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Archive for May 20, 2011

35 Edizione Mostra del Fiore – 20-22 maggio 2011 – Porto Turistico di Pescara

51 espositori, tre giorni di eventi e grande interesse per il ritorno dei garden

Saranno in tutto 51 gli espositori che parteciperanno da venerdì prossimo, 20 maggio alla XXXV edizione della «Mostra del Fiore»: i numeri della manifestazione 2011 sono stati forniti questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sala di giunta della Camera di Commercio dal presidente dell’Associazione Regionale del Florovivaismo Abruzzese (Arfa), Remo Matricardi, dal presidente della stessa Camera di Commercio, Daniele Becci, e dall’assessore regionale all’Agricoltura, Mauro Febbo.

«Quella di quest’anno – ha spiegato il presidente Becci – sarà una manifestazione di grande qualità, ancor più dello scorso anno. C’è dietro un lavoro capillare di organizzazione e di cura dei dettagli, per far si che la XXXV edizione della Mostra del Fiore rappresenti uno degli eventi  caratterizzanti la bella stagione pescarese. Sono stati contattati i principali addetti del settore e la mostra conterà ben 51 espositori per tre aree tematiche, a testimonianza di una progettazione dell’evento molto accurata.

La scorsa edizione ha visto la presenza di circa 35 mila visitatori e l’auspicio per quest’anno è di incrementare il numero degli ospiti presso il Marina di Pescara. Tutta la Camera di Commercio di Pescara ringrazia  il presidente Remo Matricardi ed il suo staff per il lavoro svolto finora ed invita tutti gli abruzzesi a venire il prossimo fine settimana per apprezzare quella che sta diventando una vera e propria tradizione della nostra provincia».

«L’edizione 2011 – ha precisato Matricardi – vede il ritorno alla Mostra dei garden, che stanno allestendo nel padiglione ex Cofa delle vere e proprie opere d’arte floreali, una delle quali ispirate al 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Inoltre, quest’anno sono tornati in massa gli espositori abruzzesi, che dimostrano come la manifestazione sia sentita dagli addetti ai lavori come appuntamento fondamentale per il settore.

Il Porto Turistico Marina di Pescara è una sede ideale per questo tipo di esposizione e ritengo che la collocazione della mostra in questa splendida location potrà essere definitiva, così come la partnership con la Camera di Commercio di Pescara, nella prospettiva di far crescere sempre di più questa manifestazione, che ha avuto origine a Francavilla al Mare, ma che è diventata un punto di riferimento per l’intera regione. Bisogna uscire dagli steccati campanilistici per fare sinergia e crescere sempre di più, di anno in anno.

Occorre ragionare in termini di area metropolitana e mantenendo la mostra al Porto Turistico, fulcro centrale di questa macroarea, si esalta questa prospettiva»

«Il Porto Turistico di Pescara – ha chiosato l’assessore Febbo, dicendosi d’accordo sullo spostamento definitivo dell’evento – dal un lato esalta la manifestazione stessa, e dall’altro acquisisce sempre più credenziali divenendo un luogo di attrazione per questa città, per l’intero Abruzzo e per i turisti. Quindi un plauso agli organizzatori della Mostra del Fiore ed al presidente Becci che con il suo lavoro sta accrescendo il valore turistico del Marina di Pescara».

L’inaugurazione della Mostra del Fiore con il tradizionale taglio del nastro si terrà venerdì 20 maggio alle ore 11.00. www.mostradelfiore.it

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Marocco, giugno di cultura a Fès

May 20, 2011 Leave a comment

La città di Fès, capitale religiosa del Marocco, si appresta a vivere, dai primi giorni di giugno, una serie di importanti eventi che avranno come comune denominatore la cultura, in ogni suo aspetto. Tra concerti, dibattiti, esposizioni, proiezioni di film, installazioni sceniche e audovisive, la scenaculturale fassì  farà una rentrée estiva degna del suo nome. Si inizierà il 3 giugno con il celebre Festival di Fès della Musica Sacra del Mondo, avvenimento che da 17 anni, rende la città internazionale, in una missione di pace e di incontro tra i popoli. Questa edizione, titolata “Saggezze del mondo”, avrà come filo condutture il confronto tra eredità tradizionale e  contemporanea. Nove giorni durante i quali i festivalieri non avranno che l’imbarazzo della scelta davanti ad un cartellone artistico superlativo, che avrà come scenografie le piccole strade della medina, le mederse, i foundouks, palazzi e fontane della città, di giorno come di notte. Sempre nella cornice del sacro, la città ospiterà per tutto il mese di giugno, due esposizioni inedite, che incroceranno lo sguardo di due fotografi professionisti: Albert Huber, fotografo di Strasburgo, che poserà il suo sguardo sul sacro nel cuore della città idrisside, e il fotografo fassi Thami Benkirane. L’Istituto francese di Fès, iniziatore di queste esposizioni, proporrà anche, dal 3 al 10 giugno, una installazione audiovisiva e scenografica nel sontuoso palazzo di Dar Batha, intitolata “Magazan o l’acqua del cielo”. Una sintesi di immagini e di suoni raccolte nel 2009 nella cisterna portoghese di El Jadida e  alcune interviste realizzate nel 2010 nella stessa città. Questa installazione di Laurent Mulot e Thierry Poquet, si presenta sotto forma di otto pozzi con immagini e suoni, due schermi, quattro attori, quattro musicisti, un coro di voci bianche e due artisti circensi, in complicità con la scuola di musica Al Mawcily Academia di El Jadida e la scuola nazionale del Circo Shemsy di Salé. La settima arte sarà onorata con dei lungo metraggi, realizzati tra il 2009 e il 2010, e verranno proiettati durante tutto il mese di giugno, presso l’Istituto culturale francese. Due film sono attesi: “Un poison violent” di Katell Quillévéré, che è stato selezionato nella “quinzaine” dei registi di Cannes 2010, e “Venti di sabbia, donne di roccia” di Nathalie Borgers, selezionato al Festival internazionale del film di Pusan 2009. L’Istituto Cervantès, altro attore che ha contribuito all’animazione della scena culturale locale, accoglierà sino al 19 giugno un esposizione dell’artista Diego Diaz, sotto il segno della libertà. Sarà la giornata del 18 giugno, detta “la giornata dello spagnolo” o “El Dia E”, sotto i riflettori, con un programma di attività culturali che festeggeranno la lingua spagnola, parlata da oltre 500 milioni di persone nel mondo. Se siete in Marocco nel mese di giungo non fatevi mancare qualche giornata nella splendida città di Fès, che per l’occasione sarà ancora più bella e luminosa.

Fonte: My Amazighen

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Viaggi nel tempo, il sogno dell’umanità

Seth Lloyd, ricercatore alla guida di un gruppo internazionale di studiosi operante a Boston, che comprende pure due italiani: Lorenzo Maccone e Vittorio Giovannetti, ha dimostrato con una sofisticata e corretta spiegazione scientifica, che i viaggi a ritroso nel tempo in effetti potrebbero essere affrontabili. La spiegazione della ricerca di Lloyd parte dal presupposto del noto teletrasporto dei Star Trek e della meccanica quantistica. In effetti in recenti esperimenti sui generis attraverso il teletrasporto, alcuni fotoni sono stati spostati nel tempo. Il ‘trucco’ secondo Lloyd consisterebbe nel riuscire a post-selezionare le particelle in modo tale che possano ricomporsi allo stesso modo in un punto diverso nel tempo. Stando alla spiegazione scientifica di Lloyd, in questa maniera si eviterebbe di incorrere nelle problematiche che si sono incontrate fino ad oggi facendo sì che il viaggio nel tempo divenga il cosiddetto ‘paradosso del nonno’, ossia è un termine usato dagli scienziati per indicare la quasi impossibilità dei viaggi nel tempo passato e che consiste nel figurare un viaggiatore che tornando indietro negli anni, uccide il nonno e che quindi l’assassino cessi immediatamente di esistere. La teoria di Lloyd consiste nell’unire insieme la meccanica quantistica con le leggi della relatività fino ad arrivare alla ‘teoria del tutto’, ovvero una semplice ed universale legge che unifica tutte le altre semplificando la descrizione del mondo e dell’universo. Oltre all’eccitante frontiera della conoscenza c’è inoltre un intento più concreto. L’effetto di post-selezione impiegato dal professor Lloyd è alla base delle ricerche sul computer quantistico di cui si incominciano a intravedere all’orizzonte alcune possibilità e che quando si materializzerà sconvolgerà di nuovo la nostra vita. Simile prospettiva informatica, ovviamente, non era stata considerata nella Macchina del tempo che H.G. Wells scriveva nel 1895 per farci viaggiare nel futuro portandoci sino all’anno 802.701. Ma paradossalmente, se l’«effetto post-selezione» del professor Lloyd funzionasse davvero aprirebbe entrambe le porte, quelle del passato e del futuro.

Carla Liberatore

Fonte: MondoRaro

“Sono le news, bellezza!” di Michele Mezza, Donzelli Editore

Vincitori e vinti nella guerra della velocità digitale

Michele Mezza – Sono le news, bellezza!

Vincitori e vinti nella guerra della velocità digitale

Prefazione di Derrick de Kerckhove. Postfazione di Pier Luigi Celli

collana Interventi / anno 2011

formato pp. XIV-194 / prezzo € 18,00

ISBN 9788860365507

SINOSSI

Con un occhio rivolto a Google e l’altro a Marx, l’autore analizza il mondo dell’informazione guardando agli sconquassi del mercato editoriale internazionale, per individuare perdenti e vincenti di una guerra che sta selezionando la specie del giornalismo. Il brulicare di infiniti produttori di comunicazione al tempo dei social network comporta una mutazione professionale del profilo del giornalista: non più disvelatore esclusivo della notizia, ma selezionatore, decifratore, e soprattutto coproduttore dei nuovi sistemi intelligenti che tendono sempre più a sostituirsi alla meccanica redazionale. Nel centenario della nascita di Marshall McLuhan – come spiega nella prefazione Derrick de Kerckhove, già direttore del McLuhan Center di Toronto e riconosciuto erede del fondatore della mass-mediologia moderna – si conferma l’intuizione del computer come protesi del cervello umano, che disintermedia le funzioni delegate. Convinto che questa sia più una chance che una iattura, Michele Mezza – giornalista di lungo corso e ideatore di Rai News 24 – prova a delineare la figura di un nuovo mediatore, capace di governare le potenze tecnologiche, di declinare linguaggi sociali, di dare un’anima all’informatizzazione della vita, a patto di bruciare ogni nostalgia e conservatorismo. Con la convinzione, condivisa da Pier Luigi Celli – in passato direttore generale della Rai e oggi direttore della Luiss di Roma –, che i tempi siano ormai maturi per una svolta radicale. Ne sortisce una concreta proposta alternativa di giornalismo, che prefigura filiere produttive, soluzioni editoriali, organizzazioni redazionali capaci di dare al sistema Italia l’ambizione di non essere solo magazzino o retrobottega di una comunicazione «importata». Il messaggio è che il giornalismo ha un grande futuro, oltre che un passato, e che i giornalisti devono rimettersi in gioco con la certezza che l’informazione digitale è un’impresa culturale troppo importante per lasciarla solo ai giornalisti. Ma che diventa impossibile senza di loro.

Michele Mezza, giornalista Rai, insegna Teoria e tecnica dei nuovi media all’Università di Perugia. Inviato del Giornale radio in Urss e in Cina, nel 1992 ha ricevuto il premio Calabria per il giornalismo.Nel 1993 ha collaborato al piano di unificazione del Gr; nel 1998 ha elaborato e realizzato il progetto di RaiNews 24, il primo canale televisivo italiano all news.

Fonte: Donzelli Editore

“Non c’è più Aldactazide” di Girolamo Minardi, Di Marsico Libri

Non c’è più Aldactazite, ovvero, il senso della vita secondo Girolamo Minardi.
Un’opera prima densa di nostalgia per gli epici anni Sessanta, quando si sono vissuti “i nostri tempi migliori”, quando il sogno di una vita più giusta per tutti sembrava a portata di mano, sospinto com’era dall’entusiasmo dei giovani, dal rigore dei movimenti studenteschi.
Ora, tutto è cambiato, è il pensiero che affiora nell’amarezza e constata che “le rivoluzioni in tanti anni di storia, le solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo, non siano mai state considerate”.
“è l’indifferenza il peggiore dei nostri mali”. Lo dice Oscar Ianni, lucido protagonista della vicenda interiore raccontata da Minardi. Sì, perché questo romanzo è scritto col trasporto lirico di chi detta un testamento ideale, il pensiero di uno che è la somma del pensiero di una generazione, di un sogno collettivo.
Un viaggio in SudAmerica, lì dove oggi fiorisce quel sogno da noi vivo mezzo secolo fa. Sensazioni profonde in cui passione e storia si uniscono in un humus pregevole. “La razza umana è piena di passioni […] e ciò è un bene” dice Oscar Ianni.
Oscar viaggia, osserva, incontra e riflette. Un invito a uno splendido esercizio che leggendo si pratica senza noia. Cosa dà più dignità alla vita? Aleggia il vecchio sogno: lo stato sociale. Da noi, invece, tra la gente comune, pur nello scintillio della società dei consumi, imperano solitudine, isolamento, povertà.
Giovani e vecchi abbandonati al proprio destino proprio come nella vicenda raccontata da Oscar e che dà spunto al titolo del romanzo: l’anziano vicino, che prende mezza compressa di aldactazite per lo scompenso cardiaco e che, d’un tratto, nell’incredulità, è cancellato dai farmaci prescrivibili. “Che significa? – chiede l’anziano al farmacista – che non possiamo più curarci?”.

Un dramma che è fiction solo perché è parte di un romanzo, ma che la dice lunga sull’urgenza di giustizia sociale. Così, Minardi accende gli animi e si fa apprezzare, scuotendo le coscienze e preparando il terreno per una battaglia non ancora vinta, quella che chiede a gran voce diritti negati.

Costo del volume: € 14,50.

GIROLAMO MINARDI

Nato a Bari 73 anni fa. Una laurea in Giurisprudenza, 45 anni di Sindacato. Dal 1997 tra i pensionati: Segretario Responsabile della Federazione della CISL di Bari, poi di Puglia e dal 2005 Segretario Nazionale. Ha rinunciato alla carica nell’ottobre del 2009.

Fonte: Di Marsico Libri

“Via Zamenhof. Creatore dell’esperanto” di Roman Dobrzynski, La Giuntina Editore

Sottotitolo: Conversazione con Louis Christophe Zaleski-Zamenhof

Autore: Roman Dobrzynski

Prefazione: Davide Astori

Anno di edizione: 2009

Traduzione: Michela Lipari e Filippo Franceschi

Pagine: 281

ISBN: 9788880573500

Prezzo: 15 €

Questo libro nasce dall’idea di Roman Dobrzynski, regista e scrittore polacco, di intervistare il professor Louis Christophe Zaleski-Zamenhof, nipote di Ludwik Lejzer Zamenhof (1859-1917), il creatore dell’esperanto. L’incontro si rivelerà poi talmente coinvolgente – sia per le vicende narrate, sia per la capacità dell’intervistato di collocarle nel loro contesto storico e sociologico riuscendo così a offrirci un affresco originale di un periodo che copre più generazioni – che l’intervista si tramutò in incontri ripetuti negli anni e divenne un libro, ad oggi tradotto già in dodici paesi.
Louis era nato a Varsavia nel 1925 e aveva quattordici anni quando i nazisti occuparono Varsavia, arrestarono gli appartenenti alla famiglia Zamenhof in quanto ebrei e li eliminarono fucilandoli o deportandoli nei campi di sterminio. Lui e sua madre furono rinchiusi nel ghetto. Il ragazzo, dopo aver rischiato più volte di essere deportato, riuscì a evadere dal ghetto insieme alla madre e partecipò alla resistenza.
Non meno interessante la sua carriera professionale: laureatosi in ingegneria, divenne uno dei massimi esperti mondiali di costruzioni in cemento precompresso.
Molte le pagine dedicate alla storia e all’evoluzione dell’esperanto nonché alla vita dell’illustre nonno, di cui, nella prefazione di Davide Astori, si ricordano le celebri parole: “Se non fossi ebreo del ghetto, l’idea di unire oppure no l’umanità non mi avrebbe sfiorato, o almeno non mi avrebbe così costantemente ossessionato durante tutta la mia vita. Nessuno può risentire quanto un ebreo del ghetto della maledizione della divisione fra gli uomini”.

Fonte: La Giuntina Editore

“Bitten, la notte dei lupi” di Kelley Armstrong, Plume Paperback – Fazi Editore

Autrice: Kelley Armstrong
Titolo originale: Bitten
Genere: Urban Fantasy + Paranormal Romance / Contemporaneo
Ambientazione: Toronto (Canada) + Stonehaven (stato di New York)

Pubblic. originale: September 2004 by Plume (first published 2001) Paperback, 436 pag.

Pubblicato in Italia: Fazi Editore, pubblicato il 04 giugno 2010, 462 pag.

Parte di una serie: 1° della serie “Women of the Otherworld”

ARRIVA IN ITALIA L’ATTESISSIMA SAGA WOMEN OF THE OTHERWORLD, ACCLAMATA DA AUTRICI DI CULTO COME CHARLAINE HARRIS E MELISSA MARR E CAPOSTIPITE DI UN GENERE UNICO CHE FONDE I TRATTI MAGICI DELL’URBAN FANTASY E QUELLI PIÙ SENSUALI DEL PARANORMAL ROMANCE.

Toronto, ai nostri tempi. Elena Michaels è una giornalista di successo, ha un ragazzo normale che la vorrebbe sposare, ama correre di notte, correre veloce come il vento. Non sono certo le strade buie o i tipi loschi a farle paura perché dalla sua ha qualcosa di straordinario.

È l’unica donna licantropo al mondo.

Ha abbandonato il suo clan d’appartenenza e i comfort della villa, loro quartier generale, per una vita ordinaria. Indietro non si è lasciata solo un Branco ma anche Clay, colui che l’ha tradita trasformandola in un licantropo.

Sarà l’amore per l’unico uomo che davvero le abbia toccato il cuore e il forte sentimento di appartenenza ai licantropi che la ricondurranno indietro, quando il Branco avrà bisogno di lei. È giunto per Elena il momento di scegliere tra l’amore per Clay e quello per il ragazzo della porta accanto, tra la sua nuova vita, tessuta su una tela labile e pregna di bugie, e la sua natura che, come la luna chiama le maree, la sta chiamando a sé.

Fonte: Fazi Editore

Ginevra, ricostruiti al CERN gli attimi del Bing Bang

Gli studiosi del CERN il famoso e discusso laboratorio ginevrino, pare abbiano ricostruito gli attimi immediatamente seguenti al Bing Bang, lo scoppio della materia primordiale che avrebbe dato origine all’Universo. Nei laboratori del CERN, situati a 100 metri di profondità nelle viscere della terra e ampi circa 27 chilometri è stata dunque ricreata la condizione che dette origine all’interno ed infinito universo così come lo conosciamo oggi. Lo strumento ed il punto utilizzati dagli studiosi si chiama ‘Alice’e per un attimo è diventato il punto più caldo dell’universo con temperature molto superiori anche a quelle del Sole o di qualsiasi altra stella. L’esperimento è stato guidato da uno staff di italiani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, i quali sono riusciti ad arrivare alla collisione di nuclei di piombo che si rincorrevano a velocità inimmaginabili per la mente umana. Il violentissimo scontro avrebbe creato una sorta di ‘rottami’ infinitesimali, un magma di materia, un plasma pieno di particelle elementari, il quale ha raggiunto temperature di migliaia di miliardi di gradi centigradi, la stessa temperatura che aveva l’universo qualche istante dopo la sua nascita, avvenuta circa 13 miliardi di anni fa. All’esperimento che procede ormai da diversi anni, stanno lavorando 1600 scienziati fra i più qualificati al mondo e il loro secondo traguardo è quello di riuscire a trovare il ‘Bosone di Higgs’ anche conosciuto come la ‘Particella di Dio’, cioè quella particolare particella che inserita in un determinato contesto avrebbe permesso la trasformazione dell’energia in materia creando tutto quello che attualmente ci circonda.

Carla Liberatore

Fonte: MondoRaro

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” Dolce al soffio di De André” di Gioia Lomasti, Rupe Mutevole Edizioni

GIOIA LOMASTI

DOLCE AL SOFFIO DI DE ANDRÈ

Riflesso di Rima… Ascolto di un Viaggio

Euro 13,00

Collana SOPRALERIGHE  nr. 1

ISBN 978-88-96418-32-1

(…) Nulla viene lasciato al caso nella struttura poetica di Gioia; tutto si incentra e trova senso nella forza e spessore di versi brevi come quinari, senari, settenari e ottonari agganciati da rime incatenate e assonanze che scandiscono la dolce melodia del cuore e della visione di un mondo emarginato eppure preferibile, quel mondo cantato da De André e che trova, allora come adesso, maggiore e tragica attualità. Ed anche quando appare più dura la critica al sistema che si è configurato in questo ultimo scorcio di secolo, il tratto poetico riesce a veicolare la rabbia e lo sdegno verso forme espressive di assoluto equilibrio linguistico: “All’ombra degli avanzi/diressi il sopravvento/condussi con costanza/il dedito lamento/e mascherar di mio/ne condivisi il detto/in occhio del buon Dio/diressi il mio sonetto” (Il bombarolo). Ecco quindi che le scelte creative, non sono solo dettate dalla volontà di ripercorrere la traccia segnata dal cantautore ma vanno oltre, navigano liberamente in quel mare di visioni, sensazioni, espressioni che sottintendono un desiderio segreto, nascosto, ma vivo e presente, di sorprendere, di stimolare il lettore verso una maggiore comprensione di se stesso e della sua condizione umana. “Riflesso di Rima…Ascolto di un Viaggio” ci obbliga a chinare la testa e rendere omaggio al poeta, a quell’oscuro e sconosciuto cantore delle nostre incertezze, dei nostri dolori più profondi e negati, dei nostri sogni più intensi e celati.

Dalla prefazione di
Alessandro Spadoni
Giornalista e critico letterario per Eventi Cultural

“Ogni canzone è una preghiera alla vita” – Alice Zuccherini

Commossa dall’arte del “Cantautorpoeta” mi addentro nella sua direzione, con passi lievi, pacatamente, che del sol vibrarne a penombra, segna e disegna, al ritrarne d’animo d’uomo, frastaglii imponenti e sognanti. Narratore di storie, percorrendone la vita, in sonetti e ai sentieri d’invito al percorso, che battono in tempi astuti, piangono all’artifizio dell’arresa, tenacemente abbracciano in sè il rifletterne. Tra le righe legate da rime restarne di tanta infinita coscienza, e al veleggiarne la mente di cantar storie, in melodia d’emozione e vibrazione s’addentra. Aneliti commossi e sconsolati, in scomposti ritratti, che d’occhi imprigiono il solo risveglio, giocarne al gioire di lune spaccate, in fortuna d’augurio a frantumo d’estate. Lima intersecante in corpo di cuore, ricamandone bordi eguali ma ostinatamente avversi e inversi al loro ego. Inspiro il suo canto e meramente mi addentro. Corro in corpi d’onnipotenza, in brandelli al mascherarne d’abito, reminescenze che inebriano odi e respirano rime al rigirarne di mazzi dai volti imponenti vociferar menti. Smisurate preghiere di tanta inquietudine al prenderne essenza in corpi di dea che d’animo svenderne innalzi le sorti e a sorte dell’onda ne porgi la sera. Ferma nelle sazietà del tempo restio, s’abbracciano albori che istante ne insegue, in cui gracile grazia, la vita di Dio, portò il tuo respiro al cuor mio che t’ode. – Gioia Lomasti

Fonte: Rupe Mutevole Edizioni

“Il peccato nascosto” di Anonimo, Nutrimenti

pp. 176
Edizione a cura di Luigi Irdi
Prima edizione marzo 2010
Isbn 978-88-95842-58-5
Nel dicembre del 2009 la commissione Murphy ha reso pubblico il suo rapporto d’indagine sugli abusi sessuali commessi dai preti della Chiesa irlandese nei confronti di minori: sono stati presi in esame, nella sola diocesi di Dublino, i casi di 46 sacerdoti che, dal 1975 al 2004, hanno fatto 320 vittime. Esploso lo scandalo, a febbraio papa Benedetto XVI ha convocato in Vaticano i vescovi irlandesi, promettendo chiarezza e tolleranza zero nei confronti dei preti che abusano dell’innocenza dei bambini. La situazione, adesso, preoccupa molto il papa; ma non bisogna dimenticare che per quasi vent’anni proprio Joseph Ratzinger ha guidato la Congregazione per la Dottrina della Fede, l’organismo pontificio che ha nascosto nei suoi archivi molte scabrose e più che imbarazzanti verità.
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