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Archive for January 5, 2012

“La befana” di Giovanni Pascoli

January 5, 2012 Leave a comment

– La befana –

Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.

E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.

Che c’è dentro questa villa?
uno stropiccìo leggiero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?

Guarda e guarda… tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda… ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini…

Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale:
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? chi mai scende?

Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampana di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.

La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.

E che c’è nel casolare?
un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?

Guarda e guarda… tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra le ceneri e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…

E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.

La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.

La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange, c’è chi ride:
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

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Arte Islamica al Louvre di Parigi

January 5, 2012 Leave a comment

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Come spinta dal vento, la strana vela in vetro e metallo fluttua nell’aria della corte Visconti, al Museo del Louvre di Parigi, che ha chiuso il 2011 con oltre 8,8 milioni di visitatori. Nel cuore del museo, nel nuovo padiglione delle Arti dell’Islam che aprirà le sue porte nell’estate 2012, vent’anni dopo l’audace e contestata Pyramide di Ieoh Ming Pei, si vedrà questa enorme vela, voluta dagli architetti Mario Bellini (milanese) e Rudy Ricciotti (francese, autore delle civiltà mediterranee di Marsiglia). Questo progetto, secondo l’inossidabile  patron del Louvre, Henry Loyrette, è nato da una constatazione: troppo a lungo è stata marginalizzata l’arte islamica in seno al Louvre, che era semplicemente presentata in una semplice sezione del dipartimento delle antichità orientali, senza disporre di sale proprie a valorizzare una delle più importanti collezioni al mondo. Un tesoro di oltre 18.000 opere tra grandi elementi di architettura, tappeti, oggetti in vetro, legni arabi intarsiati, ceramiche. Opere che percorrono l’age doré che percorre i secoli tra il VII° e il XIV°, dalla Spagna all’India, dalle civiltà andaluse passando ai mammelucchi e gli ottomani. Dopo cinque anni di lavori, il pubblico scoprirà una costruzione avant-gardiste nel bel mezzo degli angoli storici della corte viscontiana. La spettacolare vela a pannelli triangolari ondulata che ricopre, in trasparenza, 2.800 mq di spazi museografici situati su due livelli. Il costo globale dell’operazione è stato di oltre 100 milioni di euro, finanziato al 30% dallo Stato e dal Louvre. Altri donatori sono stati l’Arabia Saudita (17 milioni di euro), il Marocco, il Kuwait, l’Azerbaïdjan e il Sultanato dell’Oman. A questi si sono aggiunti alcuni mecenati di altre Fondazioni (Bouygues Construction, Lafarge, Orange, Total) ma ad oggi mancano ancora 10 milioni per chiudere l’operazione.

Fonte: My Amazighen

“Leonardo da Vinci. Painter at the court of Milan”, evento imperdibile alla National Gallery di Londra

January 5, 2012 Leave a comment

La mostra “Leonardo da Vinci. Painter at the court of Milan” promette di essere un evento imperdibile per gli appassionati e gli studiosi del grande e poliedrico artista toscano.
Curata da Luke Syson e Arturo Galansino, è incentrata sul periodo che il maestro passò a Milano alla corte di Ludovico il Moro, tra il 1482 e il 1499, uno dei più interessanti per la comprensione della suacarriera artistica, e si sviluppa in sei sale, secondo una divisione che è al contempo tematica e cronologica. La visione dei capolavori dell’artista trova completamento grazie alla presenza dei suoi disegni e delle opere degli allievi che mostrano le modalità di ricezione delle innovazioni introdotte dal maestro.
Nella prima sala è il Ritratto di musico della Pinacoteca Ambrosiana, che si guadagna la scena. Qui si intende approfondire lo studio dell’artista sull’anatomia umana e, in particolare, la fisiognomica e la costruzione della scatola cranica, su cui si concentra l’artista, che ritrae il suo soggetto a tre quarti nel tentativo di superare la ritrattistica tradizionale, che proponeva di riprendere il soggetto di profilo. Il Ritratto di giovane del Boltraffio mostra come la posa a tre quarti scelta dal maestro fu subito adottata dall’allievo.
Nella seconda sala si fronteggiano due ritratti femminili di suprema bellezza e raffinatezza esecutiva. Da un lato, Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, ritratta nella Dama con l’ermellino, dall’altro la Belle Ferronière, opera in cui la perfezione geometrica sfida la bellezza frutto della natura. I disegni nella medesima sala testimoniano lo studio intrapreso prima della redazione delle sue opere. Si segnala in particolare lo Studio di mani, forse preparatorio per il ritratto di Cecilia Gallerani, che mostra come esse possano essere state tratte dal vero e successivamente rielaborate in un processo di idealizzazione.
La terza sala ospita il non finito San Gerolamo penitente(1488-90) e una serie di disegni che permettono di scoprire l’interesse di Leonardo per le proporzioni umane e per l’anatomia muscolare.
Ma è la quarta sala che lascia senza fiato: le due versioni della Vergine delle
rocce esposte una di fronte all’altra. La prima, eseguita poco dopo l’arrivo dell’artista nella capitale del ducato; la seconda, successiva, che ebbe un forte impatto sulla cultura figurativa milanese, dove si vede la mano degli allievi. Completano la visione dei due capolavori i disegni preparatori dell’artista e, soprattutto, risultano interessanti le tavole di Ambrogio de’ Predis e dell’altro collaboratore del maestro, che dovevano far originariamente parte della pala d’altare per la chiesa di San Francesco Maggiore a Milano.
Nella quinta sala la controversa Madonna Litta e le Madonne degli allievi, Marco d’Oggiono e Giovanni Antonio Boltraffio. Interessanti gli studi di panneggi, che mostrano l’elevata qualità e tenuta stilistica che potevano raggiungere gli allievi di Leonardo.
La novità attributiva introdotta nella mostra si trova nella sesta sala, ove è esposto il recentemente restaurato Salvator Mundi, su cui il consenso degli studiosi converge verso il genio toscano, e che fu forse dipinto per il re di Francia Luigi XII, dopo l’invasione   francese e la conseguente fuga di Ludovico il Moro da Milano nel 1499. Accanto vi è il cartone di Sant’Anna, opera già conservata alla National Gallery e la Madonna dei Fusi, in cui si legge la mano del maestro, attivo insieme agli aiuti.
Al secondo piano del museo, nella Sunley Room, è allestita la sala dedicata all’Ultima Cena, il capolavoro milanese del refettorio di Santa Maria delle Grazie, di cui è esposta la copia del Giampietrino, risalente al 1520 circa, che si ritiene sia la più fedele all’originale, insieme a tutti i disegni preparatori dell’artista, che mostrano le ricerche compiute da Leonardo per esprimere i moti dell’animo. Nel complesso, una mostra che fa luce sugli studi e le innovazioni compiute durante il periodo milanese dall’artista, con un contributo attributivo nuovo e la possibilità di ammirare capolavori del maestro uno accanto all’altro per la prima volta.

9 novembre 2011 –  5 febbraio 2012

Fonte: Noisymag

Festival Internazionale del Circo di Montecarlo, annuncio programma ufficiale 2012

January 5, 2012 Leave a comment

L’ufficio stampa del Festival Internazionale del circo di Montecarlo annuncia il programma ufficiale della manifestazione 2012, che s’inaugura il 19 gennaio sulla celebre pista di Fonvieille, e la giuria che quest’anno assegnerà i Clown d’Oro, d’Argento e di Bronzo. Eccoli in ordine:
Azzario Sisters, Spagna: Mano a mano
Cai Yong, Cina, Equilibrista
Clowns Mitchel, Spagna, Entrata comica
Duo Bobylev, Russia, Riprese comiche
Duo Israfilov, Russia, Duo aereo
Duo Pilar, Francia, Pattinatori
Duo Rubsov, Russia, Giocolieri
Duo Stipka, Repubblica Ceca, Passo a due a cavallo
Ekaterina Shavrina, Russia, Trapezino
Erika Lemay, Canada, contorsionismo e cerchio aereo
Flying to the Stars, Ucraina, Sbarre fisse
Flying Zuniga, Argentina/Brasile, Trapezio volante
Freddy Nock, Svizzera, Funambulo
Infernal Varanne, Francia, Doppio globo della morte con sei moto
Marc Metral, Francia, Ventriloquo
Probst Family, Germania, Piccoli animali e presentazione di 21 pony
René Casselly, Germania, Elefanti africani alla bascula e alta scuola di elefanti e cavalli
Steve Eleky, Germania, Comico
Troupe Acrobatica di Shanghai, Cina, Bascule
Troupe Bingo, Ucraina, Daria (contorsionismo) e fantasia aerea
Troupe Cherifian, Marocco, Acrobati
Troupe Vorobiev, Russia, Altalena russa
Ty Tojo, Giappone, Giocoliere
Circo Mongolia – Uomini forti e acrobatica, Mongolia
Vladislav Goncharov, Ucraina, Leoni
La giuria è composta da: Principessa Stéphanie di Monaco (presidente), Jessica Hentoff, direttrice del Circus Harmony, Tatsiana Bandarchuk (circo Bielorussia), Emil Steinberger, comico e cabarettista svizzero, Bian Faji, presidente dell’associazione degli acrobati della Cina, Alexandre Ogurstov, vicepresidente del circo Nikulin, Benny Berdino, direttore del circo Arena (Danimarca).

Fonte: Il Circo

Meryl Streep, favorita migliore attrice protagonista per “The Iron Lady”

January 5, 2012 Leave a comment

Meryl Streep è data per favorita per vincere la statuetta come migliore attrice protagonista ai prossimi Oscar per la sua interpretazione di Margaret Thatcher nel film di Phillida Lloyd “The Iron Lady”. Secondo il tabloid britannico Guardian, i bookmakers danno l’attrice sessantaduenne per favorita nonostante le nomination non siano ancora state annunciate. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 26 febbraio.
Le principali rivali della Streep per il riconoscimento dovrebbero essere Viola Davis per il film “The Help” e Michelle Williams per “My week with Marilyn”. Dovesse arrivare la candidatura, si tratterebbe della diciassettesima nella lunga carriera della Streep, che ha già vinto due Oscar (come non protagonista per “Kramer contro Kramer”, come protagonista nel 1983 con il film di Alan J. Pakula “La scelta di Sophie”). Intanto il festival del cinema di Berlino ha annunciato un paio di giorni fa che la prossima edizione premierà Meryl Streep con l’Orso d’oro alla carriera.

Fonte: TMNews

Massaggio Tantrico, non pratica erotica bensì benessere psicofisico

January 5, 2012 Leave a comment

Non una pratica erotica, ma un mezzo per il benessere psicofisico…
Alzi la mano chi, sentendo nominare il Massaggio Tantrico, non ha subito pensato a qualcosa che ha a che fare con il sesso o comunque con un tipo di “massaggio” a sfondo erotico.
Le cose però non stanno così, nonostante ci sia chi abusa del nome per proporre “prestazioni” dal significato equivoco.
“È ora di fare chiarezza” – afferma Stefano Paggini, direttore del Narayana Institute – “il Massaggio Tantrico non è una pratica erotica, ma un mezzo dalla valenza spirituale che offre significativi effetti benefici sulle problematiche legate al piacere, meglio conosciute con il termine di disagi psico-affettivo-sessuali. In mezzo a un’infinità di proposte fuorvianti e irriverenti verso una pratica di enorme valenza spirituale che merita di essere tutelata anche nel rispetto di quanti potrebbero trarne grande giovamento, in particolare il mondo femminile sempre più soggetto a queste problematiche, è importante che vi sia chiarezza”, conclude Paggini.
Ma per meglio capire cos’è veramente e cosa può offrire questa pratica dal nome che, suo malgrado, evoca in molti l’idea di qualcosa di peccaminoso anziché di un mezzo per ottenere benessere ed equilibrio, abbiamo chiesto a Paggini di parlarcene.
Cos’è il Massaggio Tantrico?
“Il Massaggio tantrico o Massaggio Tantra, rappresenta un’esperienza sensoriale di ‘natura tantrica’: di fatto, tutto può essere ‘tantra’. Le esperienze, diventano ‘tantriche’ quando si presta attenzione e si ascolta il Sé profondo e questo avviene anche odorando un fiore, osservando un tramonto, cucinando, mangiando facendo l’amore… insomma, immergendosi totalmente in un’esperienza. Il Massaggio tantrico è dunque, di fatto, un’esperienza tantrica. È praticato con manualità molto intense e, soprattutto, con un atteggiamento interiore particolare, specifica caratteristica di esseri particolarmente evoluti. Diventa così una grande opportunità di meditazione ed espansione del Sé; un ascolto continuo.
L’Operatore, che dovrebbe essere molto esperto di pratiche tantriche, sarà in questo modo in grado di guidare la sessione facendo si che il/la ricevente si trovino a loro agio e si abbandonino con fiducia e completamente così da espandere le proprie sensazioni e percezioni attraverso la fisicità. Vi è quindi una preparazione prima durante e dopo il massaggio.
La caratteristica del Massaggio Tantrico è tale che non esiste praticamente limite alla sua espressione. È evidente che non è necessario né richiesto che debbano essere interessate le aree genitali come spesso erroneamente si crede. Per contro, ciò non è necessariamente escluso quando la consapevolezza e l’apertura mentale dei riceventi è tale da non dare adito a equivoci o pensieri maliziosi senza motivo alcuno. Il corpo umano è una totalità e tutto è sacro, degno e meritevole di attenzione. Non esistono zone interdette dallo Spirito. Purtroppo nella nostra società, e particolarmente in Italia, la cattiva informazione ed educazione è ancora molto diffusa. Il Massaggio Tantrico non è sesso, tanto meno un’occasione per esprimere bassi istinti: per questo esistono semmai specifiche prestazioni in altri ambiti…
È il momento di ritornare alla Sacralità dell’Essere nella sua totalità.
Nel rispetto della persona e della sua natura non esiste un massaggio tantrico standard o che possa definirsi tale, bensì diverse modalità di espressione con limiti e confini espressivi dettati unicamente dai singoli richiedenti e dal loro livello di evoluzione – non devono esserci forzature in nessun senso – mai!
C’è infatti la possibilità di un approccio/coccola, ma esiste anche una tipica caratteristica del più conosciuto Tantra che è quella di fare ricorso all’impiego dell’energia sessuale – che è la più potente energia che l’essere umano è in grado di percepire fisicamente – un potenziale energetico in grado di trasformare ed espandere in tutte le sfere dell’Essere. Anche in questo ultimo caso non è necessario (neppure escluso) prendersi cura (in termini sacri) di tutto ciò che siamo. È bene osservare che in molte antiche tradizioni orientali esistono specifici massaggi per i genitali: si tratta di complesse e articolate manualità la cui esecuzione è lontana anni luce da un comune, per quanto raffinato, approccio di natura sessuale (ma questo è un altro argomento)”.
A cosa serve? 
“In generale il Massaggio Tantrico ha lo scopo di condurre a una potentissima esperienza sensoriale per fini
meditativi, di ascolto del Sé e, dunque, di espansione ed elevazione spirituale. Quando l’individuo si permette l’accesso totale a se stesso, al suo vero sentire fuori e libero da schemi e condizionamenti sociali, ecco che si apre un varco per l’accesso a dimensioni più profonde di Sé così da prendere piena Consapevolezza e Coscienza di chi siamo realmente nella nostra totalità.
Il fatto che si siano osservati incredibili e spesso rapidissimi effetti benefici su specifiche problematiche
femminili connesse con la sfera sessuale come anorgasmia, difficoltà o assenza di eccitazione ecc., non stupisce. Di per se, non è tanto il massaggio quanto piuttosto la condizione indotta di accesso al Sé che permette la liberazione dei blocchi emotivi e psicologici che hanno portato all’insorgere del problema”.
A chi può essere utile?
“Può sembrare una risposta semplicistica, ma è un dato di fatto che nessuno è escluso dai benefici di carattere evolutivo che tale pratica comporta.
Mentre in passato erano soprattutto uomini a richiederlo – questo perché, a causa di una cattiva e irriverente mole di proposte ambigue che hanno sfruttato senza ritegno indebitamente il termine Massaggio Tantra molti si attendevano qualche prestazione ‘piccante’ – oggi, grazie all’informazione, nonostante il perdurare di offerte fuorvianti, ecco che si assiste ad una sempre più massiccia richiesta da parte del pubblico femminile. Sono soprattutto donne in una fascia di età compresa tra i 22 e i 50 anni che per diverse ragioni si avvicinano con coraggio e curiosità.
Ciò è bene in quanto indica che le persone si stanno evolvendo, si stanno liberando da gabbie e reti di superstizioni e falsi pudori che per anni hanno causato insoddisfazione, repressione, e accumulo di stress causa primaria del 90% dei mali del nostro secolo. Personalmente ritengo che chiunque dovrebbe provare questa esperienza con la tranquillità e la sicurezza del rispetto dei propri limiti”.

Che sensazioni, effetti dona questo tipo di massaggio? 
“Le sensazioni e gli effetti sono del tutto soggettivi, trattandosi di una liberazione della propria energia bloccata e di un riconoscimento profondo di Sé e della propria individualità, è chiaro che le percezioni e gli effetti sono del tutto soggettivi. In generale, tuttavia, si può dire che come effetti costanti si osserva un profondo senso di liberazione, di pace, di armonia e riequilibrio. Una delle espressioni verbali più frequenti che si sentono al termine di una seduta è: “…mi pare di tornare a vivere…”, oppure “mi sento rinascere…”. Sì!, penso proprio che sia questa la sensazione più evidente.
È opportuno osservare che ciò è dovuto al fatto che il Massaggio Tantrico non è una tecnica standard che si apprende su un libro o su una videocassetta (ce ne sono molte che viste da uno specialista fanno davvero ridere), bensì un’espressione di Amore e di attenzioni veicolate dall’operatore senza interazioni personali.
Il massaggio Tantra può essere effettuato seriamente solo da a chi ‘è il Tantra’: qualcuno cioè che abbia realizzato l’essenza del tantra nella propria vita e poiché il tantra è esperenziale, ecco che non può essere spiegato ma solo vissuto e percepito personalmente. Non si può studiare, semmai in parte può essere una trasmissione diretta; si potrebbe dire una specie di ‘iniziazione’ che può avvenire solo con particolari Maestri. L’unica cosa che posso dire è che non resta che provarlo… altrimenti non sarebbe un massaggio Tantra”.
Come riconoscere un massaggiatore serio?
“Onestamente non mi sento di stilare un decalogo o dare suggerimenti tipo. Preferisco pensare che in questo tempo del nostro mondo ormai prossimo al 2012… la gente sia abbastanza evoluta almeno nel proprio istinto da sapere e sentire da sola se e a chi affidarsi per qualunque cosa: nella scelta di un medico, di un estetista, e dunque anche di un Massaggiatore/Massaggiatrice.
Personalmente credo nella Legge di Attrazione per cui ciascuno attrarrà a se la persona giusta così come ha attratto a sé questo articolo.
Sarà poi un problema di lotta fra la propria mente (fatta di giudizi, calcoli e tendenze inculcate, paure, credenze ecc) e il proprio sentire, il proprio istinto che mai ha fallito (solo si potesse farci attenzione e ricordare che non ci ha mai consigliato male) e così decidere, scegliere e affidarsi.
È inteso che la Legge di attrazione funziona in base a ciò che pensiamo; per cui se abbiamo pensieri negativi riguardo al piacere, o alla sessualità è molto probabile ad esempio che ci si possa imbattere in persone che confermeranno questo nostro pensiero. Questo accade anche se andiamo a chiedere un massaggio fisioterapico ad esempio. O sbaglio? Sono certo molte donne sanno di cosa sto parlando…
In generale, è bene comunque seguire almeno delle linee guida elementari e ovvie: innanzitutto contattare strutture affidabili, dove vengono praticate e insegnate anche altre tipologie di bodywork e massaggio.
Poi, soprattutto, al primo incontro, fidatevi del vostro intuito: parlate, chiedete informazioni, cercate di percepire il livello di spiritualità della persona che avete davanti. Nel vero maestro o maestra di Tantra troverete accoglienza, sorriso, gentilezza, rispetto per la vostra sensibilità. Non cercherà di spingervi a fare nulla, anzi, sarà lui o lei ad assicurarsi che siate perfettamente consapevoli di ciò che il Tantra e il massaggio tantrico significano”.
Dove si può ricevere questo massaggio?
“Beh! qui la risposta potrebbe essere considerata di parte essendo io Direttore di una struttura specializzata nella pratica e nell’insegnamento di questa tecnica. Ritengo ci siano sicuramente delle persone speciali su tutto il pianeta in grado di garantire l’esperienza in modo adeguato e qualificato ma non possiedo un elenco in tal senso. Direi che anche in questo caso la cosa più giusta e opportuna è fare una ricerca, valutare sedi, istituti, Maestri e poi contattarli e dunque scegliere in base al proprio sentire.
MyTantra Academy sezione specialistica di uno dei più noti Istituti di insegnamento di Massaggi Ayurvedici e Orientali (il Narayana Instutute – satya.narayana@narayanainstitute.it) è la nostra struttura dedicata alla pratica e all’insegnamento dei Massaggi Tantra ed è a disposizione di quanti intendano seriamente sperimentare questa esperienza. Abbiamo anche previsto sul nostro sito una pagina dove ci riserviamo, in futuro, di segnalare a nostro giudizio altri eventuali Centri e/o operatori/operatrici che dovessimo avere opportunità di conoscere e che riterremo professionalmente e umanamente validi”.

Luigi Mondo e Stefania Del Principe

Fonte: La Stampa

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“Lo sguardo di MICHELANGELO. ANTONIONI e le arti”, personale al Palazzo dei Diamanti di Ferrara

January 5, 2012 Leave a comment

Nato a Ferrara nel 1912, Michelangelo Antonioni è uno dei padri della modernità cinematografica che ha oltrepassato i confini della settima arte. La sua opera è stata profondamente ispirata dalle arti figurative ed ha esercitato a sua volta un notevole ascendente sull’arte e sul cinema di ieri e di oggi.
A questo protagonista della cultura del Novecento, Ferrara Arte e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, dedicano una grande mostra in cui l’opera del maestro ferrarese verrà indagata alla luce del rapporto con le altre discipline artistiche, dalla musica alla fotografia, dalla pittura alla letteratura, attraverso l’accostamento delle sue creazioni alle opere che lui ha ammirato, che ha scelto di far apparire nei suoi film o che egli stesso aveva collezionato.
L’esposizione è a cura di Dominique Païni, già direttore della Cinémathèque Française e verrà inaugurata nel giorno in cui si celebra il centenario della nascita di Antonioni, il 29 settembre 2012.
Michelangelo Antonioni ha contribuito, al pari di Roberto Rossellini, al passaggio dalla vocazione realista del cinema italiano alla sua ambizione di farsi pensiero, come testimoniano opere quali Cronaca di un amoreLa signora senza camelie e Il grido, contraddistinte da una scrittura cinematografica fatta di rotture e di misteri, di disgregazione e fallimento. La trilogia in bianco e nero, costituita da L’avventuraLa notteL’eclisse, la sperimentazione cromatico-narrativa di Deserto rosso, i capolavori della maturità quali Blow-UpZabriskie Point,Professione: reporter e Identificazione di una donna, formano una costellazione di opere la cui forza non è stata ancora scalfita. Con film come questi egli ha sondato l’animo umano con sguardo innovatore, radiografando le inquietudini del mondo contemporaneo senza mai abbandonare eleganza e seduzione.
La mostra percorrerà la parabola creativa di Antonioni attraverso l’accostamento dei suoi lavori a opere di altri artisti e cineasti, in un inedito e suggestivo dialogo tra film, pittura, letteratura e fotografia. Il fulcro dell’esposizione sarà costituito dallo straordinario fondo di oggetti e documenti relativi alla vita e all’opera del regista di proprietà del Comune di Ferrara. Si tratta di oltre 47.000 pezzi: film e documentari, fotografie di scena, sceneggiature originali, la biblioteca e la discoteca di Antonioni, l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso (da Roland Barthes a Luchino Visconti, da Andrei Tarkovsky a Giorgio Morandi), premi, oggetti personali e molti altri materiali, che permetteranno di documentare, con rara esaustività, la vita e l’arte di uno dei più grandi cineasti del Novecento.
Ordinato in 11 sezioni tematico-cronologiche, il percorso espositivo sarà scandito da contrapposizioni che segnano la poetica del maestro: il periodo “del bianco e nero” e quello “del colore”, la bellezza notturna della Bosè e la solarità della Vitti, le nebbie della nativa pianura padana e i deserti aridi e polverosi dei lungometraggi della maturità, il leitmotiv dell'”eroe malato” e il tema della vitalità della gioventù pop degli anni Sessanta, il fascino degli angoli nascosti dei parchi pubblici e quello dei rilievi misteriosi delle montagne incantate.
Lo sguardo di MICHELANGELO. ANTONIONI e le arti
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 30 settembre 2012 – 6 gennaio 2013
Mostra a cura di Dominique Païni, organizzata da Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara-Museo Michelangelo Antonioni in collaborazione con la Cineteca di Bologna
Info
Call Center Ferrara Mostre e Musei, tel. 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

Downton Abbey, seconda strabiliante stagione negli Stati Uniti

January 5, 2012 Leave a comment
Dopo il successo in UK, parte negli Stati Uniti l’otto gennaio prossimo, su PBS Masterpiece, la seconda stagione di uno sceneggiato televisivo squisitamente inglese, prodotto da Britain’s Television per ITV 1, che, con la sua prima tornata nel 2010, ha ottenuto un fenomenale successo in tutto il mondo e conquistato l’Emmy Award. Si tratta di Downton Abbey, un classico period drama in tre segmenti, che si svolge nell’epoca edoardiana, tra i primi anni del XX secolo e lo scoppio della prima guerra mondiale, evento che stravolgerà totalmente la scena, per concludersi nel 1920. E se gli episodi del primo ciclo sono ispirati da un registro letterario alla Throllope, quelli della seconda scivolano romanticamente nella soap.
Downton Abbey è un perfetto appassionante mixdi vita aristocratica, tra splendori e il tramonto annunciato di una civiltà antica, paternalismo, segreti, intrighi di potere e per il possesso di una superba proprietà avita, le regole implacabili della tradizione dinastica, amore e sesso, cacce alla volpe, rituali tè pomeridiani, sprezzatura e manierismo, snobismo, coscienza di casta, ipocrisia, dolore e nuove idee. Sentimenti, interessi e programmi che si intrecciano all’esistenza parallela della servitù, che tra luci e ombre si svolge ai piani bassi della residenza patrizia dalla turrita mole neo-tudor che dà il nome alla serie.
Downton Abbey è una di quelle magnifiche ricostruzioni che solo gli anglosassoni riescono a montare con profonda verosimiglianza, lieve attitude ironica, scarna e delicata poesia, cesello di dettagli e ortodossia cronachistica. Ora il serial, girato in una sorta di luce chiara, concisa e geometrica, con un forte senso di realtà e di essenziale partecipazione intimistica, ben lontano da ogni enfasi storicistica o esagerazione teatrale, da ogni opulenta estetica alla James Ivory, approda sul piccolo schermo italiano la domenica sera, su Rete 4, con le puntate che tracciano la sua programmazione iniziale.
Il demiurgo dell’affermazione globale di Downton Abbey, altri non è che lo scrittore, attore, regista, soggettista teatrale e cinematografico britannico Julian Fellowes, che l’ ha creata. Genio multiforme e esponente del partito conservatore, autore, tra l’altro, di due best sellers quali il mitico Snob, nel 2004, sofisticata e ironica esercitazione letteraria sulle nuances sociali e sui tic dell’upper class UK e del plot agrodolce e malinconico di Un Passato Imperfetto, nel 2009. Poliedrico ed eccentrico, Fellowes, che è stato creato dalla Camera dei Lord Barone di West Stafford, è sposato dal 1990 con Emma Joy Kitchener, bisnipote del primo Earl Kitchener, ha recitato nei ruoli di Kilwillie nella fortunata serie tv The Monarch of the Glen e come secondo Duca di Richmond nella stupenda rievocazione settecentesca di Aristocrats.
Ha addirittura vinto un Academy Award, grazie allo screenplay diGosford Park, film da cui evidentemente provengono molte ispirazioni e suggestioni dispiegate in Downton Abbey. “Abbiamo girato ogni cosa- afferma Julian Fellowes- in una maniera veloce, con l’incalzante ritmo di una soap. Il segreto della riuscita sta tutto nella decisiva caratterizzazione psicologica, estetica, morale dei ruoli. “L’ambientazione favolosa in cui si dipana la storia, è quella di un’autentica nobile dimora di campagna, Highclere Castle, non lontano da Newbury, a ovest di Londra, con il debito vastissimo parco, gli annessi agricoli e venatori e l’interminabile enfilade di sale e saloni, dei sontuosi interni che miscelano varie epoche, preziosi dipinti, sculture e arredi di origine e matrice stilistica differente.
La vicenda ruota tutta intorno alla discussa successione di Lord Robert Crawley, Earl of Grantham- un magistrale Hugh Bonneville-, gentiluomo di stampo antico, che ha consacrato l’intera esistenza alla conservazione e sopravvivenza del patrimonio familiare. Sempre seguito dal suo yellow labrador retriever, ex- combattente nella guerra boera, figura impeccabile e molto umana, elegantissimo in frac come negli outfit di Harry’s tweed, peraltro da copiare, assolutamente.
I personaggi dello sceneggiato sono tanti, complessi, molto delineati. C’è l’ambizioso e viscido aspirante valletto Thomas-un fenomenale Rob James-Collier-, capace di tutto per impadronirsi, costi quello che costi, di un posto al sole, Lady Mary- Michelle Dockery- la ribelle e ostinata figlia maggiore dei Crawley, le sue sorelle Edith e Sybil, rispettivamente Laura Carmichael e Jessica Brown Findlay, il fedele butler Carson- Jim Carter- e Mrs. Hughes- è Phyllis Logan-, la governante dal pugno di ferro e dal cuore tenero. Commuove il valletto personale ed ex attendente di Lord Grantham, John Bates- Brendan Coyle-, che stoico soffre di una brutta ferita bellica alla gamba.
Buoni e cattivi, desideri e vendette, volontà di potenza e riscatto sociale, sensualità, cupidigia, affetto, onore, amicizia e risentimento si sovrappongono. I colpi di scena si succedono incessanti, la trama si complica, si ingarbuglia con sorprese e svolte clamorose, ti attanaglia implacabile. Un’appassionante, pirotecnica e stilizzata comedie humaine. Spiega infatti il regista della serie, James Strong: “Qui non ci sono grandi star, vi è un insieme. Downton è focalizzato sull’essere umano, sul gioco delle relazioni e su come noi tutti lottiamo per trovare il nostro posto nel mondo. È una specie di salto in un universo distante, perduto, ma al contempo è un qualcosa di così vicino a noi…”.
Sull’onda del successo planetario dello sceneggiato, Jessica Fellowes, nipote di Julian, ha realizzato un volume che in maniera più che eloquente si intitola The World of Downton Abbey.

Cesare Cunaccia

Fonte: Vogue.it