’incongruenza di una falla gigantesca della cultura occidentale, una cava radioattiva abbandonata che si trasforma nel giardino delle delizie. Anzi, giardino di Necrodelizia 1.
Osro Soliman, da nomadepsichico.it, aprile 2011

Fonte: Nomane Psichico

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“Dal digital divide ai media sociali” Maurizio Masini, Alessandro Lovari, Sabrina Benenati da Bonanno Editore

Titolo del Libro: Dal digital divide ai media sociali
Autori: Maurizio Masini, Alessandro Lovari, Sabrina Benenati
Editore: Bonanno Editore
Data di Pubblicazione: gennaio 2011
Genere: SCIENZE SOCIALI
Pagine: 200
Curatore: Masini M.
ISBN: 8877967722 9788877967725

Una risorsa aggiornata per quanti, operatori, studiosi, ma non solo, vogliano tenersi aggiornati in un momento in cui il continuo svilupparsi di piattaforme e applicazioni tecnologiche anticipa domande e risposte, e il passaggio alla cittadinanza digitale si va rapidamente e inesorabilmente compiendo. Questa è la caratteristica dei seminari Compu-tec (Comunicazione Pubblica e Tecnologie), in programma da tre anni all’Università degli Studi di Siena, di cui questo volume rappresenta la sintesi annuale. Docenti ed esperti di comunicazione pubblica e di tecnologie propongono qui le proprie recenti elaborazioni su: diffusione delle tecnologie digitali nella società contemporanea; mutazione della sfera pubblica; media sociali e loro applicazioni nella comunicazione pubblica; tecnologie per la partecipazione, digital divide e accesso ai soggetti diversamente abili; giovani consumatori di media digitali in relazione con le amministrazioni pubbliche; città e cittadini alle prese con le nuove tecnologie; Protezione Civile tra comunicazione e reputazione online; cittadini e canali per comunicare l’Europa.

Fonte: Bonanno Editore

Q.83, centuria di Miquèl de Nostradama, noto come Nostradamus

Q.83

Sole alle venti del Toro così forte da tremare la terra,

il gran teatro riempito crollerà:

L’aria, cielo e terra oscurerà e disturberà,

Allorché l’infedele invocherà Dio e santi.

 .

Sol vingt de Taurus si fort de terre trembler,

Le grand theatre remply ruinera:

L’air, ciel & terre obscurcir & troubler,

Lors l’infidelle Dieu & saincts voguera.

“Essere Maschi” di Stefano Ciccone, presentazione 31 maggio a Torino

ESSERE MASCHI DI STEFANO CICCONE

intervengono

Liliana Ellena

Maurizio Vaudagna

Ugo Volli

sarà presente l’autore

martedì 31 maggio 2011

ore 18

Circolo dei lettori

via Bogino 9 – Torino

Stefano Ciccone, fondatore dell’associazione e rete nazionale “Maschile Plurale”, è da tempo portatore di un approccio inaspettato sugli uomini e sui rapporti tra maschile e femminile ed Essere maschi è stato recensito da “Il Sole 24 ore” come il “libro di riferimento per i men’s studies in Italia” (“Vuoto maschile e vecchio femminismo” di Christian Raimo, 12/12/2010).

Essere maschi propone una riflessione originale, quanto mai opportuna nel contesto italiano, nel quale le questioni di genere riprendono spazio anche presso i mezzi di comunicazione, vista la numerosità degli episodi di violenza nei confronti delle donne e l’atteggiamento culturale e politico dominante che lascia alle donne un ruolo marginale e ornamentale.

Essere maschi propone di leggere il cambiamento provocato dalla nuova libertà femminile non come fonte di sofferenza ma piuttosto un’opportunità per esprimere una nuova domanda di libertà maschile: uno sguardo inconsueto su temi finora considerati “femminili”, come lavoro di cura, violenza sessuale, relazione con i figli, prostituzione, esperienza del corpo.

La visuale di Ciccone, forte delle esperienze delle generazioni di maschi più giovani, rimescola le carte della politica, delle relazioni personali e dei luoghi comuni e mostra che anche gli uomini possono ricominciare a parlare di sé.

I RELATORI

Liliana Ellena, si occupa di storia culturale e di genere. Ha collaborato alla costituzione dell’archivio online Memoria e cultura delle donne in Kossovo ed è tra le fondatrici di Storieinmovimento.

Maudizio Vaudagna, è direttore del Centro Interuniversitario di Studi Americani ed Euroamericani “Piero Bairati”, dopo una lunga esperienza accademica internazionale.

Ugo Volli, è direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Comunicazione dell’Università di Torino.

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