” Dolce al soffio di De André” di Gioia Lomasti, Rupe Mutevole Edizioni
DOLCE AL SOFFIO DI DE ANDRÈ
Riflesso di Rima… Ascolto di un Viaggio
Euro 13,00
Collana SOPRALERIGHE nr. 1
ISBN 978-88-96418-32-1
(…) Nulla viene lasciato al caso nella struttura poetica di Gioia; tutto si incentra e trova senso nella forza e spessore di versi brevi come quinari, senari, settenari e ottonari agganciati da rime incatenate e assonanze che scandiscono la dolce melodia del cuore e della visione di un mondo emarginato eppure preferibile, quel mondo cantato da De André e che trova, allora come adesso, maggiore e tragica attualità. Ed anche quando appare più dura la critica al sistema che si è configurato in questo ultimo scorcio di secolo, il tratto poetico riesce a veicolare la rabbia e lo sdegno verso forme espressive di assoluto equilibrio linguistico: “All’ombra degli avanzi/diressi il sopravvento/condussi con costanza/il dedito lamento/e mascherar di mio/ne condivisi il detto/in occhio del buon Dio/diressi il mio sonetto” (Il bombarolo). Ecco quindi che le scelte creative, non sono solo dettate dalla volontà di ripercorrere la traccia segnata dal cantautore ma vanno oltre, navigano liberamente in quel mare di visioni, sensazioni, espressioni che sottintendono un desiderio segreto, nascosto, ma vivo e presente, di sorprendere, di stimolare il lettore verso una maggiore comprensione di se stesso e della sua condizione umana. “Riflesso di Rima…Ascolto di un Viaggio” ci obbliga a chinare la testa e rendere omaggio al poeta, a quell’oscuro e sconosciuto cantore delle nostre incertezze, dei nostri dolori più profondi e negati, dei nostri sogni più intensi e celati.
Dalla prefazione di
Alessandro Spadoni
Giornalista e critico letterario per Eventi Cultural
“Ogni canzone è una preghiera alla vita” – Alice Zuccherini
Commossa dall’arte del “Cantautorpoeta” mi addentro nella sua direzione, con passi lievi, pacatamente, che del sol vibrarne a penombra, segna e disegna, al ritrarne d’animo d’uomo, frastaglii imponenti e sognanti. Narratore di storie, percorrendone la vita, in sonetti e ai sentieri d’invito al percorso, che battono in tempi astuti, piangono all’artifizio dell’arresa, tenacemente abbracciano in sè il rifletterne. Tra le righe legate da rime restarne di tanta infinita coscienza, e al veleggiarne la mente di cantar storie, in melodia d’emozione e vibrazione s’addentra. Aneliti commossi e sconsolati, in scomposti ritratti, che d’occhi imprigiono il solo risveglio, giocarne al gioire di lune spaccate, in fortuna d’augurio a frantumo d’estate. Lima intersecante in corpo di cuore, ricamandone bordi eguali ma ostinatamente avversi e inversi al loro ego. Inspiro il suo canto e meramente mi addentro. Corro in corpi d’onnipotenza, in brandelli al mascherarne d’abito, reminescenze che inebriano odi e respirano rime al rigirarne di mazzi dai volti imponenti vociferar menti. Smisurate preghiere di tanta inquietudine al prenderne essenza in corpi di dea che d’animo svenderne innalzi le sorti e a sorte dell’onda ne porgi la sera. Ferma nelle sazietà del tempo restio, s’abbracciano albori che istante ne insegue, in cui gracile grazia, la vita di Dio, portò il tuo respiro al cuor mio che t’ode. – Gioia Lomasti
Fonte: Rupe Mutevole Edizioni