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Alberto Garbati a dialogo con Marius Creati

Alberto Garbati, grande interprete dell’arte figurativa contemporanea, é divenuto nel tempo un memorabile traduttore del connubio tra l’arte e l’architettura, un mix di luci ed ombre estrapolate dalla realtà, corredate di un corroborante senso estetico inteso in un vivido concettualismo urbanistico di fondo dal quale trae la sua enorme ispirazione congenita all’espressione di uno stile personalizzato vivo ed esaltante, quasi croccante nella sua nitidezza figurativa.

Divenuto, altresì, grande esponente della celebre associazione artistica Milano Art Affairs, ha ben accondisceso l’approvazione estetica del suo operato con l’ampia visione del gruppo culturale prodigandosi quasi elemento di spicco e simbolo per antonomasia. Alberto Garbati é un artista straordinario che segue percorsi storici e introspettivi interpretando la quotidianità attraverso le sue opere mediante stimoli percettibili che ideologicamente adducono emozioni e diletto estetico.

Intervista ad Alberto Garbati

M.C.: Come sei approdato nel mondo della moda? Ricordi ancora le tue prime collaborazioni?

Alberto Garbati: Ho iniziato ad occuparmi di sfilate di moda facendo l’assistente ad uno dei primi registi, disegnando anche le scenografie. In seguito da solo, essendomi inserito nell’ambiente avendo conosciuto gli stilisti, ho iniziato ad organizzare le sfilate per i nomi che poi sarebbero diventati tra i più famosi.

M.C.: Come si diventa artisti delle passerelle al fianco di grandi stilisti internazionali? E’ una passione intrinseca quella che subentra oppure uno stimolo persuasivo del momento?

Alberto Garbati: Con un grande interesse per il mercato del prêt-à-porter italiano che nasceva, sono stato coinvolto dalla creatività che negli anni ’80 stava facendo diventare Milano la capitale dello stile.

M.C.: Divenire promotore di eventi e regista di sfilata ha rappresentato l’apice di un periodo riguardevole. In che modo si diventa artefice di tale successo?

Alberto Garbati: Come ho già detto, gli anni ’80 sono stati il periodo forse più fertile per la creatività della moda e del design in generale;  un grande impegno ed un grande entusiasmo mi ha portato a lavorare con i più grandi stilisti.

M.C.: Ci sono oggi elementi contrastanti per chi svolge questo tipo di professione rispetto alle attività del passato?

Alberto Garbati: Oggi giorno il mondo della moda è completamente diverso: industrializzazione e globalizzazione hanno tolto parte dell’emozione che si aveva per il nuovo e , se posso esprimere il mio parere, hanno appiattito il sistema.

M.C.: In che modo le relazioni sociali con grandi personaggi del mondo della moda hanno influenzato gli stimoli nella tua creatività?

Alberto Garbati: Avere rapporti di lavoro e di amicizia con grandi stilisti mi ha stimolato ad essere sempre aggiornato sui cambiamenti che avvenivano nella società.

M.C.: Pensi che il rapporto tra arte, moda e architettura abbia generato nella tua vita una spinta emotiva verso l’alba di nuove esperienze?

Alberto Garbati: Sì, personaggi come Versace, Moschino, Armani, Ferrè, Donna Karan, e tanti altri, mi hanno sempre stimolato a cercare nuove forme di espressione, con la musica legata alla moda, la moda all’arte e l’arte all’architettura.

M.C.: Come nasce la tua collaborazione con Milano Art Affairs?

Alberto Garbati: Nasce da una grande amicizia con Hamilton Moura Filho, creatore della Milano Art Affair, alle cui idee ho creduto dal principio.

M.C.: In che modo hai avvertito la necessità di iniziare a dipingere?

Alberto Garbati: Ho sempre dipinto da quando, prima degli studi in architettura, ho frequentato il liceo artistico.

M.C.: Scorci, visioni e percezioni monumentali si identificano in un reale vissuto urbanistico? E’ un ritrarre visioni di nuove metropoli secondo i dettami dell’intuizione?

Alberto Garbati: Gli scorci di città che interpreto odorano di spazi vissuti subito  dopo i temporali, esaltando il fatto di essere i primi a poggiare gli sguardi sulle strade e sui palazzi.

M.C.: Quale significato attribuisci al tuo operato artistico? Come nasce l’ispirazione e come subentra il pensiero dell’arte?

Alberto Garbati: È vero, l’architettura che rappresento nei miei lavori identifica un mondo fatto di forti luci e di ancora più forti ombre, ma sempre attuale e reale.

M.C.: Quanto l’influenza artistica della moda é subentrata nella rappresentazione delle tue opere? E perché in esse si percepisce chiaramente l’assenza dell’umanità?

Alberto Garbati: Rappresentare l’architettura è sempre attualizzazione del momento in cui viviamo e il non vedere figure umane è una mia scelta per giocare con i volumi architettonici , le luci e le ombre. La presenza umana comunque si percepisce come se fosse spettatrice di ciò che viene rappresentato.

M.C.: Pensi che la tua arte manifesta una visione estetica di fondo nonostante il segno tangibile di un estro decontestualizzante?

Alberto Garbati: La mia visione artistica è ben contestualizzata in un mondo urbano.

M.C.: In che modo il senso estetico si amalgama con i tratti stilizzati evidenti nei tuoi dipinti?

Alberto Garbati: Il mio senso estetico, è il mio senso estetico, e trova espressione nei miei quadri a volte con tratti stilizzati, ma il più delle volte realistici.

Tanel Bedrossiantz in dialogue with Marius Creati

July 28, 2010 1 comment

Tanel Bedrossiantz is a charismatic personage in the fashion world, emerged as a supermodel in very young age thanks to the photographer Tony Viramontes, who has sensed in his figure a magical change of style, an admirable split that in a short time made possible the conquest of the highest peaks of the notoriety, as he was acclaimed and sought by the leading fashion houses and maisons de couture. Thanks to his peerless charm, become the inspirer muse of the Gaultier’s maison for his unmistakable distinction, he is one of the most interesting fashion figures of the male landscape, often in total harmony with the same female entourage as regarded an emblem of a contemporary lifestyle and in his turn extemporary.

Famous testimonial, actually he has become an emblematic figure of one of the largest modeling agencies in Paris, the New Madison, for which he enjoys a collaborative work in art direction, very important for the image, because he puts himself as a symbol and coadjutor of young promises that continually come into the wonderful world of Models.

Exclusive interview by Marius Creati

M.C.: For many years the name of Tanel is related to the fashion shows. How does it feel to be present inner the style of a very important maison?

Tanel Bedrossiantz: Yes, since the early 80’, my first JPG’s show dated September 1985, just a season after the skirt for men… I had just turned 18 years old and I was a great fan of Jean Paul Gaultier, I did not know anything about clothes, but I have collected his advertising campaigns on my school notebooks (black and white advertising campaigns with Leslie Winer and a bit later with Laurence Treil as models), I love both them… Is Elisabeth Dijan, chief editor of the JILL magazine at that time (whose I was assistant for more than a year), who had sent me several times to the JPG press office, hoping to meet Jean Paul, convinced that I would work for him with my poupom look with a bowl haircut.

M.C.: What do you feel when you wear a Gaultier Paris suit, the most luxurious line of Jean Paul Gaultier’s maison, loved and desired so much by all those who follow the style?

Tanel Bedrossiantz: A huge honor as Jean Paul has always undertaken the time to prepare me to Tanel’s Special required for his haute couture or prét-à-porter… When there are few different things, he always said: “That thing, there is Tanel can wear”. I have to do the bridegroom a good dozen times and sometimes I start and finish the parades… A true inspirational Muse, I was very, very proud to wear his clothes, every season is so different…

M.C.: Do you still remember the first experience as a model? What emotions, what moods did you feel in that occasion?

Tanel Bedrossiantz: My first shot I made with Tony Viramontes for the JILL magazine, I was an assistant at the time, so I was very impressed, then, after few days, I realized hastily my differences with the male models of the moment. At that time models were very “Marlboro COWBOYS”, fine gules, beautiful bodies, beautiful white teeth. I had just turned 18 years old, I had a big mouth, big ears, a silhouette of disjointed puppet, at last I was very different at that time. I had many Vogue at home, devouring the images with all the great female models and those ones inspired me a lot; I told myself that I was like more the body of girls than boys of the period, so I concluded it was necessary that I posed as women and also for the fashion shows.

M.C.: How does your way of life has changed, whether that change has really occurred?   Surely you have been the object of admiration… perhaps even envy?

Tanel Bedrossiantz: This has changed a lot of my influences, of fashion and of lifetime course certainly. I started to realize a dream, when I was 8-10 years old I wore my Big Jim (Barbie’s husband) with wedding dresses and there was me to put clothes or makeup, I waved my body expressing greetings on photo shoots or fashion shows, I could accept my differences very soon and without taboos next to my family, my friends, who knew me well. With people this runs very quickly, I was estimated by the fashion people, editors, stylists, photographers… This is a pure moment of happiness I have tasted at 100%… The others I fucked royally, I lived a great life, spent much money, shopping, the most beautiful apartments in the capital, first class ticket, elegant hotels, travel, gifts for my family and above all I made parties every night, indeed a point, or professional people knew that if they wanted to work with me, it was after one o’clock in the afternoon, I meant not before my awakening.

M.C.: Your name is a legend in the fashion world. How do you see yourself and what is, in your opinion, your image in the eyes of the world?

Tanel Bedrossiantz: I know that people appreciate me for what I was, after all, just someone. A naughty boy of 17-18 years old who enjoyed himself in the court of the Great, is also true that I was surrounded by true professionals, Stephane Marais first with whom I shared 7 years of my life from 17 to 24 years, then with Elisabeth Djian which I worked for a year and a half as an assistant and when I started to be a model, I have been taken under the protection of Fabienne Martin (family agency, where we were only three boys). I took a place in fashion very quickly and with the name I had, on reminded me quickly, or people who I do not know, they wanted to meet me… I also have two children, a boy and girl of 18 years old who called Tanel et Tanella… A true legend, lol.

M.C.: What is the funniest episode that you remember with much pleasure?

Tanel Bedrossiantz: I have gain lot of giggles with J.P.G. during the preparation of man shows, or even Mondino, or just E. Dijan… people used me regularly for my good mood, but the funner anecdote is my debut as a model, I worked as an assistant with Babeth Dijan and one day where we had two advertisements on the same day, Babeth sent me on one of the two photo shoots with Tony Viramontes, whom I did not know. Babeth promised to find me at the end of the first service at the study… When Viramontes arrived in the study (two hours late) the whole team went out to drink a coffee outside, I was left there, from my seventeen years, looking after the clothes. I did not speak English, very badly. It was an advertisement for L’Oreal, the model had beautiful blonde hair of medium length. When Tony arrived, everything changed, when he saw the boy he did not want to take pictures with him but with me, me, I did not understand anything, I just saw that everybody looked at me and pronounced my name in all currently directions. Then I realized soon that Tony wanted to replace the boy with me… Unfortunately that does not convince the client’s, the ad agency, and so forth, but at the end of the day when Babeth arrived, she explained me everything and there I understood what happened. Tony made at least twenty rolls of photographs and from the day after I became a member of the Viramontes’s team model, tied to L’Uomo Vogue, Vogue Italy, Per Lui, Jill, and so on… I also had an article inside the International Herald Tribute magazine on my haircut with Joe Dietrich…

M.C.: Which event marked your life by opening all the doors of paradise inside the fashion world?

Tanel Bedrossiantz: Without hesitating, the Viramontes’s picture appeared in the JILL magazine. At that moment I was still assistant of Babeth, Tony warned me (L’Oreal advertising), he wanted to use three guys on a photo shoot with Estelle Lefebure and Violetta Sanchez, Joe Dietrich, Christophe and me… The photos issued at the end of August, I was still on holiday in Lisbon with Stephane Marais and Donald Parfait (hairdresser and creator of my hair bow). When we returned home with Stephane, the answering machine was filled with messages of fashion people that came to see my pictures in the magazine and wanted me to pay them a visit absolutely… Comme des Garçons, the Girbaut, Gaultier, and so on, there were a good dozen… and from there everything starts quickly.

M.C.: However, is there instead an episode that you remember with regret in your long working path?

Tanel Bedrossiantz: You have the regrets, I tell myself that if it is now or do it again, I should change things certainly, as being much more serious at work, take things less light, I concede me more than twice…

M.C.: What do you think now looking at the future and what do you think instead looking at the past? What, in your opinion, the evolution of the image onto your experience?

Tanel Bedrossiantz: I should have preferred that you asked me the question in the opposite way. What do you think of the Past and what do you think instead of the Future? I’ll answer simply: When you deny the past, you deny the future… And in relation to the image I would say simply: not enough…

M.C.: What, in your opinion, the differences between the past and the present?

Tanel Bedrossiantz: Yes, there was a big change and I know something because today I work for a men and women model agency in Paris (New Madison) as artistic director. I particularly take care about new faces, but above all the image. In the 80′ fashion shows were much more festive, much more fun, much more friendly… fashion show rooms were huge, many people came without invitation, you knew someone to let you go in. They were big parades with sometimes fifty models. There was often hysteria in the room, people whistled and shouted for joy… Now it is much more traditional, models on hardly know, fashion shows last 15 minutes, people in the room has the air of boredom, sends messages with their mobile phones and the whole world is gone in 10 minutes… The Magic, the Madness of the major fashion shows is lost… But I feel that you are more creative in the Photography (because in the 80′ the men poses were very classical, hands into the pockets or behind the back), more you have the chance to go away… During the 80′ in the man there was some exception, then I meant, which was more the personality than the commercial beauty. When you had the fortune to work with people like Mondino, or just Gaultier, Mugler, and so forth, (the creatives) you could express yourself a bit more freely, including in Photography or advertising film… and certainly the catwalks… The Fashion Shows have always been a springboard to distinguish oneselves from the others… This was my chance… And Tanel became TANEL.

Tanel Bedrossiantz a dialogo con Marius Creati

Tanel Bedrossiantz é un personaggio carismatico del mondo della moda, emerso come top model in giovanissima età grazie all’ausilio del fotografo Tony Viramontes, il quale ha saputo intuire in lui un magico mutamento di stile, una mirabile scissione che ha reso possibile in brevissimo tempo la conquista delle vette più elevate della notorietà, poiché acclamato e ricercato dalle più importanti case di moda e di couture. Grazie allo suo charme ineguagliabile, divenuto musa ispiratrice della maison Gaultier per il suo allure inconfondibile, é una delle figure fashion più interessanti del panorama maschile, spesso in simbiosi con lo stesso entourage femminile poiché considerato emblema di uno stile di vita contemporaneo e a sua volta estemporaneo.

Famoso testimonial, attualmente é divenuto una figura emblematica di una delle più importanti agenzie di moda di Parigi, la New Madison, per la quale vanta una collaborazione nella direzione artistica, molto importante ai fini dell’immagine, poiché si pone simbolo e coadiuvatore delle giovani promesse che approdano continuamente nel meraviglioso mondo dei Models.

Intervista a cura di Marius Creati

M.C.: Da molti anni  il nome di Tanel è legato alle sfilate di moda. Che cosa si prova ad essere presente nello stile di una maison molto importante?

Tanel Bedrossiantz: Si, fin dagli anni 80’; la mia prima sfilata per JPG  é datata nel settembre 1985, giusto una stagione dopo la gonna per gli uomini… Avevo appena compiuto 18 anni ed ero un grandissimo fan di Jean Paul Gaultier, non conoscevo tutto sui vestiti, ma avevo collezionato le sue campagne pubblicitarie sui miei quaderni scolastici (campagne pubblicitarie in bianco e nero con Leslie Winer e un po’ più tardi con Laurence Treil come modelli), ero innamorato di entrambi…

E’ Elisabeth Djian, redattrice capo della rivista JILL all’epoca (per la quale sono stato assistente per più di un anno), che mi aveva inviato più volte all’ufficio stampa di J.P.G., con la speranza di incontrare Jean Paul, convinto che avrei lavorato per lui con il mio look da poupom con un taglio di capelli a scodella.

M.C.: Cosa provi quando indossi un abito Gaultier Paris, la linea più lussuosa della maison di Jean Paul Gaultier, amata e desiderata moltissimo da tutti coloro che ne seguono lo stile?

Tanel Bedrossiantz: Un onore immenso poiché Jean Paul si é sempre impegnato a farmi preparare alle tenute “Special Tanel” per le sue sfilate di alta moda o prét-à-porter… Quando ci sono alcune cose diverse, egli ha sempre detto: “ Quella cosa, c’é Tanel che la può indossare”. Devo fare lo sposo una buona dozzina di volte e qualche volta, inizio e concludo le sfilate… Una vera MUSA ispiratrice; ero molto, molto orgoglioso di indossare i vestiti di J.P., ogni stagione é talmente diversa…

M.C.: Ricordi ancora la prima esperienza come modello? Quali emozioni, quali stati d’animo provasti in quell’occasione?

Tanel Bedrossiantz: La mia prima foto l’ho fatta con Tony Viramontes per la rivista JILL, non ero che un assistente in quel momento, quindi ero molto colpito; in seguito, dopo alcuni giorni, compresi in fretta le mie differenze con i modelli del momento, all’epoca i modelli erano molto “COWBOYS Malboro”, belle code, bei corpi, bei denti bianchi. Avevo appena compiuto 18 anni, avevo una grossa bocca, delle orecchie grandi, una sagoma di burattino disarticolato, tutto sommato ero davvero molto diverso all’epoca. Avevo molti Vogue a casa, divoravo le immagini con tutte le grandi indossatrici e loro mi hanno ispirato molto, mi dicevo che rassomigliavo più al corpo delle ragazze che dei ragazzi di quel periodo, quindi ne ho dedotto che bisognava che posassi come le donne e ugualmente per le sfilate.

M.C.: Come è cambiato il tuo modo di vivere, se tale cambiamento è realmente avvenuto? Sei stato sicuramente oggetto di ammirazione… forse anche di invidia?

Tanel Bedrossiantz: Questo ha cambiato molte cose delle mie influenze, della moda e del corso della vita certamente, mi sono messo a realizzare un sogno, quando avevo 8-10 anni vestivo i miei Big Jim (il marito di Barbie) con vestiti da sposo e lì ero io che mettevo vestiti o trucco, ondeggiavo il mio corpo formulando auguri sui servizi fotografici o sicuramente sulle sfilate, ho potuto accettare le mie differenze molto presto e senza tabù accanto alla mia famiglia, ai miei amici, che mi hanno conosciuto così; con le persone questo scorre velocemente, io ero stimato molto dalla gente della moda, le redattrici, gli stilisti, i fotografi… E’ un puro momento di felicità che ho assaporato al 100%… Degli altri me ne sono fregato magnificamente, ho vissuto una vita grande, spendevo molto denaro, in shopping, appartamenti nei luoghi più belli della capitale, biglietto 1a classe, alberghi eleganti, viaggi, regali per la mia famiglia e soprattutto facevo festa tutte le sere, d’altronde a un punto, dove la gente di professione sapeva che se voleva lavorare con me era dopo l’una del pomeriggio, intendevo non prima del mio risveglio.

M.C.: Il tuo nome è una leggenda nel mondo della moda. Come vedi te stesso e qual è, secondo te,  la tua immagine agli occhi del mondo?

Tanel Bedrossiantz: So che la gente mi apprezza per quello che ero, in fondo, semplicemente qualcuno. Un birichino di 17-18 anni che se la spassava nella corte dei grandi, é vero anche che sono stato circondato da veri professionisti, dapprima Stephane Marais con il quale ho condiviso 7 anni della mia vita dai 17 ai 24 anni, poi Elisabeth Djian con la quale ho lavorato un anno e mezzo come assistente e quando iniziai a essere modello, sono stato preso sotto la protezione di Fabienne Martin (agenzia familiare, dove eravamo solo tre ragazzi). Mi sono fatto una piazza nella moda molto in fretta e con il nome che avevo, ci si ricordava rapidamente di me, o le persone che non conoscevo mi volevano incontrare… Ho anche due figli, un ragazzo e ragazza di 18 anni che si chiamano Tanel et Tanelle… Una vera leggenda, lol.

M.C.: Qual è l’episodio più divertente che ricordi con molto piacere?

Tanel Bedrossiantz: Ho avuto tonnellate di risate con J.P.G. durante la preparazione delle sfilate uomo, o anche Mondino, o proprio E. Dijan…  la gente mi usava regolarmente per il mio buon umore, ma l’aneddoto più divertente é quello del mio debutto come modello, io lavoravo come assistente con Babeth Dijan e un giorno, dove avevamo due pubblicità nella stessa giornata Babeth mi aveva inviato su uno dei due servizi fotografici con Tony Viramontes che non conoscevo, promettendo di ritrovarmi alla fine del suo primo servizio in studio… Quando Viramontes é arrivato in studio (con due ore di ritardo) tutta la squadra era uscita a bere un caffé fuori, io ero rimasto là dall’alto dei miei diciassette anni a sorvegliare i vestiti. Non parlavo inglese, malissimo. Era una pubblicità per l’Oréal, l’indossatore aveva dei bei capelli biondi di lunghezza media. Quando Tony é arrivato tutto é cambiato, quando vide il ragazzo, non voleva più fare le foto con lui ma con me, me, io non comprendevo niente, io vedevo proprio che tutto il mondo mi guardava e pronunciava il mio nome correntemente in tutti i sensi. Ho compreso presto quindi che Tony voleva rimpiazzare il ragazzo con me… Sfortunatamente ciò non convinse il cliente, l’agenzia pubblicitaria e via di seguito, invece alla fine della giornata quando Babeth é arrivata, mi ha spiegato tutto ed é lì che ho compreso quel che era accaduto. Tony fece almeno venti rollini di fotografie e dal giorno seguente divenni uno dei membri del Viramontes model team, legato a l’Uomo Vogue, Vogue Italia, Per Lui, Jill, e via di seguito… Ho avuto anche un articolo all’interno della rivista Herald Tribute sul mio taglio di capelli con Joe Dietrich…

M.C.: Quale evento ha segnato la tua vita aprendo tutte le porte del paradiso nel mondo della moda?

Tanel Bedrossiantz: Senza esitare, le foto di Viramontes apparse nella rivista JILL. In quel momento ero ancora, assistente di Babeth, Tony mi aveva messo in guardia (pubblicità l’Oréal), egli volle utilizzare tre ragazzi su di un servizio fotografico con Estelle Lefebure et Violetta Sanchez, Joe Dietrich, Christophe e me… Le foto sono uscite a fine agosto, io ero ancora in vacanza a Lisbona con Stephane Marais et Donald Parfait (parrucchiere e creatore dei miei capelli a scodella…) Quando noi siamo rientrati a casa con Stephane, la segreteria telefonica era piena di messaggi di gente della moda che veniva a vedere le mie foto nella rivista e voleva assolutamente che passassi a fargli visita… Comme des Garçons, i Girbaut, Gaultier, e via di seguito, ci sono state una buona dozzina… e da lì, tutto é iniziato velocemente.

M.C.: Esiste invece un episodio che ricordi con rammarico nel tuo lungo percorso lavorativo?

Tanel Bedrossiantz: Si hanno dei rammarichi, mi dico che se fosse ora o a farlo di nuovo, io cambierei certamente le cose, come essere molto più seri nel lavoro, prendere meno le cose alla leggera, mi concederei più di due volte…

M.C.: A cosa pensi oggi guardando al futuro e a cosa pensi invece guardando al passato? Quale, secondo te, l’evoluzione dell’immagine data la sua esperienza?

Tanel Bedrossiantz: Avrei preferito che tu mi ponevi la domanda nel senso inverso. Cosa pensi del Passato e cosa pensi al contrario del Futuro? Ti risponderò semplicemente: Quando si rinnega il passato, si rinnega l’avvenire… E in rapporto all’immagine io direi semplicemente: non abbastanza…

M.C.:  Quali, secondo te, le differenze tra il passato e il presente?

Tanel Bedrossiantz: Si, c’era un gran cambiamento e ne so qualcosa poiché oggi lavoro in un’agenzia di modelli uomo e donna a Parigi (New Madison) come direttore artistico. Mi occupo in particolare dei nuovi volti ma soprattutto dell’immagine. Negli anni 80’ le sfilate erano molto più festose, molto più divertenti, molto più amichevoli… le sale delle sfilate erano immense, molta gente entrava senza invito, si conosceva qualcuno per farvi lasciare entrare. Erano grandi sfilate con a volte cinquanta modelli. C’era spesso l’isteria nella sala, la gente fischiava, gridava di gioia… Adesso é molto più tradizionale, i modelli si conoscono appena, le sfilate durano 15 minuti, la gente nella sala ha l’aria di annoiarsi, invia dei messaggi con i loro telefoni portatili e tutto il mondo é scomparso in 10 minuti… La Magia, la Follia delle grandi sfilate è SCOMPARSA… Invece nella Fotografia ho impressione che più voi siete creativo (perché negli anni 80’ negli uomini le pose erano molto classiche, mani nelle tasche o dietro la schiena), più voi avete possibilità di andare lontano… Negli anni 80’ nell’uomo c’era qualche eccezione, quindi intendevo, che era più la personalità che la bellezza commerciale. Quando avevate la fortuna di lavorare con delle persone come Mondino, o proprio Gaultier, Mugler, e via di seguito, (creativi) voi potevate esprimervi un po’ più liberamente, anche in Fotografia o nei films pubblicitari… e certamente le Sfilate… Le Sfilate sono sempre state un trampolino per distinguersi dagli altri… Questo fu il mio CASO… E Tanel divenne TANEL.

Fonte: InsideLife MondoRaro

Colloquio con Hamilton Moura Filho a cura di Marius Creati

Hamilton Moura Filho, mercante d’arte nonché promotore e curatore di eventi artistici, è il presidente di Milano Art Affairs, uno delle più promettenti associazioni culturali attualmente esistenti in Italia, ubicata  nella città di Milano, nato in Libano da padre libanese e madre brasiliana. Dopo aver lavorato in diversi luoghi nel mondo come interprete multilingue, e successivamente come broker di diamanti, dal 2007 si occupa di arte e manifestazioni inerenti la cultura e la promozione artistica.

“Dopo anni di lavoro come broker di diamanti ho imparato ad ammirare la bellezza delle pietre preziose, la magia della luce e la trasparenza che ricorda i dipinti che hanno segnato la storia e mi ha portato a contatto con il mondo dell’arte contemporanea, dove nutro il piacere di imparare con l’artista sempre compiaciuto e pieno nell’anima mediante una sensazione che aiuta a combattere contro tutti i tipi di pregiudizi, poiché l’arte è sinonimo di libertà e la libertà è sinonimo di la bellezza”.

Intervista a cura di Marius Creati

M.C.: Come nasce Milano Art Affairs? E Come si diventa artefici di siffatto successo culturale?

Hamilton Moura Filho: “Milano Art Affairs” nasce dall’idea di un gruppo di amici, che fanno parte della cultura milanese, di offrire agli artisti conosciuti e non la possibilità di proporre i propri lavori nel difficile mercato dell’arte contemporanea. In seguito, da solo, ho trasformato l’idea in realtà. Il successo di “Milano Art Affairs” è dovuto all’unione tra classe e semplicità e alla capacità di abbinare il carattere dell’artista  allo spazio espositivo.

M.C.:  Qual é l’ideologia di base dalla quale trai le ispirazioni per l’elaborato artistico dell’associazione? In riferimento a Milano Art Affairs, segui un preciso filone culturale?

Hamilton Moura Filho: L’ambizione di Milano Art Affairs è quella di investire sui diversi linguaggi e sulle tendenze contemporanee dando la possibilità anche ad artisti meno giovani di poter parlare ad un pubblico attento.

M.C.:  E’ stato difficile intraprendere questo percorso considerando i tempi sempre meno propensi all’iniziativa culturale?

Hamilton Moura Filho: Molto. Oggi giorno, dato il momento di crisi economica mondiale, è molto difficile avere un riscontro da parte degli sponsors e da chi investe nell’arte; fino ad ora siamo stati fortunati e grazie ad alcune importanti aziende siamo   riusciti a portare avanti il nostro progetto creando arte di qualità rivolta ad un pubblico di qualità.

M.C.:  Potresti considerare l’arte una specie di palestra dell’animo?

Hamilton Moura Filho: Senza dubbio l’arte sviluppa la sensibilità e arricchisce l’essere umano stimolando il cervello e il cuore, elementi essenziali per la vita.

M.C.:  Qual é, secondo la tua opinione, il riscontro con l’etica contemporanea?

Hamilton Moura Filho: Sarò la persona più felice del mondo quando riuscirò a vedere che l’etica, la vitalità e l’amore per l’arte riusciranno ad avere il sopravvento sull’avidità e il marketing sfrenato che comanda il mondo intero.

M.C.:  Ci sono progetti futuri in elaborazione?

Hamilton Moura Filho: Sì, tanti. Siamo riusciti ad arrivare a un eccezionale livello in così poco tempo e vogliamo puntare ancora più in alto. Abbiamo in progetto di realizzare una grande mostra a New York. Insieme all’Ambasciata Brasiliana stiamo pianificando un importante evento a Milano e a Rio De Janeiro, e la creazione di una nuova fiera d’arte.

Fonte: A Tutta Cultura MondoRaro

“Factotum” di Bent Hamer [2005]

July 13, 2010 Leave a comment

Factotum è un film a colori di genere drammatico della durata di 94 min. diretto da Bent Hamer e interpretato da Matt Dillon, Lili Taylor,Fisher Stevens, Marisa Tomei, Didier Flamand, Adrienne Shelly,Karen Young, Tony Lyons.
Prodotto nel 2005 in USA, Norvegia e distribuito in Italia da Mikado il giorno 31 marzo 2006.
Hanry Chinaski accetta ogni genere di lavoro purché gli dia il necessario e non interferisca con i suoi tre principali interessi: l’alcool, le donne e la scrittura.

Una vita in fumo, trascinata come il tubo al di fuori del camioncino dell’ultimo impiego. Un’esistenza al servizio dell’ alcool, dell’autodistruzione. Aspirazioni da scrittore, forse autoconvinzioni, in continua ricerca di qualcosa che non sa e non vuole sapere. Henry Chinaski fa mille lavori, incontra una donna, due donne, gioca ai cavalli, vince per perdere. Perde per vivere.
Matt Dillon è un “flatliner” perfetto, di quelli che seguono la strada senza mai curvare, camminando lungo una linea retta che lentamente scende, scende, scende. Fino a toccare gli inferi.
La sua interpretazione è la magia di questo film. la sua esuberanza si quieta nel personaggio silenzioso e parco di parole di Chinaski, che non desidera niente e fa tutto quello che gli capita davanti (da qui Factotum) con l’obiettivo che segue i suoi movimenti con inquadrature spesso fisse, per ritrarre l’inespressività dei personaggi, figlia di un dolore che non appare mai e rimane dentro a macerare. È un destino senza speranza, addirittura una fine predestinata in cui l’alcool è l’unica medicina per rallentare il percorso verso la fine.
Il regista, in questa situazione, si limita a osservare, tingendo, con l’aiuto della fotografia, un mondo cupo e grigio, una provincia americana in cui la speranza si spegne lentamente e che costringe lo spettatore a soffrire, mettersi in gioco, ed entrare nel buio. Più Buio.

Fonte: Mymovies

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Triste annuncio per la morte della figlia di Niccolò Fabi

Muore la figlia Olivia di appena due anni del famoso cantante Niccolò Fabi per un improvviso attacco di meningite. Il padre profondamente afflitto annuncia: “Il dolore devastante che mi attanaglia la gola è la conseguenza dell’esperienza più inaccettabile orrida ingiusta e innaturale che un essere umano può vivere. Inutile dirvi che fino a quando non avrò trovato un modo per trasformare questo dolore e dare un senso costruttivo a questo incubo, il palcoscenico sarà l’ultimo posto in cui desidererò stare… So di poter contare sulla vostra sensibilità e sull’amore che mai come adesso è l’unico strumento che merita di essere suonato. Un abbraccio che contiene tutto… L’esperienza più inaccettabile orrida ingiusta e innaturale che un essere umano può vivere”.

L’artista ha interrotto il suo tour per condividere nel silenzio il suo tragico momento, dedicando una canzone alla piccola Lulù, drammaticamente scomparsa in così tenebra età.

Mi stringo con affetto nel dolore immenso del cantante e della famiglia.

by Marius Creati

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